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giovedì 22 ottobre 2020

Il Vangelo; Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione

29.a del Tempo Ordinario

Dell’amore del Signore è piena la terra

Lc 12,49-53


«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! 

Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto


PREGHIERA DEL MATTINO

O Verbo di Dio, sei una spada che taglia i legami ingiusti, che ci libera dalle passioni più sottili, nascoste nelle più piccole pieghe del cuore. Tu non vuoi la pace di cui parlano i falsi profeti quando il paese è minacciato dal nemico interno. Tu sei venuto per una guerra sterminatrice del male, per mezzo del fuoco del tuo Spirito. Quando avrai trionfato, ci apparirai come il Principe della pace dicendoci: "La pace sia con voi".


PRIMA LETTURA

Radicati e fondati nella carità, siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 3,14-21

Fratelli, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell'uomo interiore mediante il suo Spirito. Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e di conoscere l'amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. A colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen.

Parola di Dio.




CANTO AL VANGELO (Fil 3,8)

Alleluia, alleluia.

Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura,

per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui.

Alleluia.







VANGELO

Non sono venuto a portare pace sulla terra, ma divisione.

+ Dal Vangelo secondo Luca 12,49-53

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Parola del Signore.


OMELIA

Non si era forse preannunciato il Messia come segno di unità e di pacificazione? E chi è ora questo Dio che si intromette tra di noi a rendere ancor più faticoso l'intenderci reciproco? C'è tutto un tessuto di rapporti umani inautentici che Gesù viene a porre in crisi. Egli è tutto preso dalla tensione e dal desiderio di compiere la sua passione, di immergersi in essa per portare a termine il disegno di salvezza. Egli intende parlare anche del rinnovamento che è venuto a portare sulla terra: è come un fuoco che deve accendere il mondo, un fuoco che non ammette neutralità né compromessi. Come lui così la comunità dei credenti, immersa nel mistero della sua croce, è chiamata ad essere segno di contraddizione e di crisi su tutte le forme di rapporto umano in autentico: per proclamare con verità che è giunta l'ora della scelta definitiva per Dio. (Padri Silvestrini)


PREGHIERA DELLA SERA

Come la Samaritana ci fermiamo sul bordo del pozzo, incapaci di rispondere alla sete del nostro Dio, ed ecco che la fonte inesauribile dell'amore scaturisce per una nuova ebbrezza. Che le nostre radici attingano nel terriccio unico della carne di Dio irrigata dai flutti della misericordia. Allora Cristo troverà piacevole rimanere in noi, e noi rimarremo radicati nell'amore, stabiliti nell'amore, finalmente capaci di dare da bere a chi ha sete.




Preghiera

Dio onnipotente ed eterno,

crea in noi un cuore generoso e fedele,

perché possiamo sempre servirti con lealtà

e purezza di spirito.

Per il nostro Signore Gesù Cristo.





Giovedì – 29a Tempo Ordinario

Meditazione sul Vangelo di Lc 12,49-53

Lo Spirito della fede e della carità.

Parlando del fuoco che è venuto a portare sulla terra, è probabile che Gesù si riferisca allo Spirito Santo. Così, infatti, invochiamo la Terza Persona trinitaria «Fuoco, Amore, Santo Crisma dell’anima>> (inno Veni Creator). Cristo è venuto ad accendere sulla terra la scintilla del Fuoco divino, che è l’Amore del Padre e del Figlio, donato ora anche agli uomini. Lo Spirito è però sempre Spirito della Verità, cioè di Cristo, e non c’è Spirito Santo, cioè non c’è Amore, senza Cristo, cioè senza la Verità. Perciò Gesù dice che l’aver portato il fuoco dell’amore vero, o dell’Amore-Verità non porterà pace ma divisione, persino all’interno delle stesse famiglie. La Verità di per sé unisce, ma per chi non l’accoglie è causa di divisione.


Gesù manifesta il suo forte desiderio che il fuoco che egli è venuto a portare sia già acceso. Se il fuoco è lo Spirito, allora comprendiamo questo desiderio del Signore, ricordando ciò che lo Spirito fa nel mondo. Lo Spirito porta a compimento non una sua opera, ma l’opera di Cristo. Egli non insegna una verità diversa da quella di Cristo, anche perché non ne esiste una diversa: lo Spirito Santo è lo Spirito di Cristo, ricorda le Sue parole e porta a comprenderle in modo sempre più profondo e chiaro. Perciò lo Spirito Santo ha la missione di suscitare e di rafforzare in tutti gli uomini la fede in Gesù. Capiamo, così, che quando Gesù dice di essere venuto a portare il fuoco, cioè lo Spirito, afferma di essere venuto a portare la vera fede. Egli desidera ardentemente che essa si diffonda e che incendi tutto il mondo. In realtà, a Gesù interessa più la fede che l’amore. Non che si possa essere salvati senza la carità; anzi, sarà proprio la carità il punto discriminante del giudizio finale (cfr. Mt 25). Ma Gesù ha più a cuore la fede perché senza fede non è possibile neppure il vero amore, la carità che salva. Il Signore sa bene che, se troverà la fede, troverà anche la carità, mentre non è vero il contrario. La verità della fede ha diviso, divide e dividerà: anche all’interno della stessa famiglia, persino all’interno della Chiesa. C’è divisione tra quelli che accettano il fuoco della vera fede e coloro che non lo accettano.


 Per un confronto personale

• Cercando l’unione, Gesù era causa di divisione. Oggi succede questo con te?

• Come reagisco dinanzi ai mutamenti nella Chiesa?


Preghiera finale

Esultate, giusti, nel Signore:

ai retti si addice la lode.

Lodate il Signore con la cetra,

con l’arpa a dieci corde a lui cantate. (Sal 33)




venerdì 3 luglio 2020

Vangelo di oggi - Mio Signore e mio Dio

Mercoledì, XIII settimana 
del Tempo Ordinario
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo

Tu sei il mio Dio, a te innalzo la lode;
 tu sei il mio Dio, elevo inni al tuo nome; d gloria a te che mi hai salvato.

Gv 20,24-29

Preghiera
Dio onnipotente, tu sei indicibilmente piu' grande di quanto noi possiamo capire. Tu sei qui. La tua presenza ci circonda e ci anima come la calda luce del sole. Fa' che abbiamo fiducia totale in te e nella parola di tuo Figlio per poter sentire come Tommaso l'amore e la presenza di Gesù


Prima Lettura
Siamo edificati sopra il fondamento degli apostoli.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 2,19-22
Fratelli, voi non siete più stranieri n ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, come pietra d'angolo lo stesso Cristo Ges. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
Parola di Dio.


Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo


(Dal Salmo 116)

R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. 
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.






Canto al Vangelo (Gv 20,29)

R. Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
R. Alleluia.


3 luglio: SAN TOMMASO Apostolo | Innamorati di Maria
Siamo edificati sopra il fondamento degli apostoli.


Vangelo (Gv 20,24-29)

Mio Signore e mio Dio!

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: Abbiamo visto il Signore!. Ma egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: Pace a voi!. Poi disse a Tommaso: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!. Gli rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio!. Gesù gli disse: Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!.
Parola del Signore.



Omelia
Vorrei raccontarvi una storia. Parla di un ragazzo. Aveva una decina di anni e non sapeva ancora cosa volesse dire essere malato. Sulla strada aveva improvvisamente notato qualcosa che non andava. Sentiva un dolore acuto, aveva freddo e non sapeva cosa fare. Al dolore si aggiungeva il fatto che nessuno si occupava di lui, che nessuno lo notava. Le persone passavano senza prestargli attenzione. Fin col rientrare a casa. Tremava, e sperava che qualcuno lo sentisse. In quel momento arrivò sua madre e se ne accorse. Gli disse: "Non stai bene. Sei malato". E nello stesso istante, il peggio pass. Il ragazzo pensò: "Qualcuno sa e vede come sto". Certamente  avvenuta la stessa cosa per i discepoli quando improvvisamente  apparso Gesù in mezzo a loro e hanno detto: "Vedete, sono io". Nell'istante stesso in cui si  mostrato a loro, la loro paura si  trasformata. Capisco che Tommaso si sia mostrato tanto riluttante quando gli hanno detto: "Abbiamo visto il Signore". Probabilmente non era cos poco credente come sembra a prima vista. Forse aveva vagato per la strada senza sapere cosa fare, con una grande tristezza in fondo al cuore a causa degli avvenimenti recenti. Ed ecco che gli altri gli dicono: "Abbiamo visto il Signore e mangiato con lui". Sentiamo che Tommaso vorrebbe vedere di persona cose ancora più grandi. Gesù avvicina Tommaso con molta tenerezza. Tommaso può mettere la mano sulle sue ferite. Potrebbe capitare anche a noi, che abbiamo tutti un Tommaso in noi. Perché non siamo forse Tommaso quando diciamo: "Se non vediamo, non crediamo"? Gesù dice a Tommaso: "Vieni, puoi toccarmi". E poiché Gesù è così vicino a Tommaso e gli manifesta una tale tenerezza, egli non può che gridare, sconvolto: "Mio Signore e mio Dio!". Se capitasse a qualcuno tra noi di sentire il tenero amore e la presenza di Gesù, allora anche noi potremmo incontrarlo.
Georg Lokay




Preghiera
Vieni, Signore, al termine di questa giornata, e completa l'opera che hai cominciato fin dall'alba. Ristabilisci le nostre forze perdute, il nostro amore indebolito, la nostra fiducia ferita. Distruggi, Signore, i limiti del vecchio che resiste alla morte. Rompi gli otri del vecchio Adamo, cos terrestre, in modo da far nascere un uomo nuovo, Gesù Cristo, in ogni essere battezzato. Fa' di questa notte, o Padre, un segno della nostra vecchia condizione di peccatori che deve venire annientata, cos che, domani, la luce del nuovo giorno ci rallegri attraverso il trionfo di Gesù Cristo, tuo Figlio, sul peccato e la morte.


Venerdì – 13a Tempo Ordinario – San Tommaso Apostolo – P


Meditazione sul Vangelo di  Gv 20,24-29


Tornare a credere.

Tommaso è uno dei dodici apostoli scelti da Gesù. Il suo nome in ebraico significa “gemello” (in greco: “didimo”). Fu un discepolo pieno di affetto umano per il Maestro, ma ciò non è bastato a fargli conoscere davvero il Salvatore. Lo interroga, infatti, sulla sua origine e sulla sua natura. Tommaso, quando afferma «mio Signore e mio Dio», diventa un provocatore, perché non ha paura di ricominciare. Un’esperienza che ci aiuta a non contare sulle nostre certezze umane, ma a lasciarci coinvolgere dalla persona di Cristo. La grandezza di questo apostolo sta nel sapersi riappropriare del rapporto con Gesù, di non rimanere nel dubbio, di ricominciare, rivelando umanità e fede, doni che ogni credente dovrebbe possedere.
Il nocciolo della fede cristiana sta nella fiducia e nell’abbandono al Dio di Gesù Cristo e trova la sua formulazione nell’espressione: “io credo in te”. Nelle relazioni umane la fiducia in qualcuno comporta anche l’accettazione di ciò che la persona, alla quale ci affidiamo, ci dice e ci comunica. La fede non nasce soltanto dall’ascolto delle opere meravigliose di Dio, dal kerygma che presenta la vicenda di Cristo come espressione dell’amore infinito del Padre. Sono molti i segni con i quali possiamo sperimentare le due componenti della fede cristiana che sono il credere in Dio e il manifestare questa fede con le opere. Ripetere oggi “mio Signore e mio Dio” significa rivitalizzare la fiducia che Dio ha da sempre in ogni creatura. Le prime confessioni di fede della comunità cristiana indicano chiaramente che il contenuto della fede è Gesù: Egli è il Cristo; è il Signore, è il Figlio di Dio. Il teologo Kasper sintetizzava così la sua professione di Fede: “L’agire di Dio attraverso la persona e la storia di Gesù Cristo è il centro della fede cristiana. Ogni predicazione posteriore è rimandata a questo centro, lo deve esplicitare e riattualizzare».


SAN TOMMASO APOSTOLO OGGI 3 LUGLIO/ Scetticismo come seme per l ...

Fratelli, voi non siete più stranieri n ospiti,

ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 

edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, come

 pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù'


Riflessione

Oggi è la festa di San Tommaso e il vangelo ci parla dell'incontro di Gesù risorto con l'apostolo che voleva vedere per credere. Per questo molti lo chiamano Tommaso, l'incredulo. In realtà il messaggio di questo vangelo è ben diverso. E' molto più profondo ed attuale.



Per un confronto personale

Nella società di oggi le divergenze e le tensioni di razza, di classe, di religione, di genere e di cultura sono enormi e crescono ogni giorno. Come svolgere oggi la missione di riconciliazione?
Nella tua comunità e nella tua famiglia c'è qualche granello di senape, segno di una società riconciliata?



Preghiera finale

Lodate il Signore, popoli tutti,
voi tutte, nazioni, dategli gloria.
Forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura in eterno. (Sal 116)





domenica 29 marzo 2020

Il Vangelo di Domenica 29 Marzo 2020: Io sono la risurrezione e la vita

Domenica 29 Marzo 2020
5.a di Quaresima

Il Signore è bontà e misericordia

 Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa contro gente senza pietà; salvami dall'uomo ingiusto e malvagio, perché tu sei il mio Dio e la mia difesa.

Gv 11,1-45


PREGHIERA DEL MATTINO

Tu sia lodato, Dio nostro Signore, Dio dei nostri padri, Dio di Abramo. Dio di Isacco e di Giacobbe. Nella tua bontà, tu ti preoccupi dei vivi; nella tua inesauribile misericordia, tu dai la vita ai morti; tu sostieni coloro che cadono, guarisci i malati, liberi gli incatenati. Tu resti fedele e lo dimostri a coloro che dormono nella polvere. Chi è uguale a te, Signore delle forze della natura? Chi è uguale a te, Signore del mondo, tu che dai la morte e la vita, che risvegli la vita e diffondi la salvezza?

 


PRIMA LETTURA

Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete.

Dal libro del profeta Ezechiele 37,12-14
Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò"». Oracolo del Signore Dio.

Parola di Dio.



(Dal Salmo 129)

R: Il Signore è bontà e misericordia.
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.
Se consideri le colpe, Signore, Signore,
chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.
Io spero, Signore.
Spera l'anima mia, attendo la sua parola.
L'anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all'aurora.
Più che le sentinelle l'aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.





SECONDA LETTURA

Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,8-11
Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.

Parola di Dio.



CANTO AL VANGELO 
(cf. Gv 11,25.26)

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,
chi crede in me non morirà in eterno.
R. Lode e onore a te, Signore Gesù!


Gesù e Lazzaro: dalla morte alla vita.

VANGELO

Io sono la risurrezione e la vita.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 11,1-45

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di  questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero
in lui.

Parola del Signore.

OMELIA

Nella quinta domenica del tempo di Quaresima ci è donato come imminente preparazione alla Pasqua il racconto di uno dei miracoli più sorprendenti di Gesù. Tutti i miracoli, tutti i gesti e tutte le parole di nostro Signore dovrebbero essere sorprendenti per il moto di lode e ringraziamento che producono nei nostri cuori. Gesù sempre si proclama il Signore della vita e della morte. Il miracolo narrato oggi è una resurrezione: quella del suo amico Lazzaro. Nei Vangeli e in tutta la Bibbia sono descritti vari miracoli. Oggi ci troviamo di fronte a qualcosa di diverso. La resurrezione di Lazzaro è narrata dall'evangelista Giovanni con toni particolari dove si intrecciano sentimenti e desideri umani, fede e speranza nella resurrezione. Molti personaggi si affacciano e si alternano nel racconto che egli ci propone, ognuno rappresenta una particolare angolazione e sottolineatura dell'episodio stesso. Con i discepoli la resurrezione di Lazzaro ci aiuta a comprendere la differenza della vita e della morte fisica e della vita e della morte spirituale, cioè la vita in Cristo e la morte come lontananza dal Signore. Nei discepoli che esortano Gesù, quasi come rimprovero, vi è la parte umana di Gesù. Essi riferiscono infatti che Lazzaro, colui che lui ama, sta male. Gesù risponde loro invitandoli a scoprire la manifestazione della gloria di Dio, anche in questo momento drammatico. Gesù si reca allora Betània scoprendo che Lazzaro era morto da quattro giorni. Lazzaro e le sorelle Marta e Maria sono in relazione di unione di amore con Gesù. I Vangeli raccontano vari episodi che li vedono come protagonisti. Ora però questo equilibrio è sconvolto dalla morte inaspettata del fratello. In questo episodio le due sorelle Marta e Maria rappresentano la necessità di leggere avvenimenti, anche quelli drammatici, alla luce della fede. È questo il senso della domanda di Gesù che è in realtà una esortazione: "Credi tu?". La risposta di Marta dimostra la completa fiducia in Gesù. Di fronte alla tomba di Lazzaro Gesù mostra il suo lato veramente umano, non nascondendo nemmeno le sue lacrime di commozione. Ai discepoli Egli risponde cercando di far comprendere il significato profondo del miracolo che sta per compiere. Alle sorelle invece, alle quali chiede la fede e la fiducia, Gesù mostra il suo lato umano. La resurrezione di Lazzaro è l'anticipo (typos) della resurrezione di Gesù. Essa ci suggerisce un atteggiamento di serena fiducia nel Signore di fronte a tutti gli avvenimenti della vita, da leggere alla luce della fede. 

(Padri Silvestrini)



PREGHIERA DELLA SERA

Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo, poiché abbiamo comunicato al suo corpo e al suo sangue. Per Cristo nostro Signore.


MEDITAZIONE

Non rimproverare a Dio la sua impotenza misurandolo con la tua propria debolezza; pensa piuttosto alla sua potenza! Se il sole, piccola opera di Dio, riscalda con un solo raggio il mondo intero, se l'aria che Dio ha creato circonda tutto quello che è nel mondo, Dio stesso dovrebbe essere lontano, egli che è il creatore del sole e dell'aria? Per te, la cui fede non è ancora salda, ecco un paragone molto semplice. Supponiamo che i diversi semi delle piante siano mischiati e che tu li tenga nella tua mano. Ti è o no difficile controllarli, distinguerli secondo le loro caratteristiche e raggrupparli secondo la loro specie? Se tu sei capace di esaminare quello che tieni in mano, Dio non dovrebbe poter verificare e rimettere in ordine quello che lui stesso tiene nel palmo della mano? Rifletti su quello che ti dico e rispondimi: non è blasfemo negare la risurrezione?

SAN CIRILLO DI GERUSALEMME, catechesi 18,3.



Preghiera

C. Dio Padre,
tu che hai manifestato la tua compassione
nel pianto di Gesù per l'amico Lazzaro,
guarda oggi ognuna di noi, penetra nel nostro profondo.
Donaci di riconoscere le nostre malattie interiori,
di saperli chiamare per nome.
Svegliaci dalle nostre sensazioni di morte,
dai nostri "dormiveglia spirituali".
Tu che sei il Dio della vita
rendici creature nuove in Te.