Mercoledì Marzo 2020
3.a di Quaresima
Mt 5,17-19
Mt 5,17-19
Celebra il Signore, Gerusalemme
Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
PRIMA LETTURA
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Osserverete le leggi e le metterete in pratica.
Dal libro del Deuteronomio 4,1.5-9
Mosè parlò al popolo e disse: «Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: "Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente". Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do? Ma bada a te e guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli».
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO
(cf. Gv 6,63.68)
Gloria e lode a te, o Cristo!
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Gloria e lode a te, o Cristo!
VANGELO
Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Parola del Signore.
OMELIA
Le leggi emanate dagli uomini e destinate a regolare la vita nel mondo, hanno sempre la caratteristica della provvisorietà; cambiano infatti con mutare dei tempi e della situazioni. La legge del Signore è immutabile ed eterna: «In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto». L'unica evoluzione possibile è quella voluta dallo stesso Dio che ne è l'autore. Per questo Gesù, dopo aver proclamato le beatitudini, afferma: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, a dare pieno compimento». Più che le leggi in sé, nella loro fredda formulazione, è lo spirito che deve cambiare, in base alla novità di Cristo. Per molte ragioni si aderisce alla legge o ci si distacca da essa. Ciò che Gesù propone, è un radicale rinnovamento interiore, che trae la sua origine dalla sua venuta e dall'opera che egli sta compiendo per noi. La giustizia solo formale ed esteriore, praticata dagli scribi e dai farisei, indice di un asservimento alla legge, non è più sufficiente. Dall'alto della croce sta per essere scandito un «tutto è compiuto», che instaura le libertà dei figli di Dio, non più schiavi ma liberi, ma capaci di grazia e di amore. Lo stesso Gesù non esiterà a proporci una perfezione assimilata a quella stessa di Dio: «Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Ora ci è reso possibile l'osservanza dei precetti e dei comandamenti del Signore, perché Cristo ci ha dotati di una legge nuova, che tutte le riassume e le vitalizia: quella dell'amore, quella appunto che è sgorgata dal cuore di Cristo e che ci ha riaperto la via del regno per essere davvero grandi al suo cospetto.
(Padri Silvestrini)
(Padri Silvestrini)
PREGHIERA
"Per il tuo figlio pentito tu prepari una festa; tu l'hai rivestito con l'abito dell'immortalità, poiché tu sei il Padre pieno di tenerezza e di perdono". Là dove aveva abbondato il peccato, tu, al modo di Abramo, di Isacco e di Giacobbe nostri padri nella fede, hai scavato un pozzo dove la grazia è in grande abbondanza, hai aperto la sorgente dell'acqua della vita per coloro che vivono nella arida valle dell'ombra e della morte. Tu trasformi il lutto in gioia, la colpa in consolazione, la legge in strumento di liberazione.
Gloria a te, o Signore.
Meditazione sul Vangelo di Mt 5,17-19
Non sono venuto ad abolire, ma a dare compimento.
Il testo evangelico risponde a una domanda impegnativa per la prima comunità cristiana: qual è il senso della missione di Gesù rispetto a quella di Mosè e dei profeti? La tentazione è duplice: cristallizzarsi sui vecchi insegnamenti respingendo ogni novità oppure, al contrario, accogliere le parole di Gesù come una novità che elimina quanto c’è stato prima. Ma la scorciatoia di chi vuol accogliere il Messia senza far la fatica di integrare gli antichi insegnamenti, non fa per il cristiano. Così Gesù mette le mani avanti di fronte a un possibile fraintendimento: «Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento». ln che senso Gesù porta la legge al pieno compimento? Non solo perché la esegue, ma perché ne mostra la realizzazione piena riconducendola all’esigenza fondamentale che essa voleva servire: l’amore verso Dio e verso il prossimo. Tutte le parole del Primo Testamento risuonano nel senso più appropriato quando sono orientate all’amore. Seguendo la logica dell’amore, anche un piccolo iota della legge diventa importante, così come in famiglia è importante anche il minimo gesto che dice attenzione all’altro, rispetto, amore gratuito. Il Signore ci invita a non prendere scorciatoie comode nel nome di una libertà che non è cristiana e a considerare anzi il fatto che siamo stati liberati dal sacrificio di Cristo, come quella possibilità che Dio ci offre di servire il fratello non per dovere, ma per amore. Non siamo servi perché obbligati da un codice: serviamo il fratello perché questa è la realizzazione piena della nostra libertà.
GESÙ FIGLIO DELL’UOMO
Fra le opere di Gibran un’attenzione particolare merita il volume «Gesù Figlio dell’Uomo», sia per la bellezza formale e per l’originalità della struttura, sia perché sintetizza la concezione etica e religiosa dell’autore.
Per presentare la figura di Gesù nella molteplicità dei suoi aspetti, Kahlil Gibran ha avuto un’idea geniale: portare sulla scena una folla di personaggi che hanno, in modo diverso, conosciuto il Nazareno, e interrogarli. Come lo ricordano? Quali le azioni e le parole che maggiormente li hanno colpiti? Dunque, un ritratto a più voci, dai toni diversi e complementari, talvolta discordi e problematici, generalmente appassionati.
Questo Gesù (poetico), ideale e compimento di ogni uomo, «figlio di Dio come noi siamo figli di Dio», che vive «dentro di noi», «immortale», «nato da una vergine come noi siamo nati dalla terra che non ha sposo», piace anche a noi!
Pace & Bene nel Nome di Dio*