venerdì 26 giugno 2020

Natività di San Giovanni Battista –Ecco: questo è il silenzio che portò la voce a gridare nel deserto

Il Vangelo di Giugno 2020: 
Giovanni aveva preparato la venuta di Cristo.

NATIVITA’ DI S. GIOVANNI BATTISTA (s) – P
Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.

 Giovanni sarà grande davanti al Signore, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre, e per la sua nascita molti gioiranno
Lc 1,57-66.80


Preghiera
Padre, concedi alla tua famiglia di camminare sulla via della salvezza sotto la guida di san Giovanni il precursore per andare con serena fiducia incontro al Messia da lui predetto. Rapportato a Cristo, san Giovanni Battista è la voce che passa, di fronte al Verbo eterno; ma è la voce che grida la fede, non l'integralismo o il permissivismo della cosiddetta.


Prima Lettura
Ti renderò luce delle nazioni.
Dal libro del profeta Isaia 49,1-6
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».
Parola di Dio.



 (Dal Salmo 138)

R: Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando mi siedo e quando mi alzo.
Intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.


Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Tio ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda.


Meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l'anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.


Seconda Lettura
Giovanni aveva preparato la venuta di Cristo.
Dagli Atti degli Apostoli 13,22-26
In quei giorni, [nella sinagoga di Antiochia di Pisidia,] Paolo diceva: Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: "Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri". Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d'Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: "Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali". Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza.
Parola di Dio.

 

CANTO AL VANGELO (Lc 1,76)
Alleluia, alleluia.
Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo,
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade.
Alleluia.

«Giovanni è il suo nome». 


Vangelo
Giovanni è il suo nome
+ Dal Vangelo secondo Luca 1,57-66
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Parola del Signore.


Omelia
Per bocca del profeta Dio annunciò: "Per voi... cultori del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla" (Ml 3,20). L'inno di Zaccaria è il mirabile sviluppo di questa profezia. Quando, obbedendo all'ingiunzione dell'angelo, diede a suo figlio il nome di Giovanni (che significa: Dio è misericordioso), avendo fornito la prova di una fede senza indugi e senza riserve, la sua pena finì. E, avendo ritrovato la parola, Zaccaria cantò un inno di riconoscenza contenente tutta la speranza del popolo eletto. La prima parte, in forma di salmo, è una lode a Dio per le opere da lui compiute per la salvezza. La seconda parte è un canto in onore della nascita di Giovanni e una profezia sulla sua futura missione di profeta dell'Altissimo. Giovanni sarà l'annunciatore della misericordia divina, che si manifesta nel perdono concesso da Dio ai peccatori. La prova più meravigliosa di questa pietà divina sarà il Messia che apparirà sulla terra come il sole nascente. Un sole che strapperà alle tenebre i pagani immersi nelle eresie e nella depravazione morale, rivelando loro la vera fede, mentre, al popolo eletto, che conosceva già il vero Dio, concederà la pace. L'inno di Zaccaria sulla misericordia divina può diventare la nostra preghiera quotidiana.





Meditazione
"Volevano chiamarlo Zaccaria. Ma sua madre intervenne: No, si chiamerà Giovanni". Questo è il significato di questo nome: grazia di Dio, cioè colui in cui è la grazia. Poiché questa parola annuncia l'economia del Vangelo. Giovanni significa il Signore stesso che viene, colui attraverso il quale la grazia è concessa al mondo. I parenti volevano che questo bambino si chiamasse Zaccaria piuttosto che Giovanni. Essi rappresentano bene coloro che, di fronte al Signore che propone loro il dono di una nuova economia della grazia, desiderano ricordare piuttosto il sacerdozio dell'antica Legge. Essi si opponevano così a ciò che dichiarava sua madre, a viva voce, e suo padre, per iscritto: "Si chiamerà Giovanni". Quelle persone non erano ancora entrate nella nuova economia della grazia; pretendevano che si dovesse ancora osservare il rito dell'antico sacerdozio, nel momento in cui appariva il Vangelo
del Signore. A quelle persone la Legge stessa dice di aprirsi alla grazia di Cristo: "Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò". No, ormai non si possono più osservare le usanze dell'antico sacerdozio, se non annuncia la grazia del Vangelo. Inoltre, una volta riconosciuto e imposto il nome di Giovanni, Zaccaria ritrova la parola. Si mette a benedire Dio. È la grazia della nuova Alleanza che l'apostolo avrebbe un giorno proclamato pubblicamente. Allora numerosi sacerdoti di Israele si sottometteranno alla fede. E saranno tutti liberati, come Zaccaria oggi, dal loro mutismo; potranno confessare, lodare ed annunciare a tutti, con fervore, il dono della redenzione. È nel giorno della circoncisione di Giovanni che, all'annuncio dell'avvenimento, la paura invade il popolo. Quanto a Zaccaria, egli diventa testimone dello Spirito. Si mette a fare profezie; annuncia il nostro Redentore e la sua opera di liberazione.
SAN BEDA VENERABILE




giovedì 18 giugno 2020

Il Vangelo di Oggi: Giugno 2020: Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide?

La Parola di Vita
  9.a di Tempo Ordinario
Grande pace, Signore, per chi ama la tua legge


Mc 12,35-37

Preghiera
Concedici, Signore, di discernere i veri valori, i veri tesori, la sola ricchezza che non si acquista se non nella povertà secondo lo Spirito, che ci colma dei beni del mondo che verrà. Concedici di vedere con uno sguardo limpido che tutto ciò che facciamo, pensiamo o diciamo trova un'eco nel cielo. Concedici di essere folli per essere saggi, di dare senza tenere conto i beni della terra, per ricevere in eredità la vita eterna. Nessuna avarizia materiale o spirituale offuschi la nostra percezione di questo ammirevole scambio.




Lettura
Da tutte mi ha liberato il Signore
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 2 Tm 3, 10-16
Figlio mio, tu mi hai seguito da vicino nell'insegnamento, nel modo di vivere, nei progetti, nella fede, nella magnanimità, nella carità, nella pazienza, nelle persecuzioni, nelle sofferenze. Quali cose mi accaddero ad Antiòchia, a Icònio e a Listra! Quali persecuzioni ho sofferto! Ma da tutte mi ha liberato il Signore! E tutti quelli che vogliono rettamente vivere in Cristo Gesù saranno perseguitati. Ma i malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio, ingannando gli altri e ingannati essi stessi. Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall'infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Parola di Dio.



CANTO AL VANGELO 
(cf. Gv 14,23)

R. Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
R. Alleluia.


Lode a Te Gesù Cristo

Vangelo
Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide?
+ Dal Vangelo secondo Marco 12,35-37
In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: "Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi". Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
Parola del Signore.


Riflessione
Nella famiglia di Tobi con il ritorno del figlio Tobia e della moglie Sara torna a brillare il sole della gioia. Anna corre per prima incontro al figlio, poi anche il padre, incespicando... Dopo giorni di ansia comprensibile, a causa del viaggio sempre rischioso... finalmente ritorna il figlio già unito in matrimonio con Sara. Ha recuperato il danaro depositato, ma anche la medicina, il fiele del pesce, che, spalmato sugli occhi di Tobi, gli ridona la vista. Egli egli esclama commosso: Ti vedo, figlio mio, luce dei miei occhi": Sgorga dal cuore e dalle sue labbra un inno di benedizione al Signore... In quel giorno fu una grande festa per tutti i Giudei di Ninive. Forse anche Anna avrà capito il proprio errore quando rinfacciava al marito le sue opere buone... Il bene fatto per amor del Signore non va mai perduto... Nel brano evangelico abbiamo un insegnamento dalle labbra stesse di Gesù nella interpretazione della Bibbia. La domanda è questa: Il Messia è figlio di David? Citando il salmo 109(110) Gesù dimostra che lo stesso David lo chiama Signore. Allora non può essere suo figlio. Gesù è il Messia, discendente, secondo la carne, da David, ma è anche figlio di Dio e in questo senso David profeticamente lo chiama Signore. Gesù ci introduce nel mistero della sua persona, vero uomo, figlio di Maria (discendente di Davide) ma anche vero Dio, seconda persona della Santissima Trinità e quindi Signore del cielo e della terra. (Padri Silvestrini)



Gesù illumina i nostri pensieri
nella verità


Preghiera
Signore, tu che hai ricoperto Salomone di ogni sorta di beni, perché non aveva desiderato nient'altro che il bene della tua casa, concedici di rinunciare ai nostri interessi per cercare il bene dei nostri fratelli e la tua maggior gloria. Concedici anche di rinunciare alla nostra consolazione spirituale, alle nostre abitudini di pietà, ogni volta che la carità lo esige, poiché essa sola è la nostra regola di vita, essa sola illumina i nostri pensieri e le nostre azioni e ci stabilisce nella verità, poiché in te amore e verità si incontrano.


Meditazione sul Vangelo di Mc 12,35-37

Il Cristo, figlio e signore di Davide.

Nel Vangelo di oggi Gesù ci fa notare che il Figlio di Davide – che è lui stesso – viene chiamato “Signore” da Davide. Viene in tal modo insinuato il mistero di Cristo, che non si esaurisce nel suo essere uomo e che solo il Padre può rivelare. Gesù è il Re dei secoli, l’eterno Figlio del Padre, Egli è il Messia, e quindi è chiaro che è Signore di Davide e di tutti gli uomini apparsi sulla terra prima di lui e dopo di lui. In Cristo troviamo il criterio dei valori, di ciò che realmente conta. Quello che vale è il riferimento a lui, che è la nuova legge, il ristoro, il cibo e la liberazione dell’uomo. Ciò che importa è farsi trovare preparati con la fede e accogliere la Parola di Dio.
Chi legge la Bibbia considerandola solo un documento storico troverà nei testi molte incoerenze,  discordanze e contraddizioni. Già Origene aveva dato una risposta in merito. L’autore della Scrittura è lo Spirito Santo, che si serve di scrittori umani. Nei testi c’è un doppio significato, uno spirituale e uno umano. Il senso spirituale è uno solo, perché proviene dallo Spirito divino. I sensi trasmessi dall’uomo sono diversi perché gli autori sono uomini e, in quanto tali, diversi uno dall’altro. Attraverso gli uomini, lo Spirito conduce gli uomini a Cristo. Chi legge la Scrittura spiritualmente troverà il mistero della salvezza. Gli ebrei erano certi che il Messia sarebbe venuto dalla stirpe di Davide: era la promessa. Avevano una forte coesione familiare e nazionale. I meriti di uno erano i meriti di tutta la stirpe e d’altra parte, come ogni gloria appartiene a tutti, anche ogni peccato era in qualche modo ereditario. I meriti dei santi sono anche nostri meriti; tutti siamo responsabili del peccato del mondo, e tutti dobbiamo fare penitenza. In questo brano evangelico Cristo si riferisce al brano messianico 110: «Oracolo del Signore al mio Signore, siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». Il titolo “Signore” appartiene solo a Dio, perciò chiamare così il futuro Messia significa, almeno inconsciamente, confessare la sua divinità. Davide era re in Israele e, da ultimo che era, arrivò ad essere il primo della nazione, ma commise un grave peccato per il quale, pentitosi, chiese perdono a Dio. Tuttavia, il potere non gli fece mai dimenticare che regnava per mandato divino, al posto di Dio e come precursore del Messia. Per questo egli è considerato un grande santo, poeta e mistico



Per un confronto personale
 Qual è la speranza per il futuro del mondo di oggi in cui viviamo?
  La fede nella Risurrezione, influisce nel modo di vivere la tua vita?


Preghiera finale
Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie. (Sal 118)