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venerdì 31 luglio 2020

Dal Vangelo secondo Matteo - 13,54-58 - Non è costui il figlio del falegname? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?

*Nella tua grande bontà, rispondimi, o Dio*



*Mt 13,54-58*


In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Parola del Signore.





Venerdì – 17a Tempo Ordinario

Meditazione sul Vangelo di Mt 13,54-58

La patria del Profeta.

Nella propria patria Gesù è stato disprezzato; i più vicini si sono scandalizzati di lui, tanto che per la loro incredulità rifiutavano i suoi miracoli. Il triste episodio dell’incredulità e del rifiuto da parte dei parenti di Gesù segna, nel Vangelo di Matteo, l’apertura di una nuova sezione, in cui dall’incredulità si compie il cammino verso la fede, che libera e salva, fa conoscere Dio.
Più che accogliere il messaggio e le opere miracolose di Gesù, gli abitanti di Nazaret sono stati chiamati innanzitutto a credere, ovvero a conoscere, per mezzo della fede, la sua Persona divina. Si sono fermati, invece, alla sola umanità del Salvatore, non riuscendo a intravvederne la sua piena e vera identità divina. Presumevano di conoscere Gesù, ma in realtà, accecati dalla propria incredulità, ignoravano chi lui fosse. Paradossalmente, chi gli era più prossimo e, pertanto, si potrebbe dire, più idoneo a riconoscerlo, è finito col rifiutarlo come Messia. In fondo, la domanda che pongono non è sbagliata: da dove mai vengono a costui questa sapienza e questi miracoli? Non sono capaci, però, di accettare la risposta che mette in questione la loro identità e la loro sapienza. Se non possono negare i fatti miracolosi compiuti dal Nazareno, riescono però ad escludere da principio che tutto ciò sia compiuto dalla potenza divina e che, pertanto, il loro compatriota non sia come loro, ma sia il Figlio di Dio. Finiscono così col conoscere diverse cose vere di lui, ma senza conoscere il suo mistero. Talvolta anche a noi può sembrare, come agli abitanti di Nazaret, di saper tutto sul Signore Gesù e, perciò, di rimanere increduli o dubbiosi davanti al suo insegnamento, chiedendoci da dove venga tutta sua la sapienza e i miracoli. Evitiamo l’errore dei nazareni, non consideriamo il Messia unicamente secondo il nostro metro puramente umano, e lasciamo che egli ci trasformi con il miracolo del suo amore.



sabato 31 agosto 2019

Il Vangelo secondo Matteo - Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.


Agosto 2019 S. Monica 21.a di Tempo Ordinario
 Mt 23,23-26
Signore, tu mi scruti e mi conosci.


PRIMA LETTURA  
Avremmo desiderato trasmettervi non solo il Vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita. 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 1Ts 2,1-8
Voi stessi, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata inutile. Ma, dopo avere sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come sapete, abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. E il nostro invito alla fede non nasce da menzogna, né da disoneste intenzioni e neppure da inganno; ma, come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. Mai infatti abbiamo usato parole di adulazione, come sapete, né abbiamo avuto intenzioni di cupidigia: Dio ne è testimone. E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari. 
Parola di Dio. 






CANTO DEL VANGELO (Eb 4,12) 
R. Alleluia, alleluia. 
La parola di Dio è viva, efficace: 
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. 
R. Alleluia. 

VANGELO  
Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 23,23-26
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull'anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, ma all'interno sono pieni di avidità e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi pulito!». 
Parola del Signore. 

PERSONALE 
Il discorso sui "guai" è fin troppo commentato per dirne qualcosa di singolare, e poi perché voler guastare la profondità di un simile testo con delle sciatterie? E allora, mi limiterò a ribadire che, sebbene le parole di Gesù risuonino come una condanna del fariseismo, gli strali dell'evangelista sono rivolti a quegli atteggiamenti della prima comunità forse troppo attenta alla rigidità della norma, al proselitismo e ad un rapporto formale, nella ricerca delle verità di fede, oltre che nel culto. Niente di nuovo sotto il sole! Anche perché l'applicazione del brano andrebbe fatta, non con pii sospiri sulla cattiveria dei farisei, che poveretti avevano anche i loro bei pregi, anzi, questi erano di gran lunga più dei difetti, ma si dovrebbero sottolineare le incoerenze di noi singoli, delle nostre comunità cristiane e religiose, delle nostre chiese. I "guai", infatti, vanno visti in una visione "programmatica": in essi si vuole mettere in luce che la scelta cristiana comporta un modo nuovo di porsi nei confronti di Dio, del prossimo, del culto e pure della teologia. Il richiamo forte di Gesù, infatti, si appunta proprio sulle verità di fede che malamente insegnate e infelicemente vissute portano alla propria perdizione oltre che a quella degli altri. Oggi, inizia anche la lettura della prima lettera ai Tessalonicesi. È uno scritto che si avrà modo di gustare nella sua primitiva semplicità, è il più antico del Nuovo Testamento databile intorno all'anno 51 dopo Cristo. Una sola cosa mettiamo in evidenza della parte che ci viene proposta oggi: la fede cioè è una modalità "attiva" e "operante". Nessuna "staticità" è concessa, e meglio sarebbe leggere il testo integralmente per averne ulteriore conferma. Tutto appare in movimento, quasi concitato, e tutto il dinamismo è orientato a Cristo, resuscitato e atteso dai cieli. 
(Padri Silvestrini) 




PREGHIERA
Signore, tu ci metti alla prova, anima e corpo, scruti i nostri cuori e i nostri reni. Io mi offro al tuo sguardo che vede tutta la mia vita con misericordia. Purifica il fondo del mio cuore da ogni cupidigia ed intemperanza, in modo che io ami con misura, giustizia e compassione. Non pronunciare per me le parole con cui hai condannato gli scribi e i farisei ipocriti: "Guai a voi...". Io ti dono il mio cuore, che tu stesso hai plasmato, in un'offerta che vorrei ti fosse gradita. Rendilo puro e pieno di carità, vieni a costruirvi la tua dimora.

MEDITAZIONE
Voi siete figli degli uccisori dei profeti.
La forza d’urto delle accuse che Gesù rivolge agli osservanti religiosi del suo tempo raggiunge con queste parole un punto di non ritorno. La denuncia di ipocrisia mette in discussione non soltanto coloro che lo ascoltano, ma tutta la tradizione a cui essi appartengono. Lungo la storia, in troppi si riempiono la bocca delle lodi dei profeti solo quando essi sono ormai morti da tempo. Anche il nostro giudizio sulla storia, dunque, rivela la nostra ipocrisia, anche la comprensione che abbiamo dell’intervento di Dio nella storia lascia emergere se nascondiamo il nostro putridume interiore dietro parvenze di moderazione e di equilibrio. I profeti trovano i loro avversari soprattutto all’interno della propria gente. E la loro sorte è sempre la morte. Perché? Israele dovrebbe saperlo molto bene dato che ha regalato al mondo la profezia. Non il vaticinio o la lettura del futuro. La profezia è altra cosa. È denuncia. È annuncio. Senza la prima, il secondo non è possibile. Inevitabilmente, uomini religiosi e istituzioni religiose sono condannati alla sclerosi, mentre il Dio di Abramo, lsacco e Giacobbe, il Dio dei vivi e non dei morti è il Dio della continua novità. Per questo ha scelto di rivelarsi nella storia. I profeti guardano alla storia con lungimiranza e denunciano l’immobilismo con cui invece si cerca di conservare uno status quo di privilegi. l profeti sanno che la storia è di Dio, ma sanno anche che Egli non ha mai privato gli uomini della parte di responsabilità storica che compete a ciascuno. Per questo denunciano, finché e possibile fare qualcosa per evitare il disastro e consolano quando si rimane vittime dei propri stessi errori. Il tempo del profeta è il presente. Un presente da cambiare per costruire il futuro. Non si possono ascoltare oggi i profeti di ieri, né si può pensare di prepararsi al domani senza intervenire sul presente.




mercoledì 5 giugno 2019

Dagli Atti degli Apostoli 20,28-38 Vi affido a Dio, che ha la potenza di edificare e di concedere l'eredità.




Atti degli Apostoli 20,28-38
In quei giorni, Paolo diceva agli anziani della Chiesa di Èfeso: “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio. Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi. E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l'eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati. Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: "Si è più beati nel dare che nel ricevere!"“. Dopo aver detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti scoppiarono in pianto e, gettandosi al collo di Paolo, lo baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave. 

Parola di Dio. 
Vangelo
Siano una cosa sola, come noi. 
+Dal Vangelo secondo Giovanni 17,11b-19
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità”. 

Parola del Signore. 
Omelia
Gesù, “alzati gli occhi al cielo” prega per i suoi, prega per il futuro della sua chiesa nascente. Gli apostoli, come inviati e messaggeri dello stesso Cristo e annunciatori del suo vangelo, debbono vivere con lui una intimità di comunione come quella che unisce il Figlio al Padre. Debbo essere, per tutti e per sempre, segno visibile di unità. Li ha mantenuti sotto la sua personale custodia durante la sua esperienza terrena, ora però dovranno affrontare il mondo, immergersi nella storia travagliata degli uomini, spesso contrassegnata da divisioni, persecuzioni e discordie. L'unità è la via privilegiata della pace, è la forza che per realizzare i migliori progetti umani, è il segno visibile e convincente della presenza di Dio nel mondo. La preghiera perenne di Cristo al Padre è la garanzia che rende possibile l'unità nell'amore, è la fonte della vera gioia, è “la pienezza della gioia”, quella che scaturisce dalla certezza della verità, che ci rende consapevoli del trionfo del bene partecipato a tutti. Per questo Gesù chiede al Padre: “Conservali nella verità”. La divisione più scandalosa deriva dalla mancanza di fedeltà alla Parola e alle verità rivelate, deriva dalla colpevole mancanza dello Spirito Santo, che illumina ed unisce nell'unica verità e nell'amore. Costatiamo ancora continuamente che, quando si vogliono vedere e definire le verità di Dio per noi, se non le guardiamo con la stessa luce divina, vengono inevitabilmente deformate e confuse e diventano causa di scismi e divisioni. È quanto è accaduto ripetutamente nella nostra santa Madre Chiesa. È vero che quella parola che ci è stata data, sin dall'inizio ha generato odio da parte del mondo, ma ciò non giustifica le nostre divisioni interne, quelle causate da coloro che s'identificano nello stesso Cristo ed hanno in custodia lo stesso vangelo. Il difficile compito da adempiere è fare la verità nella carità, come afferma San Paolo: “Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l'inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell'errore. Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo”. La proposta paolina è diventata da sempre l'impegno primario della sua chiesa, anche se soffre ancora divisioni antiche e nuove. Il Signore Gesù ci fa chiaramente intendere che la via dell'unità, non può essere percorsa con strumenti giuridici e confronti e scontri di potere, ma solo mediante l'affermazione del primato nell'amore. A Pietro, chiamato ad essere il primo papa, Gesù chiederà per tre volte se è animato da un amore più grande degli altri undici e solo dopo la triplice confessione gli affiderà definitivamente il compito di guidare la sua chiesa. (Padri Silvestrini) 

Preghiera della Sera 
Padre buono, accogli la nostra lode e gratitudine per l'amore che hai riversato su di noi in questo giorno. Tutto, gioie e dolori, sono stati un dono del tuo amore di Padre. Ti affido i tuoi figli nei quali ho riconosciuto la tua presenza, perché tu li custodisca nell'amore che in Gesù, tuo Figlio, ci hai dato. Come lui, abbiamo consacrato noi stessi per l'umanità. Ti rinnoviamo, Padre, alla fine della giornata, questa nostra consacrazione e tu mantieni sempre acceso nei nostri cuori quel fuoco dello Spirito che ci purifica e ci fonde in un unico 
Corpo.
Allora chiediamo al buon Dio di mandarci sempre dei sacerdoti santi, attenti e premurosi per la vita delle persone a loro affidate. Preghiamo insieme a San Paolo per una Chiesa sana, che sia colma non solo di insegnamenti teorici approssimativi, ma di vera sapienza e di carità attenta e premurosa. Dobbiamo infatti tutti considerare, guide e laici, che la nostra condotta ha il potere di contribuire ad allontanare o a redimere un nostro fratello. Cerchiamo anche di tenere sempre a mente le parole di Gesù: ...A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più” ( Lc 12, 48). Non basta infatti dire di amare Dio e poi fare quello che ci piace. O Signore, conserva e alimenta sempre la luce e l'amore che Tu hai acceso nei nostri cuori.
Pace & Bene.




domenica 26 maggio 2019

Vangelo di Domenica 26 Maggio 2019

La Parola di Domenica 26 Maggio 2019
S. Filippo Neri (m); S. Lamberto di Vence
6.a di Pasqua
At 15,1-2.22-29; Sal 66;
Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.


PREGHIERA DEL MATTINO 
Signore, mio Dio, ti ringrazio di questa nuova mattina che mi offri. Sono curioso di sapere cosa mi porterà e impaziente di conoscere le tue nuove intenzioni nei miei confronti. Concedimi il tuo Spirito perché io sia capace di affrontare come tu desideri tutte le cose che mi aspettano. In questa domenica, vorrei particolarmente ascoltare cosa dice tuo Figlio. Fa' che la sua parola diventi in me una fonte che zampilla, affinché possa trasmettere agli altri un po' del tuo amore e della tua provvidenza. Esulto di questa giornata. Amen. 

PRIMA LETTURA  
E' parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie. 
Dagli Atti degli Apostoli 15,1-2.22-29
In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: "Se non vi fate circoncidere secondo l'usanza di Mosè, non potete essere salvati". Poiché Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Barnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione. Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d'accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!». 
Parola di Dio. 



SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 65) 
R: Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. 
Dio abbia pietà di noi e ci benedica, 
su di noi faccia splendere il suo volto; 
perché si conosca sulla terra la tua via, 
la tua salvezza fra tutte le genti. R.
Gioiscano le nazioni e si rallegrino, 
perché tu giudichi i popoli con rettitudine, 
governi le nazioni sulla terra. R.
Ti lodino i popoli, o Dio, 
ti lodino i popoli tutti. 
Ci benedica Dio e lo temano 
tutti i confini della terra. R.


SECONDA LETTURA  
L'angelo mi mostrò la città santa che scende dal cielo. 
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo 21,10-14.22-23
L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino. È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte. Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello. In essa non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello. 
Parola di Dio. 



CANTO AL VANGELO (Gv 14,23) 
Alleluia, alleluia. 
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, 
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. 
Alleluia. 

VANGELO 
Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 14,23-29
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate». 
Parola del Signore. 

MEDITAZIONE 
"Il regno di Dio è in mezzo a voi" dice il Signore (Lc 17,21). Volgi dunque tutto il tuo cuore a Dio, dimentica questo mondo, e la tua anima troverà pace! Impara a rivolgerti innanzi tutto al cuore e vedrai venire a te il regno di Dio! Poiché il regno di Dio "è pace e gioia nello Spirito Santo" (Rm 14,17). Questa verrà a te, e ti farà sentire la sua consolazione, se tu hai preparato in te una dimora degna di lui. "Tutta la sua gloria e la sua bontà vengono dall'intimo" (Sal 45,14). È là che egli desidera abitare. All'intimo dell'uomo Dio riserva visite frequenti, la sua compagnia e la sua consolazione, una grande pace e una familiarità che confondono. Andiamo, preparati, affinché egli si degni di venire ad abitare in te! Poiché, "se uno mi ama - ha detto -, osserverà la mia parola, e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23). Fai dunque posto a Cristo e chiudi la porta a tutti gli altri, tranne a lui! Possedendo Cristo tu sei ricco, e lui solo ti è sufficiente. È lui che veglierà per te e provvederà a tutto, in modo che tu non debba sempre ricorrere agli uomini. Poiché gli uomini cambiano spesso e tutt'a un tratto vengono meno, mentre Cristo rimane in eterno, e ci assiste instancabilmente sino alla fine. Non porre dunque la tua fiducia nell'uomo che è fragile, mortale, anche quando ci è utile e assai caro. Non intristirti se qualcuno si oppone a te e ti contraddice. Coloro che oggi sono con te potranno domani esserti contro, e viceversa! Poiché essi cambiano come il vento! Tu riponi dunque la tua fiducia in Dio! Egli sia il tuo timore e il tuo amore. "Poiché Dio è amore" (Gv 4,16).
Dalla IMITAZIONE DI CRISTO


venerdì 3 maggio 2019

Letture e Vangelo del giorno Sabato 4 maggio 2019


II Settimana di Pasqua
Letture e Vangelo del giorno
Sabato 4 maggio 2019 - S. Antonina
Su di noi sia il tuo amore, Signore.




Sono Gesù, camminiamo insieme, Vuoi?
Ciao sono Gesù, vorrei camminare con te ogni giorno della tua vita, vorrei parlarti del Padre e del suo Amore per te, se tu lo vuoi!


Prima Lettura – At 6,1-7

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove.

Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola».

Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani.

E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.
Parola Dio


SALMO – Dal Sal 32(33)
R. Su di noi sia il tuo amore, Signore.
Alleluia, alleluia, alleluia.

Esultate, o giusti, nel Signore;
per gli uomini retti è bella la lode.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate. 

Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. 

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. 

Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia, alleluia.
Cristo è risorto, lui che ha creato il mondo,
e ha salvato gli uomini nella sua misericordia.
Alleluia, alleluia, alleluia!


VANGELO Gv 6,16-21

Dal Vangelo secondo Giovanni
Venuta la sera, i suoi discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.

Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.

Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».

Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Parola del Signore