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lunedì 15 luglio 2019

La Parola di Dio illumina il nostro cammino: lasciamoci guidare e raggiungeremo il bene più grande

Se volessimo sintetizzare in poche parole la Parola di Dio, oggi potremmo dire che essa ci parla di cammino, sete, acqua … e tutto questo si riferisce a Gesù.



È una Parola che illumina il nostro cammino quaresimale e ci aiuta a comprendere il senso profondo di tutta la vita come un cammino.

Il libro dell’Esodo, nella prima lettura, racconta come, una volta entrato nel deserto, ciò di cui soprattutto il popolo soffriva era «la sete per mancanza di acqua».

In effetti, nel deserto, prima ancora che di fame, si soffre di sete.

Israele, che pure ha vissuto e sperimentato la grazia di Dio, la sua opera meravigliosa che con mano potente l’ha liberato dall’Egitto, per giungere alla terra promessa, e quindi per gustare fino in fondo il compimento dell’opera di Dio, deve attraversare il deserto.

Lì, nel deserto, il cammino si fa duro.

Il deserto è una terra ostile. Nel deserto la vita è ardua, terribilmente ardua, perché manca l’acqua.

Quando lo attraversa, l’uomo ‘prova’ la sete.

Comprendiamo bene come tutto ciò sia una bellissima metafora per interpretare la nostra vita e il desiderio potente che la abita.

Tutti noi, all’inizio della nostra vita, facciamo l’esperienza di un dono che ci precede. Siamo stati donati a noi stessi e qualcuno – di solito i nostri genitori – si è preso cura di noi, con amore.

 All’origine, c’è questa grazia ricevuta in dono.

È come la promessa, l’anticipo di un dono più grande ancora, che ci attende come un compimento. Come per Israele la liberazione dalla causa di schiavitù, che troverà il suo compimento quando giungerà nella terra promessa, così per noi l’origine della vita è come l’anticipo di un bene ancora più grande.

Quale?

Da questo dono nasce il desiderio.

Che cos’è la sete se non la figura del desiderio?

Tra l’origine, i primi benefici di Dio, e il suo compimento, in mezzo, c’è il dramma della vita, C’è l’attraversamento del deserto, c’è la terra arida, c’è la sete.

Il desiderio ’soffre’, perché non è soddisfatto.

Questa è un’esperienza particolarmente dura della nostra vita. Quante volte desideriamo e il nostro desiderio rimane deluso, frustrato!

Da qui la sofferenza, forse la più grande. Da qui anche la tentazione di dubitare che la vita sia un grande desiderio condannato a svanire e a morire.

È proprio questa la tentazione del popolo di Israele: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». È la mormorazione, è la protesta degli Israeliti.

È un’accusa durissima contro Dio: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?». Altro che un Dio salvatore! Questo Dio, dice Israele, ci ha portato fino qui per farci morire. È un Dio di morte, non un Dio di vita.

Messo alla prova, nel tempo difficile del deserto, Israele mette Dio alla prova. Rovescia il gioco. Non ci sta. Non si fida. Accusa. Vuole e pretende che Dio soddisfi tutti i suoi desideri. Non accetta di ‘rimandare’ questa soddisfazione. Non accetta di camminare, in cerca di un’oasi di riposo. No. Ritira la sua fede, se Dio non interverrà a suo favore, subito.

Messi alla prova, mettono Dio alla prova. Non si fidano più. Hanno perso la memoria dei benefici di Dio. Hanno dimenticato la grazia. La loro vita si è inaridita.

L’Esodo racconta che, attraverso Mosè, Dio farà sgorgare l’acqua dalla roccia.

San Paolo, nella seconda lettura, dice che «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato». Qui l’amore di Dio viene paragonato all’acqua che viene riversata in un catino, con grande abbondanza.

La nostra vita, in Gesù che ci dona il suo Spirito, è stata riempita con un amore sovrabbondante. Questa è la «grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo».

Dunque la roccia da cui scaturisce l’acqua nel deserto è simbolo di Gesù. È lui il compimento!

In modo analogo, e con una storia bellissima, il Vangelo ci racconta dell’incontro tra Gesù e una donna samaritana, nei pressi di un pozzo.

È «circa mezzogiorno». L’ora più calda e faticosa della giornata. L’ora della sosta.  

Anche Gesù è «affaticato per il viaggio». Anche lui ha sperimentato la fatica della vita. Anche lui ha sofferto la sete. Anche lui ha sperimentato la potenza del desiderio umano e l’impossibilità a soddisfarlo nell’immediato.

Gesù, dunque, «sedeva presso il pozzo. Immagine folgorante.

Alla fine del racconto apparirà chiaro quel che qui è solo proposto visivamente. Gesù è il pozzo. Lui, che è la sete, lui che è uomo come noi, proprio lui è anche il pozzo. Lui è il compimento di ogni desiderio umano. Lui è la grazia che Dio ha riversato nella storia affascinante e difficile dell’umanità.

A ciascuno di noi, oggi, questo Vangelo chiede di identificarci con questa donna samaritana, che giunge anch’essa al pozzo, «ad attingere acqua».

Sembra un incontro casuale. Ma questo incontro è una vera rivelazione.

Nel dialogo tra Gesù e la samaritana c’è il dialogo di Gesù con ogni uomo. Un dialogo bellissimo, in cui Gesù mostra una capacità veramente ‘divina’ di entrare in relazione autentica con la nostra umanità.

È Lui che inizia il dialogo con la donna: «Dammi da bere».

È Lui che, all’inizio, si mostra bisognoso, perfino povero. È Lui che chiede.

La donna si stupisce. È un uomo, Gesù, e per di più un giudeo. Perché chiede da bere a «una donna samaritana»?

Occorre partire proprio da qui, dallo stupore. Non possiamo non stupirci di un Dio che cammina con noi e condivide la fatica del cammino della vita. Un Dio che condivide la prova.

Gesù si rivela subito. Le parla del «dono di Dio» e le dice che se lei lo conoscesse, lei stessa gli avrebbe chiesto acqua da bere e lui le «avrebbe dato acqua viva». Naturalmente la donna non può capire.

Però questa donna comincia a chiedersi chi sia quest’uomo, anche se all’inizio lo fa quasi con un gesto di sfida: «Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe …?». Gesù insiste.

Vivace, la donna comincia ad essere affascinata da quest’uomo. «Signore – gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».

Adesso è lei che chiede a Gesù, ma lo usa solo per i propri interessi immediati.

Non facciamo così, tante volte, anche noi con Dio? Ci serviamo di lui!

Gesù cambia radicalmente registro. La costringe a mettersi in gioco, fino in fondo. Con le spalle al muro, in un dialogo autentico, Gesù mette questa donna davanti alla verità della sua vita. Ha cambiato molti mariti. È una donna inquieta.

Davanti alle parole di Gesù, però, la donna non si tira indietro. Accetta il dialogo. Addirittura riconosce in Lui «un profeta»!

Allora sposta il dialogo sulle differenze tra giudei e samaritani. È una disputa religiosa: “dove si deve adorare Dio?”.

Gesù le rivela che il problema non è il luogo, ma lo spirito: adorare il Padre, nella verità, nella concretezza della vita.

Alla donna che parla del Messia, alla fine Gesù risponde: «Sono io, che parlo con te».

Questa donna corre in città e alla gente annuncia che, forse, lei ha incontrato «il Cristo».

Anche se la sua fede è solo all’inizio, si fa già testimone. E conduce a Gesù molta gente.

Alla fine, la donna quasi scompare e la gente del villaggio samaritano, crede anch’essa alle parole di Gesù.

Hanno trovato in Lui la Parola.

La samaritana ha riconosciuto in Gesù il pozzo d’«acqua viva», quel pozzo che, solo, può saziare la nostra sete.

O mio cuore, di’ ora a Dio: Cerco il tuo volto.

«Il tuo volto, Signore, io cerco» (Sal 26, 8).
Guarda, Signore, esaudisci, illuminaci, mostrati a noi. Ridonati
a noi perché ne abbiamo bene: senza di te stiamo tanto male.
Abbi pietà delle nostre fatiche, dei nostri sforzi verso di te: non valiamo nulla senza te.


 Samaritana al Pozzo
(Canto del Rinnovamento nello Spirito)

Testo del canto
Sono qui, conosco il tuo cuore,
con acqua viva ti disseterò.
Sono io, oggi cerco te,
cuore a cuore ti parlerò.
Nessun male più ti colpirà
l tuo Dio non dovrai temere.
Se la mia legge in te scriverò,
al mio cuore ti fidanzerò
e mi adorerai in Spirito e Verità.

Musica e testo
A. De Luca, B. Conte




martedì 16 aprile 2019

Il Vangelo del Martedi'16 Aprile 2019


Martedì 16 Aprile 2019
S. Bernardetta Sourbirous; S. Benedetto G. Labre
Settimana Santa.Is 49,
La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.




CANTO AL VANGELO
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce,
come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù!



SANTO VANGELO 
Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 13,21-33.36-38
In quel tempo, mentre era a mensa con i suoi discepoli, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «è colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».
Parola del Signore.

PREGHIERA DEL MATTINO 

Padre, tu hai offerto il tuo Figlio unigenito come vittima del tradimento per operare la nostra redenzione. Concedici di identificarci con tutte le vittime, di sperare il perdono di tutti i traditori e di lodarti per la meravigliosa provvidenza per mezzo della quale tutte le cose, per chi ti ama, procedono verso il bene. Signore, nella tua passione, tu, che sei l'amore, sei stato tradito dal segno stesso dell'amicizia. Liberaci dal vizio; purificaci da una virtù finta, perché, come il ladrone pentito, ci confessiamo a te. Ricordati di noi quando verrai nella tua potenza regale.




PRIMA LETTURA  
Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra.
Dal libro del profeta Isaia 49,1-6
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza –, e ha detto: «è troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».
Parola di Dio.




SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 70)
R: La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami. R.
Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. R.
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R.
La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza,
che io non so misurare.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R.



OMELIA 
Dopo le accese polemiche con i suoi indomabili nemici, ci saremmo aspettato il tradimento da uno di loro: da tempo erano nell'aria minacce di morte, avevano tentato ripetutamente di trarlo in inganno, di coglierlo in fallo. Avviene però che il traditore è a mensa con Lui, è lì tra i suoi a condividere una intimità già dissacrata con i cupi pensieri, a fingere una fedeltà già tradita nel cuore. C'è tanta amarezza in ogni tradimento perché è l'offesa peggiore all'amore, all'amicizia, alla fedeltà. Aveva ragione il salmistra a dire con profonda delusione: «Se mi avesse insultato un nemico, l'avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto. Ma sei tu, mio compagno, mio amico e confidente; ci legava una dolce amicizia, verso la casa di Dio camminavamo in festa». Comprendiamo la profonda commozione del Signore: una dei suoi, un commensale, uno a cui aveva riservato stima e fiducia particolari, ora è in preda a satana. Ingoia un boccone e poi s'immerge nel buio della notte. Come è triste quella notte senza luce! Come è turbata quella cena! Che brutta esperienza uscire dalla Luce e immergersi delle tenebre. Gesù però scandisce già la sua vittoria su quelle tenebre: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito». Uno dei discepoli esce e si distacca da Gesù, ma un altro in atteggiamento di amore e di tenerezza posa il capo sul petto di Gesù. Alla trama di morte, già in atto, fa riscontro l'annuncio della glorificazione del Padre e del Figlio. Il piano divino di salvezza sta per compiersi, la redenzione è già in atto, la vittoria sul male e sul peccato troverà il suo sigillo nella ascensione al cielo. Il tutto suono come un addio, ma poi lo stesso Gesù dirà «vado a prepararvi un posto». L'impazienza si Pietro è frenata dalla dichiarazione della sua fragilità e sui suoi rinnegamenti: non può essere la presunzione umana a far cambiare i progetti al buon Dio. Le promesse di fedeltà devono essere prima irrorate dallo Spirito per poter trovare l'attuazione nel momento della prova. (Padri Silvestrini)

PREGHIERA DELLA SERA  

Mi duole, Signore, di non aver saputo essere tuo docile servo in questa giornata. La mia fede ha esitato. Non ho saputo dar da mangiare a mio fratello affamato, non vedendo te in lui; non ho dato nulla a chi ne aveva bisogno, non scoprendo in lui la tua immagine divina. Domani sarà un altro giorno e vorrei fare ciò che non sono riuscito a fare oggi. Perdona i miei peccati. Perdona la superbia del credere di aver agito come dovevo: se anche così fosse, fa' che non me ne attribuisca il merito, ma sappia sempre riconoscere con umiltà di aver fatto solo ciò che dovevo.




Proverbi dal mondo:Martedì, 16 Aprile 2019
«Un sorriso ti farà guadagnare più di dieci anni della tua vita (Cina)»
Una proposta per ..."vivere"... la Parola!
La vera libertà interiore non si attua senza dolore e senza sofferenza.
E come lacerarsi il petto perché ne possa emergere l'essere umano che giace prigioniero nelle profondità del nostro essere.
Abbi il coraggio di tentare!
... Una pillola di saggezza al giorno! La tua cura quotidiana per lo spirito ...

Accadde oggi: (1924) - Fondata la Metro Goldwyn Mayer.