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mercoledì 8 aprile 2020

Il Vangelo di Aprile 2020: Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.

 A te la lode e la gloria nei secoli
Signore Gesù, tu chiami noi tutti a te. Fa’ che sentiamo la forza del tuo nome. Come Mosè nel deserto innalzò su un’asta un serpente di bronzo, così era necessario che il Figlio dell’uomo fosse scacciato dalla terra perché chi crede in lui possa avere la vita eterna. Concedici, Signore, la vita eterna in conformità alla nostra fede e alla tua misericordia.

Gv 8,31-42



PRIMA LETTURA

Dio ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi.

Dal libro del profeta Daniele 3,14-20.46-50.91-92.95
In quei giorni il re Nabucodònosor disse: «È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto erigere? Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?». Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d'oro che tu hai eretto». Allora Nabucodònosor fu pieno d'ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente. I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. La fiamma si alzava quarantanove cùbiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldèi che si trovavano vicino alla fornace. Ma l'angelo del Signore, che era sceso con Azarèa e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace e rese l'interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Cosè il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia. Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero. Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell'aspetto a un figlio di dèi». Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all'infuori del loro Dio».

Parola di Dio.



CANTO AL VANGELO 

(cf. Lc 8,15)

Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono
e producono frutto con perseveranza.
Lode e onore a te, Signore Gesù!




VANGELO

Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 8,31-42

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: "Diventerete liberi"?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l'ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Parola del Signore.


Martedì’ - 5.a Quaresima

Meditazione sul Vangelo di Gv 8,21-30

Se non credete che Io sono, morirete nei vostri peccati.

La paura  chiude all’uomo alla vita, così come il male. Le tenebre, l’ambiguità, il compromesso illudono di allietare la nostra esistenza, ma in realtà la intristiscono, la disgregano. Gesù avverte i giudei: «Se continuate a vivere così, morirete nel peccato». Per chi invece lo segue, Gesù avrà parole rassicuranti: «Vi prenderò con me». La differenza sta nella sequela: chi segue Gesù prende parte alla sua vita, entra in comunione con lui e lo raggiunge nella casa del Padre. La proposta del Signore è dunque di credere in lui. I giudei non vogliono comprendere e ironizzano: «Tu chi sei?», come se Gesù non l’avesse già detto. La loro chiusura non conosce speranza, è un peccato consumato con lucidità. Per questo il Signore pone un solo rimedio: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo allora conoscerete che Io sono». Dà loro appuntamento sotto la croce, quando sarà innalzato e si rivelerà la potenza dell’amore di Dio in Cristo crocifisso e risorto. Il peccato dei giudei lo condurrà sulla croce, ma proprio la croce, mistero d’amore, potrà salvarli. 






 Preghiera finale

Sei tu, Signore, la mia speranza,
la mia fiducia fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno.










giovedì 13 febbraio 2020

Il Vangelo S. Martiniano; S. Benigno; B. Giordano di Sassonia I cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli.

Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popoloMc 7,24-30


PRIMA LETTURA
Il Signore si sdegnò con Salomone.
Dal primo libro dei Re 1 Re 11, 4-13
Quando Salomone fu vecchio, le sue donne gli fecero deviare il cuore per seguire altri dèi e il suo cuore non restò integro con il Signore, suo Dio, come il cuore di Davide, suo padre. Salomone seguì Astarte, dea di quelli di Sidòne, e Milcom, obbrobrio degli Ammoniti. Salomone commise il male agli occhi del Signore e non seguì pienamente il Signore come Davide, suo padre. Salomone costruì un'altura per Camos, obbrobrio dei Moabiti, sul monte che è di fronte a Gerusalemme, e anche per Moloc, obbrobrio degli Ammoniti. Allo stesso modo fece per tutte le sue donne straniere, che offrivano incenso e sacrifici ai loro dèi. Il Signore, perciò, si sdegnò con Salomone, perché aveva deviato il suo cuore dal Signore, Dio d'Israele, che gli era apparso due volte e gli aveva comandato di non seguire altri dèi, ma Salomone non osservò quanto gli aveva comandato il Signore. Allora disse a Salomone: «Poiché ti sei comportato così e non hai osservato la mia alleanza né le leggi che ti avevo dato, ti strapperò via il regno e lo consegnerò a un tuo servo. Tuttavia non lo farò durante la tua vita, per amore di Davide, tuo padre; lo strapperò dalla mano di tuo figlio. Ma non gli strapperò tutto il regno; una tribù la darò a tuo figlio, per amore di Davide, mio servo, e per amore di Gerusalemme, che ho scelto».
Parola di Dio.


CANTO AL VANGELO
R. Alleluia, alleluia.
Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi
e può portarvi alla saggezza.
R. Alleluia.



VANGELO
I cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli.
+ Dal Vangelo secondo Marco 7,24-30
In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va': il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.
Parola del Signore.




Meditazione sul Vangelo di Mc 7,24-30

Pregare con perseveranza e con fede.
L’atteggiamento del Signore descritto nel Vangelo di oggi sembrerebbe dipingere la figura del Maestro come insensibile alle suppliche di una madre angosciata per la sorte di sua figlia. In realtà, tutto ciò che Gesù dice ed opera è sempre finalizzato al nostro bene. In questo caso, Egli è guidato da un intento pedagogico: promuovere la crescita della fede della donna. Anche le annotazioni geografiche riportate dall’evangelista non sono casuali: il miracolo di Gesù si compie fuori della Terra Santa, nell’attuale Libano, a favore di una donna non-ebrea, perché, al contrario di quanto credevano gli Ebrei, la salvezza è offerta a tutti gli uomini. Tra fede e preghiera c’è un rapporto virtuoso: l’una fa crescere l’altra. Se ho fede, prego, e quando prego la mia fede cresce. Il dialogo tra la donna siro-fenicia e Gesù ci mostra un mirabile esempio di perseveranza nella preghiera da parte di questa persona che, alla fine, non solo “strappa” la grazia della guarigione per sua figlia ma, soprattutto, merita un lusinghiero elogio di Gesù per la solidità della sua fede, maturata nella confidenza e nell’assiduità della sua preghiera. Spesso chiediamo al Signore, per l’intercessione della Madonna e dei santi, di ottenere dei favori spirituali e materiali per noi e per le persone a noi care. Questa supplica ha valore e va compiuta.  Spesso otteniamo ciò che neppure osavamo sperare. San Pio da Pietrelcina affermava: “Il mezzo per costringere Iddio a venire in nostro aiuto è la preghiera confidente. A questa dimostrazione è impossibile che Iddio non faccia buon viso, che non ceda, non si arrenda, che non venga in nostro aiuto”. E, nell’innalzare con perseveranza a Dio le nostre implorazioni, cresciamo nella fede. Scriveva ancora sant’Agostino: «Egli vuole che nella preghiera si eserciti il nostro desiderio, in modo che diventiamo capaci di ricevere ciò che Egli è pronto a darci». Pregando con perseveranza, maturiamo la consapevolezza della nostra identità e della nostra dignità: siamo figli del Padre e a Lui possiamo sempre rivolgerci. Tutte le nostre preghiere sono raccolte da Cristo, il suo Figlio, e diventano anzi la preghiera di Cristo al Padre. Egli è il nostro Sommo Sacerdote che prega per noi e prega in noi. Ecco perché non ci stanchiamo mai di pregare.




PREGHIERA

Signore, come è dolce la tua parola! Come si sente rafforzato colui che la medita notte e giorno! Riempi di essa il mio sonno, te ne prego, come si versa il grano nella macina per raccogliere il fiore del frumento. Come ci rende forti il pane delle tue labbra! Tu mi mostri il nuovo Adamo addormentato sull'albero della croce: dal suo costato aperto nasce la Chiesa, come una nuova
Eva. Beato colui che "mormora" la tua parola giorno e notte: come un albero piantato sulle rive di un fiume, non diventerà mai secco.





Ah, gli amici Coloro, uomini e donne, accanto ai quali possiamo essere noi stessi, senza nascondere quello che siamo.
Se possiedi molti amici, ringraziane il Signore e prega per loro.
Se non ne hai ancora, ricorda che la miglior maniera di averne è essere uno di loro.
«Un amico è un tesoro», 
ci dice la Bibbia nel libro dell’Ecclesiastico.

"Nel Nome di Dio"