martedì 19 novembre 2019

Dal Vangelo: di Novembre 2019; Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo.


Dal Vangelo: Novembre 2019
33.a Tempo Ordinario
Lc 18,35-43


Dammi vita, Signore. e osserverà la tua parola.


PREGHIERA
“Ho da rimproverarti che hai dimenticato il tuo amore di un tempo”. La voce dell’angelo mi risuona spesso, perché eccomi ricco in opere di ogni genere, ma dov’è il mio antico fervore? Rendimelo, Signore; abbracciami come il primo giorno; noi siamo sempre in tempo di fidanzamento.




PRIMA LETTURA
Grandissima fu l’ira sopra Israele
Dal primo libro dei Maccabèi 1Mac 1, 11-16.
In quei giorni, uscì una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco, che era stato ostaggio a Roma, e cominciò a regnare nell’anno centotrentasette del regno dei Greci. In quei giorni uscirono da Israele uomini scellerati, che persuasero molti dicendo: «Andiamo e facciamo alleanza con le nazioni che ci stanno attorno, perché, da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali». Parve buono ai loro occhi questo ragionamento. Quindi alcuni del popolo presero l’iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà d’introdurre le istituzioni delle nazioni. Costruirono un ginnasio a Gerusalemme secondo le usanze delle nazioni, cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza. Si unirono alle nazioni e si vendettero per fare il male. Poi il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Tutti i popoli si adeguarono agli ordini del re. Anche molti Israeliti accettarono il suo culto, sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato. Nell’anno centoquarantacinque, il quindici di Chisleu, il re innalzò sull’altare un abominio di devastazione. Anche nelle vicine città di Giuda eressero altari e bruciarono incenso sulle porte delle case e nelle piazze. Stracciavano i libri della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco. Se presso qualcuno veniva trovato il libro dell’alleanza e se qualcuno obbediva alla legge, la sentenza del re lo condannava a morte. Tuttavia molti in Israele si fecero forza e animo a vicenda per non mangiare cibi impuri e preferirono morire pur di non contaminarsi con quei cibi e non disonorare la santa alleanza, e per questo appunto morirono. Grandissima fu l’ira sopra Israele.
Parola di Dio. 




CANTO AL VANGELO
 (Gv 8,12)
R. Alleluia, alleluia.
Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me avrà la luce della vita.
R. Alleluia.



VANGELO
Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!
+ Dal Vangelo secondo Luca 18,35-43
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
Parola del Signore.




OMELIA
Chi è questo cieco, accovacciato nell’oscurità della propria vita, ai margini di una folla apparentemente lucida e dal cammino ben rischiarato, ma che impedisce il grido di cuore del non vedente troppo intempestivo? Sono io, quando ho la coraggiosa ingenuità di interpellare Cristo, lui che giustamente non passa così vicino a me che per farsi fermare, e che non è importunato da nessun grido che viene dal cuore, soprattutto quello della non vedenza. Io, ancora, quando riconosco che la semplice preghiera, fiduciosa e non affettata, è il collirio che mi restituisce la vista. Io, infine, quando la mia lode si aggiunge a quella degli umili vedenti.




Martedì – 33.a Tempo Ordinario

Meditazione sul Vangelo di Lc 19,1-10

Contro la tiepidezza.

Nel libro dell’Apocalisse incontriamo oggi i messaggi rivolti alla Chiesa di Sardi e alla Chiesa di Laodicea. La prima è chiamata a risvegliarsi, perché sta morendo al suo interno; la seconda deve invece uscire dalla sua tiepidezza. Dio le corregge per amore, vuole destarle a vita nuova.

«Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta , io verrò a lui, cenerò con lui ed egli con me». Il più grande desiderio di Dio è entrare in comunione con l’uomo. Ci cerca, si ferma alla nostra porta, non la sfonda ma bussa, aspettando la nostra decisione. Se gli apriremo, Lui verrà a noi e condivideremo la stessa cena, la stessa vita. Siamo fatti per questo. Il nostro cuore cerca questa comunione e ce lo dice in tanti modi, anche se spesso facciamo fatica a riconoscere gli input che ci invia. Nella lettura però il Signore appare anche molto severo. Come mai? Vuole colpire quei peccati che impediscono questa condivisione, che addormentano e uccidono lo spirito dell’uomo. Sono quelle colpe che chi ci vive accanto spesso non vede, perché possono essere scoperte solo da un occhio di fede, da una mente plasmata dalla Parola di Dio. Ci sono tante persone “morte dentro” perché incapaci di uscire dai loro piccoli e grandi egoismi, uomini e donne che si preoccupano unicamente di apparire ma non coltivano la loro interiorità secondo Dio. Il Signore allora le richiama: «Rinvigorisci ciò che sta per morire», non lasciarti morire del tutto! Ci sono poi coloro che non fanno né il bene né il male. Sono i tiepidi, quelli che non si lasciano mai coinvolgere, che girano lo sguardo per non vedere, che non si interrogano e non entrano mai in crisi, che hanno per ideale solo la loro tranquillità, che rimangono tra le loro quattro mura per non essere mai disturbati dal prossimo. A volte dicono qualche preghiera o vanno a messa la domenica e si sentono a posto. Ma alla fine non sono contenti perché anche il loro cuore è fatto per cose grandi, per amare tanto, e soffre dall’essere incatenato dall’indifferenza, dalla paura. Dio con loro è duro: «Sto per vomitarti dalla mia bocca». È una frase forte di cui però abbiamo estremo bisogno. Il Signore, quando corregge, lo fa sempre per amore, non dimentichiamolo. La sua franchezza è la nostra salvezza.




PREGHIERA
Che non ci manchi la lotta, Signore. Che siamo sempre trovati degni della lotta e della prova, al fine di mantenere vive le forze del nostro amore, e allertato tutto il vigore della nostra fede. Accendi in noi il fuoco della preghiera nel cuore della notte, e fa’ che ti chiamiamo senza fine come il cieco: “Signore Gesù, Figlio del Dio vivo, abbi pietà di noi peccatori”.


Il mio bene è stare vicino a Dio, 
nel Signore Dio riporre 
la mia speranza.



domenica 17 novembre 2019

Dal Vangelo di Oggi: 17 Novembre 2019; Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.

33.a Domenica del Tempo Ordinario – Anno C
Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.
Lc 21,5-19





PREGHIERA DEL MATTINO 
 Signore Gesù, nel Vangelo di oggi tu ci riveli il significato originario del mondo e della Chiesa. Meditando sui venti secoli della sua esistenza, io constato come le tue predizioni si realizzino in maniera misteriosa. Nonostante le persecuzioni, la Chiesa perdura, si sviluppa e dà testimonianza di te. Le persecuzioni approfondiscono la sua fede, le sofferenze rafforzano la speranza di quelli che ti amano e attendono la tua venuta. La fede nella tua vittoria finale mi permette di sopportare questi tempi difficili. Dammi i tuoi occhi, perché, attraverso essi, io possa guardare i cambiamenti che avvengono nel vecchio mondo e possa percepire la nascita di nuovi cieli e di una terra nuova. 




 PRIMA LETTURA  
 Sorgerà per voi il sole di giustizia. 
 Dal libro del profeta Malachia 3,19-20a
 Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia. 
 Parola di Dio. 




 (Dal Salmo 97) 
 R: Il Signore giudicherà il mondo con giustizia. 
 Cantate inni al Signore con la cetra, 
 con la cetra e al suono di strumenti a corde; 
 con le trombe e al suono del corno 
 acclamate davanti al re, il Signore. R.
 Risuoni il mare e quanto racchiude, 
 il mondo e i suoi abitanti. 
 I fiumi battano le mani, 
 esultino insieme le montagne 
 davanti al Signore che viene a giudicare la terra. R.
 Giudicherà il mondo con giustizia 
 e i popoli con rettitudine. R.


 SECONDA LETTURA  
 Chi non vuole lavorare, neppure mangi. 
 Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 2Ts 3,7-12
 Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi. Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi. Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità. 
 Parola di Dio. 







CANTO AL VANGELO (Lc 21,28) 
 Alleluia, alleluia. 
 Risollevatevi e alzate il capo, 
 perché la vostra liberazione è vicina. 
 Alleluia.

 


 VANGELO  
 Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita. 
 + Dal Vangelo secondo Luca 21,5-19
 In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: "Sono io", e: "Il tempo è vicino". Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». 
 Parola del Signore. 




OMELIA 
 Capita anche ai nostri giorni di soffermarsi dinanzi ai nostri templi per ammirarne le belle pietre, i doni votivi, e di godere per quello che per noi rappresentano. Si era formato un gruppo dinanzi al tempio di Gerusalemme, orgoglio del popolo d'Israele, costruito dal re Salomone per volere di Dio. Non mancavano davvero i motivi per restarne ammirati e stupìti dinanzi a tanta bellezza. La maestosità e la solidità di quel tempio dava l'idea di una costruzione destinata a sfidare i secoli. Ed invece ecco l'intervento di Gesù: «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta». Non ci viene riferita la reazione degli astanti, ma possiamo ben supporre lo sgomento che li ha assaliti e forse anche la vibrata protesta contro il Cristo che appariva loro come profeta di sventura. Gesù prende l'occasione per parlare di un'altra fine e dei difficili tempi che stanno per sopraggiungere. «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo». Tutto ciò riguarda le inevitabili ricorrenti guerre e fenomeni naturali avversi e catastrofici. Non meno grave è quanto viene preannunciato per i suoi discepoli: «Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza». Quanto preannunciato è già in gran parte puntualmente accaduto. La Chiesa fino ai nostri giorni ha sofferto persecuzioni e il numero dei martiri è praticamente una schiera che nessuno può contare. Non dobbiamo mettere l'accento sugli aspetti minacciosi che il testo evangelico potrebbe contenere. Il Signore non vuole spaventarci, ma al contrario garantirci la sua costante ed efficace protezione in tutte le vicende che possono accaderci. È interessante infatti la conclusione a cui Gesù vuole condurci: lo Spirito Santo si ergerà a nostro difensore nei tribunali degli uomini e poi aggiunge: «Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime». Dobbiamo perciò guardarci da coloro che interpretando a modo proprio questo vangelo, vanno facendo terrorismo religioso, passando di casa in casa ingenerando immotivate paure. Non ricordano le altre consolanti parole del maestro divino: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geènna». (Padri Silvestrini) 


 MEDITAZIONE 
 Dio onnipotente ci ha risuscitati per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, secondo la sua promessa infallibile, e con noi tutti quelli che sono morti sin dal principio. Ci farà risorgere proprio come siamo adesso, ma senza più difetti, senza più brutture, poiché risorgeremo incorruttibili, eterni. Anche se perdiamo la nostra vita in mare, se siamo sepolti e dispersi nella terra, se siamo dilaniati da bestie feroci o da rapaci, egli ci risusciterà grazie alla sua potenza, poiché tutto l'universo è nelle mani di Dio: "Nemmeno un capello del vostro capo perirà". E ci esorta anche in quest'altro modo: "Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime". A proposito della risurrezione dai morti e della ricompensa destinata ai martiri, Gabriele dice a Daniele: "Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre". 
COSTITUZIONI APOSTOLICHE 




 Domenica – 33.a Tempo Ordinario

Meditazione sul Vangelo di Lc 21,5-19

La storia e la fine della storia.

Siamo alla penultima domenica del ciclo liturgico. La liturgia della Parola è incentrata sulla storia e sulla fine della storia. Ci sono vicende stori che terribili, come la distruzione del tempio, i falsi messia, le guerre e le persecuzioni. Questi sono segni dei tempi, non della fine dei tempi. Il giorno del Signore, preannunziato da Malachia, arriverà con segni spaventosi sulla terra e nel cielo, ma il quando non ci è noto.

La storia è il “luogo” dove si decide l’aldilà della storia. Se guardiamo gli uomini, la storia resta avvolta da una certa ambiguità perché è sempre in gioco la libertà umana. Nel Vangelo Gesù parla di alcune vicende storiche, che si svolgeranno nei decenni seguenti alla sua esistenza terrena: la distruzione del tempio di Gerusalemme – un vero scandalo per i Giudei che lo ascoltavano -, l’apparizione di falsi messia che predicano la fine del mondo, ai quali non bisogna credere, le guerre e le loro conseguenze sulla popolazione, la persecuzione dei cristiani e le loro tribolazioni a causa della fede. Tutte queste vicende sono segni dei tempi, e dovremo leggerli con attenzione e lungimiranza, ma non sono segni dell’ultimo giorno, della fine dei tempi, «perché non sarà subito la fine». Il Signore ci invita a far buon uso della nostra libertà, consapevoli che da essa dipende il percorso della storia per il male o per il bene. Riguardo alla fine della storia e ai tempi, Gesù continua a insistere che non importa sapere il “quando” – lo sa Iddio ed è sufficiente – quanto piuttosto “cosa” avverrà con la fine, cioè il giudizio di Dio. Esso sarà rovente come un «forno per i superbi e gli ingiusti, ma sole di giustizia per il cultori del mio nome». Non è importante conoscere il futuro per dominarlo, ma vivere il presente per ordinare il futuro secondo il piano di Dio; guardare nel presente i messaggi di Dio attraverso le vicende storiche per capire il futuro e viverlo saggiamente. Il pensiero della fine dei tempi non dovrà essere motivo per dimenticare il presente, l’unico tesoro che abbiamo in mano e che possiamo mettere a frutto per la vita eterna. La via della libertà attraversa la storia umana e penetra nell’ aldilà, dove la libertà ha termine. Per questo Paolo esorta i Tessalonicesi a “non essere oziosi”, a costruire la storia con le loro mani. Lavorando da uomo libero il cristiano costruisce la sua dimora eterna.





VIVERE LA PAROLA DI OGGI


Allontana dal tuo spirito tutti i ricordi tristi. Forse ritornando sugli sbagli passati arriverai a
correggere il male che già è avvenuto?
No!
Quanto più rimescolerai nel tuo cuore le tristezze del passato, tanto più soffrirai, senza risultato
alcuno.
Dirigi la tua mente ai ricordi gioiosi, ai momenti felici, agli avvenimenti piacevoli del passato.
Accendi la luce, perché spariscano le tenebre.


Nel Nome di Dio’ Pace & Bene.