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giovedì 18 giugno 2020

Il Vangelo di Oggi: Giugno 2020: Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide?

La Parola di Vita
  9.a di Tempo Ordinario
Grande pace, Signore, per chi ama la tua legge


Mc 12,35-37

Preghiera
Concedici, Signore, di discernere i veri valori, i veri tesori, la sola ricchezza che non si acquista se non nella povertà secondo lo Spirito, che ci colma dei beni del mondo che verrà. Concedici di vedere con uno sguardo limpido che tutto ciò che facciamo, pensiamo o diciamo trova un'eco nel cielo. Concedici di essere folli per essere saggi, di dare senza tenere conto i beni della terra, per ricevere in eredità la vita eterna. Nessuna avarizia materiale o spirituale offuschi la nostra percezione di questo ammirevole scambio.




Lettura
Da tutte mi ha liberato il Signore
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 2 Tm 3, 10-16
Figlio mio, tu mi hai seguito da vicino nell'insegnamento, nel modo di vivere, nei progetti, nella fede, nella magnanimità, nella carità, nella pazienza, nelle persecuzioni, nelle sofferenze. Quali cose mi accaddero ad Antiòchia, a Icònio e a Listra! Quali persecuzioni ho sofferto! Ma da tutte mi ha liberato il Signore! E tutti quelli che vogliono rettamente vivere in Cristo Gesù saranno perseguitati. Ma i malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio, ingannando gli altri e ingannati essi stessi. Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall'infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Parola di Dio.



CANTO AL VANGELO 
(cf. Gv 14,23)

R. Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
R. Alleluia.


Lode a Te Gesù Cristo

Vangelo
Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide?
+ Dal Vangelo secondo Marco 12,35-37
In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: "Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi". Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
Parola del Signore.


Riflessione
Nella famiglia di Tobi con il ritorno del figlio Tobia e della moglie Sara torna a brillare il sole della gioia. Anna corre per prima incontro al figlio, poi anche il padre, incespicando... Dopo giorni di ansia comprensibile, a causa del viaggio sempre rischioso... finalmente ritorna il figlio già unito in matrimonio con Sara. Ha recuperato il danaro depositato, ma anche la medicina, il fiele del pesce, che, spalmato sugli occhi di Tobi, gli ridona la vista. Egli egli esclama commosso: Ti vedo, figlio mio, luce dei miei occhi": Sgorga dal cuore e dalle sue labbra un inno di benedizione al Signore... In quel giorno fu una grande festa per tutti i Giudei di Ninive. Forse anche Anna avrà capito il proprio errore quando rinfacciava al marito le sue opere buone... Il bene fatto per amor del Signore non va mai perduto... Nel brano evangelico abbiamo un insegnamento dalle labbra stesse di Gesù nella interpretazione della Bibbia. La domanda è questa: Il Messia è figlio di David? Citando il salmo 109(110) Gesù dimostra che lo stesso David lo chiama Signore. Allora non può essere suo figlio. Gesù è il Messia, discendente, secondo la carne, da David, ma è anche figlio di Dio e in questo senso David profeticamente lo chiama Signore. Gesù ci introduce nel mistero della sua persona, vero uomo, figlio di Maria (discendente di Davide) ma anche vero Dio, seconda persona della Santissima Trinità e quindi Signore del cielo e della terra. (Padri Silvestrini)



Gesù illumina i nostri pensieri
nella verità


Preghiera
Signore, tu che hai ricoperto Salomone di ogni sorta di beni, perché non aveva desiderato nient'altro che il bene della tua casa, concedici di rinunciare ai nostri interessi per cercare il bene dei nostri fratelli e la tua maggior gloria. Concedici anche di rinunciare alla nostra consolazione spirituale, alle nostre abitudini di pietà, ogni volta che la carità lo esige, poiché essa sola è la nostra regola di vita, essa sola illumina i nostri pensieri e le nostre azioni e ci stabilisce nella verità, poiché in te amore e verità si incontrano.


Meditazione sul Vangelo di Mc 12,35-37

Il Cristo, figlio e signore di Davide.

Nel Vangelo di oggi Gesù ci fa notare che il Figlio di Davide – che è lui stesso – viene chiamato “Signore” da Davide. Viene in tal modo insinuato il mistero di Cristo, che non si esaurisce nel suo essere uomo e che solo il Padre può rivelare. Gesù è il Re dei secoli, l’eterno Figlio del Padre, Egli è il Messia, e quindi è chiaro che è Signore di Davide e di tutti gli uomini apparsi sulla terra prima di lui e dopo di lui. In Cristo troviamo il criterio dei valori, di ciò che realmente conta. Quello che vale è il riferimento a lui, che è la nuova legge, il ristoro, il cibo e la liberazione dell’uomo. Ciò che importa è farsi trovare preparati con la fede e accogliere la Parola di Dio.
Chi legge la Bibbia considerandola solo un documento storico troverà nei testi molte incoerenze,  discordanze e contraddizioni. Già Origene aveva dato una risposta in merito. L’autore della Scrittura è lo Spirito Santo, che si serve di scrittori umani. Nei testi c’è un doppio significato, uno spirituale e uno umano. Il senso spirituale è uno solo, perché proviene dallo Spirito divino. I sensi trasmessi dall’uomo sono diversi perché gli autori sono uomini e, in quanto tali, diversi uno dall’altro. Attraverso gli uomini, lo Spirito conduce gli uomini a Cristo. Chi legge la Scrittura spiritualmente troverà il mistero della salvezza. Gli ebrei erano certi che il Messia sarebbe venuto dalla stirpe di Davide: era la promessa. Avevano una forte coesione familiare e nazionale. I meriti di uno erano i meriti di tutta la stirpe e d’altra parte, come ogni gloria appartiene a tutti, anche ogni peccato era in qualche modo ereditario. I meriti dei santi sono anche nostri meriti; tutti siamo responsabili del peccato del mondo, e tutti dobbiamo fare penitenza. In questo brano evangelico Cristo si riferisce al brano messianico 110: «Oracolo del Signore al mio Signore, siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». Il titolo “Signore” appartiene solo a Dio, perciò chiamare così il futuro Messia significa, almeno inconsciamente, confessare la sua divinità. Davide era re in Israele e, da ultimo che era, arrivò ad essere il primo della nazione, ma commise un grave peccato per il quale, pentitosi, chiese perdono a Dio. Tuttavia, il potere non gli fece mai dimenticare che regnava per mandato divino, al posto di Dio e come precursore del Messia. Per questo egli è considerato un grande santo, poeta e mistico



Per un confronto personale
 Qual è la speranza per il futuro del mondo di oggi in cui viviamo?
  La fede nella Risurrezione, influisce nel modo di vivere la tua vita?


Preghiera finale
Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie. (Sal 118)




lunedì 18 maggio 2020

Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre

Lunedì della VI settimana di Pasqua

Il Vangelo del giorno




Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,26-27.16,1-4a.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza;
e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi.
Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio.
E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me.
Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato».

Traduzione liturgica della Bibbia

Sant'Ireneo di Lione (ca130-ca 208)
vescovo, teologo e martire


"Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre" (Gv 14,16)
Lo Spirito promesso dai profeti è disceso sul Figlio di Dio divenuto Figlio dell'uomo (Mt 3,16): da quel momento, con lui, prendeva ad abitare nel genere umano, a riposare sugli uomini, a risiedere nell'opera fatta da Dio. E realizzava in loro la volontà del Padre e li rinnovava facendoli passare dalla loro vecchia realtà alla novità di Cristo.  




E' questo Spirito che Davide aveva chiesto per il genere umano, dicendo: "E col tuo Spirito che ci guida sostienimi" (Sal 51,14). E' ancora questo Spirito di cui Luca dice che dopo l'ascensione del Signore è disceso sui discepoli, il giorno di Pentecoste, col potere su tutte le nazioni per introdurle nella vita e offrire loro il Nuovo Testamento. Animati dallo stesso sentimento i discepoli celebravano le lodi di Dio in tutte le lingue mentre lo Spirito riportava all'unità i popoli divisi e offriva al Padre le primizie di tutte le nazioni (At 2). 

Ecco anche perché il Signore aveva promesso di inviarci un  Paraclito che ci avrebbe riunito a Dio. Poiché, come dalla farina secca non si può fare senza acqua una sola pasta e un solo pane, così noi che eravamo una moltitudine non potevamo diventare uno in Cristo Gesù (1Co 10,17) senza l'Acqua venuta dal cielo. E come la terra arida non dà frutto a meno di ricevere l'acqua, così noi che eravamo legno secco non avremmo mai portato frutto senza la Pioggia abbondante venuta dall'alto. Infatti i nostri corpi, per il bagno del battesimo, hanno ricevuto l'unione all'incorruttibilità, mentre le anime l'hanno ricevuta dallo Spirito. Ecco perché l'uno e l'altro sono necessari, perché l'uno e l'altro contribuiscono a dare la vita in Dio.






Gesù si fermò in mezzo ai suoi discepoli e disse loro:
Pace a voi. Alleluia. (Gv 20,19)

Guarda con bontà, o Signore, il tuo popolo,
che hai rinnovato con i sacramenti pasquali,
e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.















giovedì 12 dicembre 2019

Il Vangelo di Dicembre 2019; Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Giovedì – 2.a Avvento Lc 1,26-38

IMMACOLATA CONCEZIONE B. VERGINE MARIA (s)




PREGHIERA DEL MATTINO

Vergine Maria, ti riconosco Madre di Gesù e Madre mia. Ti ringrazio per il sì con cui hai accolto il Salvatore, pronunciandolo anche per me. Ti ringrazio perché sei rimasta fedele al tuo Figlio fino alla sua morte di croce e hai aderito al suo sacrificio anche a nome mio. Grazie perché nel cenacolo, unita agli Apostoli, hai chiesto e ottenuto di ricevere il dono dello Spirito Santo che un giorno sarebbe stato riversato su di me. Prego oggi che il popolo nato dal tuo amore e dalla tua fede e che ti proclama beata, porti il dono del Figlio tuo fino ai confini della terra, per l'avvento del suo regno, a gloria del Padre, per la potenza dello Spirito Santo. Amen!




PRIMA LETTURA
Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.
Dal libro della Genesi 3,9-15.20
[Dopo che l'uomo ebbe mangiato del frutto dell'albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». L'uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.
Parola di Dio.





CANTO AL VANGELO (cf. Lc 1,28.42)
Alleluia, alleluia.
Rallègrati, piena di grazia,
il Signore è con te, benedetta tu fra le donne.
Alleluia.




VANGELO 
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
+ Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore.






SECONDA LETTURA 
In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1,3-6.11-12
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
Parola di Dio"






Giovedì – 2.a Avvento
Meditazione sul Vangelo di Mt 11,11-15

Più grande di Giovanni.

 Sorprendono le parole di Gesù che indicano Giovanni Battista come il più grande tra i nati di donna, mentre  nello stesso tempo dichiarano che il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Giovanni appartiene al chiaroscuro della preparazione, mentre i piccoli del Vangelo vedono già la luce del Regno di Dio. Quell’abbondanza di vita e di prosperità che nel profeta Isaia viene solo promessa, in Gesù e nella realizzazione del suo Regno trova chiara luce e pieno compimento.

La distanza fra l’attesa e il compimento, fra la domanda e la risposta, tra l’uomo che cerca e Dio che viene incontro: questo segna la differenza tra il Battista e chi incontra Gesù. È la distanza tra l’anelito dell’uomo che cerca e la pace dell’uomo che ha trovato, anzi, è stato trovato da Cristo. Il cuore dell’uomo è attesa. «Siamo fatti per te ed il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te», ci ripete sant’Agostino. Tutte le religioni inventate dall’uomo sono espressioni diverse del grande cantiere della storia, dove gli uomini costruiscono ponti per cercare di raggiungere con le proprie forze l’eterno e l’assoluto. Ma ad un certo momento si fa avanti un uomo che dice: “Fermatevi: il vostro sforzo è nobile, la vostra ricerca interessante e audace. Sono io colui che voi cercate”. Quest’immagine, suggerita da don Giussani, esprime la differenza tra il senso religioso, che è anelito e ricerca, e la fede cristiana, che è la risposta realizzata in Gesù. Il senso religioso è connaturale all’uomo: esprime il bisogno di infinito e la dipendenza dall’assoluto, inestirpabili dal cuore dell’uomo. Ne è segno anche tutta la ricerca affannosa e incerta di felicità che può condurre l’uomo fino all’abisso della disperazione, o magari fino a intravedere la risposta che può giungere nel mare della vita per mezzo della barca di un Dio, come già aveva intuito il grande filosofo Platone. Anche Leopardi arriva a immaginare – e forse a sperare – che la donna amata rappresenti la raffigurazione terrestre “dell’eterne idee”. Giovanni Battista, giunto alla soglia del compimento, aveva visto l’aurora che precede il sole, ne aveva colto il primo raggio e l’aveva indicato agli uomini. Ma sono i poveri e i peccatori che, amati e perdonati, seduti a mensa con Cristo hanno visto il deserto trasformato in lago d’acqua, la terra arida attraversata da torrenti, e si sono deliziati per la presenza dell’Amato.

Commento:

Se si è accecati spiritualmente dai propri peccati, non si potrà aiutare nessuno a guidarlo verso Dio, saranno un cieco alla guida di un cieco. Gesù toglie questa cecità con la Sua Parola, che è parola di giustizia e misericordia. È proprio dalle parole sincere che si vede cosa un uomo ha nel cuore, e da ciò che ha nel cuore trarrà il suo buono o cattivo frutto, per sé stesso e per gli altri. Dalle parole che diremo saremo giudicati, dirà Gesù in un altro passo, da quelle che usciranno dal cuore, dove risiede la vera essenza di ognuno che potranno edificare o distruggere, perché la parola è vita per l’uomo: una buona parola può ridare vigore, una cattiva parola può annientare. La Parola di Dio, che è pane per la nostra anima, è quel nutrimento senza il quale il solo pane non sazia.


Nel Nome di Dio’ Pace & Bene.




venerdì 18 ottobre 2019

Dal Vangelo Sabato Ottobre - Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire.

Lectio Divina Anno 28.A di Tempo Ordinario 
Rm 4,13. Lc 12,8-12
Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.



PREGHIERA 

Signore Dio, dammi il coraggio e la forza dello Spirito Santo. Che io sappia, in ogni circostanza della mia vita, annunciare Cristo. O Dio, dammi la tua forza per professare sempre la mia fede in Cristo e per essere sempre testimone dei valori immutabili.


PRIMA LETTURA
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 4,13.16-18
Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede. Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi – come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» – davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che non esistono. Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza».
Parola di Dio.





CANTO AL VANGELO (Gv 15,26)
R. Alleluia, alleluia.
Lo Spirito della verità darà testimonianza di me, dice il Signore,
e anche voi date testimonianza.
R. Alleluia.

VANGELO
Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire.
+ Dal Vangelo secondo Luca 12,8-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire».
Parola del Signore.


Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce

PREGHIERA 

O Spirito d'Amore, insegnami ciò che devo dire. Proteggimi da me stesso e dalla mia paura. Voglio professare la mia fede in Dio e voglio lodare il suo nome. Aiutami a non cadere sul cammino che Cristo mi propone.

Meditazione sul Vangelo di Lc 12,8-12

Ascoltare lo Spirito Santo.

Nella prima lettura san Paolo continua a presentarci la figura di Abramo, nostro padre nella fede. Egli è l’esempio di uomo fedele, che crede in Dio, sperando contro ogni speranza. Perciò fu costituito “padre di tutti i popoli”. Gesù, nel vangelo, esorta i discepoli a far valere questa fede in Lui, ad accrescerla e ad essere suoi testimoni di fronte agli uomini, affinché alla fine di questa vita il Signore ci riconosca come suoi fratelli di fronte al Padre celeste. Dio ha sempre preso l’iniziativa nei confronti dell’uomo.

Al principio, quando Dio fece il cielo e la terra, fu la sua bontà ad agire liberamente creando l’uomo e la donna. Quando ha scelto i patriarchi, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, eccetera, lo ha fatto sempre di sua iniziativa, con un atto di amore e generosità. In tutta la storia della salvezza è Dio che “scende” per cercare l’uomo, per rivendicare da lui il suo amore. E come il Creatore ha sempre magnanimamente cercato l’uomo, allo stesso modo le sue promesse sono state dettate in quella liberalità e per amore dell’uomo. L’unica cosa che Dio chiede in cambio è che l’uomo, accettando il dono della fede, vi resti coerente. E molto facile credere in Dio: l’uomo non deve fare alcuno sforzo sovraumano, basta semplicemente che apra il suo cuore al dono di Dio e accolga con amore il dono che gli viene offerto. E nonostante tutto, quante volte anche noi che riceviamo tanti doni da Dio siamo restii  a riconoscerlo come nostro Signore e Padre, perché ciò richiede da parte nostra un comportamento coerente, cioè abbandonare la via del peccato. Tale è stata la storia del rapporto tra Dio e l’uomo: un amore generoso che si offre liberamente e generosamente, ed un egoismo che esige prove, che tradisce, che idolatra che si prostituisce. Poi, l’uomo che si umilia, che chiede perdono e Dio che gli apre di nuovo le braccia per accoglierlo come un figlio. Così è stato e così sarà sempre fino alla fine dei tempi. Ma dobbiamo fare attenzione, come ci avverte Gesù, perché “chi bestemmia contro lo Spirito Santo non verrà perdonato”. Qual è la bestemmia contro lo Spirito Santo? Il non accettare, il chiudersi alla voce di Dio che sussurra alla nostra anima e al nostro spirito, il non voler riconoscere Dio come nostro Supremo Creatore e Signore.Siamo umili, siamo coerenti e sinceri con la nostra stessa natura, che spontaneamente tende a riposare in Dio. “Il mio cuore è inquieto, Signore, finché non riposerà in te” , diceva sant’Agostino. 

Nel Nome di Dio' Pace & Bene





giovedì 13 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26 Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.




Giovedì 13 Giugno 2019
S. Antonio di Padova; S. Cetéo o Pellegrino; S. Eulogio
10.a di Tempo Ordinario      
2Cor 3,15-4,1.3-6; Sal 84; Mt 5,20-26  
Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.

Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? 
Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? 
Proprio coloro che mi fanno del male inciampano e cadono. 
Dio onnipotente ed eterno, che in sant'Antonio di Padova, hai dato al tuo popolo un insigne predicatore e un patrono dei poveri e dei sofferenti, fa' che per sua intercessione seguiamo gli insegnamenti del Vangelo e sperimentiamo nella prova il soccorso della tua misericordia. Per il nostro Signore...



PRIMA LETTURA  
Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 2Cor 3,15-4,1.3-6
Fratelli, fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul cuore dei figli d’Israele; ma quando vi sarà la conversione al Signore, il velo sarà tolto. Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore. Perciò, avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata accordata, non ci perdiamo d’animo. E se il nostro Vangelo rimane velato, lo è in coloro che si perdono: in loro, increduli, il dio di questo mondo ha accecato la mente, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo, che è immagine di Dio. Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.
Parola di Dio. 



(Dal Salmo 84) 
R: Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra. R.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R.




CANTO AL VANGELO (Gv 13,34) 
Alleluia, alleluia. 
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: 
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Alleluia. 



VANGELO  
Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai"; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!». 
Parola del Signore. 

OMELIA 
"Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli". È Gesù che ci parla. La giustizia degli scribi e dei farisei si adorna di formalismi esteriori, di personali interpretazioni e di ipocrisia. Più volte il Signore si è scagliato contro di loro denunciando le loro falsità. Non è quella la giustizia che egli vuole e propone. La vera giustizia, che riguarda innanzi tutto il nostro rapporto con Dio, deve invece sgorgare dal cuore illuminato dallo Spirito, deve nascere dall'amore che favorisce una adesione libera e gioiosa ai comandi del Signore. La stessa interpretazione della scrittura sacra, prima manipolata ad uso e consumo degli stessi interpreti, ora deve essere letta e praticata alla luce di Dio e con la forza della sua grazia. Dal modo diverso di leggere la Parola scaturisce poi un modo diverso di viverla. Nasce così la coerenza, la fedeltà, le delicatezza di coscienza, che rende consapevoli del bene vero e ci avverte degli eventuali errori. Il superamento della legge avviene in Cristo, e in noi, cristiani, con una vera e propria illuminazione dello Spirito. Dinanzi al sacrificio, all'offerta da presentare a Dio, emerge più che mai il bisogno della migliore sintonia e concordia con lo stesso Signore e con tutti quelli che condividono con noi gli stessi doni e concelebrano la stesso rito. Non è pensabile di potersi accostare a Dio senza stare in comunione intima di amore con Lui, è ancora impossibile condividere la stessa mensa celeste senza nutrire amore verso i fratelli. "Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono". Nessuna offerta può essere gradita a Dio se non è accompagnata dall'amore. Se dovessimo prendere sul serio, come dovremmo, questo ammonimento, dovrebbe interrompere molte delle nostre celebrazioni per dare tempo e modo di riconciliarsi con i fratelli, prima di celebrare i divini misteri. Già nell'Antico Testamento leggiamo il rifiuto da parte del Signore di sacrifici solo esteriori e formali: "Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo, poiché di me sta scritto nel rotolo del libro, per fare, o Dio, la tua volontà". Fare la volontà di Dio è la vera giustizia. (Padri Silvestrini) 


Il Signore è mia roccia e mia fortezza: è lui, il mio Dio, che mi libera e mi aiuta. 
Signore, la forza risanatrice del tuo Spirito, operante in questo sacramento, ci guarisca dal male che ci separa da te e ci guidi sulla via del bene.
Per Cristo nostro Signore.



PREGHIERA 
Mio Dio! Mio Dio! 
Vieni in mio aiuto, tu il longanime che usa misericordia senza fine. 
Togli la vergogna dalla terra. 
Togli il mio peccato. 
Ho fatto piangere i miei fratelli, "soffrire la tua immagine". Purifica la sozzura delle nostre labbra, estrai la radice amara dei cuori, quando scoppia la collera. Sui nostri volti ci sia il riflesso di Cristo. 
Lavami e sarò puro, dimentica le mie colpe e sarò più bianco della neve sull'Hermon, da cui scende la benedizione.






lunedì 10 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12 Beati i poveri in spirito




Lunedì 10 Giugno 2019
B. V. Maria Madre della Chiesa
10.a di Tempo Ordinario      
2Cor 1,1-7; Sal 33; Mt 5,1-12
Di te si dicono cose stupende, città di Dio!


PRIMA LETTURA  
Dio ci consola affinché possiamo anche noi consolare quelli che sono 
nell'afflizione. 
Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi 2Cor 1,1-7
Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla Chiesa di Dio che è a Corinto e a tutti i santi dell’intera Acàia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione. 
Parola di Dio. 

CANTO AL VANGELO (cf. Mt 5,12) 
R. Alleluia, alleluia. 
Rallegratevi ed esultate, 
perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. 
R. Alleluia. 


VANGELO  
Beati i poveri in spirito. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
Parola del Signore. 

Preghiera al Poverello d'Assisi


Il più caro amico del nostro Signore

Tutto ciò che comunica la vera felicità non deriva dallo spirito del mondo. 
Concedimi, Signore, la forza di rinunciare infine a tutti questi insulsi inganni. 
Mio Dio, che mi insegni le beatitudini, inscrivile nel profondo della mia vita. 
Venga il tempo in cui il mio cuore sarà povero, puro, umile e dolce, pacifico e pieno di gioia anche nelle calunnie a causa del tuo nome. 
Così, come il Poverello d'Assisi,
 conoscerò la gioia perfetta



Benedicici o Signore nell'anima e nel corpo nel tempo e nell'eternità.
Benedici la mia casa e tutti quelli che ci abitano. 
Dacci la tua santa benedizione
che ci accompagni in vita e ci difenda in morte...









sabato 8 giugno 2019

Giugno S. Efrem Pentecoste


Domenica 9 Giugno 2019
Giugno S. Efrem Pentecoste At 2,1-11; Sal 103; Rm 8,8-17; Gv 
Manda il tuo spirito, Signore, a rinnovare la terra.




RIMA LETTURA  
Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare. 
Dagli Atti degli Apostoli 2,1-11
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». 
Parola di Dio. 


CANTO AL VANGELO 
R. Alleluia, alleluia. 
Vieni, Santo Spirito, 
riempi i cuori dei tuoi fedeli 
e accendi in essi il fuoco del tuo amore. 
R. Alleluia. 



VANGELO  
Lo Spirito di verità vi guiderà a tutta la verità. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 14,15-16.23b-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà". 
Parola del Signore. 


SECONDA LETTURA 
Il frutto dello Spirito. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,8-17
Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è Legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 
Parola di Dio. 


MEDITAZIONE 
Quando l'opera che il Padre aveva affidato da fare sulla terra al Figlio fu compiuta, lo Spirito Santo fu inviato, il giorno della Pentecoste, per santificare la Chiesa in modo durevole, affinché i credenti avessero accesso al Padre attraverso il Cristo in un solo Spirito. È attraverso lo spirito di vita, o la fonte d'acqua che scaturisce sino alla vita eterna, che il Padre vivifica gli uomini morti in seguito al peccato fino a quando, infine, restituisce la vita in Cristo ai loro corpi mortali. Lo Spirito abita nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio, e in loro prega e rende testimonianza della loro adozione filiale. Colui che introduce la Chiesa nella verità intera, e l'unifica nella comunione e nel ministero, la istruisce e la dirige attraverso diversi doni di ordine gerarchico e di ordine carismatico, e l'orna dei suoi frutti. Mediante la forza del Vangelo, egli ringiovanisce la Chiesa, la rinnova perpetuamente e la conduce infine all'unione perfetta con il suo Sposo. Poiché lo Spirito e la Sposa dicono al Signore Gesù: "Vieni!" (Ap 22,17). Così la Chiesa universale apparirà come un popolo unificato, nell'unità del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.
PAOLO VI 


Portate a tutti la gioia del Signore risorto. Andate in pace. Alleluia, alleluia.
Rendiamo grazie a Dio, alleluia, alleluia.