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mercoledì 18 marzo 2020

Il Vangelo di Marzo 2020: Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

Mercoledì Marzo 2020
3.a di Quaresima 
Mt 5,17-19

Celebra il Signore, Gerusalemme

Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.


PRIMA LETTURA
Osserverete le leggi e le metterete in pratica.

Dal libro del Deuteronomio 4,1.5-9
Mosè parlò al popolo e disse: «Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi. Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: "Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente". Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do? Ma bada a te e guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli».

Parola di Dio.




CANTO AL VANGELO
(cf. Gv 6,63.68)

Gloria e lode a te, o Cristo!
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Gloria e lode a te, o Cristo!



VANGELO

Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

+ Dal Vangelo secondo Matteo 5,17-19

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Parola del Signore.





OMELIA

Le leggi emanate dagli uomini e destinate a regolare la vita nel mondo, hanno sempre la caratteristica della provvisorietà; cambiano infatti con mutare dei tempi e della situazioni. La legge del Signore è immutabile ed eterna: «In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto». L'unica evoluzione possibile è quella voluta dallo stesso Dio che ne è l'autore. Per questo Gesù, dopo aver proclamato le beatitudini, afferma: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, a dare pieno compimento». Più che le leggi in sé, nella loro fredda formulazione, è lo spirito che deve cambiare, in base alla novità di Cristo. Per molte ragioni si aderisce alla legge o ci si distacca da essa. Ciò che Gesù propone, è un radicale rinnovamento interiore, che trae la sua origine dalla sua venuta e dall'opera che egli sta compiendo per noi. La giustizia solo formale ed esteriore, praticata dagli scribi e dai farisei, indice di un asservimento alla legge, non è più sufficiente. Dall'alto della croce sta per essere scandito un «tutto è compiuto», che instaura le libertà dei figli di Dio, non più schiavi ma liberi, ma capaci di grazia e di amore. Lo stesso Gesù non esiterà a proporci una perfezione assimilata a quella stessa di Dio: «Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Ora ci è reso possibile l'osservanza dei precetti e dei comandamenti del Signore, perché Cristo ci ha dotati di una legge nuova, che tutte le riassume e le vitalizia: quella dell'amore, quella appunto che è sgorgata dal cuore di Cristo e che ci ha riaperto la via del regno per essere davvero grandi al suo cospetto. 

(Padri Silvestrini)



PREGHIERA 

"Per il tuo figlio pentito tu prepari una festa; tu l'hai rivestito con l'abito dell'immortalità, poiché tu sei il Padre pieno di tenerezza e di perdono". Là dove aveva abbondato il peccato, tu, al modo di Abramo, di Isacco e di Giacobbe nostri padri nella fede, hai scavato un pozzo dove la grazia è in grande abbondanza, hai aperto la sorgente dell'acqua della vita per coloro che vivono nella arida valle dell'ombra e della morte. Tu trasformi il lutto in gioia, la colpa in consolazione, la legge in strumento di liberazione.
Gloria a te, o Signore.

Meditazione sul Vangelo di Mt 5,17-19

Non sono venuto ad abolire, ma a dare compimento.

Il testo evangelico risponde a una domanda impegnativa per la prima comunità cristiana: qual è il senso della missione di Gesù rispetto a quella di Mosè e dei profeti? La tentazione è duplice: cristallizzarsi sui vecchi insegnamenti respingendo ogni novità oppure, al contrario, accogliere le parole di Gesù come una novità che elimina quanto c’è stato prima. Ma la scorciatoia di chi vuol accogliere il Messia senza far la fatica di integrare gli antichi insegnamenti, non fa per il cristiano. Così Gesù mette le mani avanti di fronte a un possibile fraintendimento: «Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento». ln che senso Gesù porta la legge al pieno compimento? Non solo perché la esegue, ma perché ne mostra la realizzazione piena riconducendola all’esigenza fondamentale che essa voleva servire: l’amore verso Dio e verso il prossimo. Tutte le parole del Primo Testamento risuonano nel senso più appropriato quando sono orientate all’amore. Seguendo la logica dell’amore, anche un piccolo iota della legge diventa importante, così come in famiglia è importante anche il minimo gesto che dice attenzione all’altro, rispetto, amore gratuito. Il Signore ci invita a non prendere scorciatoie comode nel nome di una libertà che non è cristiana e a considerare anzi il fatto che siamo stati liberati dal sacrificio di Cristo, come quella possibilità che Dio ci offre di servire il fratello non per dovere, ma per amore. Non siamo servi perché obbligati da un codice: serviamo il fratello perché questa è la realizzazione piena della nostra libertà.




GESÙ FIGLIO DELL’UOMO

Fra le opere di Gibran un’attenzione particolare merita il volume «Gesù Figlio dell’Uomo», sia per la bellezza formale e per l’originalità della struttura, sia perché sintetizza la concezione etica e religiosa dell’autore.
Per presentare la figura di Gesù nella molteplicità dei suoi aspetti, Kahlil Gibran ha avuto un’idea geniale: portare sulla scena una folla di personaggi che hanno, in modo diverso, conosciuto il Nazareno, e interrogarli. Come lo ricordano? Quali le azioni e le parole che maggiormente li hanno colpiti? Dunque, un ritratto a più voci, dai toni diversi e complementari, talvolta discordi e problematici, generalmente appassionati.
Questo Gesù (poetico), ideale e compimento di ogni uomo, «figlio di Dio come noi siamo figli di Dio», che vive «dentro di noi», «immortale», «nato da una vergine come noi siamo nati dalla terra che non ha sposo», piace anche a noi!

Pace & Bene nel Nome di Dio*






sabato 27 luglio 2019

Dal Vangelo di Domenica 2019 - Chiedete e vi sarà dato.

Vangelo Domenica 28 Luglio 2019 
Ss. Nazario e Celso; S. Pietro Poveda Castroverde
17.a di Tempo Ordinario
Gen 18,20-32; Sal 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13
Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto.



PREGHIERA DEL MATTINO 
O mio caro Padre, tu mi hai dato questo nuovo giorno. Ti ringrazio. Tu sai quello che mi aspetta oggi e tutto quello che dovrò imparare, fare o sopportare. Come Gesù, tuo Figlio, io voglio dirti: Aiutami, allontana da me il male, dammi la forza e la saggezza, e fa' che le cose vadano per il meglio. Sia fatta la tua volontà buona e saggia! Buon Dio, tu ti preoccupi di tutti: di quelli che hanno delle grandi responsabilità, di quelli che progettano il male, di quelli che soffrono anche se sono innocenti, di quelli che non hanno il coraggio di vivere o che avanzano senza scopo nella vita. Ed è per tutti loro che io voglio pregarti; affinché tu faccia girare per il meglio il loro destino, e la maggior parte degli uomini riconoscano il tuo amore, e si rimettano a te. Perché la tua vita è lo scopo del cammino di coloro che hanno fiducia in te. 

COLLETTA 
O Dio, nostra forza e nostra speranza, senza di te nulla esiste di valido e di santo; effondi su di noi la tua misericordia perché, da te sorretti e guidati, usiamo saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni. Per il nostro Signore Gesù Cristo... 

PRIMA LETTURA 
Non si adiri il mio Signore, se parlo. 
Dal libro della Genesi 18,20-32
In quei giorni, disse il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo stava ancora alla presenza del Signore. Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l'empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lontano da te il far morire il giusto con l'empio, così che il giusto sia trattato come l'empio; lontano da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?». Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell'ambito della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo». Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta 
la città?». Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque». Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta». Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta». Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta». Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti». Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse là se ne troveranno dieci». Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci». 
Parola di Dio. 


(Dal Salmo 137) 
R: Nel giorno in cui ti ho invocato mi hai risposto. 
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore: 
hai ascoltato le parole della mia bocca. 
Non agli dèi, ma a te voglio cantare, 
mi prostro verso il tuo tempio santo. R.
Rendo grazie al tuo nome 
per il tuo amore e la tua fedeltà: 
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome. 
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto, 
hai accresciuto in me la forza. R.
Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l'umile; 
il superbo invece lo riconosce da lontano. 
Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita; 
contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano. R.
La tua destra mi salva. 
Il Signore farà tutto per me. 
Signore, il tuo amore è per sempre: 
non abbandonare l'opera delle tue mani. R.


SECONDA LETTURA  
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, perdonando tutte le colpe. 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 2,12-14
Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. 
Parola di Dio. 


CANTO AL VANGELO (cf. Rm 8,15bc) 
Alleluia, alleluia. 
Avete ricevuto lo spirito che rende figli adottivi, 
per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre! 
Alleluia. 



VANGELO  
Chiedete e vi sarà dato. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 11,1-13
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: "Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli", e se quello dall'interno gli risponde: "Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani", vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». 
Parola del Signore. 

OMELIA 
Il primo dovere del discepolo è quello di imitare il proprio maestro. I discepoli di Gesù sono spesso spettatori delle lunghe ore che Gesù trascorre in orazione dopo essersi ritirato in un luogo solitario. Pur restandone affascinati si accorgono di non essere in grado di imitarlo. Ecco allora la umile richiesta: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». La risposta di Gesù è il Pater che oggi ascoltiamo nella versione dei Luca, più breve ed essenziale rispetto a quella di Matteo. È una gioiosa sorpresa per i dodici sentire che rivolgendosi a Dio, lo possono chiamare con l'appellativo di Padre, non era stato così per il passato. Comprendono che il primo motivo della preghiera è la comunione con l'Onnipotente, che induce a chiedere la santificazione del suo nome e l'avvento del suo regno sulla terra. Viene poi attribuito allo stesso Signore il compito paterno di provvedere al nostro necessario sia per il corpo, sia per la nostra anima, sempre bisognosa di misericordia e di perdono. Ci convince poi Gesù che proprio perché gratuitamente e ripetutamente perdonati da Dio Padre, dobbiamo a nostra volta sentirci impegnati ad usare misericordia verso il nostro prossimo. Implicitamente siamo esortati a vivere la nostra preghiera non solo come mezzo privilegiato di comunione con Dio e con il nostro prossimo, ma anche come impegno di vita cristiana. Se la preghiera non migliora la nostra vita diventa sterile. C'è poi un sapiente ammonimento di cui dobbiamo far tesoro: la preghiera non deve avare interruzione, non possiamo e non dobbiamo chiamare solo Dio solo in momenti di "emergenza" o considerarla episodica. Dobbiamo pregare sempre senza stancarci, perché sempre siamo bisognosi, sempre dobbiamo gratitudine a Dio, sempre dobbiamo proclamare le sue lodi, sempre dobbiamo stare in comunione con Lui. Lo Spirito Santo che è amore interverrà a dare vigore e santa energia alla nostra preghiera e alla nostra vita. Non è difficile costatare che tutto il nostro bene dal Signore proviene, Lui è la fonte inesauribile, la preghiera è la via su cui scorre la grazia. Al contrario, l'origine delle nostre crisi, dei nostri fallimenti hanno anch'essi una chiara spiegazione: è la mancanza di preghiera, il pensare di poter fare senza Dio e risolvere da soli i nostri problemi. È la peggiore tentazione che possa assalirci e forse anche il peggiore peccato di cui possiamo macchiarci. Ma abbiamo ricevuto lo Spirito che fa di noi figli adottivi. Per mezzo di lui, gridiamo spesso: Abbà! Padre! (Padri Silvestrini) 



Chiedete e vi sarà dato.

MEDITAZIONE 
Signore Gesù Cristo, tu eri in comunione con il tuo Padre celeste. La tua più importante parola pregandolo era: "O mio caro Padre". Tu hai vissuto ed agito in funzione di questa comunione affettuosa con tuo Padre. La sua gloria, il suo regno e la sua volontà erano il contenuto della tua vita, dei tuoi sforzi e delle tue sofferenze. Tu ci hai fatto entrare nella tua relazione fondamentale con tuo Padre, ci hai insegnato ad avere una fiducia assoluta e a rivolgerci a lui con tutte le nostre preoccupazioni. Facci vivere sempre più profondamente questa fiducia e questo amore per tuo Padre, grazie al tuo Spirito Santo. Nel tuo breve insegnamento sulla preghiera, tu hai indicato delle tappe: noi dobbiamo pregare, cercare, poi bussare alla porta. Nella preghiera, bisogna che noi esprimiamo la nostra ricerca: di una missione, di una via, di un senso, della verità e della vita. E, soprattutto, bisogna che la nostra aspirazione sia quella di bussare alla tua porta e a quella di tuo Padre per meritare di entrare nella comunione della vita divina. È per questo che tuo Padre non esaudisce tutte le preghiere come lo vorrebbero coloro che chiedono. Egli le esamina alla luce della sua saggezza e della sua bontà. E, con lo Spirito Santo, egli ci dà il discernimento necessario per capire il suo atteggiamento e agire di conseguenza. È quello che ci insegna la tua preghiera sul monte degli Ulivi. Tuo Padre l'ha esaudita dandoti la forza di soffrire e risvegliandoti dai morti. Anche noi possiamo godere anticipatamente del fatto che tuo Padre esaudirà ognuna delle nostre preghiere secondo la sua saggezza e il suo amore. E, in tutto, noi diciamo come te, Signore Gesù Cristo: "O Padre, sia fatta la tua volontà!". 
OTTO BERNHARD KNOCH






martedì 28 maggio 2019

Vangelo di Oggi: 29 Maggio 2019


La Parola di Oggi: 29 Maggio 2019
Mercoledì 29 Maggio 2019
S. Massimino; S. Orsola (Giulia) Ledochowska; S. Senatore
6.a di Pasqua
At 17,15.22-18.1; Sal 148; Gv 16,12-15
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.



PREGHIERA DEL MATTINO 

Padre Santo, mandaci lo Spirito Santo affinché egli ci porti alla comprensione della verità totale che è tuo Figlio Gesù Cristo. Rischiaraci con la luce del Verbo della vita, perché camminiamo nello splendore della verità. Liberaci da ogni falsa illusione, che ci mette alla mercé delle mode, dei soggettivismi o dei nostri stessi sentimenti. Da' forza alla debolezza del nostro desiderio affinché rimaniamo fedeli alla tua grazia. 

PRIMA LETTURA 
Colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio. 
Dagli Atti degli Apostoli 17,15.22- 18,1
In quei giorni, quelli che accompagnavano Paolo lo condussero fino ad Atene e ripartirono con l'ordine, per Sila e Timòteo, di raggiungerlo al più presto. Paolo, in piedi in mezzo all'Areòpago, disse: «Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi. Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l'iscrizione: "A un Dio ignoto". Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: "Perché di lui anche noi siamo stirpe". Poiché dunque siamo stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'ingegno umano. Ora Dio, passando sopra ai tempi dell'ignoranza, ordina agli uomini che tutti e dappertutto si convertano, perché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti». Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: «Su questo ti sentiremo un'altra volta». Così Paolo si allontanò da loro. Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti: fra questi anche Dionigi, membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro. Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. 
Parola di Dio. 




SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 148) 
R. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. 
Lodate il Signore dai cieli, 
lodatelo nell'alto dei cieli. 
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, 
lodatelo, voi tutte, sue schiere. R. 
I re della terra e i popoli tutti, 
i governanti e i giudici della terra, 
i giovani e le ragazze, 
i vecchi insieme ai bambini 
lodino il nome del Signore. R. 
Perché solo il suo nome è sublime: 
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli. 
Ha accresciuto la potenza del suo popolo. 
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli, 
per i figli d'Israele, popolo a lui vicino. R. 




CANTO AL VANGELO (Gv 14,16) 
R. Alleluia, alleluia. 
Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito 
perché rimanga con voi per sempre. 
R. Alleluia. 


VANGELO 
Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità. 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». 
Parola del Signore. 

OMELIA 
Gesù rinnova ai discepoli la promessa del Consolatore, come "Spirito di verità", la cui funzione sarà quella di ricordare ciò che egli "ha già manifestato" e quello che ora non possono capire. "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di poterle accogliere come sono. Quando verrà lo Spirito di verità, vi guiderà nella pienezza della verità". La verità completa la dobbiamo intendere anche in modo qualitativo. Si tratterebbe quindi d'una comprensione in profondità, d'una penetrazione del mistero della persona di Cristo, della sua opera, della sua morte, della sua missione redentiva universale. Tutto questo non poteva essere compreso allora dai discepoli. Più tardi alla luce dello Spirito nel corso della storia della Chiesa la verità si farà sempre più strada. La funzione mediatica dello Spirito tuttavia "non parlerà da sé, ma prenderà del mio". Una conferma, dunque, del ruolo dello Spirito, che è quello non di darci una nuova rivelazione, ma di rendere viva e attuale la rivelazione nei tempi degli uomini. "Dirà tutto quello che avrà udito e vi annunzierà le cose che verranno". L'azione dello Spirito è rivolta non solo al prima di Gesù, ma anche al presente e al futuro della storia della Chiesa e del mondo. Questo brano di Vangelo fu davvero una splendida predizione. Ci traccia una strada. Ci dice che non dobbiamo vivere di opinioni personali o collettive. Lo Spirito ci sarà sempre guida "nella pienezza della verità", compiendo in ciascuno di noi, in comunione con tutta la Chiesa, quasi una nuova rivelazione, guidandoci nella lettura dell'antica, unica ed immutabile rivelazione biblica: immutabile, ma non ferma; anzi in cammino ed in continua crescita. (Padri Silvestrini) 

PREGHIERA DELLA SERA 
Padre Santo, ti rendiamo grazie per il dono dello Spirito Santo che tu diffondi di continuo sulla tua Chiesa. La nostra fedele adesione a questa appartenenza ecclesiale manifesti tuo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo e gli renda gloria. Mantieni il nostro sguardo fisso su di lui. Il tuo Spirito sostenga il nostro progetto di vivere nel seno della tua Chiesa, ci apra alla verità tutta intera e ci aiuti sulla via che ci porta al destino per il quale siamo stati creati e riscattati.