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giovedì 26 marzo 2020

Mercoledì di Marzo 2020: Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà

Ecco, la Vergine concepirà è darà alla luce un Figlio: sarà chiamato Emmanuele, Dio con noi.

Lc 1,26-38


PREGHIERA DEL MATTINO

Padre misericordioso, quando hai mandato fra noi tuo Figlio, nella pienezza dei tempi, per legarci a te con un amore eterno, tu hai guardato con amore particolare la Vergine di Nazaret. Tu l'hai fatta nascere e crescere perché fosse la tua figlia prediletta, la Madre di tuo Figlio e il Tempio del tuo Spirito Santo. Maria ha scoperto la meraviglia del tuo essere comunione di Persone infinite, così come ha appreso la verità altrettanto meravigliosa per cui le tre Persone aprivano ora la loro unità per accogliere lei con il resto dell'umanità. Padre amoroso, ispiraci anche solo una parte della fede di Maria. Per mezzo dello Spirito Santo, apri i nostri cuori di nuovo a Gesù, tuo Figlio e nostro Salvatore, perché in essi possa nascere, crescere e raggiungere la piena maturità.


PRIMA LETTURA

Ecco, la vergine concepirà.

Dal libro del profeta Isaia 7,10-14; 8,10c
In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall'alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi».

Parola di Dio.




CANTO AL VANGELO
 (Gv 1,14)

Lode e onore a te, Signore Gesù.
Il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria.
Lode e onore a te, Signore Gesù.





SECONDA LETTURA

Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà.

Dalla lettera agli Ebrei 10,4-10
Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: "Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà"». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

Parola di Dio.


Sia non la parola scritta e muta, la parola senza vita, ma incisa ad opera dello Spirito Santo. Avvenga di me ciò che non è mai avvenuto né avverrà a nessuno.

VANGELO

Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

+ Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.


OMELIA

Ci torna spontaneo quest'oggi il ricordo del primo peccato. Facciamo memoria della triste situazione che ha coinvolto l'umanità intera, lontana da Dio e priva di grazia. Ci giunge come un annuncio di gioia il saluto che l'Angelo porge a Maria, lo sentiamo anche nostro. Una umile fanciulla viene finalmente definita «Piena di grazia». Fa parte anche lei della nostra povera umanità peccatrice, ma il Signore, l'ha purificata prima del suo concepimento con il suo amore e ha voluto che fosse immacolata, senza peccato. L'ha adombrata con la forza del suo Spirito. Così quel dialogo ininterrotto, con cui il Signore ha cercato, sin dalle nostre origini, di ristabilire invano una comunione, ora finalmente trova un cuore limpido, una vergine senza macchia, la nuova Eva, docile e pronta all'ascolto. Le parole dell'Angelo risuonano nei nostri cuori come preannuncio di redenzione e segno visibile della fedeltà di Dio; specchiandoci in Maria riappare sulla nostra terra una innocenza macchiata, uno splendore perduto, una bellezza antica ora meglio esaltata. Lei, l'umile ancella del Signore, sarà resa feconda dallo Spirito Santo e, restando sempre vergine, diventerà la madre di Cristo, la madre di Dio, la madre nostra. Ciò che era stato promesso ora si realizza in pienezza: il Verbo si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi. È un progetto di amore, pensato e voluto da Dio, ma affidato alla risposta di una donna. Dopo le parole rassicuranti dell'Angelo, ascoltiamo il "sì" di Maria, che si fonde con quello stesso del Signore. Dopo il "no" del peccato, dopo i tanti no alle proposte divine di salvezza, finalmente l'umanità, per bocca di Maria, fa sentire pieno e gioioso il proprio assenso al Signore. Un sì che la legherà intimamente, con la forza dello Spirito, al Padre e al suo Figlio: Maria rifulge così nello splendore della Trinità beata. Un amore sponsale unisce Cielo e Terra, è un amore fecondo, che sgorga dal cuore stesso di Dio, è un amore purissimo con cui la vergine accoglie nel suo grembo il Figlio di Dio. Con lo stesso amore la Madre adempirà, fino ai piedi della croce, la sua missione e resterà fedele alla sua piena professione di completa disponibilità: «Eccomi, sono la serva del Signore, si compia in me secondo la tua parola». L'ascolto, l'umiltà, la disponibilità senza riserve fino all'eroismo della croce, sono le virtù di Maria, per sua intercessione che siano anche nostre. 

(Padri Silvestrini)


MEDITAZIONE

Il "Fiat" di Maria è l'espressione di un desiderio, e non di un'ultima esitazione. Dicendo queste parole, Maria esprime la vivacità del suo desiderio piuttosto che domandarne la realizzazione, come qualcuno che ha ancora dei dubbi. Niente impedisce, tuttavia, di vedere in questo "Fiat" una preghiera. Poiché nessuno prega senza essere animato dalla fede e dalla speranza. Dio vuole che noi gli domandiamo anche le cose che egli ci promette. Egli inizia col prometterci delle cose che ha deciso di donarci. La Vergine l'ha capito, poiché nel momento della promessa gratuita ella aggiunge il merito della sua preghiera: "Avvenga di me quello che hai detto!". La parola faccia di me ciò che ha detto la tua parola. Si compia in me, te ne supplico, non la parola proferita, che è transitoria, ma questa parola che ho concepito perché rimanga viva. Non sia udibile solamente dalle mie orecchie, ma anche visibile ai miei occhi, palpabile dalle mie mani, e io possa portarla nelle mie braccia. Sia non la parola scritta e muta, la parola senza vita, ma incisa ad opera dello Spirito Santo. Avvenga di me ciò che non è mai avvenuto né avverrà a nessuno. La tua parola sia messa nel mio ventre, secondo la tua promessa. Chiamo la parola in me, infusa nel silenzio, fatta carne in una persona, unita nel corpo alla mia carne. E avvenga di me quello che hai detto!

SAN BERNARDO





PREGHIERA

O Padre, che ci hai accolti alla tua mensa, conferma in noi il dono della vera fede, che ci fa riconoscere nel Figlio della Vergine il tuo Verbo fatto uomo, e per la potenza della sua risurrezione guidaci al possesso della gioia eterna. 





GESU’ FIGLIO DELL'UOMO

Fra le opere di Gibran un’attenzione particolare merita il volume «Gesù Figlio dell’Uomo», sia per la bellezza formale e per l’originalità della struttura, sia perché sintetizza la concezione etica e religiosa dell’autore.

Per presentare la figura di Gesù nella molteplicità dei suoi aspetti, Kahlil Gibran ha avuto un’idea geniale: portare sulla scena una folla di personaggi che hanno, in modo diverso, conosciuto il Nazareno, e interrogarli. Come lo ricordano? Quali le azioni e le parole che maggiormente li hanno colpiti? Dunque, un ritratto a più voci, dai toni diversi e complementari, talvolta discordi e problematici, generalmente appassionati.
Questo Gesù (poetico), ideale e compimento di ogni uomo, «figlio di Dio come noi siamo figli di Dio», che vive «dentro di noi», «immortale», «nato da una vergine come noi siamo nati dalla terra che non ha sposo», piace anche a noi!

[Tratto dalla prefazione al testo di Gibran, Gesù Figlio dell’Uomo, Ed. Paoline, Milano 1996]






Per Cristo nostro Signore.