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sabato 29 febbraio 2020

Il Vangelo Sabato 29 Febbraio 202: Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.

Sabato dopo le Ceneri

Mostrami, Signore, la tua via

Ascoltaci, Signore, perché generosa è la tua misericordia; nella tua grande clemenza volgiti a noi, Signore.


Lc 5,27-32

PRIMA LETTURA

Se aprirai il tuo cuore all'affamato, brillerà fra le tenebre la tua luce.

Dal libro del profeta Isaia 58,9b-14
Così dice il Signore: «Se toglierai di mezzo a te l'oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all'affamato, se sazierai l'afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. La tua gente riedificherà le rovine antiche, ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni. Ti chiameranno riparatore di brecce, e restauratore di strade perché siano popolate. Se tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato delizia e venerabile il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare, allora troverai la delizia nel Signore. Io ti farò montare sulle alture della terra, ti farò gustare l'eredità di Giacobbe, tuo padre, perché la bocca del Signore ha parlato».

Parola di Dio.
 

CANTO AL VANGELO 
(cf. Ez 33,11)

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Io non godo della morte del malvagio, dice il Signore, ma che si converta dalla sua malvagità e viva.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!


 


VANGELO

Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.

+ Dal Vangelo secondo Luca 5,27-32

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla numerosa di pubblicani e d'altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Parola del Signore.

Meditazione sul Vangelo di Lc 5,27-32
Convertitevi!
In Quaresima risuona frequentemente un imperativo: convertiti! Il significato della conversione è illustrato dall’episodio riportato dal Vangelo odierno. Il protagonista è un pubblicano, un esattore delle tasse, di nome Levi, che, a motivo della sua professione, commetteva atti disonesti ed ingiusti ed era considerato impuro. Si lascia toccare dalle parole di Gesù, rinuncia al male che commetteva e, con la gioia di chi allestisce un banchetto, cambia modo di vivere. Egli prese il nome di Matteo e diventò il primo degli evangelisti. Per convertirsi occorre sentirsi peccatori, non come quei farisei e quegli scribi che contestano l’atteggiamento misericordioso del Signore.
Gesù si avvicina spesso ai peccatori. Si accosta ad essi e propone con schiettezza una radicale conversione: “seguimi”, dice a Levi. Non esita a sedersi a tavola in loro compagnia per entrare in comunione con essi e adempiere così le grandi promesse dei profeti dell’Antico Testamento, che avevano descritto la salvezza come un banchetto gioioso con tanti invitati. E’ questa la missione che è venuto a realizzare sulla terra: purificare gli uomini dal peccato, rendere il loro cuore libero e leggero per amare Dio e i fratelli. Qual è la condizione per poterlo seguire, con prontezza, dimenticando la vita passata, come Levi, che dimentica il denaro che amministrava al tavolo delle imposte, simbolo delle sue scelte sbagliate, per sedersi ad un’altra tavola, quella della festa dell’amicizia con Gesù? Riconoscersi, umilmente, peccatori affamati di perdono e di bontà. E sapere che questi beni possono venire solo dal Medico divino. Occorre presentarsi spogliati della ricerca di noi stessi, del nostro successo e assumere la convinzione che siamo graziati da Dio, non perché siamo qualcosa in noi stessi, ma perché Dio ci ama! Tutto cambia! Siamo riconciliati con la nostra storia di vita, non più motivo di rimpianto o di amarezza per le occasioni perdute, né di orgoglioso autocompiacimento per i risultati ottenuti. Riconosciamo serenamente le nostre fragilità, fisiche e psicologiche. E a chi vive attorno a noi, a differenza dei farisei, riserviamo sentimenti di benevolenza, di indulgenza, di accoglienza, senza quella severità che appartiene solo a chi non sperimenta in sé la gioia di consegnare a Dio la propria debolezza.


PREGHIERA 

"Santa Maria, madre di Dio, noi ti salutiamo; nuova Eva, porta del cielo, tu che ci apri il paradiso chiuso, partoriscici nella pace alla luce del Regno. E tu, santa Maria Maddalena, intercedi per noi. Il tuo Salvatore mi conceda la grazia di fuggire le tenebre del peccato e di cantare le meraviglie che Dio ha compiuto in te". Pregate per noi il Dio santissimo, lento all'ira e pieno d'amore, perché ci siano concesse le lacrime del pentimento, e le lacrime dell'amore, e il nostro dolore per avere offeso un tale Dio ci purifichi.




martedì 2 luglio 2019

Lectio Divina: Matteo 8,23-27 Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva.


Lectio Divina: Matteo 8,23-27 In quel tempo, essendo Gesù salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono.Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta.


"La Lectio Divina è una fonte genuina della spiritualità cristiana, e ad essa ci invita la nostra Regola. La pratichiamo, quindi, ogni giorno, per acquistarne un soave e vivissimo affetto e allo scopo d’imparare la sovreminente scienza di Gesù Cristo. In tal modo metteremo in pratica il comando dell’Apostolo Paolo, riportato nella Regola: «La spada dello spirito, che è la Parola di Dio, abiti in abbondanza nella vostra bocca e nei vostri cuori, e tutte le cose che dovete fare, fatele nel nome del Signore».” Costituzioni Carmelitane (n. 82)


 Preghiera
O Dio, che ci hai reso figli della luce
con il tuo Spirito di adozione,
fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore,
ma restiamo sempre luminosi
nello splendore della verità.
Per il nostro Signore Gesù Cristo... 




 Lettura del Vangelo
Dal Vangelo secondo Matteo 8,23-27
In quel tempo, essendo Gesù salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva.
Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: “Salvaci, Signore, siamo perduti!”
Ed egli disse loro: “Perché avete paura, uomini di poca fede?” Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia.
I presenti furono presi da stupore e dicevano: “Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?” 

 Riflessione
• Matteo scrive per i giudei convertiti degli anni settanta che si sentivano persi come una barca in mezzo al mare in burrasca, senza la speranza di poter raggiungere il porto desiderato. Gesù sembra essersi addormentato nella barca, e per loro sembra che nessun potere divino venga a salvarli dalla persecuzione. Dinanzi a questa situazione di disperazione e di angoscia, Matteo raccoglie diversi episodi della vita di Gesù per aiutare le comunità a scoprire, nel mezzo di una apparente assenza, la presenza accogliente e potente di Gesù vincitore che domina il mare (Mt 8,23-27), che vince e scaccia il potere del male (Mt 9,28-34) e che ha il potere di perdonare i peccati (Mt 9,1-8). Con altre parole, Matteo vuole comunicare la speranza e suggerire che le comunità non hanno motivo di temere. Ecco il motivo della narrazione della tempesta calmata del vangelo di oggi.

• Matteo 8,23: Il punto di partenza: salire su una barca. Matteo segue il vangelo di Marco, ma lo abbrevia e lo inserisce nel nuovo schema da lui adottato. In Marco, la giornata era stata molto pesante a causa del lavoro svolto. Terminato il discorso delle parabole (Mc 4,3-34), i discepoli portarono Gesù in barca ed era talmente stanco che si addormentò su un cuscino (Mc 4,38). Il testo di Matteo è ben più breve. Dice solamente che Gesù entrò nella barca ed i discepoli lo accompagnavano. Gesù è il Maestro, i discepoli seguono il maestro.

• Matteo 8,24-25: La situazione disperata: “Siamo perduti!” Il lago di Galilea è vicino ad alte montagne. A volte, tra le feritoie delle rocce, il vento soffia forte sul lago causando una tempesta repentina. Vento forte, mare agitato, barca piena d’acqua! I discepoli erano pescatori sperimentati. Se loro pensavano che stavano per affondare, vuol dire che la situazione era veramente pericolosa! Però Gesù non se ne rende conto, e continua a dormire. Loro gridano: "Salvaci, Signore, siamo perduti!" In Matteo, il sonno profondo di Gesù non è solo segno di stanchezza. E’ anche espressione di fiducia tranquilla di Gesù in Dio. Il contrasto tra l’atteggiamento di Gesù e dei discepoli è enorme!

• Matteo 8,26: La reazione di Gesù: “Perché avete paura?” Gesù si sveglia, non per le onde, ma per il grido disperato dei discepoli. E si rivolge a loro dicendo: “Perché avete paura? Uomini di poca fede!” poi si alza, sgrida i venti ed il mare, e la calma ritorna ovunque. Si ha l’impressione che non c’era bisogno di calmare il mare, perché non si correva nessun pericolo. E’ come quando si arriva a casa di un amico, ed il cane, accanto al padrone, abbaia molto. Ma non si deve avere paura, perché il padrone è lì presente e controlla la situazione. L’episodio della tempesta calmata evoca l’esodo, quando la gente, senza paura, passava tra le acque del mare (Es 14,22). Gesù ricrea l’esodo. Evoca il profeta Isaia che diceva alla gente: “Se dovrai attraversare le acque, sarò con te!” (Is 43,2). L’episodio della tempesta calmata evoca e realizza la profezia annunciata nel Salmo 107:
Coloro che solcavano il mare sulle navi,
e commerciavano sulle grandi acque
videro le opere del Signore,
e i suoi prodigi nel mare profondo.
Egli parlò e fece levare un vento burrascoso
che sollevò i suoi flutti.
Salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
la loro anima languiva nell’affanno.
Ondeggiavano e barcollavano come ubriachi,
tutta la loro perizia era svanita.
Nell’angoscia gridarono al Signore,
ed egli li liberò dalle loro angustie.
Ridusse la tempesta alla calma, tacquero i flutti del mare.
Si rallegrarono nel vedere la bonaccia
ed egli li condusse al porto sospirato. (Sal 107,23-30)

• Matteo 8,27: Lo spavento dei discepoli: “Chi è costui?” Gesù chiese: “Perché temete?” I discepoli non sanno cosa rispondere. Stupiti, si chiedono: “Chi è costui al quale il mare ed i venti obbediscono?Malgrado la lunga convivenza con Gesù, non sanno ancora chi sia. Gesù sembra per loro un estraneo! Chi è quest’uomo?

• Chi è quest’uomo? Chi è Gesù per noi, per me? Questa deve essere la domanda che ci spinge a continuare la lettura del Vangelo, tutti i giorni, con il desiderio di conoscere sempre meglio il significato e l’importanza della persona di Gesù per la nostra vita. Da questa domanda nasce la cristologia. Non nasce da elevate considerazioni teologiche, ma dal desiderio dei primi cristiani di incontrare sempre nuovi nomi e titoli per esprimere ciò che Gesù significava per loro. Sono decine di nomi, titoli ed attributi, da quello di falegname a figlio di Dio, che Gesù esprime: Messia, Cristo, Signore, Figlio amato, Santo di Dio, Nazareno, Figlio dell’Uomo, Sposo, Figlio di Dio, Figlio del Dio altissimo, Falegname, Figlio di Maria, Profeta, Maestro, Figlio di Davide, Rabbonì, Benedetto colui che viene nel nome del Signore, Figlio, Pastore, Pane di Vita, Risurrezione, Luce del mondo, Cammino, Verità, Vita, Re dei Giudei, Re di Israele, etc., etc. Ogni nome, ogni immagine, è un tentativo di esprimere ciò che Gesù significava per loro. Ma un nome, per bello che sia, non arriva mai a rivelare il mistero di una persona, e molto meno della persona di Gesù. Gesù non entra in nessuno di questi nomi, in nessun schema, in nessun titolo. Lui supera tutto, è il più grande! Non può essere inquadrato. L’amore coglie tutto questo, il cervello no! Partendo da questa esperienza di amore vivo i nomi, i titoli e le immagini ricevono il loro pieno significato. In definitiva, chi è Gesù per me, per noi? 

 Per un confronto personale
• Qual era il mare agitato al tempo di Gesù? Qual era il mare agitato all’epoca in cui Matteo scrive il vangelo? Qual è oggi il mare agitato per noi? Sei stato/a qualche volta a punto di affogarti nelle acque agitate del mare della vita? Cosa ti ha salvato?
• Chi è Gesù per me? Qual è il nome di Gesù che esprime meglio la mia fede e il mio amore? 



 Preghiera finale
Una generazione narra all’altra le tue opere Signore,
annunzia le tue meraviglie.
Proclamano lo splendore della tua gloria
e raccontano i tuoi prodigi. (Sal 144)