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giovedì 18 giugno 2020

Il Vangelo di Oggi: Giugno 2020: Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide?

La Parola di Vita
  9.a di Tempo Ordinario
Grande pace, Signore, per chi ama la tua legge


Mc 12,35-37

Preghiera
Concedici, Signore, di discernere i veri valori, i veri tesori, la sola ricchezza che non si acquista se non nella povertà secondo lo Spirito, che ci colma dei beni del mondo che verrà. Concedici di vedere con uno sguardo limpido che tutto ciò che facciamo, pensiamo o diciamo trova un'eco nel cielo. Concedici di essere folli per essere saggi, di dare senza tenere conto i beni della terra, per ricevere in eredità la vita eterna. Nessuna avarizia materiale o spirituale offuschi la nostra percezione di questo ammirevole scambio.




Lettura
Da tutte mi ha liberato il Signore
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo 2 Tm 3, 10-16
Figlio mio, tu mi hai seguito da vicino nell'insegnamento, nel modo di vivere, nei progetti, nella fede, nella magnanimità, nella carità, nella pazienza, nelle persecuzioni, nelle sofferenze. Quali cose mi accaddero ad Antiòchia, a Icònio e a Listra! Quali persecuzioni ho sofferto! Ma da tutte mi ha liberato il Signore! E tutti quelli che vogliono rettamente vivere in Cristo Gesù saranno perseguitati. Ma i malvagi e gli impostori andranno sempre di male in peggio, ingannando gli altri e ingannati essi stessi. Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall'infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Parola di Dio.



CANTO AL VANGELO 
(cf. Gv 14,23)

R. Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
R. Alleluia.


Lode a Te Gesù Cristo

Vangelo
Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide?
+ Dal Vangelo secondo Marco 12,35-37
In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: "Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi". Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
Parola del Signore.


Riflessione
Nella famiglia di Tobi con il ritorno del figlio Tobia e della moglie Sara torna a brillare il sole della gioia. Anna corre per prima incontro al figlio, poi anche il padre, incespicando... Dopo giorni di ansia comprensibile, a causa del viaggio sempre rischioso... finalmente ritorna il figlio già unito in matrimonio con Sara. Ha recuperato il danaro depositato, ma anche la medicina, il fiele del pesce, che, spalmato sugli occhi di Tobi, gli ridona la vista. Egli egli esclama commosso: Ti vedo, figlio mio, luce dei miei occhi": Sgorga dal cuore e dalle sue labbra un inno di benedizione al Signore... In quel giorno fu una grande festa per tutti i Giudei di Ninive. Forse anche Anna avrà capito il proprio errore quando rinfacciava al marito le sue opere buone... Il bene fatto per amor del Signore non va mai perduto... Nel brano evangelico abbiamo un insegnamento dalle labbra stesse di Gesù nella interpretazione della Bibbia. La domanda è questa: Il Messia è figlio di David? Citando il salmo 109(110) Gesù dimostra che lo stesso David lo chiama Signore. Allora non può essere suo figlio. Gesù è il Messia, discendente, secondo la carne, da David, ma è anche figlio di Dio e in questo senso David profeticamente lo chiama Signore. Gesù ci introduce nel mistero della sua persona, vero uomo, figlio di Maria (discendente di Davide) ma anche vero Dio, seconda persona della Santissima Trinità e quindi Signore del cielo e della terra. (Padri Silvestrini)



Gesù illumina i nostri pensieri
nella verità


Preghiera
Signore, tu che hai ricoperto Salomone di ogni sorta di beni, perché non aveva desiderato nient'altro che il bene della tua casa, concedici di rinunciare ai nostri interessi per cercare il bene dei nostri fratelli e la tua maggior gloria. Concedici anche di rinunciare alla nostra consolazione spirituale, alle nostre abitudini di pietà, ogni volta che la carità lo esige, poiché essa sola è la nostra regola di vita, essa sola illumina i nostri pensieri e le nostre azioni e ci stabilisce nella verità, poiché in te amore e verità si incontrano.


Meditazione sul Vangelo di Mc 12,35-37

Il Cristo, figlio e signore di Davide.

Nel Vangelo di oggi Gesù ci fa notare che il Figlio di Davide – che è lui stesso – viene chiamato “Signore” da Davide. Viene in tal modo insinuato il mistero di Cristo, che non si esaurisce nel suo essere uomo e che solo il Padre può rivelare. Gesù è il Re dei secoli, l’eterno Figlio del Padre, Egli è il Messia, e quindi è chiaro che è Signore di Davide e di tutti gli uomini apparsi sulla terra prima di lui e dopo di lui. In Cristo troviamo il criterio dei valori, di ciò che realmente conta. Quello che vale è il riferimento a lui, che è la nuova legge, il ristoro, il cibo e la liberazione dell’uomo. Ciò che importa è farsi trovare preparati con la fede e accogliere la Parola di Dio.
Chi legge la Bibbia considerandola solo un documento storico troverà nei testi molte incoerenze,  discordanze e contraddizioni. Già Origene aveva dato una risposta in merito. L’autore della Scrittura è lo Spirito Santo, che si serve di scrittori umani. Nei testi c’è un doppio significato, uno spirituale e uno umano. Il senso spirituale è uno solo, perché proviene dallo Spirito divino. I sensi trasmessi dall’uomo sono diversi perché gli autori sono uomini e, in quanto tali, diversi uno dall’altro. Attraverso gli uomini, lo Spirito conduce gli uomini a Cristo. Chi legge la Scrittura spiritualmente troverà il mistero della salvezza. Gli ebrei erano certi che il Messia sarebbe venuto dalla stirpe di Davide: era la promessa. Avevano una forte coesione familiare e nazionale. I meriti di uno erano i meriti di tutta la stirpe e d’altra parte, come ogni gloria appartiene a tutti, anche ogni peccato era in qualche modo ereditario. I meriti dei santi sono anche nostri meriti; tutti siamo responsabili del peccato del mondo, e tutti dobbiamo fare penitenza. In questo brano evangelico Cristo si riferisce al brano messianico 110: «Oracolo del Signore al mio Signore, siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». Il titolo “Signore” appartiene solo a Dio, perciò chiamare così il futuro Messia significa, almeno inconsciamente, confessare la sua divinità. Davide era re in Israele e, da ultimo che era, arrivò ad essere il primo della nazione, ma commise un grave peccato per il quale, pentitosi, chiese perdono a Dio. Tuttavia, il potere non gli fece mai dimenticare che regnava per mandato divino, al posto di Dio e come precursore del Messia. Per questo egli è considerato un grande santo, poeta e mistico



Per un confronto personale
 Qual è la speranza per il futuro del mondo di oggi in cui viviamo?
  La fede nella Risurrezione, influisce nel modo di vivere la tua vita?


Preghiera finale
Aspetto da te la salvezza, Signore,
e obbedisco ai tuoi comandi.
Osservo i tuoi decreti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie. (Sal 118)




domenica 8 dicembre 2019

Domenica 8 Dicembre 2019; Convertitevi: il regno dei cieli è vicino.


2.a Avvento Mt 3,1-12
Vieni, Signore, re di giustizia e di pace.


Mt 3,1-12

VIVERE LA PAROLA
Non ripetere affrettatamente tutto quello che ascolti. Informati prima della verità. Se è falsità, cerca di smentire. Se è verità, lo stesso non ripeterla. Se non puoi arrivare all’evidenza, sta zitto. La carità consiste nel saper tacere i difetti altrui, come tu desideri che gli altri facciano con i tuoi. Sii prudente: il silenzio è […]





PRIMA LETTURA
Giudicherà con giustizia i poveri.
Dal libro del profeta Isaia 11,1-10
In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Percuoterà il violento con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio. La giustizia sarà fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi. Il lupo dimorerà insieme con l'agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l'orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare. In quel giorno avverrà che la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli. Le nazioni la cercheranno con ansia. La sua dimora sarà gloriosa.
Parola di Dio.





CANTO AL VANGELO (Lc 3,4.6)
Alleluia, alleluia.
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Alleluia.


VANGELO
Convertitevi: il regno dei cieli è vicino!
+ Dal Vangelo secondo Matteo 3,1-12
In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!». E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Parola del Signore.




SECONDA LETTURA
Gesù Cristo salva tutti gli uomini.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 15,4-9
Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto: «Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».
Parola di Dio.

Meditazione sul Vangelo di Mt 3,1-12

L’attrattiva della bellezza.

La liturgia introduce il secondo personaggio che domina la scena dell’Avvento, Giovanni Battista. Egli arriva con l’irruenza del profeta e la provocazione di chi annuncia cose definitive. Non rimane altro tempo per la conversione. La forma fisica della sua figura, il vestito, il cibo, la voce, la riva del fiume sono lo sfondo nel quale risuona un appello ultimativo. Il suo invito e il suo annuncio raccolgono tutta l’urgenza dell’Antico Testamento e ci fanno volgere lo sguardo e il passo verso Cristo.

La scena descritta nel Vangelo si pone in un vivo contrasto con la descrizione del Messia venturo che viene proposta nella prima lettura. Il Vangelo fa risuonare l’urgenza della conversione con la voce irruente del Battista e la minaccia del suo richiamo. Arriverà il Messia a distruggere il male, a tagliare le piante sterili e a bruciarla nel fuoco. La prospettiva è quella di un mondo che finisce, non attraverso la misericordia che anticipa e sollecita la conversione, ma attraverso lo sradicamento repentino e violento del male. La prima lettura è – per così dire – più evangelica. Il profeta Isaia non minaccia lo sradicamento dell’albero, ma una nuova fioritura dal vecchio tronco di Iesse. Il Messia è ripieno dello Spirito del Signore e di tutti i suoi doni e farà un’azione di giustizia per i poveri e gli oppressi; basteranno la sua parola e il soffio delle sue labbra a eliminare il violento e l’empio. Ne uscirà un mondo nuovo di pace e bellezza, descritto con immagini ideali che rimarranno nei secoli. A quale delle due descrizioni corrisponde Gesù, quella presentata da Isaia o quella del Battista? Sono ambedue immagini estreme, che si ritrovano solo parzialmente nel Messia di Nazaret. Certamente Gesù giudica e toglie il male, come dice il Battista. Certamente costruisce un mondo nuovo, come descrive Isaia. Gesù aggiunge di suo la novità inimmaginabile del suo personale coinvolgimento. La violenza del male va a scaricarsi su di Lui, conducendolo al sacrificio della croce. La bellezza del mondo nuovo riappare nella sua benevolenza verso i peccatori e i malati, e nello splendore della risurrezione. Gesù ci attrae con la sua bellezza. Come dice di Lui Jacopone da Todi: «Tanto è bello che me trae tutto».




1 Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui. Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è.

Vi ho scritto queste cose perché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio. 1Giovanni 5:13


Nel Nome di Dio’ Pace & Bene.