martedì 30 luglio 2019

Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42- Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose.

Lunedì 29 Luglio 2019
S. Marta; S. Lazzaro; S. Olaf
17.a di Tempo Ordinario
1Gv 4,7-16; Sal 33; Gv 11,19-27 opp. Lc 10,38-42
Gustate e vedete com’è buono il Signore.




PRIMA LETTURA Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi. 
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 1Gv 4,7-16
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. 
Parola di Dio. 




(Dal Salmo 33) 
R. Gustate e vedete com'è buono il Signore. 
Benedirò il Signore in ogni tempo, 
sulla mia bocca sempre la sua lode. 
Io mi glorio nel Signore: 
i poveri ascoltino e si rallegrino. R. 
Magnificate con me il Signore, 
esaltiamo insieme il suo nome. 
Ho cercato il Signore: mi ha risposto 
e da ogni mia paura mi ha liberato. R. 
Guardate a lui e sarete raggianti, 
i vostri volti non dovranno arrossire. 
Questo povero grida e il Signore lo ascolta, 
lo salva da tutte le sue angosce. R. 
L'angelo del Signore si accampa 
attorno a quelli che lo temono, e li libera. 
Gustate e vedete com'è buono il Signore; 
beato l'uomo che in lui si rifugia. R. 
Temete il Signore, suoi santi: 
nulla manca a coloro che lo temono. 
I leoni sono miseri e affamati, 
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. R. 



CANTO AL VANGELO (cf. Gv 8,12) 
R. Alleluia, alleluia. 
Io sono la luce del mondo, dice il Signore; 
chi segue me, avrà la luce della vita. 
R. Alleluia. 



VANGELO  
Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». 
Parola del Signore.

OMELIA 
Il brano evangelico, tratto da San Luca è caratterizzato dall'accoglienza del Signore. Le due sorelle, in due modi diversi accolgono lo stesso Gesù. L'una è preoccupata a pulire la casa e rendere accogliente l'ambiente che deve essere degno di ricevere Gesù. Maria invece è interessata ad accogliere la Parola stessa di Gesù in un atteggiamento raccolto da sua discepola. I due atteggiamenti non devono essere contrapposti, anzi possiamo unirli in un'unica esigenza per chi si accinge a partecipare alla Santa Messa. Per accogliere degnamente Gesù, nella forma Eucaristica dobbiamo prima purificare il nostro cuore. La Chiesa ci suggerisce come diventare degni di partecipare al banchetto eucaristico e richiede, quando necessario, la confessione sacramentale. In questo imitiamo Marta che pulisce la casa. E' anche importante il nostro atteggiamento che favorisca l'unione intima con Gesù. In questo, invece,imitiamo Maria che si è scelta la parte migliore. (Padri Silvestrini

PREGHIERA DELLA SERA 

Possa, Signore, la mia preghiera, come quella delle anime molto pure, non essere altro che il riflesso di te, che a te ritorni quando ti chini su di me. Signore, non privarmi della tua grazia, così che non cessi mai di pregarti. (André Gide)



Meditazione sul Vangelo di Gv 11,19-27
Lunedì – 17.a Tempo Ordinario – S. Marta – P

Una fede che si irrobustisce nella prova.


Oggi abbiamo la possibilità di rivalutare santa Marta e di riconoscere in lei il modello del discepolo chiamato a credere in Cristo, anche nel momento della prova. La sua professione di fede, infatti, anticipa il credo della Chiesa nel Signore risorto. La morte dell’amico Lazzaro che Gesù – come gli rimprovera amichevolmente Marta – avrebbe potuto impedire, diventa l’evento dal quale partire per “glorificare Dio e suo Figlio”, Gesù Cristo, ed ottenere che “i discepoli credano in lui”. Anche in questo viene anticipata la fede fondante della Chiesa nel Signore crocifisso e risorto. Marta ha già un inizio di fede: crede che Gesù, in quanto uomo di Dio avrebbe potuto allontanare la morte dal fratello Lazzaro, come avevano fatto Elia ed Eliseo nell’Antico Testamento. E credeva, come insegnavano i farisei del tempo, che Lazzaro sarebbe risorto «nell’ultimo giorno». Gesù s’inserisce in questo nucleo di fede e chiede all’amica e discepola di credere prima ancora che il fratello esca dalla tomba, che Lui è già, “al presente”, «la risurrezione e la vita». Di crederlo anche di fronte all’evidenza della morte, in modo da «vedere [in tutto ciò] la gloria di Dio». È quanto chiede anche a noi la Chiesa, quando perdiamo una persona cara. Non dobbiamo trattenere le lacrime, dato che Gesù ha pianto davanti alla tomba dell’amico; abbiamo anche il diritto, come hanno fatto Marta e Maria, di chiedere conto al Signore di quello che ci è accaduto, ma poi dobbiamo credere in Lui e affidargli i nostri cari defunti perché con Lui abbiano «la risurrezione e la vita».
Pace & Bene


Preghiera finale

Signore, chi abiterà nella tua tenda? 
Chi dimorerà sul tuo santo monte? 
Colui che cammina senza colpa, 
agisce con giustizia e parla lealmente. (Sal 14)



sabato 27 luglio 2019

Dal Vangelo di Domenica 2019 - Chiedete e vi sarà dato.

Vangelo Domenica 28 Luglio 2019 
Ss. Nazario e Celso; S. Pietro Poveda Castroverde
17.a di Tempo Ordinario
Gen 18,20-32; Sal 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13
Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto.



PREGHIERA DEL MATTINO 
O mio caro Padre, tu mi hai dato questo nuovo giorno. Ti ringrazio. Tu sai quello che mi aspetta oggi e tutto quello che dovrò imparare, fare o sopportare. Come Gesù, tuo Figlio, io voglio dirti: Aiutami, allontana da me il male, dammi la forza e la saggezza, e fa' che le cose vadano per il meglio. Sia fatta la tua volontà buona e saggia! Buon Dio, tu ti preoccupi di tutti: di quelli che hanno delle grandi responsabilità, di quelli che progettano il male, di quelli che soffrono anche se sono innocenti, di quelli che non hanno il coraggio di vivere o che avanzano senza scopo nella vita. Ed è per tutti loro che io voglio pregarti; affinché tu faccia girare per il meglio il loro destino, e la maggior parte degli uomini riconoscano il tuo amore, e si rimettano a te. Perché la tua vita è lo scopo del cammino di coloro che hanno fiducia in te. 

COLLETTA 
O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA 
Non si adiri il mio Signore, se parlo. 
Dal libro della Genesi 18,20-32
In quei giorni, disse il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore. Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l'empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta 
la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque». Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci». 
Parola di Dio. 


(Dal Salmo 137) 
R: Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto. 
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: 
hai ascoltato le parole della mia bocca. 
Non agli dèi, ma a te voglio cantare, 
mi prostro verso il tuo tempio santo. R.
Rendo grazie al tuo nome 
per il tuo amore e la tua fedeltà: 
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome. 
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, 
hai accresciuto in me la forza. R.
Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l'umile; 
il superbo invece lo riconosce da lontano. 
Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita; 
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano. R.
La tua destra mi salva. 
Il Signore farà tutto per me. 
Signore, il tuo amore è per sempre: 
non abbandonare l'opera delle tue mani. R.


SECONDA LETTURA  
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, perdonando tutte le colpe. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 2,12-14
Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. 
Parola di Dio. 


CANTO AL VANGELO (cf. Rm 8,15bc) 
Alleluia, alleluia. 
Avete ricevuto lo spirito che rende figli adottivi, 
per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre! 
Alleluia. 



VANGELO  
Chiedete e vi sarà dato. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 11,1-13
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: "Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli", e se quello dall'interno gli risponde: "Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani", vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». 
Parola del Signore. 

OMELIA 
Il primo dovere del discepolo è quello di imitare il proprio maestro. I discepoli di Gesù sono spesso spettatori delle lunghe ore che Gesù trascorre in orazione dopo essersi ritirato in un luogo solitario. Pur restandone affascinati si accorgono di non essere in grado di imitarlo. Ecco allora la umile richiesta: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». La risposta di Gesù è il Pater che oggi ascoltiamo nella versione dei Luca, più breve ed essenziale rispetto a quella di Matteo. È una gioiosa sorpresa per i dodici sentire che rivolgendosi a Dio, lo possono chiamare con l'appellativo di Padre, non era stato così per il passato. Comprendono che il primo motivo della preghiera è la comunione con l'Onnipotente, che induce a chiedere la santificazione del suo nome e l'avvento del suo regno sulla terra. Viene poi attribuito allo stesso Signore il compito paterno di provvedere al nostro necessario sia per il corpo, sia per la nostra anima, sempre bisognosa di misericordia e di perdono. Ci convince poi Gesù che proprio perché gratuitamente e ripetutamente perdonati da Dio Padre, dobbiamo a nostra volta sentirci impegnati ad usare misericordia verso il nostro prossimo. Implicitamente siamo esortati a vivere la nostra preghiera non solo come mezzo privilegiato di comunione con Dio e con il nostro prossimo, ma anche come impegno di vita cristiana. Se la preghiera non migliora la nostra vita diventa sterile. C'è poi un sapiente ammonimento di cui dobbiamo far tesoro: la preghiera non deve avare interruzione, non possiamo e non dobbiamo chiamare solo Dio solo in momenti di "emergenza" o considerarla episodica. Dobbiamo pregare sempre senza stancarci, perché sempre siamo bisognosi, sempre dobbiamo gratitudine a Dio, sempre dobbiamo proclamare le sue lodi, sempre dobbiamo stare in comunione con Lui. Lo Spirito Santo che è amore interverrà a dare vigore e santa energia alla nostra preghiera e alla nostra vita. Non è difficile costatare che tutto il nostro bene dal Signore proviene, Lui è la fonte inesauribile, la preghiera è la via su cui scorre la grazia. Al contrario, l'origine delle nostre crisi, dei nostri fallimenti hanno anch'essi una chiara spiegazione: è la mancanza di preghiera, il pensare di poter fare senza Dio e risolvere da soli i nostri problemi. È la peggiore tentazione che possa assalirci e forse anche il peggiore peccato di cui possiamo macchiarci. Ma abbiamo ricevuto lo Spirito che fa di noi figli adottivi. Per mezzo di lui, gridiamo spesso: Abbà! Padre! (Padri Silvestrini) 



Chiedete e vi sarà dato.

MEDITAZIONE 
Signore Gesù Cristo, tu eri in comunione con il tuo Padre celeste. La tua più importante parola pregandolo era: "O mio caro Padre". Tu hai vissuto ed agito in funzione di questa comunione affettuosa con tuo Padre. La sua gloria, il suo regno e la sua volontà erano il contenuto della tua vita, dei tuoi sforzi e delle tue sofferenze. Tu ci hai fatto entrare nella tua relazione fondamentale con tuo Padre, ci hai insegnato ad avere una fiducia assoluta e a rivolgerci a lui con tutte le nostre preoccupazioni. Facci vivere sempre più profondamente questa fiducia e questo amore per tuo Padre, grazie al tuo Spirito Santo. Nel tuo breve insegnamento sulla preghiera, tu hai indicato delle tappe: noi dobbiamo pregare, cercare, poi bussare alla porta. Nella preghiera, bisogna che noi esprimiamo la nostra ricerca: di una missione, di una via, di un senso, della verità e della vita. E, soprattutto, bisogna che la nostra aspirazione sia quella di bussare alla tua porta e a quella di tuo Padre per meritare di entrare nella comunione della vita divina. È per questo che tuo Padre non esaudisce tutte le preghiere come lo vorrebbero coloro che chiedono. Egli le esamina alla luce della sua saggezza e della sua bontà. E, con lo Spirito Santo, egli ci dà il discernimento necessario per capire il suo atteggiamento e agire di conseguenza. È quello che ci insegna la tua preghiera sul monte degli Ulivi. Tuo Padre l'ha esaudita dandoti la forza di soffrire e risvegliandoti dai morti. Anche noi possiamo godere anticipatamente del fatto che tuo Padre esaudirà ognuna delle nostre preghiere secondo la sua saggezza e il suo amore. E, in tutto, noi diciamo come te, Signore Gesù Cristo: "O Padre, sia fatta la tua volontà!". 
OTTO BERNHARD KNOCH






giovedì 25 luglio 2019

Vangelo del giorno - Mt 13,18-23- Signore, tu hai parole di vita eterna.

Venerdì 26 Luglio 2019 - Vangelo del giorno
- Mt 13,18-23 - 
Signore, tu hai parole di vita eterna.

Il comprendere di cui parla la parabola evangelica di quest oggi ha certamente un senso più ampio di quello che gli potremmo attribuire





PRIMA LETTURA  
La legge fu data per mezzo di Mosè. 
Dal libro dell'Esodo 20,1-17
In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano. Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà. Non ucciderai. Non commetterai adulterio. Non ruberai. Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo 
prossimo». 
Parola di Dio. 




(Sal 18) 
R. Signore, tu hai parole di vita eterna. 
La legge del Signore è perfetta, 
rinfranca l'anima; 
la testimonianza del Signore è stabile, 
rende saggio il semplice. R. 
I precetti del Signore sono retti, 
fanno gioire il cuore; 
il comando del Signore è limpido, 
illumina gli occhi. R. 
Il timore del Signore è puro, 
rimane per sempre; 
i giudizi del Signore sono fedeli, 
sono tutti giusti. R. 
Più preziosi dell'oro, 
di molto oro fino, 
più dolci del miele 
e di un favo stillante. R. 



CANTO AL VANGELO (cf. Lc 8,15) 
R. Alleluia, alleluia. 
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono 
e producono frutto con perseveranza. 
R. Alleluia. 





VANGELO 
Colui che ascolta la parola e la comprende, questi dà frutto. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 13,18-23
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato su terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno". 
Parola del Signore. 

RIFLESSIONE 
Il comprendere di cui parla la parabola evangelica di quest oggi ha certamente un senso più ampio di quello che gli potremmo attribuire. Un monaco certosino del XII secolo, Guigo, nella sua opera "Scala claustralium", indica quattro movimenti per la "comprensione" della parola: lectio, meditatio, oratio e contemplatio. La lettura attenta (o anche solo l'ascolto) è già disposizione di un animo teso alla ricerca, l'approfondimento tramite la meditazione fa penetrare progressivamente nel mistero di Dio, la preghiera lo fa vivere attraverso varie forme (lode, supplica, etc.), la contemplazione vi unisce tutto il nostro essere. Questi "gradi" tipicamente monastici non sono esclusiva dei monaci, possono essere applicati e sperimentati da tutti. Ma succederà che alcuni giorni la Parola sembrerà portare una percentuale molto bassa, ed in altri momenti, al contrario, altri giorni saremo "al settimo cielo". Niente paura! Noi stessi siamo di volta in volta quei personaggi citati nella parabola e la nostra gamma va dalla strada al terreno fertile. Gesù non vuole certo condannare o portare alla disperazione nessuno, non definisce cioè delle tipologie standardizzate per cui chiunque è salvo o condannato in partenza. Vuole soltanto dire che abbiamo poca costanza (sarebbe meglio dire poca fedeltà) e che non sempre siamo capaci di far fruttificare il dono ricevuto. La medesima cosa accade con gli israeliti nella prima lettura (Esodo): ricevono la parola, ma quante infedeltà accompagneranno il loro cammino e però anche quanti ritorni pieni di speranza e di buoni propositi. È la storia di sempre, è la storia di un Dio fedele e di un uomo sottoposto alla "umanità", ma questo Dio lo sa molto meglio di tanti giudizi impietosi su noi stessi e sugli altri. (Padri Silvestrini) 




PREGHIERA  
Non so, o Signore, se oggi ho fatto risuonare in me la tua parola e se ho orientato ad essa la mia giornata, con la docilità e la coerenza che ti attendevi dal mio amore per te. 
Ti attendevi il centuplo o il sessanta o almeno il trenta. Purtroppo non è stato così. Ho incontrato molti sassi e non li ho saputi evitare. 
Mi sono avventurato tra le spine e non me ne sono pienamente liberato. 
Ma ho desiderato la tua parola. E so che essa è soprattutto misericordia e perdono.





lunedì 22 luglio 2019

Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-2.11-18 CATTOLICO

Santa Maria Maddalena, festa



Cantico dei Cantici 3,1-4a.
Così dice la sposa:
“Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l’amato del mio cuore;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato.
“Mi alzerò e farò il giro della città;
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l’amato del mio cuore”.
L’ho cercato, ma non l’ho trovato.
Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda:
“Avete visto l’amato del mio cuore?”.
Da poco le avevo oltrepassate,


Salmi 63(62),2.3-4.5-6.8-9.
O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco,
di te ha sete l’anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta, arida, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode.

Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.

A te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia
e la forza della tua destra mi sostiene.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,1-2.11-18.
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».

Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.

Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto».

Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.

Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo».

Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro!

Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro».

Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.


Parola del Signore…

Riflessione

Gesù non è stato riconosciuto dalla persona che più Lo aveva amato, dopo la Madre Santissima, e che a Lui doveva la guarigione da una immoralità illimitata e la liberazione dei demoni dal suo corpo. Maria Maddalena sorella di Lazzaro e Marta ha condotto per diversi anni una vita dissoluta, fino a diventare una prostituta per svago... A Lei non occorreva denaro, la sua famiglia possedeva ricchezze.

In questo caso vediamo che la vita altamente peccaminosa ha permesso ai diavoli di prendere il possesso del suo corpo, diventando una posseduta, vivendo in lei e togliendole ogni possibilità umana di ravvedersi. Con il tempo trascorso nei peccati gravissimi, aumentava il pesante carico dei peccati commessi da Maria Maddalena e gli scandali.

Le testimonianze degli esorcisti sono chiare sulla presenza dei diavoli nelle persone possedute. Non solamente avvengono per le fatture e le potenti maledizioni dei cattivi, le cause sono anche le sedute spiritiche, le frequentazioni di maghi e fattucchiere, l’odio verso altri, le opere vendicative, la personale dedizione all’occultismo, i peccati gravi ripetuti e non confessati.

Il cattolico che non si confessa e legge queste cause non rimane contento, ma queste sono alcune delle cause delle possessioni diaboliche.

Maria Maddalena era risoluta e sfrontata quando si allontanò dalla casa paterna, un agire che oggi rientra nella norma, a quel tempo suscitava un grande scandalo. Ella non controllava le tentazioni sessuali, era in balìa del Male e la mente sconvolta non le permetteva di pregare Dio e di superare gli impulsi carnali.

Chi non prega è sempre vinto dalle tentazioni, la sua vita scivola di continuo verso il buio delle tenebre e della confusione.

Con i peccati si distrugge l’armonia interiore, l’equilibrio voluto da Dio, mentre i cristiani che praticano il rinnegamento, ricevono abbondanti Grazie.

Chi sostiene che oggi è difficile non peccare di continuo per quello che offre la società, sbaglia e lo dice il Vangelo. «Tutto è possibile per chi crede» (Mc 9,23). Chi chiede umilmente a Gesù la forza superiore alle tentazioni che patisce e il suo aiuto per vincerle, riesce davvero a superare qualsiasi seduzione!

Ogni volta che si vince una tentazione sessuale, nel cristiano aumenta la Grazia di Dio, si diventa sempre più simili a Lui.

Se Maria Maddalena avesse pregato bene, non sarebbe giunta a fare la prostituta.

Dopo la sua conversione ottenuta per le preghiere di Lazzaro e Marta ma promessa da Gesù in largo anticipo, Maria Maddalena divenne una grande Santa per l’amore totale verso il Signore, vedendolo come suo Salvatore e Guaritore.

Non solo si è convertita, Ella ha scoperto il Volto di Dio e Lo ha adorato intensamente. Visse per osservare la Parola di Gesù e si elevò nella santità.

Gesù a casa di Simone il fariseo spiegò il motivo del perdono dei peccati della donna che gli baciava i piedi ed era Maria Maddalena.

«Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco» (Lc 7,44-47).

S’intende che ha molto amato Gesù, un purissimo amore che ha cancellato tutti i suoi vergognosi peccati. Tanto è capace di compiere l’amore e quando avviene la vera conversione si rimane meravigliati nel percepire una pace intensa, una gioia interiore presente anche quando si soffre.

Maria Maddalena vinta dalla Grazia, comprese l’abisso in cui era finita, si rinnegò e riuscì a cambiare vita, mortificando l’amor proprio.

Nella Santa di oggi troviamo quei passaggi indispensabili per mettere al primo posto Gesù, continuando a vivere la vita ordinaria ma in modo straordinario. Questo è sempre possibile se l’intenzione è pura e si ricerca sinceramente la gloria di Dio. Bisogna principalmente rinnegare la gloria umana.

Questo ha compiuto Santa Maria Maddalena e le lacrime effuse quando cercava inconsolabilmente Gesù morto, testimoniano la sua grandeFede. 

La Santa è forse tra i comuni mortali la testimone principale dell’Amore di Dio, capace di trasformare una prostituta in una grande Santa.

Gesù apparve a Maria Maddalena perché Ella era riuscita ad adorare il Signore rinnegandosi pienamente. Questa è la vera prova dell’amore.

Tutti i Santi hanno lottato ottenendo risultati meravigliosi. Occorre decisione e molta spiritualità per mortificare e dominare l’orgoglio!

1 Ave Maria per Padre Giulio






domenica 21 luglio 2019

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 10, 38-42 - Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

Lc 10, 38-42  Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda.


 

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. 
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».


Parola del Signore


Riflessione

Marta e Maria... ecco l'esempio di una vita attiva e di una vita contemplativa...
Marta però, a differenza di Maria, ha avuto un attimo di défaillance!... Andiamo con ordine, Gesù è ospite a casa dei suoi cari amici, Marta, Maria e Lazzaro. L'evangelista Luca precisa che Marta ospitò Gesù... quindi l'iniziativa era partita da lei. Questo è molto lodevole, ma poi... come si dice: dalle stelle alle stalle!!!

Marta, così come suo fratello e sua sorella, amava molto Gesù e voleva accoglierlo nel modo migliore. Prepara un pranzetto con i fiocchi... Proprio come facciamo noi quando invitiamo qualche amico a casa nostra; cerchiamo di preparare delle prelibatezze e naturalmente esageriamo nei preparativi... Così succede che, essendo indaffarati a fare mille piatti, si lascia l'amico in “cantina”... si parla con lui in modo distratto e non lo si ascolta a dovere. E il bello è che poi l'amico si sente dire: "Oh, non lo sapevo, non me lo avevi detto!...", ma come? - Dice l'amico - "...era ore che parlavo!!!"...
Ecco cosa succede quando si invita qualcuno e poi si continua tranquillamente a svolgere i servizi di casa. Alla faccia dell'ospitalità!!! Siamo dei fenomeni!!! Vogliamo sempre strafare... Invece, quando si ospita un amico, forse lui preferirebbe mangiare anche solo un pezzetto di pane e formaggio per poter parlare e dialogare in libertà; un pranzo megagalattico serve solo a farlo stare sul divano come un candelabro!!!

Maria invece si siede ai piedi di Gesù e fa gli onori di casa. Possiamo dire che pendeva dalle sue labbra! E sua sorella che fa?... Sgrida Gesù... è bellissimo!!! Non ci voleva che questo per allietare la festa!!! Non solo, gli dice pure di intervenire, ossia pretende di insegnargli quello che deve fare... Eh, caro Gesù, meno male che c'era Marta che ti consigliava, altrimenti saresti stato proprio in un bel pasticcio!!! - Marta, Marta!!!...

Diceva bene San Bernardo: “Alcuni sono mansueti finché le cose vanno a proprio genio, ma appena sono toccati da qualche avversità o contraddizione, subito si accendono e cominciano a fumare come il monte Vesuvio”. Io direi che Marta era talmente contrariata che sbuffava come un treno in salita!!!
Ma Gesù non si fa impressionare da tanto fumo e con dolcezza le dice: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Non è un rimprovero severo quello di Gesù, altrimenti non avrebbe detto per due volte: "Marta, Marta...".

Il problema di Marta era che, anche se si dava da fare per il Signore, le sue esclamazioni rivelavano che in fondo al cuore c'era tanta ansia e preoccupazione, e questo la dice lunga...
Quando infatti facciamo qualcosa per Dio e abbiamo ansia, significa che pensiamo un pochetto a noi stessi... allora ci domandiamo: "E se non va bene?... E se non mi riesce?... E se faccio brutta figura?...". Ecco i nostri pensieri!!! Siamo sempre concentrati sul nostro io... Chi al contrario fa le cose per Dio: sta in pace, niente lo turba, e se non riesce a fare tutto accetta i suoi limiti senza colpevolizzarsi troppo. Dobbiamo sempre accettare i nostri limiti e la nostra pochezza e volerci bene ugualmente; questo atteggiamento è gradito a Dio. Diceva Sant'Alfonso Maria di Liquori in “Pratica di amare Gesù Cristo”: “Chi opera per la sola gloria di Dio, anche se non riuscisse, non si turba affatto. Ha già raggiunto lo scopo; dar gusto a Dio, avendo fatto tutto con retta intenzione”.
Gesù oggi ci invita a distinguere ciò che è importante da ciò che è meno importante. Proviamo allora a riflettere su quello che ogni giorno facciamo e come lo facciamo, perché non basta fare delle cose buone, bisogna farle anche bene. Ma cosa significa fare le cose bene?... Fare tutto per la gloria di Dio senza metterci il proprio io!!!...
Quando facevo volontariato al 118 rendevo un servizio lodevole, ma era un pochetto inquinato dal mio io, perché mi compiacevo un po' troppo della mia bravura... Quindi, mi sa che in quel periodo non ho guadagnato molti punti per il paradiso!!! Rimedieremo!!!...

Spesso poi vogliamo affrontare troppe cose contemporaneamente, così ci facciamo prendere dall'agitazione e dall'ansia; il risultato è che inevitabilmente trasmetteremo agitazione e ansia anche a chi ci sta intorno. E' come se il mondo dipendesse esclusivamente da noi e da ciò che facciamo... come se, senza il nostro servizio, il mondo si fermasse... Come siamo presuntuosi!!!
Non solo, generalmente, con questo atteggiamento tendiamo anche a mettere in evidenza i comportamenti a nostro avviso poco efficienti e sbagliati degli altri... Diciamo: "Devo fare tutto io, altrimenti nessuno lo fa... o se lo fa lo fa male... meno male che ci sono io...".

Ahimè... questi atteggiamenti non sono molto graditi a Gesù, perché, anche se si fanno delle opere per Lui, il cuore è troppo affollato da brontolii, ansie, preoccupazioni, mormorii... Ci sono troppi inquilini!!! Gesù ama la tranquillità e vuole essere l'unico ad abitare nel nostro cuore!!!
Chiediamo al buon Dio di aumentare la nostra fede e di non farci sprecare tempo in tante stupidaggini, che ci attirano tanto, ma non sono utili alla nostra santità.

Poniamoci di più in ascolto ai piedi di Gesù, perché la Sua Parola è vita... pendiamo dalle Sue labbra come ha fatto Maria, perché la Sua Parola è verità... facciamoLo diventare il nostro migliore amico... Stare con Gesù per coccolarLo anche un po' non è una perdita di tempo!

Proviamo allora a vivere i nostri giorni con Cristo amandoLo con cuore sincero, ascoltando e mettendo in pratica la Sua parola, mettendoLo al primo posto nella nostra vita. Allora, un bel giorno, anche noi potremo sentire le sue parole rivolte a noi: “Brava... hai scelto la parte migliore, che non ti sarà tolta”.
Pace e bene







sabato 20 luglio 2019

Dal Vangelo di Oggi: Mt 12,14-21 Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia.



Vangelo di Oggi:20 Luglio 2019 Mt 12,14-21 Il suo amore è per sempre.

PRIMA LETTURA  
Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dalla terra d'Egitto. 
Dal libro dell'Esodo 12,37-42
In quei giorni, gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot, in numero di seicentomila uomini adulti, senza contare i bambini. Inoltre una grande massa di gente promiscua partì con loro e greggi e armenti in mandrie molto grandi. Fecero cuocere la pasta che avevano portato dall'Egitto in forma di focacce àzzime, perché non era lievitata: infatti erano stati scacciati dall'Egitto e non avevano potuto indugiare; neppure si erano procurati provviste per il viaggio. La permanenza degli Israeliti in Egitto fu di quattrocentotrent'anni. Al termine dei quattrocentotrent'anni, proprio in quel giorno, tutte le schiere del Signore uscirono dalla terra d'Egitto. Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dalla terra d'Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione. 
Parola di Dio. 




(Dal Salmo 135) 
R. Il suo amore è per sempre. 
Rendete grazie al Signore perché è buono, 
nella nostra umiliazione si è ricordato di noi, 
ci ha liberati dai nostri avversari. R. 
Colpì l'Egitto nei suoi primogeniti, 
da quella terra fece uscire Israele, 
con mano potente e braccio teso. R. 
Divise il Mar Rosso in due parti, 
in mezzo fece passare Israele, 
vi travolse il faraone e il suo esercito. R. 

 

CANTO AL VANGELO (2Cor 5,19) 
R. Alleluia, alleluia. 
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo, 
affidando a noi la parola della riconciliazione. 
R. Alleluia. 


VANGELO 
Impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 12,14-21
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni». 
Parola del Signore. 




lunedì 15 luglio 2019

La Parola di Dio illumina il nostro cammino: lasciamoci guidare e raggiungeremo il bene più grande

Se volessimo sintetizzare in poche parole la Parola di Dio, oggi potremmo dire che essa ci parla di cammino, sete, acqua … e tutto questo si riferisce a Gesù.



È una Parola che illumina il nostro cammino quaresimale e ci aiuta a comprendere il senso profondo di tutta la vita come un cammino.

Il libro dell’Esodo, nella prima lettura, racconta come, una volta entrato nel deserto, ciò di cui soprattutto il popolo soffriva era «la sete per mancanza di acqua».

In effetti, nel deserto, prima ancora che di fame, si soffre di sete.

Israele, che pure ha vissuto e sperimentato la grazia di Dio, la sua opera meravigliosa che con mano potente l’ha liberato dall’Egitto, per giungere alla terra promessa, e quindi per gustare fino in fondo il compimento dell’opera di Dio, deve attraversare il deserto.

Lì, nel deserto, il cammino si fa duro.

Il deserto è una terra ostile. Nel deserto la vita è ardua, terribilmente ardua, perché manca l’acqua.

Quando lo attraversa, l’uomo ‘prova’ la sete.

Comprendiamo bene come tutto ciò sia una bellissima metafora per interpretare la nostra vita e il desiderio potente che la abita.

Tutti noi, all’inizio della nostra vita, facciamo l’esperienza di un dono che ci precede. Siamo stati donati a noi stessi e qualcuno – di solito i nostri genitori – si è preso cura di noi, con amore.

 All’origine, c’è questa grazia ricevuta in dono.

È come la promessa, l’anticipo di un dono più grande ancora, che ci attende come un compimento. Come per Israele la liberazione dalla causa di schiavitù, che troverà il suo compimento quando giungerà nella terra promessa, così per noi l’origine della vita è come l’anticipo di un bene ancora più grande.

Quale?

Da questo dono nasce il desiderio.

Che cos’è la sete se non la figura del desiderio?

Tra l’origine, i primi benefici di Dio, e il suo compimento, in mezzo, c’è il dramma della vita, C’è l’attraversamento del deserto, c’è la terra arida, c’è la sete.

Il desiderio ’soffre’, perché non è soddisfatto.

Questa è un’esperienza particolarmente dura della nostra vita. Quante volte desideriamo e il nostro desiderio rimane deluso, frustrato!

Da qui la sofferenza, forse la più grande. Da qui anche la tentazione di dubitare che la vita sia un grande desiderio condannato a svanire e a morire.

È proprio questa la tentazione del popolo di Israele: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». È la mormorazione, è la protesta degli Israeliti.

È un’accusa durissima contro Dio: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?». Altro che un Dio salvatore! Questo Dio, dice Israele, ci ha portato fino qui per farci morire. È un Dio di morte, non un Dio di vita.

Messo alla prova, nel tempo difficile del deserto, Israele mette Dio alla prova. Rovescia il gioco. Non ci sta. Non si fida. Accusa. Vuole e pretende che Dio soddisfi tutti i suoi desideri. Non accetta di ‘rimandare’ questa soddisfazione. Non accetta di camminare, in cerca di un’oasi di riposo. No. Ritira la sua fede, se Dio non interverrà a suo favore, subito.

Messi alla prova, mettono Dio alla prova. Non si fidano più. Hanno perso la memoria dei benefici di Dio. Hanno dimenticato la grazia. La loro vita si è inaridita.

L’Esodo racconta che, attraverso Mosè, Dio farà sgorgare l’acqua dalla roccia.

San Paolo, nella seconda lettura, dice che «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato». Qui l’amore di Dio viene paragonato all’acqua che viene riversata in un catino, con grande abbondanza.

La nostra vita, in Gesù che ci dona il suo Spirito, è stata riempita con un amore sovrabbondante. Questa è la «grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo».

Dunque la roccia da cui scaturisce l’acqua nel deserto è simbolo di Gesù. È lui il compimento!

In modo analogo, e con una storia bellissima, il Vangelo ci racconta dell’incontro tra Gesù e una donna samaritana, nei pressi di un pozzo.

È «circa mezzogiorno». L’ora più calda e faticosa della giornata. L’ora della sosta.  

Anche Gesù è «affaticato per il viaggio». Anche lui ha sperimentato la fatica della vita. Anche lui ha sofferto la sete. Anche lui ha sperimentato la potenza del desiderio umano e l’impossibilità a soddisfarlo nell’immediato.

Gesù, dunque, «sedeva presso il pozzo. Immagine folgorante.

Alla fine del racconto apparirà chiaro quel che qui è solo proposto visivamente. Gesù è il pozzo. Lui, che è la sete, lui che è uomo come noi, proprio lui è anche il pozzo. Lui è il compimento di ogni desiderio umano. Lui è la grazia che Dio ha riversato nella storia affascinante e difficile dell’umanità.

A ciascuno di noi, oggi, questo Vangelo chiede di identificarci con questa donna samaritana, che giunge anch’essa al pozzo, «ad attingere acqua».

Sembra un incontro casuale. Ma questo incontro è una vera rivelazione.

Nel dialogo tra Gesù e la samaritana c’è il dialogo di Gesù con ogni uomo. Un dialogo bellissimo, in cui Gesù mostra una capacità veramente ‘divina’ di entrare in relazione autentica con la nostra umanità.

È Lui che inizia il dialogo con la donna: «Dammi da bere».

È Lui che, all’inizio, si mostra bisognoso, perfino povero. È Lui che chiede.

La donna si stupisce. È un uomo, Gesù, e per di più un giudeo. Perché chiede da bere a «una donna samaritana»?

Occorre partire proprio da qui, dallo stupore. Non possiamo non stupirci di un Dio che cammina con noi e condivide la fatica del cammino della vita. Un Dio che condivide la prova.

Gesù si rivela subito. Le parla del «dono di Dio» e le dice che se lei lo conoscesse, lei stessa gli avrebbe chiesto acqua da bere e lui le «avrebbe dato acqua viva». Naturalmente la donna non può capire.

Però questa donna comincia a chiedersi chi sia quest’uomo, anche se all’inizio lo fa quasi con un gesto di sfida: «Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe …?». Gesù insiste.

Vivace, la donna comincia ad essere affascinata da quest’uomo. «Signore – gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».

Adesso è lei che chiede a Gesù, ma lo usa solo per i propri interessi immediati.

Non facciamo così, tante volte, anche noi con Dio? Ci serviamo di lui!

Gesù cambia radicalmente registro. La costringe a mettersi in gioco, fino in fondo. Con le spalle al muro, in un dialogo autentico, Gesù mette questa donna davanti alla verità della sua vita. Ha cambiato molti mariti. È una donna inquieta.

Davanti alle parole di Gesù, però, la donna non si tira indietro. Accetta il dialogo. Addirittura riconosce in Lui «un profeta»!

Allora sposta il dialogo sulle differenze tra giudei e samaritani. È una disputa religiosa: “dove si deve adorare Dio?”.

Gesù le rivela che il problema non è il luogo, ma lo spirito: adorare il Padre, nella verità, nella concretezza della vita.

Alla donna che parla del Messia, alla fine Gesù risponde: «Sono io, che parlo con te».

Questa donna corre in città e alla gente annuncia che, forse, lei ha incontrato «il Cristo».

Anche se la sua fede è solo all’inizio, si fa già testimone. E conduce a Gesù molta gente.

Alla fine, la donna quasi scompare e la gente del villaggio samaritano, crede anch’essa alle parole di Gesù.

Hanno trovato in Lui la Parola.

La samaritana ha riconosciuto in Gesù il pozzo d’«acqua viva», quel pozzo che, solo, può saziare la nostra sete.

O mio cuore, di’ ora a Dio: Cerco il tuo volto.

«Il tuo volto, Signore, io cerco» (Sal 26, 8).
Guarda, Signore, esaudisci, illuminaci, mostrati a noi. Ridonati
a noi perché ne abbiamo bene: senza di te stiamo tanto male.
Abbi pietà delle nostre fatiche, dei nostri sforzi verso di te: non valiamo nulla senza te.


 Samaritana al Pozzo
(Canto del Rinnovamento nello Spirito)

Testo del canto
Sono qui, conosco il tuo cuore,
con acqua viva ti disseterò.
Sono io, oggi cerco te,
cuore a cuore ti parlerò.
Nessun male più ti colpirà
l tuo Dio non dovrai temere.
Se la mia legge in te scriverò,
al mio cuore ti fidanzerò
e mi adorerai in Spirito e Verità.

Musica e testo
A. De Luca, B. Conte