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giovedì 12 dicembre 2019

Il Vangelo di Dicembre 2019; Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Giovedì – 2.a Avvento Lc 1,26-38

IMMACOLATA CONCEZIONE B. VERGINE MARIA (s)




PREGHIERA DEL MATTINO

Vergine Maria, ti riconosco Madre di Gesù e Madre mia. Ti ringrazio per il sì con cui hai accolto il Salvatore, pronunciandolo anche per me. Ti ringrazio perché sei rimasta fedele al tuo Figlio fino alla sua morte di croce e hai aderito al suo sacrificio anche a nome mio. Grazie perché nel cenacolo, unita agli Apostoli, hai chiesto e ottenuto di ricevere il dono dello Spirito Santo che un giorno sarebbe stato riversato su di me. Prego oggi che il popolo nato dal tuo amore e dalla tua fede e che ti proclama beata, porti il dono del Figlio tuo fino ai confini della terra, per l'avvento del suo regno, a gloria del Padre, per la potenza dello Spirito Santo. Amen!




PRIMA LETTURA
Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.
Dal libro della Genesi 3,9-15.20
[Dopo che l'uomo ebbe mangiato del frutto dell'albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». L'uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.
Parola di Dio.





CANTO AL VANGELO (cf. Lc 1,28.42)
Alleluia, alleluia.
Rallègrati, piena di grazia,
il Signore è con te, benedetta tu fra le donne.
Alleluia.




VANGELO 
Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.
+ Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore.






SECONDA LETTURA 
In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 1,3-6.11-12
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
Parola di Dio"






Giovedì – 2.a Avvento
Meditazione sul Vangelo di Mt 11,11-15

Più grande di Giovanni.

 Sorprendono le parole di Gesù che indicano Giovanni Battista come il più grande tra i nati di donna, mentre  nello stesso tempo dichiarano che il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Giovanni appartiene al chiaroscuro della preparazione, mentre i piccoli del Vangelo vedono già la luce del Regno di Dio. Quell’abbondanza di vita e di prosperità che nel profeta Isaia viene solo promessa, in Gesù e nella realizzazione del suo Regno trova chiara luce e pieno compimento.

La distanza fra l’attesa e il compimento, fra la domanda e la risposta, tra l’uomo che cerca e Dio che viene incontro: questo segna la differenza tra il Battista e chi incontra Gesù. È la distanza tra l’anelito dell’uomo che cerca e la pace dell’uomo che ha trovato, anzi, è stato trovato da Cristo. Il cuore dell’uomo è attesa. «Siamo fatti per te ed il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te», ci ripete sant’Agostino. Tutte le religioni inventate dall’uomo sono espressioni diverse del grande cantiere della storia, dove gli uomini costruiscono ponti per cercare di raggiungere con le proprie forze l’eterno e l’assoluto. Ma ad un certo momento si fa avanti un uomo che dice: “Fermatevi: il vostro sforzo è nobile, la vostra ricerca interessante e audace. Sono io colui che voi cercate”. Quest’immagine, suggerita da don Giussani, esprime la differenza tra il senso religioso, che è anelito e ricerca, e la fede cristiana, che è la risposta realizzata in Gesù. Il senso religioso è connaturale all’uomo: esprime il bisogno di infinito e la dipendenza dall’assoluto, inestirpabili dal cuore dell’uomo. Ne è segno anche tutta la ricerca affannosa e incerta di felicità che può condurre l’uomo fino all’abisso della disperazione, o magari fino a intravedere la risposta che può giungere nel mare della vita per mezzo della barca di un Dio, come già aveva intuito il grande filosofo Platone. Anche Leopardi arriva a immaginare – e forse a sperare – che la donna amata rappresenti la raffigurazione terrestre “dell’eterne idee”. Giovanni Battista, giunto alla soglia del compimento, aveva visto l’aurora che precede il sole, ne aveva colto il primo raggio e l’aveva indicato agli uomini. Ma sono i poveri e i peccatori che, amati e perdonati, seduti a mensa con Cristo hanno visto il deserto trasformato in lago d’acqua, la terra arida attraversata da torrenti, e si sono deliziati per la presenza dell’Amato.

Commento:

Se si è accecati spiritualmente dai propri peccati, non si potrà aiutare nessuno a guidarlo verso Dio, saranno un cieco alla guida di un cieco. Gesù toglie questa cecità con la Sua Parola, che è parola di giustizia e misericordia. È proprio dalle parole sincere che si vede cosa un uomo ha nel cuore, e da ciò che ha nel cuore trarrà il suo buono o cattivo frutto, per sé stesso e per gli altri. Dalle parole che diremo saremo giudicati, dirà Gesù in un altro passo, da quelle che usciranno dal cuore, dove risiede la vera essenza di ognuno che potranno edificare o distruggere, perché la parola è vita per l’uomo: una buona parola può ridare vigore, una cattiva parola può annientare. La Parola di Dio, che è pane per la nostra anima, è quel nutrimento senza il quale il solo pane non sazia.


Nel Nome di Dio’ Pace & Bene.




domenica 13 ottobre 2019

Dal Vangelo Ottobre; Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.

Gioite, giusti, nel Signore.

PREGHIERA DEL MATTINO
O Dio, Padre nostro, nella santissima Vergine Maria ci hai dato un modello di vita nella fede. Maria è beata perché ha creduto e ha avuto pienamente fede in te. Accettando con un cuore immacolato il tuo Verbo eterno, Maria l'ha concepito nel suo grembo verginale, e l'ha avvolto nel suo amore materno. Maria ha compreso meglio di tutti le parole pronunciate dal suo Figlio e le ha messe in pratica in modo perfetto. Per questo Maria gli è la più cara fra tutti gli esseri umani, in quanto serva di Dio che sa ascoltare e credere.

VANGELO
Beato il grembo che ti ha portato! Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Luca 11,27-28
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Parola del Signore.


PREGHIERA DELLA SERA
Maria, Madre del Signore Gesù Cristo, tu hai sentito queste parole dalla bocca di santa Elisabetta: "Benedetta tu fra le donne". E il tuo Figlio ti benedice perché, come lui, tu hai ascoltato la parola di Dio e l'hai osservata durante tutta la tua vita. Per questo ti sei mostrata la migliore fra i suoi discepoli. Con gioia, ripeto le parole dell'angelo e di santa Elisabetta: "Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra tutte le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù...". Insegnami ad ascoltare le parole di Dio, che Cristo ha annunciato e aiutami a metterle in pratica durante tutta la mia vita.

Meditazione sul Vangelo di Lc 11,29-32
Giona e il segno.
Gesù Cristo è un mistero, è il mistero di Dio e non tutti possono riconoscerlo, solo coloro che hanno un cuore aperto e ben disposto. Gesù ha già attraversato molte città predicando, guarendo, compiendo segni. Tutta la sua attività è rivolta alla salvezza dell’uomo. Fa uso della sua capacità taumaturgica pe aiutare le folle a riconoscerlo come Messia, come il Figlio inviato dal Padre per salvare il mondo. Per questo Gesù replica a «questa generazione» che chiede un segno per poter credere in lui, ammonendola che non sarà concesso altro segno se non la sua stessa persona e la sua stessa vita. Oggi, accade anche a noi e ai nostri contemporanei di non riconoscere o di respingere il segno che è Gesù. Cristo è esigente e talvolta ci chiede di fare un salto nel vuoto cioè di credere in lui malgrado la  nostra “ottusità, di sperare contro ogni speranza, di amarlo al di sopra di tutto, perfino di noi stessi. Abituati alla falsa prudenza  di un mondo materialista e relativistico, chiediamo a Cristo un segno, per poter credere in lui e incontriamo il suo monito  chiaro e fermo: non vi sarà dato un altro segno se non quello  Giona. Il segno del cristiano è il segno della croce, è il paradosso del morire per avere la vita, del perdersi per trovarsi, il distaccarsi da tutto per possedere l’unica cosa necessaria. Lo comprese bene la grande riformatrice del Carmelo, santa Teresa di Gesù. Lei stessa ci riferisce nella sua Autobiografia come solamente per mezzo di una grazia Speciale il Signore le fece conoscere le terribili sofferenze che patì durante la flagellazione; e la Santa si valse di questo insegnamento per crescere nella virtù. Chiediamo al Signore, per intercessione di Santa Teresa di Gesù, la grazia di conoscere più intimamente Cristo ed essere disposti a dare la vita per amor suo.



Nel Nome di Dio” Pace & Bene 

martedì 8 ottobre 2019

Dal Vangelo; Chi è il mio prossimo?



Lunedì 7 Ottobre 2019
Beata V. Maria del Rosario Lc 10,25-37
Signore, hai fatto risalire dalla fossa la mia vita.

PRIMA LETTURA 
Giona invece si mise in cammino per fuggire lontano dal Signore.
Dal libro del profeta Giona 1,1- 2,1.11
In quei giorni, fu rivolta a Giona, figlio di Amittài, questa parola del Signore: «Àlzati, va' a Nìnive, la grande città, e in essa proclama che la loro malvagità è salita fino a me». Giona invece si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s'imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore. Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e vi fu in mare una tempesta così grande che la nave stava per sfasciarsi. I marinai, impauriti, invocarono ciascuno il proprio dio e gettarono in mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più in basso della nave, si era coricato e dormiva profondamente. Gli si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: «Che cosa fai così addormentato? Àlzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo». Quindi dissero fra di loro: «Venite, tiriamo a sorte per sapere chi ci abbia causato questa sciagura». Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. Gli domandarono: «Spiegaci dunque chi sia la causa di questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?». Egli rispose: «Sono Ebreo e venero il Signore, Dio del cielo, che ha fatto il mare e la terra». Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: «Che cosa hai fatto?». Infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva lontano dal Signore, perché lo aveva loro raccontato. Essi gli dissero: «Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?». Infatti il mare infuriava sempre più. Egli disse loro: «Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia». Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano, perché il mare andava sempre più infuriandosi contro di loro. Allora implorarono il Signore e dissero: «Signore, fa' che noi non periamo a causa della vita di quest'uomo e non imputarci il sangue innocente, poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere». Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia. Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e gli fecero promesse. Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. E il Signore parlò al pesce ed esso rigettò Giona sulla spiaggia.
Parola di Dio.




CANTO AL VANGELO (cf. Gv 13,34)
R. Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
R. Alleluia.





VANGELO
Chi è il mio prossimo?
+ Dal Vangelo secondo Luca 10,25-37
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: "Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno". Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di co! lui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' così».
Parola del Signore.



Meditazione sul Vangelo di Lc 10,38-42

La parte migliore.

Gesù visita la casa di Marta e Maria, due sorelle che accolgono con grande gioia il Signore. Ciascuna a modo suo si sforza di farlo nel modo migliore: Marta spendendosi nel servizio, Maria sedendo ai suoi piedi per ascoltare ogni sua parola.

In genere, si può essere portati a interpretare troppo facilmente il vangelo di oggi, affermando che in esso Gesù voglia raccomandare la preminenza della preghiera rispetto all’azione. Questa può essere  un’interpretazione incompleta. È vero che gli evangelisti ci riferiscono di molte occasioni in cui il Maestro si ritira per pregare il Padre suo, magari per tutta la notte. Poi, però, lo vediamo subito intraprendere la sua opera di salvezza: guarisce, predica, perdona i peccati, scaccia i demoni. Il rimprovero rivolto a Marta per il suo essere indaffarata, non è provocato tanto dal fatto che sia tutta intenta a lavorare, quanto piuttosto perché, dal tono della sua richiesta a Gesù, pare che lei gli chieda di poter appagare il suo egoismo: Marta vorrebbe che Maria le obbedisse. Il nostro scopo come “discepoli” di Gesù è sempre quello di restare fedeli alla parola del Signore. Sia nella preghiera che nel lavoro. non deve mai mancare l’unione con Lui. In entrambi i casi possiamo assumere l’atteggiamento di Maria di fronte al Signore: quando preghiamo, ascoltiamo attentamente le sue parole, per conoscere la sua volontà per la nostra vita; e, quando lavoriamo, possiamo allo stesso modo fare del nostro lavoro una preghiera a Dio. Si tratta di mettere in pratica il principio cristiano secondo cui si deve essere “contemplativi e missionari”. Ciò aiuta davvero a mantenere la serenità e la pace interiori. Vi sono persone che sono attivissime, che devono continuamente passare da un’occupazione all’altra, ma interiormente vivono in una pace profonda, in una segreta contemplazione, perché mantengono davvero il loro cuore vicino al Signore. Queste persone hanno capito che la forza per fare ogni cosa viene dalla preghiera e dall’unione con Gesù. Analizziamo un giorno qualsiasi della nostra vita e domandiamoci: quanto tempo dedico alla preghiera? Quando svolgo un qualsiasi compito, chiedo aiuto al Signore o lo faccio “da solo”? Quando mi trovo di fronte ad una difficoltà rivolgo il pensiero a Cristo, o mi limito a impegnarmi di più? Se si presenta una tentazione, lotto “da solo” o cerco l’aiuto della grazia di Dio? Quando prego, affido al Signore le mie opere, le mie incombenze, il mio apostolato?


VIVERE LA PAROLA DI OGGI
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lunedì 22 luglio 2019

Dal Vangelo secondo Giovanni 20,1-2.11-18 CATTOLICO

Santa Maria Maddalena, festa



Cantico dei Cantici 3,1-4a.
Così dice la sposa:
“Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l’amato del mio cuore;
l’ho cercato, ma non l’ho trovato.
“Mi alzerò e farò il giro della città;
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l’amato del mio cuore”.
L’ho cercato, ma non l’ho trovato.
Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda:
“Avete visto l’amato del mio cuore?”.
Da poco le avevo oltrepassate,


Salmi 63(62),2.3-4.5-6.8-9.
O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco,
di te ha sete l’anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta, arida, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode.

Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.

A te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia
e la forza della tua destra mi sostiene.



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,1-2.11-18.
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».

Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.

Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto».

Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.

Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo».

Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro!

Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro».

Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.


Parola del Signore…

Riflessione

Gesù non è stato riconosciuto dalla persona che più Lo aveva amato, dopo la Madre Santissima, e che a Lui doveva la guarigione da una immoralità illimitata e la liberazione dei demoni dal suo corpo. Maria Maddalena sorella di Lazzaro e Marta ha condotto per diversi anni una vita dissoluta, fino a diventare una prostituta per svago... A Lei non occorreva denaro, la sua famiglia possedeva ricchezze.

In questo caso vediamo che la vita altamente peccaminosa ha permesso ai diavoli di prendere il possesso del suo corpo, diventando una posseduta, vivendo in lei e togliendole ogni possibilità umana di ravvedersi. Con il tempo trascorso nei peccati gravissimi, aumentava il pesante carico dei peccati commessi da Maria Maddalena e gli scandali.

Le testimonianze degli esorcisti sono chiare sulla presenza dei diavoli nelle persone possedute. Non solamente avvengono per le fatture e le potenti maledizioni dei cattivi, le cause sono anche le sedute spiritiche, le frequentazioni di maghi e fattucchiere, l’odio verso altri, le opere vendicative, la personale dedizione all’occultismo, i peccati gravi ripetuti e non confessati.

Il cattolico che non si confessa e legge queste cause non rimane contento, ma queste sono alcune delle cause delle possessioni diaboliche.

Maria Maddalena era risoluta e sfrontata quando si allontanò dalla casa paterna, un agire che oggi rientra nella norma, a quel tempo suscitava un grande scandalo. Ella non controllava le tentazioni sessuali, era in balìa del Male e la mente sconvolta non le permetteva di pregare Dio e di superare gli impulsi carnali.

Chi non prega è sempre vinto dalle tentazioni, la sua vita scivola di continuo verso il buio delle tenebre e della confusione.

Con i peccati si distrugge l’armonia interiore, l’equilibrio voluto da Dio, mentre i cristiani che praticano il rinnegamento, ricevono abbondanti Grazie.

Chi sostiene che oggi è difficile non peccare di continuo per quello che offre la società, sbaglia e lo dice il Vangelo. «Tutto è possibile per chi crede» (Mc 9,23). Chi chiede umilmente a Gesù la forza superiore alle tentazioni che patisce e il suo aiuto per vincerle, riesce davvero a superare qualsiasi seduzione!

Ogni volta che si vince una tentazione sessuale, nel cristiano aumenta la Grazia di Dio, si diventa sempre più simili a Lui.

Se Maria Maddalena avesse pregato bene, non sarebbe giunta a fare la prostituta.

Dopo la sua conversione ottenuta per le preghiere di Lazzaro e Marta ma promessa da Gesù in largo anticipo, Maria Maddalena divenne una grande Santa per l’amore totale verso il Signore, vedendolo come suo Salvatore e Guaritore.

Non solo si è convertita, Ella ha scoperto il Volto di Dio e Lo ha adorato intensamente. Visse per osservare la Parola di Gesù e si elevò nella santità.

Gesù a casa di Simone il fariseo spiegò il motivo del perdono dei peccati della donna che gli baciava i piedi ed era Maria Maddalena.

«Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco» (Lc 7,44-47).

S’intende che ha molto amato Gesù, un purissimo amore che ha cancellato tutti i suoi vergognosi peccati. Tanto è capace di compiere l’amore e quando avviene la vera conversione si rimane meravigliati nel percepire una pace intensa, una gioia interiore presente anche quando si soffre.

Maria Maddalena vinta dalla Grazia, comprese l’abisso in cui era finita, si rinnegò e riuscì a cambiare vita, mortificando l’amor proprio.

Nella Santa di oggi troviamo quei passaggi indispensabili per mettere al primo posto Gesù, continuando a vivere la vita ordinaria ma in modo straordinario. Questo è sempre possibile se l’intenzione è pura e si ricerca sinceramente la gloria di Dio. Bisogna principalmente rinnegare la gloria umana.

Questo ha compiuto Santa Maria Maddalena e le lacrime effuse quando cercava inconsolabilmente Gesù morto, testimoniano la sua grandeFede. 

La Santa è forse tra i comuni mortali la testimone principale dell’Amore di Dio, capace di trasformare una prostituta in una grande Santa.

Gesù apparve a Maria Maddalena perché Ella era riuscita ad adorare il Signore rinnegandosi pienamente. Questa è la vera prova dell’amore.

Tutti i Santi hanno lottato ottenendo risultati meravigliosi. Occorre decisione e molta spiritualità per mortificare e dominare l’orgoglio!

1 Ave Maria per Padre Giulio






domenica 21 luglio 2019

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 10, 38-42 - Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.

Lc 10, 38-42  Chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda.


 

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. 
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».


Parola del Signore


Riflessione

Marta e Maria... ecco l'esempio di una vita attiva e di una vita contemplativa...
Marta però, a differenza di Maria, ha avuto un attimo di défaillance!... Andiamo con ordine, Gesù è ospite a casa dei suoi cari amici, Marta, Maria e Lazzaro. L'evangelista Luca precisa che Marta ospitò Gesù... quindi l'iniziativa era partita da lei. Questo è molto lodevole, ma poi... come si dice: dalle stelle alle stalle!!!

Marta, così come suo fratello e sua sorella, amava molto Gesù e voleva accoglierlo nel modo migliore. Prepara un pranzetto con i fiocchi... Proprio come facciamo noi quando invitiamo qualche amico a casa nostra; cerchiamo di preparare delle prelibatezze e naturalmente esageriamo nei preparativi... Così succede che, essendo indaffarati a fare mille piatti, si lascia l'amico in “cantina”... si parla con lui in modo distratto e non lo si ascolta a dovere. E il bello è che poi l'amico si sente dire: "Oh, non lo sapevo, non me lo avevi detto!...", ma come? - Dice l'amico - "...era ore che parlavo!!!"...
Ecco cosa succede quando si invita qualcuno e poi si continua tranquillamente a svolgere i servizi di casa. Alla faccia dell'ospitalità!!! Siamo dei fenomeni!!! Vogliamo sempre strafare... Invece, quando si ospita un amico, forse lui preferirebbe mangiare anche solo un pezzetto di pane e formaggio per poter parlare e dialogare in libertà; un pranzo megagalattico serve solo a farlo stare sul divano come un candelabro!!!

Maria invece si siede ai piedi di Gesù e fa gli onori di casa. Possiamo dire che pendeva dalle sue labbra! E sua sorella che fa?... Sgrida Gesù... è bellissimo!!! Non ci voleva che questo per allietare la festa!!! Non solo, gli dice pure di intervenire, ossia pretende di insegnargli quello che deve fare... Eh, caro Gesù, meno male che c'era Marta che ti consigliava, altrimenti saresti stato proprio in un bel pasticcio!!! - Marta, Marta!!!...

Diceva bene San Bernardo: “Alcuni sono mansueti finché le cose vanno a proprio genio, ma appena sono toccati da qualche avversità o contraddizione, subito si accendono e cominciano a fumare come il monte Vesuvio”. Io direi che Marta era talmente contrariata che sbuffava come un treno in salita!!!
Ma Gesù non si fa impressionare da tanto fumo e con dolcezza le dice: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». Non è un rimprovero severo quello di Gesù, altrimenti non avrebbe detto per due volte: "Marta, Marta...".

Il problema di Marta era che, anche se si dava da fare per il Signore, le sue esclamazioni rivelavano che in fondo al cuore c'era tanta ansia e preoccupazione, e questo la dice lunga...
Quando infatti facciamo qualcosa per Dio e abbiamo ansia, significa che pensiamo un pochetto a noi stessi... allora ci domandiamo: "E se non va bene?... E se non mi riesce?... E se faccio brutta figura?...". Ecco i nostri pensieri!!! Siamo sempre concentrati sul nostro io... Chi al contrario fa le cose per Dio: sta in pace, niente lo turba, e se non riesce a fare tutto accetta i suoi limiti senza colpevolizzarsi troppo. Dobbiamo sempre accettare i nostri limiti e la nostra pochezza e volerci bene ugualmente; questo atteggiamento è gradito a Dio. Diceva Sant'Alfonso Maria di Liquori in “Pratica di amare Gesù Cristo”: “Chi opera per la sola gloria di Dio, anche se non riuscisse, non si turba affatto. Ha già raggiunto lo scopo; dar gusto a Dio, avendo fatto tutto con retta intenzione”.
Gesù oggi ci invita a distinguere ciò che è importante da ciò che è meno importante. Proviamo allora a riflettere su quello che ogni giorno facciamo e come lo facciamo, perché non basta fare delle cose buone, bisogna farle anche bene. Ma cosa significa fare le cose bene?... Fare tutto per la gloria di Dio senza metterci il proprio io!!!...
Quando facevo volontariato al 118 rendevo un servizio lodevole, ma era un pochetto inquinato dal mio io, perché mi compiacevo un po' troppo della mia bravura... Quindi, mi sa che in quel periodo non ho guadagnato molti punti per il paradiso!!! Rimedieremo!!!...

Spesso poi vogliamo affrontare troppe cose contemporaneamente, così ci facciamo prendere dall'agitazione e dall'ansia; il risultato è che inevitabilmente trasmetteremo agitazione e ansia anche a chi ci sta intorno. E' come se il mondo dipendesse esclusivamente da noi e da ciò che facciamo... come se, senza il nostro servizio, il mondo si fermasse... Come siamo presuntuosi!!!
Non solo, generalmente, con questo atteggiamento tendiamo anche a mettere in evidenza i comportamenti a nostro avviso poco efficienti e sbagliati degli altri... Diciamo: "Devo fare tutto io, altrimenti nessuno lo fa... o se lo fa lo fa male... meno male che ci sono io...".

Ahimè... questi atteggiamenti non sono molto graditi a Gesù, perché, anche se si fanno delle opere per Lui, il cuore è troppo affollato da brontolii, ansie, preoccupazioni, mormorii... Ci sono troppi inquilini!!! Gesù ama la tranquillità e vuole essere l'unico ad abitare nel nostro cuore!!!
Chiediamo al buon Dio di aumentare la nostra fede e di non farci sprecare tempo in tante stupidaggini, che ci attirano tanto, ma non sono utili alla nostra santità.

Poniamoci di più in ascolto ai piedi di Gesù, perché la Sua Parola è vita... pendiamo dalle Sue labbra come ha fatto Maria, perché la Sua Parola è verità... facciamoLo diventare il nostro migliore amico... Stare con Gesù per coccolarLo anche un po' non è una perdita di tempo!

Proviamo allora a vivere i nostri giorni con Cristo amandoLo con cuore sincero, ascoltando e mettendo in pratica la Sua parola, mettendoLo al primo posto nella nostra vita. Allora, un bel giorno, anche noi potremo sentire le sue parole rivolte a noi: “Brava... hai scelto la parte migliore, che non ti sarà tolta”.
Pace e bene







venerdì 31 maggio 2019

Vangelo di Oggi: 31 Maggio 2019


La Parola di Venerdì 31 Maggio 2019
S. Silvio di Tolosa; S. Petronilla
VISITAZIONE B. V. MARIA
Sof 3,14-17 opp. Rm 12,9-16b; Cant. Is 12,2-6; Lc 1,39-56
Grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.



PRIMA LETTURA  

Il re d'Israele è il Signore in mezzo a te. 
Dal libro del profeta Sofonia 3,14-18
Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d'Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia». 
Parola di Dio. 



SALMO RESPONSORIALE (Is 12,2-6) 
R: Grande in mezzo a te è il Santo d'Israele. 
Ecco, Dio è la mia salvezza; 
io avrò fiducia, non avrò timore, 
perché mia forza e mio canto è il Signore; 
egli è stato la mia salvezza. R.
Attingerete acqua con gioia 
alle sorgenti della salvezza. 
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, 
proclamate fra i popoli le sue opere, 
fate ricordare che il suo nome è sublime. R.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, 
le conosca tutta la terra. 
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, 
perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele. R.



CANTO AL VANGELO (cf. Lc 1,39.44) 
Alleluia, alleluia. 
Beata sei tu, o Vergine Maria, che hai creduto: 
in te si è adempiuta la parola del Signore. 
Alleluia. 




VANGELO  
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente: ha innalzato gli umili. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. 
Parola del Signore. 




OMELIA 
L'"Ave Maria", la preghiera con cui salutiamo ed invochiamo la Vergine, iniziata dall'Angelo Gabriele, è oggi proseguita e completata da Elisabetta. La prescelta da Dio per essere la madre del Signore, colei che concepirà il Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo, ha saputo dal messo divino che anche Elisabetta, che tutti dicevano sterile, è ormai prossima alla maternità. La Madre di Dio, che si era professata "la serva del Signore", ora la vediamo salire in fretta verso la montagna per raggiungere la sua parente e diventare la sua serva. Splende l'umiltà di Maria, brilla di luce vera nel suo cuore purissimo l'amore del Signore; è piena di grazia, lo Spirito Santo è sceso su di lei, la potenza dell'Altissimo l'ha adombrata, ora sollecita e quasi ignara della sublime dignità a cui Dio stesso l'ha innalzata, deve testimoniare lo stesso amore ad Elisabetta, deve prestare a lei quegli umili servizi di cui ogni mamma ha bisogno prima del parto. Proprio da questa testimonianza è della completa disponibilità di Maria, proprio nel dare gratuitamente amore, anche ciò che è arcano, velato nel mistero e chiuso nel segreto del cuore, si svela in un incontro di due anime votate a Dio e illuminate dallo steso Spirito. Al saluto di Maria esulta il bambino nel grembo di Elisabetta. Lei, piena di Spirito Santo, riconosce nella giovane parente "la madre del Signore" e la proclama "benedetta fra tutte le donne" perché ha creduto alla parola del Signore. Esplode in un canto di lode e di ringraziamento la vergine Maria: canta e magnifica il Signore, esulta in Dio salvatore, perché ha posato il suo sguardo di compiacenza sulla sua povertà. Ora più nulla può nascondere Maria e la sua "beatitudine" dovrà essere proclamata nei secoli futuri. La misericordia divina sta per espandersi sul nostro mondo per tutti coloro che, con la stessa umiltà di Maria, accoglieranno i doni di Dio. L'incarnazione del Verbo viene a cancellare la superbia degli uomini e ad esaltare gli umili. La grande promessa di salvezza definitiva ed universale, scandita da Dio sin dal principio, ora si compie, sta per nascere nel grembo della vergine Maria. I motivi della gioia vengono lanciati dal quel canto a tutta l'umanità, l'esultanza di Maria si trasferisce alla Chiesa del suo Bambino, che ancora ogni giorno al calar del sole, con le stesse parole, con la stessa gioia canta il suo "Magnìficat". Abbiamo imparato da lei e ci verrà confermato da Cristo stesso che i privilegi divini non vengono dati per una personale esaltazione, ma per la gloria di Dio e per l'edificazione del nostro prossimo. Maria, la benedetta fra tutte le donne, la Madre del Signore, prima del suo Gesù, insieme a lui, portato in grembo, sale la montagna per essere la serva di Elisabetta e la nostra serva, assumendo così il suo ruolo di Madre della Chiesa, prima ancora che il suo Figlio, morente sulla croce, la proclamerà tale. (Padri Silvestrini)




L'anima mia magnifica il Signore * 
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *
e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. 




sabato 11 maggio 2019

Mese Maggio 08 Marzo 2019 di Maria Santissima




MAGGIO IL MESE DI MARIA
Maggio il mese di Maria Santissima 08 Marzo 2019

" O bellissima e dolcissima fanciulla,
o giglio spuntato fra le spine.
Da te incominci

a la salvezza del mondo !"
OFFERTA DELLA GIORNATA A MARIA
O Maria, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra dolcissima,
siamo qui ai tuoi piedi mentre sorge un nuovo giorno,
un altro grande dono del Signore.
Deponiamo nelle tue mani e nel tuo cuore tutto il nostro essere.
Noi saremo tuoi nella volontà, nel cuore, nel corpo.
Tu forma in noi con materna bontà in questo giorno una vita nuova,
la vita del tuo Gesù.
Previeni e accompagna o Regina del Cielo,
anche le nostre più piccole azioni con la tua ispirazione materna
affinché ogni cosa sia pura e accetta
al momento del Sacrificio santo e immacolato.
Rendici santi o Madre buona; santi come Gesù ci ha comandato,
come il tuo cuore ci chiede e ardentemente desidera. Così sia.





 Speciale Maggio 

 
Dal Carmelo di Parma.

Come la maggior parte delle grandi tradizioni popolari, la "marianità" del mese di maggio 
non ha un "inventore" ma è piuttosto il risultato di una armoniosa fusione di tradizioni svariate.
A questo proposito potremmo dire che l'abbinamento maggio-Maria è una felicissima forma di inculturazione, 
intesa nel suo significato più bello e più pieno: e cioè come incontro fra le più profonde 
e naturali intuizioni dei popoli e la Verità rivelata che porta a compimento quelle verità parziali che gli uomini
- nei quali è pur sempre presente lo Spirito Santo - avevano abbozzato, 
come in una inconsapevole nostalgia di Gesù e di Maria.

Vediamo quali elementi si sono fusi per far sì che maggio diventasse universalmente il “mese della Madonna”!


 


Maggio è il mese dell'amore. 
Lo è fin dall’antichità. Non solo perché la bellezza della stagione suggerisce pensieri "romantici", 
ma anche per un motivo molto più concreto e pratico: 
dopo i rigori dell'inverno (ai quali, con la diffusione del Cristianesimo si aggiunsero i rigori della Quaresima) 
lo sbocciare della bella stagione (e, sempre con il diffondersi del Cristianesimo, del tempo pasquale) 
diventava l'occasione per organizzare feste popolari: occasione privilegiata per gli incontri fra giovani 
e quindi per il nascere di affetti e di progetti matrimoniali. 
La letteratura colta e popolare poi insisté molto su questo abbinamento fra maggio e amore,
contribuendo così a rafforzarlo e a radicarlo nell'immaginario collettivo.




Maggio è anche il mese delle rose. 
Per la verità adesso non lo è più, da quando l'innesto con una varietà di piccole rose orientali (sec. XIX)
ha dato alle nostre rose la caratteristica che mancava, e cioè la rifiorenza. 
Adesso abbiamo rose da aprile a novembre, ma un tempo le rose erano proprie del solo mese di maggio, 
il che accentuava la loro preziosità e anche la particolare bellezza di questo mese:
e anche questo è un elemento che predispone il terreno alla marianità di maggio. 




Ma ecco subentrare un fatto importantissimo,
e cioè la grande "svolta medievale" della devozione mariana. 
La esaminiamo in tre passaggi:

1. Nei primi secoli del Cristianesimo la Madonna era stata oggetto di grandi riflessioni teologiche: 
e fu giusto, perché la cristianità doveva avere ben chiaro il ruolo della Madonna, 
il suo legame unico e irripetibile con il Salvatore, la sua reale maternità e la sua perpetua verginità. 

2. Il Medio Evo, che pure fu epoca di grandi crudeltà, 
fu anche epoca di meravigliose intuizioni e di eccezionale passione religiosa. 
Fra le grandi intuizioni del Medio Evo ricordiamo (anche se questo non avveniva sempre, ovviamente...!) 
la straordinaria valutazione della donna.
Pensiamo alla cavalleria, pensiamo al nostro Dolce Stil Novo: la donna era vista come creatura angelica, 
come tramite fra l'uomo e Dio, come "Signora" alla quale consacrare la propria vita 
in un rapporto d'amore che spesso era tutto ideale e spirituale. 
Ripeto, questo non era la norma, ma era un elemento molto presente, se non nella prassi, almeno a livello di convinzione.

3. Per uno stupendo disegno della Provvidenza gli animi imbevuti di questa mentalità 
(magari anche solo a livello superficiale) finirono per orientare verso Maria questo concetto altissimo della donna, 
e così Maria divenne oggetto non più soltanto di riflessione teologica, ma di appassionato e delicato amore. 
I Santi (che sono sempre i grandi profeti di ogni secolo) cominciarono a rivolgersi alla Madonna come innamorati, 
fiorivano le cattedrali e le opere d'arte ispirate alla Madonna, per non parlare delle feste e del folklore... 
Sì, la Madonna fu veramente la regina del Medio Evo! 
Anzi, lo stesso appellativo Madonna nasce proprio in quest'epoca: Mea domina, Signora mia. 
Non per niente nelle altre lingue diventerà Notre Dame, Our Lady, Nuestra Señora...





A questo punto fiorisce spontaneo l’abbinamento: maggio è il mese dell'amore, 
Maria è la donna amata per eccellenza: 
dunque Maggio è il mese di Maria! 
Dal Medio Evo in poi il fiorire progressivo di tradizioni in questo senso è stato insieme conseguenza e causa 
di questa bella equivalenza. E’ vero che ci sono voluti dei secoli per arrivare alle forme di devozione odierne. 
Ma le radici profonde sono qui, in questo abbinare Maria e amore.




E' meraviglioso vedere questa armoniosa confluenza fra elementi naturali, sociali, teologici, affettivi... 
davvero ogni volta che avviene questo felice sposalizio fra cielo e terra, fra umano e divino, 
si ha un piccolo, scintillante corollario del mistero dei misteri, 
il mistero fondante della nostra fede e cioè l'Incarnazione.
Come siamo andati lontano... partendo da una semplice domanda! 
In realtà, ogni volta che parliamo di qualcosa di bello 
è inevitabile che l'approfondimento porti a Dio, Bellezza infinita.






Ma a questo punto sta bene anche qualche data!
La prima documentazione scritta della marianità di maggio compare in una composizione
del re-poeta Alfonso di Castiglia (morto nel 1284) e in uno scritto del beato Susone (morto nel 1336). 
Nel secolo XIV a Parigi il primo maggio si celebrava una paraliturgia mariana.
Possiamo però supporre che nell’animo popolare la marianità di maggio fosse già ben presente: 
è con il Medio Evo tra l’altro che nasce il Rosario: siccome alla donna amata si offrono ghirlande di rose, 
ecco che a Maria si offrono ghirlande di Ave Maria.
Il legame del Rosario con maggio (anche se non è l’unico che caratterizza questa preghiera mariana)
è evidente, se non altro nella denominazione.

Nel ‘500, forse per arginare il carattere pagano delle feste primaverili, i predicatori 
e i pastori d’anime incoraggiarono con forza il maggio mariano: tra essi spicca San Filippo Neri.

Nel ‘600 fioriscono pubblicazioni specifiche sul mese di maggio, che nel ‘700 ha trovato una stabile caratterizzazione 
e una prassi comune fatta di preghiere, canti, pratiche devote da distribuire lungo il mese, 
testi di meditazione abbinati ai vari giorni. 
I Mesi di Maggio si moltiplicano ovunque, nelle stamperie come nella pratica della vita quotidiana !

Il secolo XIX accentua la marianità di maggio e così pure la prima metà del ‘900. 
Oggi, dopo alcuni decenni di doloroso oscuramente della marianità di maggio e della devozione mariana in generale,
sembra di assistere a un bel rifiorire dell’amore per la Madonna, con le debite conseguenze, maggio compreso.
Una piccola curiosità: per verificare il rifiorire del mese mariano, basta fare quattro passi virtuali nel mondo
sconfinato e variegato del web, dove le iniziative mariane si stanno moltiplicando all’infinito.
E qui ritorna alla mente, come all’inizio di questa riflessione, la parola inculturazione, 
ancora in un senso bellissimo e valido.





E concludendo ci accorgiamo di non avere risposto con precisione alla domanda: 
Quando è nato il maggio mariano?
Ma non è possibile farlo con esattezza, ed è bello che sia così: 
perché abbinare maggio alla Madonna, non fu l'intuizione di un singolo, 
ma un'esigenza del cuore di tutto un popolo semplice e innamorato.

- Scritto da una Suora Carmelitana -