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venerdì 31 maggio 2019

Vangelo di Oggi: 31 Maggio 2019


La Parola di Venerdì 31 Maggio 2019
S. Silvio di Tolosa; S. Petronilla
VISITAZIONE B. V. MARIA
Sof 3,14-17 opp. Rm 12,9-16b; Cant. Is 12,2-6; Lc 1,39-56
Grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.



PRIMA LETTURA  

Il re d'Israele è il Signore in mezzo a te. 
Dal libro del profeta Sofonia 3,14-18
Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d'Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia». 
Parola di Dio. 



SALMO RESPONSORIALE (Is 12,2-6) 
R: Grande in mezzo a te è il Santo d'Israele. 
Ecco, Dio è la mia salvezza; 
io avrò fiducia, non avrò timore, 
perché mia forza e mio canto è il Signore; 
egli è stato la mia salvezza. R.
Attingerete acqua con gioia 
alle sorgenti della salvezza. 
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, 
proclamate fra i popoli le sue opere, 
fate ricordare che il suo nome è sublime. R.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse, 
le conosca tutta la terra. 
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, 
perché grande in mezzo a te è il Santo d'Israele. R.



CANTO AL VANGELO (cf. Lc 1,39.44) 
Alleluia, alleluia. 
Beata sei tu, o Vergine Maria, che hai creduto: 
in te si è adempiuta la parola del Signore. 
Alleluia. 




VANGELO  
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente: ha innalzato gli umili. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. 
Parola del Signore. 




OMELIA 
L'"Ave Maria", la preghiera con cui salutiamo ed invochiamo la Vergine, iniziata dall'Angelo Gabriele, è oggi proseguita e completata da Elisabetta. La prescelta da Dio per essere la madre del Signore, colei che concepirà il Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo, ha saputo dal messo divino che anche Elisabetta, che tutti dicevano sterile, è ormai prossima alla maternità. La Madre di Dio, che si era professata "la serva del Signore", ora la vediamo salire in fretta verso la montagna per raggiungere la sua parente e diventare la sua serva. Splende l'umiltà di Maria, brilla di luce vera nel suo cuore purissimo l'amore del Signore; è piena di grazia, lo Spirito Santo è sceso su di lei, la potenza dell'Altissimo l'ha adombrata, ora sollecita e quasi ignara della sublime dignità a cui Dio stesso l'ha innalzata, deve testimoniare lo stesso amore ad Elisabetta, deve prestare a lei quegli umili servizi di cui ogni mamma ha bisogno prima del parto. Proprio da questa testimonianza è della completa disponibilità di Maria, proprio nel dare gratuitamente amore, anche ciò che è arcano, velato nel mistero e chiuso nel segreto del cuore, si svela in un incontro di due anime votate a Dio e illuminate dallo steso Spirito. Al saluto di Maria esulta il bambino nel grembo di Elisabetta. Lei, piena di Spirito Santo, riconosce nella giovane parente "la madre del Signore" e la proclama "benedetta fra tutte le donne" perché ha creduto alla parola del Signore. Esplode in un canto di lode e di ringraziamento la vergine Maria: canta e magnifica il Signore, esulta in Dio salvatore, perché ha posato il suo sguardo di compiacenza sulla sua povertà. Ora più nulla può nascondere Maria e la sua "beatitudine" dovrà essere proclamata nei secoli futuri. La misericordia divina sta per espandersi sul nostro mondo per tutti coloro che, con la stessa umiltà di Maria, accoglieranno i doni di Dio. L'incarnazione del Verbo viene a cancellare la superbia degli uomini e ad esaltare gli umili. La grande promessa di salvezza definitiva ed universale, scandita da Dio sin dal principio, ora si compie, sta per nascere nel grembo della vergine Maria. I motivi della gioia vengono lanciati dal quel canto a tutta l'umanità, l'esultanza di Maria si trasferisce alla Chiesa del suo Bambino, che ancora ogni giorno al calar del sole, con le stesse parole, con la stessa gioia canta il suo "Magnìficat". Abbiamo imparato da lei e ci verrà confermato da Cristo stesso che i privilegi divini non vengono dati per una personale esaltazione, ma per la gloria di Dio e per l'edificazione del nostro prossimo. Maria, la benedetta fra tutte le donne, la Madre del Signore, prima del suo Gesù, insieme a lui, portato in grembo, sale la montagna per essere la serva di Elisabetta e la nostra serva, assumendo così il suo ruolo di Madre della Chiesa, prima ancora che il suo Figlio, morente sulla croce, la proclamerà tale. (Padri Silvestrini)




L'anima mia magnifica il Signore * 
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva. *
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente *
e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. 




lunedì 13 maggio 2019

Vangelo di Lunedì; Maggio. L’anima mia ha sete di Dio, del vivente

Lunedì 13 Maggio 
Beata V. Maria di Fatima (mf); B. Maddalena Albrici
4.a di Pasqua 
Gv 10,1-10
L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente




PREGHIERA DEL MATTINO 

Signore, tu solo sei il Buon Pastore e il vero Re. 
La tua corona fu una corona di spine, il tuo scettro un simbolo di sacrificio. Concedici la grazia di usare il nostro potere al servizio del prossimo e di essere, come il Buon Pastore, la porta attraverso la quale altri entreranno nel Regno.

PRIMA LETTURA  
Dio ha concesso anche ai pagani che si convertano perché abbiano la vita.
Dagli Atti degli Apostoli 11,1-18
In quei giorni, gli apostoli e i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio. E, quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!». Allora Pietro cominciò a raccontare loro, con ordine, dicendo: «Mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e in estasi ebbi una visione: un oggetto che scendeva dal cielo, simile a una grande tovaglia, calata per i quattro capi, e che giunse fino a me. Fissandola con attenzione, osservai e vidi in essa quadrupedi della terra, fiere, rettili e uccelli del cielo. Sentii anche una voce che mi diceva: "Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!". Io dissi: "Non sia mai, Signore, perché nulla di profano o di impuro è mai entrato nella mia bocca". Nuovamente la voce dal cielo riprese: "Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano". Questo accadde per tre volte e poi tutto fu tirato su di nuovo nel cielo. Ed ecco, in quell'istante, tre uomini si presentarono alla casa dove eravamo, mandati da Cesarèa a cercarmi. Lo Spirito mi disse di andare con loro senza esitare. Vennero con me! anche questi sei fratelli ed entrammo in casa di quell'uomo. Egli ci raccontò come avesse visto l'angelo presentarsi in casa sua e dirgli: "Manda qualcuno a Giaffa e fa' venire Simone, detto Pietro; egli ti dirà cose per le quali sarai salvato tu con tutta la tua famiglia". Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come in principio era disceso su di noi. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: "Giovanni battezzò con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo". Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?». All'udire questo si calmarono e cominciarono a glorificare Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 41e Sal 42) 
R: L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente. 
Come la cerva anela ai corsi d'acqua, 
così l'anima mia anela a te, o Dio. 
L'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: 
quando verrò e vedrò il volto di Dio? R.
Manda la tua luce e la tua verità: 
siano esse a guidarmi, 
mi conducano alla tua santa montagna, 
alla tua dimora. R.
Verrò all'altare di Dio, 
a Dio, mia gioiosa esultanza. 
A te canterò sulla cetra, 
Dio, Dio mio. R.




CANTO AL VANGELO (Gv 10,14) 
Alleluia, alleluia. 
Io sono il buon pastore, dice il Signore, 
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. 

Alleluia. 


VANGELO 

Io sono la porta delle pecore. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 10,1-10
In quel tempo, Gesù disse : «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza». 
Parola del Signore. 


OMELIA 
I tratti caratteristici di Gesù, buon Pastore, così come ci vengono descritti in questo brano evangelico ce lo fanno cogliere nella sua vera e profonda personalità e nella piena consapevolezza della sua missione salvifica. Il mondo d'altra parte è pieno di pastori, ossia di gente che sente la vocazione di guidare, di dominare altra gente, ma non tutti per questo sono pastori buoni. Il buon Pastore è uno solo e non è difficile riconoscerlo, perché: "Il buon Pastore offre la vita per le pecore". Egli dunque, il Signore Gesù, acquista il diritto di guidarci, perché ci ha mostrato con i fatti che non ha il gusto di comandarci, ma piuttosto la passione di salvarci. E ancora: "Io sono il Pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me; come il Padre conosce me e io conosco il Padre". Essere conosciuti da Cristo e conoscere Cristo in modo che la sua presenza domini la nostra giornata, il suo Vangelo illumini la nostra mente e infiammi il nostro cuore, questa è pregnanza di vita. "Conoscere" nel linguaggio biblico è condividere l'esistenza; certo la relazione nelle persone divine supera d'intensità la nostra, ma è vera anche la nostra, come nell'amore sponsale. "Ho anche altre pecore, che non sono in questo recinto. Anche di quelle devo diventare pastore". Questa salvezza però non è riservata solo a coloro che attualmente seguono il Signore con fede e dedizione, perché anche altri debbono ascoltare questa voce che chiama a salvezza e debbono diventare parte della comunità dei suoi discepoli. Questo compito di annuncio e di chiamata, Gesù lo ha affidato alla sua Chiesa come suo segno e strumento. (Padri Silvestrini) 


PREGHIERA DELLA SERA 

Signore, tu ci hai fatto dono della parola perché parlassimo con bontà, degli orecchi perché ascoltassimo attentamente, delle mani perché creassimo qualcosa anche noi. Aiutaci a far uso di questi doni per salvare i nostri fratelli, come il Buon Pastore le pecorelle smarrite, dal loro peccato e dalla loro tristezza.

 


SPUNTI DI RIFLESSIONE (Casa di preghiera San Biagio)

Questo è l'apice del discorso sul pastore buono che dà la sua vita, al contrario del mercenario a cui non interessa il bene delle pecore, anzi le rapina. Non ci soffermiamo mai abbastanza su questo aspetto che dice tutta la positività, la gioia sostanziale del vangelo che è appunto "lieta notizia" di vita e non di morte. A volte assolutizziamo il mezzo e perdiamo di vista il fine. Sì, anche la croce, il patire sono solo un mezzo. Gesù ha pagato questo riscatto non per ottenere che noi fossimo dei rinunciatari al banchetto della vita. Al contrario; perché ci liberassimo da tutto quello che è solo illusione, parodia della vita. Sembra, ma non è vero, che se ho tutte le sicurezze materiali del mondo, possiedo la vita. La vita, quella piena, m'inonda di gioia, ma sta da un'altra parte: è libertà da ogni pastoia di egoismo. Ecco perché quando Gesù mi esorta a prendere la croce e a seguirlo, sostanzialmente mi dice che, in questa nostra condizione umana, non ci liberiamo dall'egoismo senza accettare di soffrire. Ma oltre la sofferenza accettata per amore ecco la gioia, la vita piena.






sabato 11 maggio 2019

Mese Maggio 08 Marzo 2019 di Maria Santissima




MAGGIO IL MESE DI MARIA
Maggio il mese di Maria Santissima 08 Marzo 2019

" O bellissima e dolcissima fanciulla,
o giglio spuntato fra le spine.
Da te incominci

a la salvezza del mondo !"
OFFERTA DELLA GIORNATA A MARIA
O Maria, Madre del Verbo incarnato e Madre nostra dolcissima,
siamo qui ai tuoi piedi mentre sorge un nuovo giorno,
un altro grande dono del Signore.
Deponiamo nelle tue mani e nel tuo cuore tutto il nostro essere.
Noi saremo tuoi nella volontà, nel cuore, nel corpo.
Tu forma in noi con materna bontà in questo giorno una vita nuova,
la vita del tuo Gesù.
Previeni e accompagna o Regina del Cielo,
anche le nostre più piccole azioni con la tua ispirazione materna
affinché ogni cosa sia pura e accetta
al momento del Sacrificio santo e immacolato.
Rendici santi o Madre buona; santi come Gesù ci ha comandato,
come il tuo cuore ci chiede e ardentemente desidera. Così sia.





 Speciale Maggio 

 
Dal Carmelo di Parma.

Come la maggior parte delle grandi tradizioni popolari, la "marianità" del mese di maggio 
non ha un "inventore" ma è piuttosto il risultato di una armoniosa fusione di tradizioni svariate.
A questo proposito potremmo dire che l'abbinamento maggio-Maria è una felicissima forma di inculturazione, 
intesa nel suo significato più bello e più pieno: e cioè come incontro fra le più profonde 
e naturali intuizioni dei popoli e la Verità rivelata che porta a compimento quelle verità parziali che gli uomini
- nei quali è pur sempre presente lo Spirito Santo - avevano abbozzato, 
come in una inconsapevole nostalgia di Gesù e di Maria.

Vediamo quali elementi si sono fusi per far sì che maggio diventasse universalmente il “mese della Madonna”!


 


Maggio è il mese dell'amore. 
Lo è fin dall’antichità. Non solo perché la bellezza della stagione suggerisce pensieri "romantici", 
ma anche per un motivo molto più concreto e pratico: 
dopo i rigori dell'inverno (ai quali, con la diffusione del Cristianesimo si aggiunsero i rigori della Quaresima) 
lo sbocciare della bella stagione (e, sempre con il diffondersi del Cristianesimo, del tempo pasquale) 
diventava l'occasione per organizzare feste popolari: occasione privilegiata per gli incontri fra giovani 
e quindi per il nascere di affetti e di progetti matrimoniali. 
La letteratura colta e popolare poi insisté molto su questo abbinamento fra maggio e amore,
contribuendo così a rafforzarlo e a radicarlo nell'immaginario collettivo.




Maggio è anche il mese delle rose. 
Per la verità adesso non lo è più, da quando l'innesto con una varietà di piccole rose orientali (sec. XIX)
ha dato alle nostre rose la caratteristica che mancava, e cioè la rifiorenza. 
Adesso abbiamo rose da aprile a novembre, ma un tempo le rose erano proprie del solo mese di maggio, 
il che accentuava la loro preziosità e anche la particolare bellezza di questo mese:
e anche questo è un elemento che predispone il terreno alla marianità di maggio. 




Ma ecco subentrare un fatto importantissimo,
e cioè la grande "svolta medievale" della devozione mariana. 
La esaminiamo in tre passaggi:

1. Nei primi secoli del Cristianesimo la Madonna era stata oggetto di grandi riflessioni teologiche: 
e fu giusto, perché la cristianità doveva avere ben chiaro il ruolo della Madonna, 
il suo legame unico e irripetibile con il Salvatore, la sua reale maternità e la sua perpetua verginità. 

2. Il Medio Evo, che pure fu epoca di grandi crudeltà, 
fu anche epoca di meravigliose intuizioni e di eccezionale passione religiosa. 
Fra le grandi intuizioni del Medio Evo ricordiamo (anche se questo non avveniva sempre, ovviamente...!) 
la straordinaria valutazione della donna.
Pensiamo alla cavalleria, pensiamo al nostro Dolce Stil Novo: la donna era vista come creatura angelica, 
come tramite fra l'uomo e Dio, come "Signora" alla quale consacrare la propria vita 
in un rapporto d'amore che spesso era tutto ideale e spirituale. 
Ripeto, questo non era la norma, ma era un elemento molto presente, se non nella prassi, almeno a livello di convinzione.

3. Per uno stupendo disegno della Provvidenza gli animi imbevuti di questa mentalità 
(magari anche solo a livello superficiale) finirono per orientare verso Maria questo concetto altissimo della donna, 
e così Maria divenne oggetto non più soltanto di riflessione teologica, ma di appassionato e delicato amore. 
I Santi (che sono sempre i grandi profeti di ogni secolo) cominciarono a rivolgersi alla Madonna come innamorati, 
fiorivano le cattedrali e le opere d'arte ispirate alla Madonna, per non parlare delle feste e del folklore... 
Sì, la Madonna fu veramente la regina del Medio Evo! 
Anzi, lo stesso appellativo Madonna nasce proprio in quest'epoca: Mea domina, Signora mia. 
Non per niente nelle altre lingue diventerà Notre Dame, Our Lady, Nuestra Señora...





A questo punto fiorisce spontaneo l’abbinamento: maggio è il mese dell'amore, 
Maria è la donna amata per eccellenza: 
dunque Maggio è il mese di Maria! 
Dal Medio Evo in poi il fiorire progressivo di tradizioni in questo senso è stato insieme conseguenza e causa 
di questa bella equivalenza. E’ vero che ci sono voluti dei secoli per arrivare alle forme di devozione odierne. 
Ma le radici profonde sono qui, in questo abbinare Maria e amore.




E' meraviglioso vedere questa armoniosa confluenza fra elementi naturali, sociali, teologici, affettivi... 
davvero ogni volta che avviene questo felice sposalizio fra cielo e terra, fra umano e divino, 
si ha un piccolo, scintillante corollario del mistero dei misteri, 
il mistero fondante della nostra fede e cioè l'Incarnazione.
Come siamo andati lontano... partendo da una semplice domanda! 
In realtà, ogni volta che parliamo di qualcosa di bello 
è inevitabile che l'approfondimento porti a Dio, Bellezza infinita.






Ma a questo punto sta bene anche qualche data!
La prima documentazione scritta della marianità di maggio compare in una composizione
del re-poeta Alfonso di Castiglia (morto nel 1284) e in uno scritto del beato Susone (morto nel 1336). 
Nel secolo XIV a Parigi il primo maggio si celebrava una paraliturgia mariana.
Possiamo però supporre che nell’animo popolare la marianità di maggio fosse già ben presente: 
è con il Medio Evo tra l’altro che nasce il Rosario: siccome alla donna amata si offrono ghirlande di rose, 
ecco che a Maria si offrono ghirlande di Ave Maria.
Il legame del Rosario con maggio (anche se non è l’unico che caratterizza questa preghiera mariana)
è evidente, se non altro nella denominazione.

Nel ‘500, forse per arginare il carattere pagano delle feste primaverili, i predicatori 
e i pastori d’anime incoraggiarono con forza il maggio mariano: tra essi spicca San Filippo Neri.

Nel ‘600 fioriscono pubblicazioni specifiche sul mese di maggio, che nel ‘700 ha trovato una stabile caratterizzazione 
e una prassi comune fatta di preghiere, canti, pratiche devote da distribuire lungo il mese, 
testi di meditazione abbinati ai vari giorni. 
I Mesi di Maggio si moltiplicano ovunque, nelle stamperie come nella pratica della vita quotidiana !

Il secolo XIX accentua la marianità di maggio e così pure la prima metà del ‘900. 
Oggi, dopo alcuni decenni di doloroso oscuramente della marianità di maggio e della devozione mariana in generale,
sembra di assistere a un bel rifiorire dell’amore per la Madonna, con le debite conseguenze, maggio compreso.
Una piccola curiosità: per verificare il rifiorire del mese mariano, basta fare quattro passi virtuali nel mondo
sconfinato e variegato del web, dove le iniziative mariane si stanno moltiplicando all’infinito.
E qui ritorna alla mente, come all’inizio di questa riflessione, la parola inculturazione, 
ancora in un senso bellissimo e valido.





E concludendo ci accorgiamo di non avere risposto con precisione alla domanda: 
Quando è nato il maggio mariano?
Ma non è possibile farlo con esattezza, ed è bello che sia così: 
perché abbinare maggio alla Madonna, non fu l'intuizione di un singolo, 
ma un'esigenza del cuore di tutto un popolo semplice e innamorato.

- Scritto da una Suora Carmelitana -






martedì 7 maggio 2019

Il Santo di oggi 8 Maggio 2019 Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei

Supplica alla 
Regina del SS. Rosario di Pompei




Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del Cielo e della Terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi devoti figli tuoi, raccolti nel tuo Tempio di Pompei, in questo giorno solenne, effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie.
Dal Trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, sulle nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono.
O Madre, implora per noi misericordia dal Tuo Figlio divino e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo Cuore. Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono.

Ave Maria

È vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori.

Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliolo. Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore.

Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia!
Ave Maria

Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie.
Tu siedi, coronata Regina, alla destra del tuo Figlio, splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli. Tu distendi il tuo dominio per quanto sono distesi i cieli, e a te la terra e le creature tutte sono soggette. Tu sei l’onnipotente per grazia, tu dunque puoi aiutarci. Se tu non volessi aiutarci, perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, non sapremmo a chi rivolgerci. Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi, tuoi figli, perduti, Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia e la mistica Corona che miriamo nella tua mano, ci ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in te, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie.
Ave Maria

Chiediamo la benedizione a Maria

Un’ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina, che non puoi negarci in questo giorno solennissimo. Concedi a tutti noi l’amore tuo costante ed in modo speciale la materna benedizione. Non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetti. Benedici, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua Corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o Madre: concedi il trionfo alla Religione e la pace alla Società umana. Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo d’amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. 
E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra ed in cielo. Amen.

Salve Regina