martedì 15 dicembre 2020

Il Vangelo - Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito

DAL VANGELO SECONDO LUCA 


( 7,19-23 )



Sstillate cieli dell'alto e le nubi facciamo piovere il giusto



PRIMA LETTURA

Stillate, cieli, dall'alto.

Dal libro del profeta Isaia 45,6b-8.18.21b-25

«Io sono il Signore, non ce n'è altri. Io formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e provoco la sciagura; io, il Signore, compio tutto questo. Stillate, cieli, dall'alto e le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia. Io, il Signore, ho creato tutto questo».

Poiché così dice il Signore, che ha creato i cieli, egli, il Dio che ha plasmato e fatto la terra e l'ha resa stabile, non l'ha creata vuota, ma l'ha plasmata perché fosse abitata: «Io sono il Signore, non ce n'è altri. Non sono forse io, il Signore? Fuori di me non c'è altro dio; un dio giusto e salvatore non c'è all'infuori di me. Volgetevi a me e sarete salvi, voi tutti confini della terra, perché io sono Dio, non ce n'è altri. Lo giuro su me stesso, dalla mia bocca esce la giustizia, una parola che non torna indietro: davanti a me si piegherà ogni ginocchio, per me giurerà ogni lingua». Si dirà: «Solo nel Signore si trovano giustizia e potenza!». Verso di lui verranno, coperti di vergogna, quanti ardevano d'ira contro di lui. Dal Signore otterrà giustizia e gloria tutta la stirpe d'Israele.

Parola di Dio.





CANTO AL VANGELO


R. Alleluia, alleluia.

Alza la tua voce con forza, 

tu che annunci liete notizie;

ecco, il Signore Dio viene con potenza.

R. Alleluia.



VANGELO

Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito.

Dal Vangelo secondo Luca 7,19-23

In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?"». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

Parola del Signore.


PREGHIERA

Benedetto sei tu, Signore, che dai senso alla storia; benedetto sei tu per i giorni che verranno, la cui vanità sarebbe insopportabile se tu non venissi a riempirli. Benedetto sei tu, Dio dei vivi, che fecondi segretamente nell'ombra dello Spirito. Benedetto sii tu per i cammini sotterranei e per le insperate risalite. Benedette siano la tua carità, che tutto perdona e tutto giustifica, e la tua chiaroveggenza amorosa che ti acceca e ti fa dimenticare il peccato degli uomini. Concedici di amare fino a dimenticare la pesantezza dei nostri peccati e il peso opprimente della storia, perché possiamo meravigliarci davanti all'opera perfetta della redenzione. 



Mercoledì – 3° Avvento

Meditazione sul Vangelo di  Lc 7,19-23

Sei Tu colui che deve venire?

La festa del Redentore è vicina. Ma la sua grazia è già presente a sostenerci, giorno per giorno, liberandoci dal male così intimo e così ostinato. Solo dopo questa liberazione ci saranno dati i beni eterni. In particolare, siamo chiamati a riconoscere questa forza liberatrice all’Eucaristia. Il Vangelo di oggi ci ricorda che nonostante le apparenze, è proprio Gesù di Nazaret, il Messia. Se Giovanni avesse qualche incertezza, la conferma viene dai segni che Gesù compie, cioè i miracoli annunziati per il tempo del Messia, per il tempo del Vangelo. Ma occorre credere, altrimenti, inesorabilmente, si inciampa.

Nel brano evangelico di oggi, Giovanni fa a Gesù una precisa domanda, che i due inviati ripetono alla lettera; di qui la sua importanza. Solo chi non è mai stato sfiorato dal dubbio non sente il bisogno di chiedere a Gesù: «Sei tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettarne un altro? ». Cioè: “Sei tu il Messia?”. Per il narratore è chiaro che lo è, perché designa Gesù come il Signore. Ma per noi suoi lettori, è sufficiente quanto ha detto fin qui, per esprimere un simile atto di fede? E allora mettiamoci nei panni di Giovanni Battista che, nell’attesa del Messia, attendeva una venuta immediatamente seguita dal giudizio e, secondo le aspettative del tempo, dalla fine della storia. Gesù non nega la sua qualità di giudice escatologico; già altre volte si è designato come il Figlio dell’uomo. Ma a questa verità aggiunge che Lui e i Suoi devono prima vivere e rivelare che la storia è ora caratterizzata da Dio e visita il Suo popolo per salvarlo, una visita che è espressione della compassione di Dio, che Egli rivela guarendo i malati, donando il perdono e facendolo testimoniare dai Suoi discepoli. La gloria è un tempo di salvezza, non di condanna. In essa si deve rivelare che Dio è buono con tutti e che per essere in sintonia con Lui, è necessario essere pieni di bontà, come Dio è pieno di bontà. Chi medita su questa vera realtà dei tempi messianici, realtà annunciata dai profeti, sarà beato e non si scandalizzerà di Lui, cioè (tale è il senso del verbo scandalizzare) non perderà la sua fede in Lui. Gesù non risponde con un “sì” o con un “no” alla domanda del Battista, lo invita piuttosto, a riflettere su quello che ha fatto e fa, perché la vera fede nasca in lui, da profonde convinzioni. Perché Gesù è più che certo che il Battista capirà. 


PAROLE PER IL SANTO PADRE


“Dov’è la mia fiducia? Nel potere, negli amici, nei soldi? Nel Signore! Questa è l’eredità che ci promette il Signore: ‘Lascerò in mezzo a te un popolo umile e povero, confiderà nel nome del Signore’. Umile perché si sente peccatore; povero perché il suo cuore è attaccato alle ricchezze di Dio e se ne ha è per amministrarle; fiducioso nel Signore perché sa che soltanto il Signore può garantire una cosa che gli faccia bene. E davvero che questi capi sacerdoti ai quali si rivolgeva Gesù non capivano queste cose e Gesù ha dovuto dire loro che una prostituta entrerà prima di loro nel Regno dei Cieli”. (Santa Marta, 15 dicembre 2015).