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mercoledì 12 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.



PRIMA LETTURA 
Ci ha resi capaci di essere ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito. 
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 2Cor 3,4-11
Fratelli, proprio questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio. Non che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, il quale anche ci ha resi capaci di essere ministri di una nuova alleanza, non della lettera, ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito invece dà vita. Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu avvolto di gloria al punto che i figli d'Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore effimero del suo volto, quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? Se già il ministero che porta alla condanna fu glorioso, molto di più abbonda di gloria il ministero che porta alla giustizia. Anzi, ciò che fu glorioso sotto quell'aspetto, non lo è più, a causa di questa gloria incomparabile. Se dunque cià che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo. 
Parola di Dio. 



Tu sei santo, Signore, nostro Dio.
Il Signore è mia luce e mia salvezza,
di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
Proprio coloro che mi fanno del male
inciampano e cadono.




VANGELO 
Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
 "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli". 
Parola del Signore. 



OMELIA 
Non è facile seguire Gesù. Per lui (e quindi per noi) la legge è stata stabilita per la nostra felicità. Ciò non piace agli uomini d'oggi, che credono di sapere meglio del loro Creatore ciò che è bene per loro. Come i malati, che si credono più informati del loro medico sul trattamento più adatto al loro caso, o i bambini, che pensano di avere più esperienza educativa dei loro genitori. Tanto Gesù è tenero verso i peccatori, quanto è intransigente verso il peccato. È quello che ci ricorda senza sosta il papa Giovanni Paolo II, percorrendo il mondo. In ogni tempo gli uomini hanno voluto rimodellare il Vangelo secondo i loro desideri. E di qui il proliferare di sette. Si elimina tutto ciò che 
dà fastidio. Rileggiamo per esempio il discorso che tenne Paolo al governatore romano Felice(At 24,24-25). Felice mandò a chiamare Paolo per udirlo parlare della fede in Gesù Cristo. Ma siccome Paolo parlava di giustizia, di temperanza, di giudizio finale, Felice ebbe paura, e lo mandò via promettendo di richiamarlo più tardi, cosa che, naturalmente, si guardò bene dal fare. Così molte persone sono infastidite quando un discorso tocca gli argomenti della continenza, del digiuno, del perdono, della giustizia o altro ancora. Essi lasciano la chiesa e trovano mille scuse per non rimettervi più piede. Ma in fondo a se stessi, nel profondo della loro solitudine, non hanno paura? Siamo obiettivi: non c'è un Vangelo per i padroni e un altro per gli schiavi, un Vangelo per i ricchi e un altro per i poveri. Come non potranno mai esserci molti soli a brillare secondo le esigenze di ognuno. Certamente non è facile seguire Cristo. Eppure, egli ci ha detto: "Prendete il mio giogo sopra di voi... Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero" (Mt 11,29-30). Se il Signore l'ha pesato, fidiamoci di lui. Egli conosce i limiti delle nostre forze. Inoltre, tutti quelli che hanno seguito la sua legge con amore sono stati felici quaggiù... e "lassù"... 


PREGHIERA 
Da una colonna di nubi, tu parlavi a Mosè. 
E questa sera mi ricordo che tu mi hai parlato all'alba nelle tenebre come nella sua ammirabile luce, tu mi hai parlato ad ogni ora del giorno, in ogni attimo della mia vita, tu mi hai parlato come alla fanciulla del Cantico. 
Ma spesso non sono stato là dove tu mi aspettavi: ero altrove. 
Perdonami di essere così poco invaghito di un innamorato così paziente, così pronto a offrirsi senza aspettarsi nulla in cambio.

Il Signore è mia roccia e mia fortezza: è lui, il mio Dio, che mi libera e mi aiuta.

Pace & Bene