domenica 30 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Luca Lc 9,51-62 Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. Ti seguirò ovunque tu vada

Lc 9,51-62 Sei tu, Signore, l’unico mio bene.Ogni cammino porta da qualche parte. Noi stiamo andando verso la TERRA PROMESSA per godere delle promesse di Dio. Cammina con noi attraverso i doni che Dio ci ha donato da condividere con te. Possiamo realizzare la nostra vita e aiutare tanti altri a scoprire questo meraviglioso cammino con Dio:

  Lc 9,51-62

PRIMA LETTURA 
Eliseo si alzò e seguì Elia. 
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, il Signore disse ad Elia: "Ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto". Partito di lì, Elia trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: "Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò". Elia disse: "Va' e torna, perché sai che cosa ho fatto di te". Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio. 
Parola di Dio. 

SECONDA LETTURA 
Siete stati chiamati alla libertà. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati 5,1.13-18
Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi di nuovo imporre il giogo della schiavitù. Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l'amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri! Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. 

Parola di Dio. 
Rendiamo grazie a Dio.


CANTO AL VANGELO (cf. Gv 6,68c) 
Alleluia, alleluia. 
Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta: 
tu hai parole di vita eterna. 
Alleluia. 

VANGELO  
Prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 9,51-62
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. 
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Parola del Signore


Riflessione Personale

Il Vangelo di oggi è pieno di insegnamenti e allo stesso tempo molto impegnativo, perché ci fa riflettere sulla nostra limitatezza.
Gesù oggi vuole aiutarci a conoscere noi stessi, così ci interroga, conducendoci ad una conoscenza di Lui più profonda.
Mi ha subito colpito la frase: “... Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme...”.
Gesù prende dunque la “ferma decisione” di andare incontro alla morte. Lui sa molto bene cosa gli aspetta!
Pensando a tutto il male che gli uomini gli hanno fatto e che si continua a farGli , mi fa stare molto male.
Lui sapeva tutto, eppure ha preso la ferma decisione di andare incontro a tutte le brutture possibili e lo ha fatto per noi.
Il cuore dell’uomo non è mai cambiato. Oggi infatti si continua ad essere dubbiosi, vuoti ed egoisti, proprio come i tre personaggi del Vangelo di oggi che sulla strada verso Gerusalemme avvicinano Gesù con l’intenzione di seguirLo.
Ma come dico sempre, a parole siamo dei fenomeni… è con i fatti che lasciamo a desiderare!
Seguire Gesù non è una passeggiata… significa intraprendere un viaggio che può comportare alienazione. Si tratta di prendere la croce ogni giorno e seguirlo. E’ questo il nostro problema… appena il gioco si fa duro e iniziano i primi intoppi, noi ce la squagliamo!
Una volta che decidi di seguirLo non è un impegno part-time, ma radicale. Gesù ci chiama a mettere da parte tutte le nostre aspettative e questo molto spesso ci fa paura.
E’ una sfida che richiede prima di tutto tanta buona volontà, tanta preghiera, ma sopratutto una fiducia illimitata verso Gesù. Entusiasmo e buona volontà sono importanti, ma non abbastanza.
La fiducia è quindi la base per questo meraviglioso rapporto d’amore con Lui. Se io mi fido di Gesù, lo seguo in ogni luogo e in ogni situazione. Lo seguo come fa un bimbo con i genitori.
Ritornando ai tre “aspiranti generosi”, possiamo notare tre nostri comportamenti di fronte alla possibilità di seguire il Cristo.
Il primo è così pieno di fervore, che promette a Gesù la sua disponibilità ad andare dappertutto e in qualunque circostanza, ma la risposta del Cristo gli fa perdere all’istante l’entusiasmo... «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo»
Gesù voleva semplicemente fargli capire che se si impegnava a seguirLo, non avrebbe vissuto una vita agiata e comoda.
Diciamo pure che la strada per il Cielo è il percorso migliore per la nostra vita, ma non certo quello più agevole!
Le agiatezze e le nostre abitudini da lasciare sono tantissime… e se Gesù non ha “dove posare il capo”, noi aspiranti discepoli non possiamo aspirare di meglio. La via del discepolato non è un cammino facile. Dobbiamo evitare di ingannare i fratelli con l'idea che nessuna privazione è richiesta per seguire Gesù.
Gesù è nato in una stalla, è morto in croce. Ci si aspetta quindi che noi facciamo lo stesso.
Non sarà sempre facile, non sarà sempre gradevole, ma se pensiamo un attimo a quello che Dio ha rinunciato per noi, dobbiamo essere disposti a rinunciare a qualcosa per Lui.
Invece che facciamo? Cerchiamo di tenerci strette le nostre comodità, tutto il nostro tempo per ciò che ci piace fare e dare a Dio solo le briciole, se ne avanzano pure! Trascorriamo la maggior parte del nostro tempo coltivando l'amicizia con il mondo piuttosto che coltivare la nostra relazione con Gesù. Basta guardare le Chiese vuote!!
Il secondo aspirante però, riceve l’invito direttamente da Gesù e questo fenomeno cosa fa?… Prende tempo!
Perchè perdere questa grande occasione?
Semplice… le persone vuote, le persone morte spiritualmente non potranno mai accettare questo invito., perché talmente lontane da Lui, non riescono a sentire la Sua voce, ne tanto meno ad aprirsi a Lui.
Il peccato è la causa di questa rottura di rapporto con Gesù. Che cosa stiamo aspettando ad andare da Lui?
Diceva bene San Josemaria… “Il Signore convertì Pietro — che lo aveva rinnegato tre volte — senza nemmeno rivolgergli un rimprovero: con uno sguardo di Amore. — Con quegli stessi occhi ci guarda Gesù, dopo le nostre cadute. Sapessimo noi dirgli, come Pietro: «Signore, Tu sai tutto: Tu sai che ti amo», e cambiare vita” . (Solco,964)
Permettiamo allora a Gesù di vivere dentro e attraverso di noi .
Ricordiamoci che per una vita piena e di valore, la ricetta è camminare sulla via della Luce ,della Gioia, della Verità che solo Dio può dare.
Il terzo personaggio è quello forse più comune nella nostra società di oggi. Promette infatti di seguire Gesù, ma ahimè… non riesce a rompere il legame con il passato.
Siamo a volte così presuntuosi da convincerci che gli altri abbiano sempre bisogno di noi. Se Gesù ci ha detto di portare i pesi gli uni degli altri, non voleva che noi li portassimo letteralmente! (Cfr Galati 6,5)
Impariamo invece a lasciare che i nostri cari attraverso il nostro comportamento e le nostre preghiere possano conoscere l’amore di Dio e la sua infinita misericordia. Gesù penserà a fare il resto.
Non permettiamo a nessuno di ostacolare la strada verso il nostro Gesù. Proviamo a camminare con Lui passo dopo passo verso Gerusalemme, senza voltarci indietro.
Guardare indietro significa infatti evitare di vivere appieno questo giorno che Dio ci ha donato.
Il cammino con Gesù non è così insensato. E’ complicato solo se scegliamo di renderlo tale. E’ invece un meraviglioso viaggio di abbandono. Un viaggio che si prende così come è… senza compromessi. Dio infatti non viene a patto con noi. Siamo noi che dobbiamo adeguarci a Lui. Oppure vogliamo la fede alle nostre condizioni? L’ammorbidente si usa solo nel bucato!
Non condanniamo però, neanche chi ha cercato scuse.
Nella Bibbia ci sono tanti personaggi che sono stati riluttanti ma che poi hanno fatto ciò che Dio ha chiesto, come ad esempio Mosè … "Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall'Egitto gli Israeliti?"(3, 11) ; Gedeone.. "Signor mio, come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manàsse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre"( Giudici 6, 15); Giona...” Fu rivolta a Giona figlio di Amittai questa parola del Signore: "Alzati, và a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro malizia è salita fino a me". Giona però si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore...” ( Giona 1, 1-3)
Che il buon Dio ci aiuti a capire veramente l’infinito valore dell’Eternità.
La Mamma celeste con San Giuseppe siano sempre i nostri esempi da imitare in tutto, nella nostra vita. Solo così vedremo il buon Gesù come il nostro unico vero bene.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.
Pace & Bene.





sabato 29 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Matteo 16, 13-19-Ss. PIETRO E PAOLO AP.


PIETRO E PAOLO 


Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.



PRIMA LETTURA 
Ora so veramente che il Signore mi ha strappato dalla mano di Erode.
Dagli Atti degli Apostoli 12, 1-11
In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. L'angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece. L'angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell'angelo: credeva invece di avere una visione. Essi oltrepassarono il primo posto di guardia e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto l'angelo si allontanò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».
Parola di Dio




(Dal Salmo 33) 
RIT: Il Signore mi ha liberato da ogni paura.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. R
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R
L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com'è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia. R




CANTO AL VANGELO (Mt 16,18) 
R. Alleluia, Alleluia.
Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
R. Alleluia.




VANGELO 
Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 16, 13-19
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Parola del Signore





MEDITAZIONE 
La disposizione voluta dalla Verità perdura, e san Pietro, perseverando nella solidità che ha ricevuto, non ha abbandonato il governo della Chiesa, affidato alle sue mani. Poiché è stato istituito prima degli altri, a causa del suo nome Pietro, proclamato fondamento, costituito custode del regno dei  cieli, preposto come arbitro per legare e sciogliere per mezzo di giudizi, la ratifica dei quali risiede in cielo, affinché tutto ciò ci insegni, attraverso gli stessi misteri di questi appellativi, quale fosse la sua intimità con Cristo. Attualmente, egli assolve più pienamente e più efficacemente i compiti che gli sono stati affidati e tutto ciò che è di competenza delle sue funzioni e della sua sollecitudine egli lo compie in colui e per colui dal quale è stato glorificato. Ecco perché se vi è qualcosa che noi compiamo bene, qualcosa che decidiamo bene, qualcosa che otteniamo dalla misericordia di Dio per mezzo delle nostre preghiere quotidiane, è tutto grazie al lavoro ed ai meriti di colui il cui potere, nella sua Sede, continua a vivere, e la cui autorità a manifestarsi. Tale è infatti, prediletti, la ricompensa di questa professione di fede che, ispirata da Dio Padre al cuore dell'apostolo, si innalzò più in alto di tutte le incertezze delle opinioni umane e ricevette la fermezza di una roccia che nessuna scossa può far vacillare. Poiché è nella Chiesa intera che Pietro dice ogni giorno: "Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente", e che ogni lingua che conferma il Signore è istruita dall'insegnamento di questa parola. 
SAN LEONE MAGNO

La Pace sia con voi.






mercoledì 26 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Matteo 5,33-37 Io vi dico: non giurate affatto.

Giugno 2019 - 10.a di Tempo Ordinario 
2Cor 5,14-21; Sal 102;
 Mt 5,33-37 Misericordioso e pietoso è il Signore.




PRIMA LETTURA  
L’amore del Cristo ci possiede
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 2 Cor 5, 14-21
Fratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.
Parola di Dio. 




CANTO AL VANGELO 
R. Alleluia, alleluia. 
Piega il mio cuore, o Dio, verso i tuoi insegnamenti;
donami la grazia della tua legge.
R. Alleluia. 




VANGELO  
Io vi dico: non giurate affatto. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 5,33-37
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete anche inteso che fu detto agli antichi: "Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti". Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: "Sì, sì", "No, no"; il di più viene dal Maligno"
Parola del Signore. 






PREGHIERA 
Dolcissima Vergine Maria, tu mi offri la mia parte di eredità e il mio calice, tuo Figlio che porta il mio destino, come dicono le Scritture. 
Custodiscimi sempre in lui, vicino a lui. Appagato, mi abbandono alla sua Provvidenza, nella pace e nel silenzio della sera. 
Dolcissima Vergine e Donna forte, fa' che, se dormo, il mio cuore vegli, e se per grazia il mio angelo mi sveglia, metti sulle mie labbra, o Madre del Verbo, per lui, per i miei fratelli, una preghiera semplice, che accenda la notte.





domenica 23 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Luca 9,11b-17 Omelia nella solennità del Corpus Domini

« Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli» 
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« Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna » Gv 6,68
PRIMA LETTURA  
Offrì pane e vino. 
Dal libro della Genesi 14,18-20
In quei giorni, Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: "Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici". E [Abram] diede a lui la decima di tutto. 
Parola di Dio. 
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SECONDA LETTURA 
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore. 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 11,23-26
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore finché egli venga. 
Parola di Dio. 
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CANTO AL VANGELO (Gv 6,51) 
Alleluia, alleluia. 
Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore, 
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. 
Alleluia. 

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VANGELO 
Tutti mangiarono a sazietà. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 9,11b-17
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: "Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorno per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta". Gesù disse loro: "Voi stessi date loro da mangiare". Ma essi risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente". C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: "Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa". Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Allora egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, 
li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. 
Parola del Signore. 
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MEDITAZIONE 
Tale culto è diretto verso Dio Padre per Gesù Cristo nello Spirito Santo. Innanzi tutto verso il Padre che, come afferma il Vangelo di san Giovanni, "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna". Si rivolge anche nello Spirito Santo a quel Figlio incarnato, nell'economia di salvezza, soprattutto in quel momento di suprema dedizione e di abbandono totale di se stesso, al quale si riferiscono le parole pronunciate nel cenacolo: "Questo è il mio corpo dato per voi"... "Questo è il calice del mio sangue versato per voi...". L'acclamazione liturgica: "Annunciamo la tua morte, Signore!" ci riporta proprio a quel momento: e col proclamare la sua risurrezione abbracciamo nello stesso atto di venerazione il Cristo risorto e glorificato "alla destra del Padre", come anche la prospettiva della sua "venuta nella gloria". Tuttavia è l'annientamento volontario, gradito dal Padre e glorificato con la risurrezione, che, sacramentalmente celebrato insieme con la risurrezione, ci porta all'adorazione di quel Redentore "fattosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. E questa nostra adorazione contiene ancora un'altra particolare caratteristica. Essa è compenetrata dalla grandezza di questa Morte Umana, nella quale il mondo, cioè ciascuno di noi, è stato amato "sino alla fine". Così essa è anche una risposta che vuol ripagare quell'Amore immolato fino alla morte di Croce: è la nostra "Eucaristia", cioè il nostro rendergli grazie, il lodarlo per averci redenti con la sua morte e resi partecipi della vita immortale per mezzo della sua risurrezione. Un tale culto, rivolto dunque alla Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, accompagna e permea innanzi tutto la celebrazione della Liturgia eucaristica. Ma esso deve pure riempire i nostri templi anche al di là dell'orario delle sante Messe. Invero, poiché il Mistero eucaristico è stato istituito dall'amore, e ci rende Cristo sacramentalmente presente, esso è degno di azione di grazie e di culto. E questo culto deve distinguersi in ogni nostro incontro col santissimo Sacramento, sia quando visitiamo le nostre chiese, sia quando le sacre Specie sono portate e amministrate agli infermi. L'adorazione di Cristo in questo Sacramento d'amore deve poi trovare la sua espressione in diverse forme di devozione eucaristica: preghiere personali davanti al Santissimo, ore di adorazione, esposizioni brevi, prolungate, annuali, benedizioni eucaristiche, processioni eucaristiche, congressi eucaristici. Un particolare ricordo merita a questo punto la solennità del "Corpo e Sangue di Cristo" come atto di culto pubblico reso a Cristo presente nell'Eucaristia, voluta dal mio predecessore Urbano IV in memoria dell'istituzione di questo grande Mistero. Tutto ciò corrisponde quindi ai principi generali e alle norme particolari già da tempo esistenti, ma nuovamente formulate durante o dopo il Concilio Vaticano II. 
GIOVANNI PAOLO II
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Cristo speranza dell'uomo 
Siamo chiamati ad avanzare, a fare avanzare il mondo, come «luce del mondo» e «sale della terra». I cristiani non possono avere, nella storia, un ruolo di retroguardia o di involuzione: il Vangelo che essi hanno tra le mani, le parole e gli esempi di Cristo che in esso sono registrati, devono renderli nonostante tutte le loro umane debolezze, uomini di avanguardia e di speranza. Sappiamo che la storia, pur con i suoi alti e bassi, è avviata verso il definitivo trionfo di Cristo. In nostro potere è di corrispondere, giorno per giorno, a quel continuo aumento di grazia, che Dio, nella sua infinita bontà, vuole donarci, per farci avanzare senza soste né inciampi verso il Regno di Dio.
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Venite, esultiamo con canti di gioia! Venite, adoriamo! Amen.


martedì 18 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Matteo 5,27-32 Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio.


Mt 5,27-32A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento.


PRIMA LETTURA  
Abbiamo un tesoro in vasi di creta
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 2 Cor 4, 7-15
Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. di Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita  Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.
Parola di Dio. 



(Dal Salmo 115) 
R. A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento.
Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Ho detto con sgomento:
«Ogni uomo è bugiardo». R.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo. R.


CANTO AL VANGELO (Fil 2,15-16) 
Alleluia, alleluia. 
Risplendete come astri nel mondo, 
tenendo salda la parola di vita. 
Alleluia. 


VANGELO  
Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 5,27-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto del ripudio". Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all'adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio". 
Parola del Signore. 

OMELIA 
Già guardare una donna con desiderio significa commettere adulterio con lei. Il peccato, come le opere di bene, provengono dalle nostre interiori convinzioni, dall'orientamento che abbiano impresso nel nostro cuore. L'azione che ne segue è solo l'esteriore manifestazione di ciò che prima è maturato dentro di noi. I nostri occhi, definiti la finestra dell'anima, ci trasferiscono immagini e causano sensazioni che, se non filtrate dalla nostra coscienza, che deve operare la selezione, ci spingono all'azione cattiva, non conforme alla risposta di amore divino. Ecco perché il Signore arriva a dirci che se il nostro occhio ci è motivo di scandalo, dobbiamo essere pronti anche a cavarlo pur di entrare nel regno dei cieli. L'inquinamento dell'anima è un fatto molto più debilitante della perdita di un nostro organo fisico come il nostro occhio o la nostra mano. Siamo così sollecitati a considerare con la migliore attenzione i valori del nostro corpo, pur meritevoli di attenzioni e di cure, e quelli dello spirito, che dobbiamo conservare integro per la vita eterna. 
Viene da pensare che ai nostri giorni talvolta sono più affollati gli ambulatori dei medici che non i confessionali e le chiese. Spesso capita di vedere gente che si affanna più per la dimora terrena che non per quelle definitiva e celeste. Soffriamo momenti di confusione e di capovolgimenti di valori. Ciò anche perché il nostro sguardo, non è più assuefatto a svolgere con sapienza la dovuta introspezione dell'anima. C'è troppo chiasso intorno e la fretta morde il nostro incedere nel mondo. Riflettere, meditare, esaminarsi interiormente è virtù di pochi. Forse anche per questo il discorso sulla fedeltà coniugale per molti, come ai tempi di Cristo, non è più un valore.Padri Silvestrini) 


PREGHIERA 
Questa sera si alzano le ombre. 
Io torno a te. Ti ho lasciato? 
Ritorno con il cuore serrato. 
Perché la terra si riempie di crimini, di adulteri di ogni tipo? 
O Padre, com'è bello posare sul tuo seno la colpa del tuo popolo, la mia: "
Non scacciare il tuo servo con collera". Perdona, fremi ancora nel tuo cuore. 
Guarda il sangue di tuo Figlio Gesù Cristo che brucia le nostre colpe. Così mi addormenterò in pace, deponendo nelle tue braccia le sorti del mondo.




giovedì 13 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26 Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.




Giovedì 13 Giugno 2019
S. Antonio di Padova; S. Cetéo o Pellegrino; S. Eulogio
10.a di Tempo Ordinario      
2Cor 3,15-4,1.3-6; Sal 84; Mt 5,20-26  
Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.

Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? 
Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? 
Proprio coloro che mi fanno del male inciampano e cadono. 
Dio onnipotente ed eterno, che in sant'Antonio di Padova, hai dato al tuo popolo un insigne predicatore e un patrono dei poveri e dei sofferenti, fa' che per sua intercessione seguiamo gli insegnamenti del Vangelo e sperimentiamo nella prova il soccorso della tua misericordia. Per il nostro Signore...



PRIMA LETTURA  
Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 2Cor 3,15-4,1.3-6
Fratelli, fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul cuore dei figli d’Israele; ma quando vi sarà la conversione al Signore, il velo sarà tolto. Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore. Perciò, avendo questo ministero, secondo la misericordia che ci è stata accordata, non ci perdiamo d’animo. E se il nostro Vangelo rimane velato, lo è in coloro che si perdono: in loro, increduli, il dio di questo mondo ha accecato la mente, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo, che è immagine di Dio. Noi infatti non annunciamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore: quanto a noi, siamo i vostri servitori a causa di Gesù. E Dio, che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo.
Parola di Dio. 



(Dal Salmo 84) 
R: Donaci occhi, Signore, per vedere la tua gloria.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra. R.
Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo. R.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino. R.




CANTO AL VANGELO (Gv 13,34) 
Alleluia, alleluia. 
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: 
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Alleluia. 



VANGELO  
Chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 5,20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non ucciderai"; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: "Stupido", dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: "Pazzo", sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!». 
Parola del Signore. 

OMELIA 
"Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli". È Gesù che ci parla. La giustizia degli scribi e dei farisei si adorna di formalismi esteriori, di personali interpretazioni e di ipocrisia. Più volte il Signore si è scagliato contro di loro denunciando le loro falsità. Non è quella la giustizia che egli vuole e propone. La vera giustizia, che riguarda innanzi tutto il nostro rapporto con Dio, deve invece sgorgare dal cuore illuminato dallo Spirito, deve nascere dall'amore che favorisce una adesione libera e gioiosa ai comandi del Signore. La stessa interpretazione della scrittura sacra, prima manipolata ad uso e consumo degli stessi interpreti, ora deve essere letta e praticata alla luce di Dio e con la forza della sua grazia. Dal modo diverso di leggere la Parola scaturisce poi un modo diverso di viverla. Nasce così la coerenza, la fedeltà, le delicatezza di coscienza, che rende consapevoli del bene vero e ci avverte degli eventuali errori. Il superamento della legge avviene in Cristo, e in noi, cristiani, con una vera e propria illuminazione dello Spirito. Dinanzi al sacrificio, all'offerta da presentare a Dio, emerge più che mai il bisogno della migliore sintonia e concordia con lo stesso Signore e con tutti quelli che condividono con noi gli stessi doni e concelebrano la stesso rito. Non è pensabile di potersi accostare a Dio senza stare in comunione intima di amore con Lui, è ancora impossibile condividere la stessa mensa celeste senza nutrire amore verso i fratelli. "Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono". Nessuna offerta può essere gradita a Dio se non è accompagnata dall'amore. Se dovessimo prendere sul serio, come dovremmo, questo ammonimento, dovrebbe interrompere molte delle nostre celebrazioni per dare tempo e modo di riconciliarsi con i fratelli, prima di celebrare i divini misteri. Già nell'Antico Testamento leggiamo il rifiuto da parte del Signore di sacrifici solo esteriori e formali: "Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo, poiché di me sta scritto nel rotolo del libro, per fare, o Dio, la tua volontà". Fare la volontà di Dio è la vera giustizia. (Padri Silvestrini) 


Il Signore è mia roccia e mia fortezza: è lui, il mio Dio, che mi libera e mi aiuta. 
Signore, la forza risanatrice del tuo Spirito, operante in questo sacramento, ci guarisca dal male che ci separa da te e ci guidi sulla via del bene.
Per Cristo nostro Signore.



PREGHIERA 
Mio Dio! Mio Dio! 
Vieni in mio aiuto, tu il longanime che usa misericordia senza fine. 
Togli la vergogna dalla terra. 
Togli il mio peccato. 
Ho fatto piangere i miei fratelli, "soffrire la tua immagine". Purifica la sozzura delle nostre labbra, estrai la radice amara dei cuori, quando scoppia la collera. Sui nostri volti ci sia il riflesso di Cristo. 
Lavami e sarò puro, dimentica le mie colpe e sarò più bianco della neve sull'Hermon, da cui scende la benedizione.






Il Santo di oggi: S. Antonio di Padova – Beato chi teme il Signore

Periodo: Giovedì
Il Santo di oggi: S. Antonio di Padova
Ritornello al Salmo Responsoriale: Beato chi teme il Signore



Dal Vangelo secondo Matteo:
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

   


Commento al Vangelo a cura dei
Monaci Benedettini
Ma io vi dico.

Il modo di essere giusti o di ritenersi tali come veniva praticato dagli scribi e dai farisei, vittime di un formalismo esteriore e sterile, non è più quello che Gesù richiede dai suoi. Egli è il perfezionatore della Legge antica e lo ha dimostrato con la proposta e l’adempimento del comandamento dell’amore.

Il cristiano quindi, non solo non si limita ad un’osservanza esteriore e formale, ma, sentendosi sorretto dalla grazia divina riversata abbondantemente nei nostri cuori, cerca la perfezione in tutti i suoi comportamenti.

I comandamenti, dati a Mosè sul Sinai, assumono una dimensione diversa sul Gòlgota. Colui che viene ucciso crudelmente e inchiodato ad una croce, ora può dire al mondo che anche chi si rende responsabile di un gesto di ira o di un insulto nei confronti di un fratello sarà sottoposto a giudizio. Sono ancora gli effetti dell’amore a far dire a Gesù che se stiamo per andare a portare la nostra offerta all’altare per vivere con lui un’esperienza di comunione, dobbiamo prima ristabilire la comunione anche con i nostri fratelli che ci hanno offeso o che sono stati offesi da noi.

Chi sa quante Messe dovrebbero essere interrotte per dare ai fedeli tempo e modo di realizzare detta riconciliazione!



mercoledì 12 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.



PRIMA LETTURA 
Ci ha resi capaci di essere ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito. 
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 2Cor 3,4-11
Fratelli, proprio questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio. Non che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, il quale anche ci ha resi capaci di essere ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita. Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu avvolto di gloria al punto che i figli d'Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore effimero del suo volto, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? Se già il ministero che porta alla condanna fu glorioso, molto di più abbonda di gloria il ministero che porta alla giustizia. Anzi, ciò che fu glorioso sotto quell'aspetto, non lo è più, a causa di questa gloria incomparabile. Se dunque cià che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo. 
Parola di Dio. 



Tu sei santo, Signore, nostro Dio.
Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
Proprio coloro che mi fanno del male
inciampano e cadono.




VANGELO 
Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
 "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli". 
Parola del Signore. 



OMELIA 
Non è facile seguire Gesù. Per lui (e quindi per noi) la legge è stata stabilita per la nostra felicità. Ciò non piace agli uomini d'oggi, che credono di sapere meglio del loro Creatore ciò che è bene per loro. Come i malati, che si credono più informati del loro medico sul trattamento più adatto al loro caso, o i bambini, che pensano di avere più esperienza educativa dei loro genitori. Tanto Gesù è tenero verso i peccatori, quanto è intransigente verso il peccato. È quello che ci ricorda senza sosta il papa Giovanni Paolo II, percorrendo il mondo. In ogni tempo gli uomini hanno voluto rimodellare il Vangelo secondo i loro desideri. E di qui il proliferare di sette. Si elimina tutto ciò che 
dà fastidio. Rileggiamo per esempio il discorso che tenne Paolo al governatore romano Felice(At 24,24-25). Felice mandò a chiamare Paolo per udirlo parlare della fede in Gesù Cristo. Ma siccome Paolo parlava di giustizia, di temperanza, di giudizio finale, Felice ebbe paura, e lo mandò via promettendo di richiamarlo più tardi, cosa che, naturalmente, si guardò bene dal fare. Così molte persone sono infastidite quando un discorso tocca gli argomenti della continenza, del digiuno, del perdono, della giustizia o altro ancora. Essi lasciano la chiesa e trovano mille scuse per non rimettervi più piede. Ma in fondo a se stessi, nel profondo della loro solitudine, non hanno paura? Siamo obiettivi: non c'è un Vangelo per i padroni e un altro per gli schiavi, un Vangelo per i ricchi e un altro per i poveri. Come non potranno mai esserci molti soli a brillare secondo le esigenze di ognuno. Certamente non è facile seguire Cristo. Eppure, egli ci ha detto: "Prendete il mio giogo sopra di voi... Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero" (Mt 11,29-30). Se il Signore l'ha pesato, fidiamoci di lui. Egli conosce i limiti delle nostre forze. Inoltre, tutti quelli che hanno seguito la sua legge con amore sono stati felici quaggiù... e "lassù"... 


PREGHIERA 
Da una colonna di nubi, tu parlavi a Mosè. 
E questa sera mi ricordo che tu mi hai parlato all'alba nelle tenebre come nella sua ammirabile luce, tu mi hai parlato ad ogni ora del giorno, in ogni attimo della mia vita, tu mi hai parlato come alla fanciulla del Cantico. 
Ma spesso non sono stato là dove tu mi aspettavi: ero altrove. 
Perdonami di essere così poco invaghito di un innamorato così paziente, così pronto a offrirsi senza aspettarsi nulla in cambio.

Il Signore è mia roccia e mia fortezza: è lui, il mio Dio, che mi libera e mi aiuta.

Pace & Bene





lunedì 10 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12 Beati i poveri in spirito




Lunedì 10 Giugno 2019
B. V. Maria Madre della Chiesa
10.a di Tempo Ordinario      
2Cor 1,1-7; Sal 33; Mt 5,1-12
Di te si dicono cose stupende, città di Dio!


PRIMA LETTURA  
Dio ci consola affinché possiamo anche noi consolare quelli che sono 
nell'afflizione. 
Dalla seconda lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi 2Cor 1,1-7
Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla Chiesa di Dio che è a Corinto e a tutti i santi dell’intera Acàia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione. 
Parola di Dio. 

CANTO AL VANGELO (cf. Mt 5,12) 
R. Alleluia, alleluia. 
Rallegratevi ed esultate, 
perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. 
R. Alleluia. 


VANGELO  
Beati i poveri in spirito. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 5,1-12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
Parola del Signore. 

Preghiera al Poverello d'Assisi


Il più caro amico del nostro Signore

Tutto ciò che comunica la vera felicità non deriva dallo spirito del mondo. 
Concedimi, Signore, la forza di rinunciare infine a tutti questi insulsi inganni. 
Mio Dio, che mi insegni le beatitudini, inscrivile nel profondo della mia vita. 
Venga il tempo in cui il mio cuore sarà povero, puro, umile e dolce, pacifico e pieno di gioia anche nelle calunnie a causa del tuo nome. 
Così, come il Poverello d'Assisi,
 conoscerò la gioia perfetta



Benedicici o Signore nell'anima e nel corpo nel tempo e nell'eternità.
Benedici la mia casa e tutti quelli che ci abitano. 
Dacci la tua santa benedizione
che ci accompagni in vita e ci difenda in morte...









sabato 8 giugno 2019

Giugno S. Efrem Pentecoste


Domenica 9 Giugno 2019
Giugno S. Efrem Pentecoste At 2,1-11; Sal 103; Rm 8,8-17; Gv 
Manda il tuo spirito, Signore, a rinnovare la terra.




RIMA LETTURA  
Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare. 
Dagli Atti degli Apostoli 2,1-11
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». 
Parola di Dio. 


CANTO AL VANGELO 
R. Alleluia, alleluia. 
Vieni, Santo Spirito, 
riempi i cuori dei tuoi fedeli 
e accendi in essi il fuoco del tuo amore. 
R. Alleluia. 



VANGELO  
Lo Spirito di verità vi guiderà a tutta la verità. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 14,15-16.23b-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà". 
Parola del Signore. 


SECONDA LETTURA 
Il frutto dello Spirito. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,8-17
Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è Legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 
Parola di Dio. 


MEDITAZIONE 
Quando l'opera che il Padre aveva affidato da fare sulla terra al Figlio fu compiuta, lo Spirito Santo fu inviato, il giorno della Pentecoste, per santificare la Chiesa in modo durevole, affinché i credenti avessero accesso al Padre attraverso il Cristo in un solo Spirito. È attraverso lo spirito di vita, o la fonte d'acqua che scaturisce sino alla vita eterna, che il Padre vivifica gli uomini morti in seguito al peccato fino a quando, infine, restituisce la vita in Cristo ai loro corpi mortali. Lo Spirito abita nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio, e in loro prega e rende testimonianza della loro adozione filiale. Colui che introduce la Chiesa nella verità intera, e l'unifica nella comunione e nel ministero, la istruisce e la dirige attraverso diversi doni di ordine gerarchico e di ordine carismatico, e l'orna dei suoi frutti. Mediante la forza del Vangelo, egli ringiovanisce la Chiesa, la rinnova perpetuamente e la conduce infine all'unione perfetta con il suo Sposo. Poiché lo Spirito e la Sposa dicono al Signore Gesù: "Vieni!" (Ap 22,17). Così la Chiesa universale apparirà come un popolo unificato, nell'unità del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.
PAOLO VI 


Portate a tutti la gioia del Signore risorto. Andate in pace. Alleluia, alleluia.
Rendiamo grazie a Dio, alleluia, alleluia.