Visualizzazione post con etichetta Antonio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Antonio. Mostra tutti i post

giovedì 13 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26 Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.




Giovedì 13 Giugno 2019
S. Antonio di Padova; S. Cetéo o Pellegrino; S. Eulogio
10.a di Tempo Ordinario      
2Cor 3,15-4,1.3-6; Sal 84; Mt 5,20-26  
Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.

Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? 
Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? 
Proprio coloro che mi fanno del male inciampano e cadono. 
Dio onnipotente ed eterno, che in sant'Antonio di Padova, hai dato al tuo popolo un insigne predicatore e un patrono dei poveri e dei sofferenti, fa' che per sua intercessione seguiamo gli insegnamenti del Vangelo e sperimentiamo nella prova il soccorso della tua misericordia. Per il nostro Signore...



PRIMA LETTURA  
Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 2Cor 3,15-4,1.3-6
Fratelli, fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul cuore dei figli d’Israele; ma quando vi sarà la conversione al Signore, il velo sarà tolto. Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore. Perciò, avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata accordata, non ci perdiamo d’animo. E se il nostro Vangelo rimane velato, lo è in coloro che si perdono: in loro, increduli, il dio di questo mondo ha accecato la mente, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo, che è immagine di Dio. Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.
Parola di Dio. 



(Dal Salmo 84) 
R: Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra. R.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R.




CANTO AL VANGELO (Gv 13,34) 
Alleluia, alleluia. 
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: 
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Alleluia. 



VANGELO  
Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai"; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!». 
Parola del Signore. 

OMELIA 
"Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli". È Gesù che ci parla. La giustizia degli scribi e dei farisei si adorna di formalismi esteriori, di personali interpretazioni e di ipocrisia. Più volte il Signore si è scagliato contro di loro denunciando le loro falsità. Non è quella la giustizia che egli vuole e propone. La vera giustizia, che riguarda innanzi tutto il nostro rapporto con Dio, deve invece sgorgare dal cuore illuminato dallo Spirito, deve nascere dall'amore che favorisce una adesione libera e gioiosa ai comandi del Signore. La stessa interpretazione della scrittura sacra, prima manipolata ad uso e consumo degli stessi interpreti, ora deve essere letta e praticata alla luce di Dio e con la forza della sua grazia. Dal modo diverso di leggere la Parola scaturisce poi un modo diverso di viverla. Nasce così la coerenza, la fedeltà, le delicatezza di coscienza, che rende consapevoli del bene vero e ci avverte degli eventuali errori. Il superamento della legge avviene in Cristo, e in noi, cristiani, con una vera e propria illuminazione dello Spirito. Dinanzi al sacrificio, all'offerta da presentare a Dio, emerge più che mai il bisogno della migliore sintonia e concordia con lo stesso Signore e con tutti quelli che condividono con noi gli stessi doni e concelebrano la stesso rito. Non è pensabile di potersi accostare a Dio senza stare in comunione intima di amore con Lui, è ancora impossibile condividere la stessa mensa celeste senza nutrire amore verso i fratelli. "Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono". Nessuna offerta può essere gradita a Dio se non è accompagnata dall'amore. Se dovessimo prendere sul serio, come dovremmo, questo ammonimento, dovrebbe interrompere molte delle nostre celebrazioni per dare tempo e modo di riconciliarsi con i fratelli, prima di celebrare i divini misteri. Già nell'Antico Testamento leggiamo il rifiuto da parte del Signore di sacrifici solo esteriori e formali: "Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo, poiché di me sta scritto nel rotolo del libro, per fare, o Dio, la tua volontà". Fare la volontà di Dio è la vera giustizia. (Padri Silvestrini) 


Il Signore è mia roccia e mia fortezza: è lui, il mio Dio, che mi libera e mi aiuta. 
Signore, la forza risanatrice del tuo Spirito, operante in questo sacramento, ci guarisca dal male che ci separa da te e ci guidi sulla via del bene.
Per Cristo nostro Signore.



PREGHIERA 
Mio Dio! Mio Dio! 
Vieni in mio aiuto, tu il longanime che usa misericordia senza fine. 
Togli la vergogna dalla terra. 
Togli il mio peccato. 
Ho fatto piangere i miei fratelli, "soffrire la tua immagine". Purifica la sozzura delle nostre labbra, estrai la radice amara dei cuori, quando scoppia la collera. Sui nostri volti ci sia il riflesso di Cristo. 
Lavami e sarò puro, dimentica le mie colpe e sarò più bianco della neve sull'Hermon, da cui scende la benedizione.






Il Santo di oggi: S. Antonio di Padova – Beato chi teme il Signore

Periodo: Giovedì
Il Santo di oggi: S. Antonio di Padova
Ritornello al Salmo Responsoriale: Beato chi teme il Signore



Dal Vangelo secondo Matteo:
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

   


Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini
Ma io vi dico.

Il modo di essere giusti o di ritenersi tali come veniva praticato dagli scribi e dai farisei, vittime di un formalismo esteriore e sterile, non è più quello che Gesù richiede dai suoi. Egli è il perfezionatore della Legge antica e lo ha dimostrato con la proposta e l’adempimento del comandamento dell’amore.

Il cristiano quindi, non solo non si limita ad un’osservanza esteriore e formale, ma, sentendosi sorretto dalla grazia divina riversata abbondantemente nei nostri cuori, cerca la perfezione in tutti i suoi comportamenti.

I comandamenti, dati a Mosè sul Sinai, assumono una dimensione diversa sul Gòlgota. Colui che viene ucciso crudelmente e inchiodato ad una croce, ora può dire al mondo che anche chi si rende responsabile di un gesto di ira o di un insulto nei confronti di un fratello sarà sottoposto a giudizio. Sono ancora gli effetti dell’amore a far dire a Gesù che se stiamo per andare a portare la nostra offerta all’altare per vivere con lui un’esperienza di comunione, dobbiamo prima ristabilire la comunione anche con i nostri fratelli che ci hanno offeso o che sono stati offesi da noi.

Chi sa quante Messe dovrebbero essere interrotte per dare ai fedeli tempo e modo di realizzare detta riconciliazione!