lunedì 20 aprile 2020

Il Vangelo di Oggi: 19 Aprile 2020:Otto giorni dopo venne Gesù.

2.a di Pasqua (o della Divina Misericordia) 
(anno A) – P

Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre

Gv 20,19-31


OTTO GIORNI VENNE GESU'




PREGHIERA DEL MATTINO

Cristo risorto, tu hai reso saldi i tuoi apostoli concedendo loro lo Spirito Santo. Illumina il mio spirito, concedimi la saggezza di compiere la volontà di tuo Padre. Signore, concedimi la grazia di essere degno di diffondere la luce del Vangelo e di realizzare il tuo amore attraverso i miei atti e con una vita pura, là dove vivo e lavoro. Creatore del mondo, accendi nel mio cuore il fuoco d'amore che permetterà di riunire tutti i tuoi fedeli in una famiglia cristiana unita. Riempi il mio cuore, e quello di tutti i credenti, di gioia, di pace e di calma. Amatissimo Gesù, i canti di lode e di adorazione della tua gloria risuonino all'unisono per tutta la terra, nei secoli dei secoli.


PRIMA LETTURA

Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune.

Dagli Atti degli Apostoli 2,42-47
[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

Parola di Dio.


(Dal Salmo 117)

R: Rendete grazie al Signore perché è buono: 
il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
"Il suo amore è per sempre"
Lo dica la casa di Aronne:
"Il suo amore è per sempre"
Dicano quelli che temono il Signore:
"Il suo amore è per sempre"
Mi avevano spinto con forza per farmi cadere,
ma il Signore è stato il mio aiuto.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria,
nelle tende dei giusti;
la destra del Signore ha fatto prodezze. 
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d'angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!




SECONDA LETTURA

Ci ha rigenerati per una speranza viva, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti.

Dagli prima lettera di san Pietro apostolo 1Pt 1,3-9
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un'eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell'ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po' di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell'oro - destinato a perire e tuttavia purificato con -, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la meta della vostra fede: la salvezza delle anime.

Parola di Dio.




CANTO AL VANGELO
 (Gv 20,29)

Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
Alleluia.




VANGELO

Otto giorni dopo venne Gesù.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: "Pace a voi!". Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". Detto questo, soffiò e disse loro: "Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati". Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo". Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: "Pace a voi!". Poi disse a Tommaso: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere  incredulo ma credente!". Gli rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!". Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Parola del Signore.


OMELIA

Le piaghe alle mani e al costato identificano Gesù e lo fanno riconoscere nel suo primo saluto alla comunità dei discepoli, ancora timorosa e sbigottita. Certamente la fede nella risurrezione fa fatica a prendere consistenza. E' una verità inimmaginabile per la mente umana. È l'evento che completerà la nuova creazione, che Gesù è venuto a costituire per l'umanità. Allora è plausibile ritrovarci anche noi dalla parte di Tommaso all'annuncio degli altri: "Abbiamo visto il Signore". Perché si crei questa sicurezza occorre smontare o sfumare le nostre convinzioni, giacché il disfacimento del corpo, il nostro annientamento costituiscono una vera tomba sepolcrale. Riconosciamo sì l'immortalità dell'anima, tuttavia, la sua impalpabilità, il suo essere spirituale ci porta nell'astratto. L'esigenza di Tommaso di "vedere per credere" per sé è legittima. Non si crede per leggerezza. Ma è disapprovabile il suo modo di pretendere, di condizionare il suo credere a una richiesta di un segno tangibile, rifiutando anche apertamente la testimonianza unanime della sua comunità. "Se non vedete segni e prodigi non credete", era stato già un lamento precedente di Gesù. Il Maestro, pur riservando una beatitudine particolare per coloro che credono: "beati quelli che pur non avendo visto crederanno", si accosta benevolmente a questo fuggitivo discepolo "otto giorni dopo", per illuminarlo con la sua presenza e con la sua parola. Tommaso si sente umiliato a tale vista e professa energicamente più degli altri la sua fede: "Mio Signore e mio Dio". Questo "credo" pasquale è l'attestato più alto della risurrezione. A questa fede si può giungere per vie più o meno diritte, ma per la maggior parte dei casi per vie contorte, come Tommaso. "Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli", li fa ancora il Signore nel tempo, che è occasione di salvezza, "perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché credendo, abbiate la vita eterna nel suo nome". (Padri Silvestrini)


MEDITAZIONE

L'amore di Dio per gli uomini si manifesta soprattutto negli avvenimenti della Pasqua, che sono il punto culminante della missione di Cristo. In generale, Pasqua significa la festa della risurrezione. Tuttavia, in un senso più esteso, biblico, la Pasqua rappresenta la festa di tutto ciò che ha portato alla salvezza dell'umanità, cioè la festa della passione, della morte, della risurrezione e dell'ascensione di Cristo. Allo stesso modo, per gli Ebrei la Pasqua evoca tutti gli avvenimenti che si riferiscono alla loro liberazione dalla schiavitù in Egitto.

Secondo il progetto di Dio, Cristo doveva soffrire ed entrare nella sua gloria (Lc 24,25-28). Ed è stato così: "Umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato" (Fil 2,8-9). È solo attraverso la morte e la risurrezione che Cristo ha potuto vincere appieno la morte e il peccato. La vittoria completa di Cristo comprende la sua morte e la sua risurrezione. Proprio come Cristo, il cristiano d'oggi non può vincere la morte e il peccato se non per mezzo della propria morte e risurrezione spirituali. Per essere salvati dobbiamo essere legati a Cristo. Partecipando alla Messa, i credenti si immergono nel Cristo che oggi li salva di nuovo. Il flusso della vita di Cristo penetra costantemente la nostra vita quotidiana attraverso i sacramenti dispensati dalla Chiesa. Per purificarsi dal peccato gli Ebrei si servivano, durante le loro cerimonie, di acqua. Si lavavano le mani prima di mangiare e soprattutto prima di procedere ad un sacrificio. San Giovanni Battista ha ripreso l'antica tradizione delle abluzioni degli Ebrei, sotto forma di un'idea messianica. Egli preparava gli uomini alla venuta di Cristo con il battesimo di acqua e di penitenza. "Io vi battezzo con acqua... ma colui che viene dopo di me è più potente di me... Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco" (Mt 3,11). 

Infatti, il battesimo istituito da Cristo avviene nel fuoco dello Spirito Santo, e tuttavia non può fare a meno dell'acqua, del segno sensibile. Immergendosi nelle acque battesimali, i cristiani agiscono come se si facessero sotterrare con Cristo. L'acqua sommerge l'uomo e lo inghiotte, come una tomba. Il peccatore annega nelle acque battesimali; quello che riemerge è un uomo nuovo, giusto. L'immersione e la risalita rappresentano i due contrari: la morte e la risurrezione. L'assoluzione dei peccati riempie l'anima di forze divine. A partire di qui, l'uomo cammina, non ha più bisogno di lenire le sue ferite, tutto si svolge come se fosse nato una seconda volta, con l'anima sana, forte, paziente. Il perdono ricevuto lo obbliga ad avere pietà degli altri, a compatire coloro che soffrono. 

Mangiando il pane eucaristico, diventiamo tutt'uno con colui che anima la vita della nostra anima, Cristo, e ci troviamo riuniti in seno alla stessa famiglia, quella dei credenti. Noi tutti diveniamo una cosa sola in Cristo, e da questo momento non è più possibile vivere unicamente per se stessi, limitarsi alla propria persona: si vive anche per i propri fratelli. Cristo risorto manda gli apostoli dai suoi fratelli: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi!". All'amore di Dio non si può rispondere che con l'amore, il rispetto per l'uomo. È impossibile amare Dio dimenticando l'uomo che soffre. È difficile per l'uomo tacere quando ha il cuore pieno. Ed è ancora più difficile quando nessuno capisce la vostra pena, la vostra disperazione, quando si è dimenticati da tutti. Compatire chi soffre, considerare la disgrazia altrui come la propria, è una grande qualità del cuore.

Ogni parola sincera, ogni incoraggiamento, ogni consolazione, tutto ciò che è buono e bello sul piano spirituale, conforta l'anima di chi soffre. L'amore del prossimo non può essere egoista, ed è il motivo per cui è meraviglioso, maestoso. È importante essere sinceri quando ci si sacrifica per gli altri. Il Signore ha accettato il sacrificio di Abele perché era offerto con sincerità. Ha rifiutato quello di Caino poiché era quello di un avaro. Solo un sacrificio sincero onora Dio come conviene. È per questo che nei salmi si dice più di una volta che Dio non accetta i sacrifici ipocriti.

J. PETROSIUS







PREGHIERA A GESU’ MISERICORDIOSO

O Gesù, Amico del mio cuore,

Tu Sei il mio solo rifugio e per me
l’unico riposo.
Sei la salvezza nelle tempeste della vita,
la mia serenità nei travagli del mondo.
Tu Sei per me la pace nelle tentazioni,
il sostegno nelle ore disperate
e la vittoria nel combattimento che sostengo per portare alle anime il Regno.
Tu solo puoi comprendere un’anima che soffre e resta muta, perché conosci le nostre colpe
e le nostre debolezze così bene
che incessantemente ci perdoni,
ci sollevi e fai in modo che impariamo
ad amarti sempre piu!

Gesù, confido in Te! 

Amen.





mercoledì 8 aprile 2020

Il Vangelo di Aprile 2020: Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte



"SETTIMANA SANTA"

La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza

 Parola del Signore Gesù Cristo.

Uno di voi mi tradirà... Non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.

Gv 13,21-

PREGHIERA DEL MATTINO

Padre, tu hai offerto il tuo Figlio unigenito come vittima del tradimento per operare la nostra redenzione. Concedici di identificarci con tutte le vittime, di sperare il perdono di tutti i traditori e di lodarti per la meravigliosa provvidenza per mezzo della quale tutte le cose, per chi ti ama, procedono verso il bene. Signore, nella tua passione, tu, che sei l'amore, sei stato tradito dal segno stesso dell'amicizia. Liberaci dal vizio; purificaci da una virtù finta, perché, come il ladrone pentito, ci confessiamo a te. Ricordati di noi quando verrai nella tua potenza regale.


«Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.


PRIMA LETTURA

Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra.

Dal libro del profeta Isaia 49,1-6
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza –, e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».

Parola di Dio.






CANTO AL VANGELO

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce,
come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù!





VANGELO


Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38

In quel tempo, mentre era a mensa con i suoi discepoli, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

Parola del Signore.


Meditazione sul Vangelo di  Gv 13,21-33.36-38

Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato e Dio è stato glorificato in lui.

«Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui». Dopo aver offerto il boccone a Giuda, Gesù pronuncia queste parole sorprendenti, a cui l’evangelista Giovanni fa seguire un’annotazione: «Era notte». E’ il momento delle tenebre, del male, l’ora in cui il mondo cade sotto il dominio dell’oscurità e dell’angoscia. Per questo l’osservazione di Gesù – Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato – risulta sorprendente. Ma come? Le tenebre e il tradimento si stanno impadronendo di Gesù e proprio in quel momento egli afferma: «Il Figlio dell’uomo è stato glorificato»? Qui matura la decisione di Giuda di tradire Gesù, qui inizia la passione, e proprio qui l’impotenza di Dio, di fronte alla libertà dell’uomo, raggiunge il massimo della sua debolezza. Perché questo è il momento della gloria? Siamo sconcertati, senza parole. L’insegnamento è grande ed è il punto più alto del messaggio di Gesù ai suoi discepoli. Il momento dell’oscurità è il tempo in cui l’amore si consegna, non si tira indietro, ma si dona facendoci comprendere che, sia pure nel turbamento, è sempre Gesù a guidare la propria vita. L’arresto sarà un evento tragico, ma non inatteso. Preludio alla morte di croce, il Signore trasformerà l’arresto in una consegna della propria vita, insegnandoci che chi si dona, spendendo nel bene la vita, si salva e chi conserva la vita rifiutandosi al dono, la perde. Nell’oscurità la luce dell’amore già squarcia le tenebre!




Così dice il Signore degli eserciti: “Riprendano forza le vostre mani. Voi in questi giorni ascoltate queste parole pronunciate dai profeti quando furono poste le fondamenta della casa del Signore degli eserciti per la ricostruzione del tempio”.
Zaccaria 8,9


7 Aprile 2020/in 

Gesù, sei Tu, il solo e vero Amico;
Tu non solo partecipi a ogni mia sofferenza, ma la prendi addirittura su di Te e conosci il segreto per mutarmela in gioia.
Tu mi ascolti con bontà e quando ti racconto le mie amarezze non manchi di addolcirle.
Ti trovo dappertutto, non ti allontani mai e se sono costretto a cambiare residenza, Ti trovo dovunque io vada.
Non soffri la noia nell’ascoltarmi; non ti stanchi mai di farmi del bene.
Se ti amo, sono sicuro di essere riamato; non hai bisogno dei miei beni, né ti impoverisci a darmi i tuoi.
Anche se sono un pover uomo, nessuno (nobile, intelligente o santo che sia) potrà rubarmi la tua amicizia.
La stessa morte, che divide tutti gli amici, mi riunirà a Te.
Tutte le avversità dell’età o del caso, non riusciranno mai ad allontanarmi da Te;
Anzi al rovescio, non godrò mai tanto pienamente della tua presenza e Tu non mi sarai mai tanto vicino,
Quanto il momento, nel quale tutto sembrerà cospirare contro di me.
Morendo, si resuscita alla vita.

Claude La Colombière


Lode a Te Gesù Cristo.





Il Vangelo di Aprile 2020: Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.

 A te la lode e la gloria nei secoli
Signore Gesù, tu chiami noi tutti a te. Fa’ che sentiamo la forza del tuo nome. Come Mosè nel deserto innalzò su un’asta un serpente di bronzo, così era necessario che il Figlio dell’uomo fosse scacciato dalla terra perché chi crede in lui possa avere la vita eterna. Concedici, Signore, la vita eterna in conformità alla nostra fede e alla tua misericordia.

Gv 8,31-42



PRIMA LETTURA

Dio ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi.

Dal libro del profeta Daniele 3,14-20.46-50.91-92.95
In quei giorni il re Nabucodònosor disse: «È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto erigere? Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?». Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto». Allora Nabucodònosor fu pieno d'ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente. I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. La fiamma si alzava quarantanove cùbiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldèi che si trovavano vicino alla fornace. Ma l'angelo del Signore, che era sceso con Azarèa e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace e rese l'interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Cosè il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia. Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero. Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dèi». Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all'infuori del loro Dio».

Parola di Dio.



CANTO AL VANGELO 

(cf. Lc 8,15)

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Lode e onore a te, Signore Gesù!




VANGELO

Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 8,31-42

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: "Diventerete liberi"?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l'ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Parola del Signore.


Martedì’ - 5.a Quaresima

Meditazione sul Vangelo di Gv 8,21-30

Se non credete che Io sono, morirete nei vostri peccati.

La paura  chiude all’uomo alla vita, così come il male. Le tenebre, l’ambiguità, il compromesso illudono di allietare la nostra esistenza, ma in realtà la intristiscono, la disgregano. Gesù avverte i giudei: «Se continuate a vivere così, morirete nel peccato». Per chi invece lo segue, Gesù avrà parole rassicuranti: «Vi prenderò con me». La differenza sta nella sequela: chi segue Gesù prende parte alla sua vita, entra in comunione con lui e lo raggiunge nella casa del Padre. La proposta del Signore è dunque di credere in lui. I giudei non vogliono comprendere e ironizzano: «Tu chi sei?», come se Gesù non l’avesse già detto. La loro chiusura non conosce speranza, è un peccato consumato con lucidità. Per questo il Signore pone un solo rimedio: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo allora conoscerete che Io sono». Dà loro appuntamento sotto la croce, quando sarà innalzato e si rivelerà la potenza dell’amore di Dio in Cristo crocifisso e risorto. Il peccato dei giudei lo condurrà sulla croce, ma proprio la croce, mistero d’amore, potrà salvarli. 






 Preghiera finale

Sei tu, Signore, la mia speranza,
la mia fiducia fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno.