mercoledì 30 ottobre 2019

Dal Vangelo - Mercoledì 30 Ottobre 2019 - Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.

Mercoledì 30 Ottobre 2019
 A di Tempo Ordinario
Lc 13,22-30

Nella tua fedeltà ho confidato, Signore



PREGHIERA DEL MATTINO

Dio, Padre onnipotente, tu non vuoi che l'uomo stia lontano da te, isolato dagli altri e estraneo persino a se stesso. Il tuo amore cerca la sua compagnia. Ti rendiamo grazie per l'amore che hai per noi e che manifesti in tuo figlio Gesù Cristo. Fa' che non dimentichiamo la gravità della tua parola con il pretesto del tuo amore. Non permettere che di te ci fabbrichiamo un'immagine a noi conveniente, per poterla presentare agli altri uomini facilmente e con successo. Gli accadimenti di ogni giorno la spazzerebbero via facilmente, come il vento, e ci ritroveremmo di nuovo nella nostra solitudine. Rendici pronti a metterci in cammino seguendo quanto ci ordina la parola del Figlio tuo, facci infine rinunciare a volerne dare un'interpretazione interessata volta a censurare quanto di essa non ci piace troppo. Perché soltanto lui è il testimone veritiero, il "Figlio unigenito, che è nel seno del Padre”.





VANGELO 
Verranno da oriente a occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Luca 13,22-30
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: "Signore, aprici!". Ma egli vi risponderà: "Non so di dove siete". Allora comincerete a dire: "Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze". Ma egli vi dichiarerà: "Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!". Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».
Parola del Signore.

La vita di ogni uomo, il percorso di ritorno a Dio di tutta l'umanità è paragonabile ad un duro ed incerto incedere nel deserto, dove tutto è arido e la segnaletica è quasi inesistente. Tutto ci è già stato descritto nella narrazione biblica dell'Esodo. Oggi Gesù, interpellato sul numero di coloro che si salvano, ci parla della porta stretta. Vuole ricordarci che bisogna farsi piccoli ed umili per entrarci, bisogna faticare duro ed essere perseveranti e puntuali all'appuntamento per evitare il gravissimo rischio di arrivare in ritardo e trovare la porta chiusa. Accadde anche alle vergini stolte rimaste senz'olio. Nessuno allora potrà accampare scuse dinanzi al giusto giudizio di Dio; a nulla varrà il vanto di pretese intimità con Dio non suffragate dalla verità e dall'autenticità dei nostri comportamenti. Ci sentiremo dire con sgomento: "in verità vi dico, non vi conosco". Quando la fede si spegne o licenziamo Dio dalla nostra vita, non solo smarriamo la via del Regno, ma la rendiamo colpevolmente inaccessibile a noi stessi e ci ritroviamo fuori, proprio come accadde ai nostri progenitori dopo l'esperienza del primo peccato. Gesù però, ancora una volta, ci conforta: egli si definisce la porta delle pecore. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 
Padri Silvestrini

Mercoledì – 30.a Tempo Ordinario

Meditazione sul Vangelo di Lc 13,22-30
Entrare per la porta stretta.
Lo Spirito Santo intercede per noi con “gemiti ineffabili”. Nella dottrina salvifica esposta da san Paolo nella lettera ai Romani, lo Spirito Santo occupa un ruolo principale. Egli viene in nostro aiuto prima che glielo chiediamo e sa già di cosa abbiamo bisogno prima che apriamo bocca: a noi spetta solo di accogliere questo aiuto con umiltà. Ad un tale che domanda a Cristo quanti sono quelli che si salvano, nostro Signore risponde con un avvertimento: “sforzatevi di entrare per la porta stretta”. Il Signore si aspetta che siamo coerenti con le grazie che da lui riceviamo: non basta aver mangiato e bevuto con Lui, occorre portare frutti per presentarsi alla vita eterna.
Le principali preoccupazioni dell’uomo contemporaneo sulla terra sono le cose di questo mondo. È un grosso equivoco dobbiamo lasciarci contagiare da questa visione materialista. La grande ed unica preoccupazione del cristiano deve essere l’amore per Dio e per i fratelli, per poter così salvare la propria anima.  Perché, come diceva santa Teresa di Gesù, «alla fine della giornata chi si salva sa e chi non si salva non sa niente». Il Signore Gesù in questa questione così importante e decisiva – perché si tratta nient’altro e niente meno che della nostra salvezza o della nostra perdizione – parla in modo chiaro e forte. Per entrare nel suo Regno bisogna faticare, nessuno si salva “a letto”, tra le comodità e nella pigrizia. Bisogna entrare dalla porta stretta, e saranno molti a non riuscirci. Perché non ci riusciranno? Forse perché vorrebbero entrare “portandosi dietro” troppe cose; forse perché vorrebbero entrare senza rinnegare se stessi. Sono tanti i motivi per cui non si riesce a passare dalla porta stretta, a proseguire sulla via scomoda! C’è chi crede che per il solo fatto di andare a messa ogni domenica, di pregare un po’ ogni tanto e di non aver mai ammazzato nessuno ha già diritto al Cielo. Chi di noi può far valere di fronte a Dio il diritto di entrare nella sua gloria? Il Cielo, il Regno di Dio, è un dono, è un’offerta che non si può comprare, diciamo pure che in senso stretto non si può meritare, perché partiamo da debitori già fin dall’inizio della nostra esistenza. E’ la misericordia di un Creatore generoso verso la sua creatura a renderci “meritevoli del suo Regno”. E ci sarà poco da meravigliarsi se, alla fine, vedremo passarci avanti molti altri che oggi non riteniamo degni di salvezza. Forse avremo più di una sorpresa!



Nel Nome di Dio' Pace & Bene


venerdì 18 ottobre 2019

Dal Vangelo Sabato Ottobre - Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire.

Lectio Divina Anno 28.A di Tempo Ordinario 
Rm 4,13. Lc 12,8-12
Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.



PREGHIERA 

Signore Dio, dammi il coraggio e la forza dello Spirito Santo. Che io sappia, in ogni circostanza della mia vita, annunciare Cristo. O Dio, dammi la tua forza per professare sempre la mia fede in Cristo e per essere sempre testimone dei valori immutabili.


PRIMA LETTURA
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 4,13.16-18
Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede. Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che non esistono. Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza».
Parola di Dio.





CANTO AL VANGELO (Gv 15,26)
R. Alleluia, alleluia.
Lo Spirito della verità darà testimonianza di me, dice il Signore,
e anche voi date testimonianza.
R. Alleluia.

VANGELO
Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire.
+ Dal Vangelo secondo Luca 12,8-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
Parola del Signore.


Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce

PREGHIERA 

O Spirito d'Amore, insegnami ciò che devo dire. Proteggimi da me stesso e dalla mia paura. Voglio professare la mia fede in Dio e voglio lodare il suo nome. Aiutami a non cadere sul cammino che Cristo mi propone.

Meditazione sul Vangelo di Lc 12,8-12

Ascoltare lo Spirito Santo.

Nella prima lettura san Paolo continua a presentarci la figura di Abramo, nostro padre nella fede. Egli è l’esempio di uomo fedele, che crede in Dio, sperando contro ogni speranza. Perciò fu costituito “padre di tutti i popoli”. Gesù, nel vangelo, esorta i discepoli a far valere questa fede in Lui, ad accrescerla e ad essere suoi testimoni di fronte agli uomini, affinché alla fine di questa vita il Signore ci riconosca come suoi fratelli di fronte al Padre celeste. Dio ha sempre preso l’iniziativa nei confronti dell’uomo.

Al principio, quando Dio fece il cielo e la terra, fu la sua bontà ad agire liberamente creando l’uomo e la donna. Quando ha scelto i patriarchi, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, eccetera, lo ha fatto sempre di sua iniziativa, con un atto di amore e generosità. In tutta la storia della salvezza è Dio che “scende” per cercare l’uomo, per rivendicare da lui il suo amore. E come il Creatore ha sempre magnanimamente cercato l’uomo, allo stesso modo le sue promesse sono state dettate in quella liberalità e per amore dell’uomo. L’unica cosa che Dio chiede in cambio è che l’uomo, accettando il dono della fede, vi resti coerente. E molto facile credere in Dio: l’uomo non deve fare alcuno sforzo sovraumano, basta semplicemente che apra il suo cuore al dono di Dio e accolga con amore il dono che gli viene offerto. E nonostante tutto, quante volte anche noi che riceviamo tanti doni da Dio siamo restii  a riconoscerlo come nostro Signore e Padre, perché ciò richiede da parte nostra un comportamento coerente, cioè abbandonare la via del peccato. Tale è stata la storia del rapporto tra Dio e l’uomo: un amore generoso che si offre liberamente e generosamente, ed un egoismo che esige prove, che tradisce, che idolatra che si prostituisce. Poi, l’uomo che si umilia, che chiede perdono e Dio che gli apre di nuovo le braccia per accoglierlo come un figlio. Così è stato e così sarà sempre fino alla fine dei tempi. Ma dobbiamo fare attenzione, come ci avverte Gesù, perché “chi bestemmia contro lo Spirito Santo non verrà perdonato”. Qual è la bestemmia contro lo Spirito Santo? Il non accettare, il chiudersi alla voce di Dio che sussurra alla nostra anima e al nostro spirito, il non voler riconoscere Dio come nostro Supremo Creatore e Signore.Siamo umili, siamo coerenti e sinceri con la nostra stessa natura, che spontaneamente tende a riposare in Dio. “Il mio cuore è inquieto, Signore, finché non riposerà in te” , diceva sant’Agostino. 

Nel Nome di Dio' Pace & Bene





lunedì 14 ottobre 2019

Dal Vangelo Domenica Ottobre - Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero.


Lectio - Anno C
28.a di Tempo Ordinario S. Romolo; S. Chelidona; S. Venanzio
2Re Lc 17,11-19 
Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.




PRIMA LETTURA
Tornato Naaman dall'uomo di Dio, confessò il Signore.
Dal secondo libro dei Re 2Re 5,14-17
In quei giorni, Naaman il comandante dell'esercito del re di Aram scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato dalla sua lebbra. Tornò con tutto il seguito da Eliseo l'uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L'altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò. Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore».
Parola di Dio.

SECONDA LETTURA 
Se perseveriamo, con lui anche regneremo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 2Tm 2,8-13
Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio Vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore. Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. Questa parola è degna di fede: Se moriamo con lui, con lui anche vivremo; se perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà; se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso.
Parola di Dio.


CANTO AL VANGELO (1Ts 5,18)
Alleluia, alleluia.
In ogni cosa rendete grazie:
questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Alleluia.





VANGELO
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero.
+ Dal Vangelo secondo Luca 17,11-19
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!».
Parola del Signore


MEDITAZIONE
Cristo è presso di me: io gli sto vicino ed egli mi stringe. Io non avrei saputo amare il Signore se egli non mi avesse amato per primo. Chi può capire l'amore, se non colui che ama? Io stringo l'amato e la mia anima lo accoglie, ed io rimango là. Non sarò più uno straniero per lui, poiché non vi è odio nel Signore. Sono legato a lui come l'amante che ha trovato colei che ama. Poiché amo il Figlio, diventerò Figlio. Sì, chi aderisce a colui che non muore, non morirà. Colui che si compiace della vita, sarà a sua volta vivo. Tale è lo Spirito del Signore senza menzogna che insegna agli uomini a conoscere le sue vie... Ho creduto al Cristo del Signore, e ho visto che era il Signore-Cristo. Mi ha mostrato il suo segno, mi ha condotto nella sua luce. Per mezzo della sua parola, il Signore ha abbattuto il nemico, lo ha ridotto come foglia trascinata dal vento. Ho reso gloria all'Altissimo, poiché ha magnificato il suo servo, figlio della sua serva. Voi tutti, che avete sete, venite ad attingere alle fonti delle vive acque, poiché esse sono offerte a tutti: prendete la bevanda che disseta. Riposatevi presso la fontana del Signore; essa è bella e pura, mette l'anima in pace, poiché scaturisce dalle labbra stesse di Dio; trae il suo nome dal cuore del Signore. La fonte scorre, eterna e invisibile. Prima che essa apparisse nessuno l'aveva vista. Beati coloro che hanno bevuto a questa fonte, e che hanno ristorato la propria sete.
Odi di SALOMONE

Nel Nome di Dio” Pace & Bene 




domenica 13 ottobre 2019

Dal Vangelo Ottobre; Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.

Gioite, giusti, nel Signore.

PREGHIERA DEL MATTINO
O Dio, Padre nostro, nella santissima Vergine Maria ci hai dato un modello di vita nella fede. Maria è beata perché ha creduto e ha avuto pienamente fede in te. Accettando con un cuore immacolato il tuo Verbo eterno, Maria l'ha concepito nel suo grembo verginale, e l'ha avvolto nel suo amore materno. Maria ha compreso meglio di tutti le parole pronunciate dal suo Figlio e le ha messe in pratica in modo perfetto. Per questo Maria gli è la più cara fra tutti gli esseri umani, in quanto serva di Dio che sa ascoltare e credere.

VANGELO
Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Luca 11,27-28
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Parola del Signore.


PREGHIERA DELLA SERA
Maria, Madre del Signore Gesù Cristo, tu hai sentito queste parole dalla bocca di santa Elisabetta: "Benedetta tu fra le donne". E il tuo Figlio ti benedice perché, come lui, tu hai ascoltato la parola di Dio e l'hai osservata durante tutta la tua vita. Per questo ti sei mostrata la migliore fra i suoi discepoli. Con gioia, ripeto le parole dell'angelo e di santa Elisabetta: "Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra tutte le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù...". Insegnami ad ascoltare le parole di Dio, che Cristo ha annunciato e aiutami a metterle in pratica durante tutta la mia vita.

Meditazione sul Vangelo di Lc 11,29-32
Giona e il segno.
Gesù Cristo è un mistero, è il mistero di Dio e non tutti possono riconoscerlo, solo coloro che hanno un cuore aperto e ben disposto. Gesù ha già attraversato molte città predicando, guarendo, compiendo segni. Tutta la sua attività è rivolta alla salvezza dell’uomo. Fa uso della sua capacità taumaturgica pe aiutare le folle a riconoscerlo come Messia, come il Figlio inviato dal Padre per salvare il mondo. Per questo Gesù replica a «questa generazione» che chiede un segno per poter credere in lui, ammonendola che non sarà concesso altro segno se non la sua stessa persona e la sua stessa vita. Oggi, accade anche a noi e ai nostri contemporanei di non riconoscere o di respingere il segno che è Gesù. Cristo è esigente e talvolta ci chiede di fare un salto nel vuoto cioè di credere in lui malgrado la  nostra “ottusità, di sperare contro ogni speranza, di amarlo al di sopra di tutto, perfino di noi stessi. Abituati alla falsa prudenza  di un mondo materialista e relativistico, chiediamo a Cristo un segno, per poter credere in lui e incontriamo il suo monito  chiaro e fermo: non vi sarà dato un altro segno se non quello  Giona. Il segno del cristiano è il segno della croce, è il paradosso del morire per avere la vita, del perdersi per trovarsi, il distaccarsi da tutto per possedere l’unica cosa necessaria. Lo comprese bene la grande riformatrice del Carmelo, santa Teresa di Gesù. Lei stessa ci riferisce nella sua Autobiografia come solamente per mezzo di una grazia Speciale il Signore le fece conoscere le terribili sofferenze che patì durante la flagellazione; e la Santa si valse di questo insegnamento per crescere nella virtù. Chiediamo al Signore, per intercessione di Santa Teresa di Gesù, la grazia di conoscere più intimamente Cristo ed essere disposti a dare la vita per amor suo.



Nel Nome di Dio” Pace & Bene 

martedì 8 ottobre 2019

Dal Vangelo; Chi è il mio prossimo?



Lunedì 7 Ottobre 2019
Beata V. Maria del Rosario Lc 10,25-37
Signore, hai fatto risalire dalla fossa la mia vita.

PRIMA LETTURA 
Giona invece si mise in cammino per fuggire lontano dal Signore.
Dal libro del profeta Giona 1,1- 2,1.11
In quei giorni, fu rivolta a Giona, figlio di Amittài, questa parola del Signore: «Àlzati, va' a Nìnive, la grande città, e in essa proclama che la loro malvagità è salita fino a me». Giona invece si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s'imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore. Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e vi fu in mare una tempesta così grande che la nave stava per sfasciarsi. I marinai, impauriti, invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono in mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più in basso della nave, si era coricato e dormiva profondamente. Gli si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: «Che cosa fai così addormentato? Àlzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo». Quindi dissero fra di loro: «Venite, tiriamo a sorte per sapere chi ci abbia causato questa sciagura». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. Gli domandarono: «Spiegaci dunque chi sia la causa di questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». Egli rispose: «Sono Ebreo e venero il Signore, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terra». Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: «Che cosa hai fatto?». Infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva lontano dal Signore, perché lo aveva loro raccontato. Essi gli dissero: «Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?». Infatti il mare infuriava sempre più. Egli disse loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia». Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano, perché il mare andava sempre più infuriandosi contro di loro. Allora implorarono il Signore e dissero: «Signore, fa' che noi non periamo a causa della vita di quest'uomo e non imputarci il sangue innocente, poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere». Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia. Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e gli fecero promesse. Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. E il Signore parlò al pesce ed esso rigettò Giona sulla spiaggia.
Parola di Dio.




CANTO AL VANGELO (cf. Gv 13,34)
R. Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
R. Alleluia.





VANGELO
Chi è il mio prossimo?
+ Dal Vangelo secondo Luca 10,25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno". Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di co! lui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».
Parola del Signore.



Meditazione sul Vangelo di Lc 10,38-42

La parte migliore.

Gesù visita la casa di Marta e Maria, due sorelle che accolgono con grande gioia il Signore. Ciascuna a modo suo si sforza di farlo nel modo migliore: Marta spendendosi nel servizio, Maria sedendo ai suoi piedi per ascoltare ogni sua parola.

In genere, si può essere portati a interpretare troppo facilmente il vangelo di oggi, affermando che in esso Gesù voglia raccomandare la preminenza della preghiera rispetto all’azione. Questa può essere  un’interpretazione incompleta. È vero che gli evangelisti ci riferiscono di molte occasioni in cui il Maestro si ritira per pregare il Padre suo, magari per tutta la notte. Poi, però, lo vediamo subito intraprendere la sua opera di salvezza: guarisce, predica, perdona i peccati, scaccia i demoni. Il rimprovero rivolto a Marta per il suo essere indaffarata, non è provocato tanto dal fatto che sia tutta intenta a lavorare, quanto piuttosto perché, dal tono della sua richiesta a Gesù, pare che lei gli chieda di poter appagare il suo egoismo: Marta vorrebbe che Maria le obbedisse. Il nostro scopo come “discepoli” di Gesù è sempre quello di restare fedeli alla parola del Signore. Sia nella preghiera che nel lavoro. non deve mai mancare l’unione con Lui. In entrambi i casi possiamo assumere l’atteggiamento di Maria di fronte al Signore: quando preghiamo, ascoltiamo attentamente le sue parole, per conoscere la sua volontà per la nostra vita; e, quando lavoriamo, possiamo allo stesso modo fare del nostro lavoro una preghiera a Dio. Si tratta di mettere in pratica il principio cristiano secondo cui si deve essere “contemplativi e missionari”. Ciò aiuta davvero a mantenere la serenità e la pace interiori. Vi sono persone che sono attivissime, che devono continuamente passare da un’occupazione all’altra, ma interiormente vivono in una pace profonda, in una segreta contemplazione, perché mantengono davvero il loro cuore vicino al Signore. Queste persone hanno capito che la forza per fare ogni cosa viene dalla preghiera e dall’unione con Gesù. Analizziamo un giorno qualsiasi della nostra vita e domandiamoci: quanto tempo dedico alla preghiera? Quando svolgo un qualsiasi compito, chiedo aiuto al Signore o lo faccio “da solo”? Quando mi trovo di fronte ad una difficoltà rivolgo il pensiero a Cristo, o mi limito a impegnarmi di più? Se si presenta una tentazione, lotto “da solo” o cerco l’aiuto della grazia di Dio? Quando prego, affido al Signore le mie opere, le mie incombenze, il mio apostolato?


VIVERE LA PAROLA DI OGGI
Leggi di più!
Approfitta del tuo tempo.
Non permettere che l’oziosità alimenti pensieri negativi, perché perderai un tempo prezioso che non
ritornerà mai. Leggi di più!
La buona lettura alimenta il cervello e controlla le emozioni.
Il libro è un amico discreto che non si impone a nessuno e parla con noi solo quando abbiamo
volontà di parlare con lui.
Leggi di più e fa’ del libro il tuo migliore amico!









sabato 5 ottobre 2019

Vangelo di Oggi: di S. Faustina Kowalska; B. Bartolo Longo; Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.


S. Faustina Kowalska; B. Bartolo Longo; B. Alberto M.
26.a di Tempo Ordinario - Lc 10,17-24
Il Signore ascolta i miseri.
PRIMA LETTURA
Chi vi ha afflitto con tanti mali vi darà anche una gioia perenne.
Dal libro del profeta Baruc 4,5-12.27-29
Coraggio, popolo mio, tu, memoria d'Israele! Siete stati venduti alle nazioni non per essere annientati, ma perché avete fatto adirare Dio siete stati consegnati ai nemici. Avete irritato il vostro creatore, sacrificando a dèmoni e non a Dio. Avete dimenticato chi vi ha allevati, il Dio eterno, avete afflitto anche colei che vi ha nutriti, Gerusalemme. Essa ha visto piombare su di voi l'ira divina e ha esclamato: «Ascoltate, città vicine di Sion, Dio mi ha mandato un grande dolore. Ho visto, infatti, la schiavitù in cui l'Eterno ha condotto i miei figli e le mie figlie. Io li avevo nutriti con gioia e li ho lasciati andare con pianto e dolore. Nessuno goda di me nel vedermi vedova e abbandonata da molti; sono stata lasciata sola per i peccati dei miei figli, perché hanno deviato dalla legge di Dio». Coraggio, figli, gridate a Dio, poiché si ricorderà di voi colui che vi ha afflitti. Però, come pensaste di allontanarvi da Dio, così, ritornando, decuplicate lo zelo per ricercarlo; perché chi vi ha afflitto con tanti mali vi darà anche, con la vostra salvezza, una gioia perenne.
Parola di Dio




CANTO AL VANGELO (cf. Mt 11,25)
R. Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
R. Alleluia.



VANGELO
Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Luca 10,17-24
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Parola del Signore.



Meditazione sul Vangelo di Lc 10,17-24
I segreti del Regno dei Cieli.
Nel vangelo ci viene riferito della gioia dei discepoli, al ritorno dalla loro prima missione, nel constatare i frutti dell’evangelizzazione e i segni del potere di Dio. Il Maestro però si premura di chiarire ai suoi quale deve essere la vera causa della loro gioia: rallegrarsi per la sottomissione dei demoni ai loro comandi li porterebbe a travisare Chi è davvero l’origine del potere cui questi non possono evitare di sottomettersi. Motivo valido della profonda gioia dei discepoli dev’essere piuttosto la “buona notizia” che sono tutti chiamati ad un destino eterno.
Gesù ha inviato i discepoli alla prima missione. Ha dato loro delle disposizioni ben precise ed essi hanno saputo essere fedeli. Adesso ritornano gioiosi per il successo che hanno ottenuto. Certo, se l’opera è ben compiuta, nella fedeltà a quanto chiede il Maestro, ciò non fa altro che dare soddisfazione o gioia all’apostolo del Regno. Il segreto della missione apostolica sta nell’annunciare la parola di Gesù, non la nostra; sta nel compiere le opere di Gesù, non le nostre. Annunciare il Vangelo è proclamare che il Regno di Dio è vicino. Tra gli altri, vi è però per l’apostolo un pericolo particolarmente insidioso. È appunto questo che Gesù vuol sottolineare quando dice ai suoi discepoli: “non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi”. E’ il pericolo di sentirsi “grandi” per il potere che è stato concesso. Questi poteri,  questi doni, non ci sono stati dati per il nostro vantaggio, per la nostra vanità, bensì per portare a compimento la missione, per portare il Regno di Dio ad ogni persona. Gesù coglie questa opportunità per insegnare ai suoi discepoli una volta di più quanto è necessario mantenersi in atteggiamento di umiltà e semplicità di fronte a Dio. Questa è la vera sapienza, questi sono i veri “dotti” al cospetto di Dio. Chiediamo alla Madonna, in questo giorno a Lei dedicato, di renderci sempre più umili nella nostra opera di evangelizzazione. Maria è stata sempre la migliore evangelizzatrice di tanti popoli e nazioni e questo sempre grazie alla sua semplicità: l’umile serva del Signore proclama instancabilmente il suo “magnificat” e si rallegra perché, nella Sua infinita grandezza di Creatore, grazie al semplice “sì” di una sua creatura, in lei l’Onnipotente ha compiuto meraviglie.




mercoledì 2 ottobre 2019

Vangelo di Oggi: 02 Ottobre 2019 - I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.



Vangelo di Mercoledi'
Ss. Angeli custodi (m); B. Antonio 
26.a di Tempo Ordinario - Mt 18,1-5.10
Darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie.


PRIMA LETTURA 
Mando un angelo davanti a te.
Dal libro dell'Esodo 23,20-23a
Così dice il Signore: «Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, da' ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l'avversario dei tuoi avversari. Il mio angelo camminerà alla tua testa».
Parola di Dio.




CANTO AL VANGELO (Sal 102,21)
R. Alleluia, alleluia.
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere,
suoi ministri, che eseguite la sua volontà.
R. Alleluia.




VANGELO
I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 18,1-5.10
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
Parola del Signore.

PREGHIERA 
Accogli, Signore, i doni che ti offriamo in onore dei santi Angeli; la loro protezione ci salvi da ogni pericolo e ci guidi felicemente alla patria del cielo. Per Cristo nostro Signore.

Meditazione sul Vangelo di Lc 10,1-12
Li inviò a due a due.
Voglia Iddio che non lottiate per mantenervi un pezzo di pane, per mantenervi un vestito, per mantenervi una casa! Voglia Iddio che lottiate per essere missionari di Dio nel mondo, profeti suoi, perché presentate una novità di vita. La vita nuova è l’amore a Dio e al prossimo che dev’essere portato in tutto il mondo. In altre parole siamo chiamati ad attuare il programma di Gesù: «Fare nuove tutte le cose» (Ap 21,5). Gesù realizza questo programma oggi, nella misura che noi siamo, diventiamo popolo di Dio. Solo come popolo possiamo cambiare la storia; come individui possiamo fare solo qualche atto di bontà. Per essere popolo bisogna riconoscere i carismi e le aggregazioni ecclesiali basate su di essi. Senza questo riconoscimento si acceca la Chiesa. Poi bisogna mettere in atto il principio: «Quando la vita interpella la fede, riunisci il popolo e rispondi alla vita secondo la fede». Ogni carisma farà la sua parte specifica.
Don Oreste Benzi