domenica 4 agosto 2019

Dal Vangelo di Oggi: Agosto 2019 - Quello che hai preparato, di chi sarà?

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
La Parola Del Vangelo - Domenica 4 Agosto 2019 - Sal 89; Col 3,1-5.9-11; Lc 12,13-21
Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.


PREGHIERA DEL MATTINO 
Mio Signore e mio Dio, io mi preparo ai miei compiti e ai miei progetti di oggi. Tu desideri che ci prendiamo cura di noi, come degli altri, e che le nostre azioni siano utili. E desideri allo stesso tempo che la nostra vita sia coronata dal successo affinché conosciamo la tua gioia. Aiutami a fare il mio lavoro e a compiere i miei doveri con coscienza; fa' anche che sia caritatevole e amico nei confronti di tutti coloro che compiono con me il loro lavoro. Fa' che riesca in ciò a cui aspiro, ma non lasciare che il lavoro diventi per me un idolo. Fa' che non perda mai di vista il principale comandamento, quello di amarti e di amare il prossimo. Fa' che non consideri i guadagni e i beni come i valori essenziali per la vita. E fammi capire che tutto quello che avviene è opera dell'amore. Permetti dunque che io porti il mio aiuto generoso agli altri dividendo con loro i miei beni, per diventare ai tuoi occhi ricco delle opere dell'amore. 

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza: Signore, non tardare. 

Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo, che ti riconosce suo pastore e guida; rinnova l'opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo... 


PRIMA LETTURA  
Che profitto viene all'uomo da tutta la sua fatica? 
Dal libro del Qoelet 1,2; 2,21-23
Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità. Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male. Infatti, quale profitto viene all'uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità! 
Parola di Dio. 




(Dal Salmo 89) 
R: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. 
Tu fai ritornare l'uomo in polvere, 
quando dici: «Ritornate, figli dell'uomo». 
Mille anni, ai tuoi occhi, 
sono come il giorno di ieri che è passato, 
come un turno di veglia nella notte. R.
Tu li sommergi: 
sono come un sogno al mattino, 
come l'erba che germoglia; 
al mattino fiorisce e germoglia, 
alla sera è falciata e secca. R.
Insegnaci a contare i nostri giorni 
e acquisteremo un cuore saggio. 
Ritorna, Signore: fino a quando? 
Abbi pietà dei tuoi servi! R.
Saziaci al mattino con il tuo amore: 
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. 
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: 
rendi salda per noi l'opera delle nostre mani, 
l'opera delle nostre mani rendi salda. R.

SECONDA LETTURA  
Cercate le cose di lassù, dove è Cristo. 
Dal lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi 3,1-5.9-11
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria. Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell'uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti. 
Parola di Dio. 





CANTO AL VANGELO (Mt 5,3) 
Alleluia, alleluia. 
Beati i poveri in spirito, 
perché di essi è il regno dei cieli. 
Alleluia. 


VANGELO  
Quello che hai preparato, di chi sarà? 
+ Dal Vangelo secondo Luca 12,13-21
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: "Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?". Così è di chi accumula tesori per sé e non si 
arricchisce presso Dio». 
Parola del Signore. 

OMELIA 
Sic transit gloria mundi - "Così passa la gloria di questo mondo", in senso lato "Come sono passeggere le cose del mondo" - è una celebre locuzione in lingua latina. Questa domenica vuole rafforzare questa convinzioni con motivazioni più profonde e di ordine spirituale. Dal nero pessimismo del libro del Qoélet si passa alla sapienza evangelica. È esemplare l'atteggiamento di questo uomo che si ritrova colmo di ricchezze forse anche inattese. Le accumula poi le contempla e ne trae affascinanti conclusioni: "Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia". Una voce lo richiama alla realtà più vera: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita". Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso? È da saggi saper fare sempre i conti con la vita e con il tempo. È da sapienti saper volgere lo sguardo all'eternità e ai suoi valori. In un altro brano di vangelo Gesù ammonisce: "Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà". Egli allude ai meriti che possiamo acquisire con le nostre opere buone, con l'esercizio delle virtù e con l'offerta delle nostre sofferenze, ma anche a quel pane divino che assumiamo nella santa Eucaristia. È il cibo che ci fortifica e fa sì che nostra vita, come ci ricorda San Paolo nella seconda lettura, sia nascosta con Cristo in Dio. In questa prospettiva possiamo far morire ciò che appartiene alla terra, spegnere cioè le nostre umane passioni e far brillare le virtù che ci legano a Dio sin da questo tempo. Paolo ci dice che non solo noi dobbiamo «cercare le cose di lassù», ma queste cose devono essere l'oggetto principale dei nostri pensieri: «abbiate in mente le cose di lassù». Non più le cose terrene, di questo mondo che passa, ma le cose che riguardano il cielo, il quale deve essere la meta verso la quale aspiriamo con tutte le nostre forze. Quello è l'approdo finale, la meta ultima, l'eternità che non dobbiamo mancare. (Padri Silvestrini) 

MEDITAZIONE 
Tra sé e sé l'uomo ricco si chiedeva: "Che farò? Costruirò dei magazzini più grandi!". Perché dunque le terre di quest'uomo avevano dato tanti frutti dato che egli ne avrebbe fatto un cattivo uso? È perché si veda manifestarsi con più splendore l'immensa bontà di Dio che concede la sua grazia a tutti: ai giusti e agli ingiusti, ai cattivi e ai buoni. Tali erano i benefici di Dio nei confronti di questo ricco: una terra feconda, un clima temperato, sementi abbondanti, buoi per il lavoro e tutto ciò che garantisce la prosperità. E lui, cosa dava in cambio? Cattivo umore, misantropia ed egoismo. È così che ringraziava il suo benefattore. Egli dimenticava che noi tutti apparteniamo alla stessa natura umana, non pensava che avrebbe dovuto abbandonare il superfluo ai poveri, disdegnava questo precetto divino: "Non rifiutare una buona azione a chi la chiede; che benevolenza e fedeltà non ti abbandonino mai! Dividi il tuo pane con colui che ha fame!". Tutti i profeti, tutti i dottori gli gridavano questi precetti, ma egli faceva orecchie da mercante. I suoi granai scoppiavano, troppo piccoli per il grano che egli vi accumulava; ma il suo cuore d'avaro era in un difficile imbarazzo, poiché non voleva disfarsi di nulla, e non riusciva ad accumulare tutto! Questo problema lo tormentava invano, e gli causava mille preoccupazioni. "Che farò?" si ripeteva. Chi non avrebbe pietà di un uomo così perseguitato? Tragedia dell'opulenza, miseria del bene acquisito e tormento del bene atteso! Non sono più ricchezze che gli procura la terra, ma sospiri, preoccupazioni, fastidi, orribili seccature. Come un povero, egli si dispera. Ecco il suo dramma, le preoccupazioni che lo rodono! "Cosa farò?", si chiede. La risposta è semplice: aprirò i miei granai e ristorerò gli affamati! 
SAN BASILIO MAGNO





Preghiera 
Accompagna con la tua continua protezione, Signore, 
il popolo che hai nutrito con il pane del cielo, 
e rendilo degno dell’eredità eterna. 
Per Cristo nostro Signore.






martedì 30 luglio 2019

Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42- Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose.

Lunedì 29 Luglio 2019
S. Marta; S. Lazzaro; S. Olaf
17.a di Tempo Ordinario
1Gv 4,7-16; Sal 33; Gv 11,19-27 opp. Lc 10,38-42
Gustate e vedete com’è buono il Signore.




PRIMA LETTURA Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi. 
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 1Gv 4,7-16
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. 
Parola di Dio. 




(Dal Salmo 33) 
R. Gustate e vedete com'è buono il Signore. 
Benedirò il Signore in ogni tempo, 
sulla mia bocca sempre la sua lode. 
Io mi glorio nel Signore: 
i poveri ascoltino e si rallegrino. R. 
Magnificate con me il Signore, 
esaltiamo insieme il suo nome. 
Ho cercato il Signore: mi ha risposto 
e da ogni mia paura mi ha liberato. R. 
Guardate a lui e sarete raggianti, 
i vostri volti non dovranno arrossire. 
Questo povero grida e il Signore lo ascolta, 
lo salva da tutte le sue angosce. R. 
L'angelo del Signore si accampa 
attorno a quelli che lo temono, e li libera. 
Gustate e vedete com'è buono il Signore; 
beato l'uomo che in lui si rifugia. R. 
Temete il Signore, suoi santi: 
nulla manca a coloro che lo temono. 
I leoni sono miseri e affamati, 
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene. R. 



CANTO AL VANGELO (cf. Gv 8,12) 
R. Alleluia, alleluia. 
Io sono la luce del mondo, dice il Signore; 
chi segue me, avrà la luce della vita. 
R. Alleluia. 



VANGELO  
Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 10,38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». 
Parola del Signore.

OMELIA 
Il brano evangelico, tratto da San Luca è caratterizzato dall'accoglienza del Signore. Le due sorelle, in due modi diversi accolgono lo stesso Gesù. L'una è preoccupata a pulire la casa e rendere accogliente l'ambiente che deve essere degno di ricevere Gesù. Maria invece è interessata ad accogliere la Parola stessa di Gesù in un atteggiamento raccolto da sua discepola. I due atteggiamenti non devono essere contrapposti, anzi possiamo unirli in un'unica esigenza per chi si accinge a partecipare alla Santa Messa. Per accogliere degnamente Gesù, nella forma Eucaristica dobbiamo prima purificare il nostro cuore. La Chiesa ci suggerisce come diventare degni di partecipare al banchetto eucaristico e richiede, quando necessario, la confessione sacramentale. In questo imitiamo Marta che pulisce la casa. E' anche importante il nostro atteggiamento che favorisca l'unione intima con Gesù. In questo, invece,imitiamo Maria che si è scelta la parte migliore. (Padri Silvestrini

PREGHIERA DELLA SERA 

Possa, Signore, la mia preghiera, come quella delle anime molto pure, non essere altro che il riflesso di te, che a te ritorni quando ti chini su di me. Signore, non privarmi della tua grazia, così che non cessi mai di pregarti. (André Gide)



Meditazione sul Vangelo di Gv 11,19-27
Lunedì – 17.a Tempo Ordinario – S. Marta – P

Una fede che si irrobustisce nella prova.


Oggi abbiamo la possibilità di rivalutare santa Marta e di riconoscere in lei il modello del discepolo chiamato a credere in Cristo, anche nel momento della prova. La sua professione di fede, infatti, anticipa il credo della Chiesa nel Signore risorto. La morte dell’amico Lazzaro che Gesù – come gli rimprovera amichevolmente Marta – avrebbe potuto impedire, diventa l’evento dal quale partire per “glorificare Dio e suo Figlio”, Gesù Cristo, ed ottenere che “i discepoli credano in lui”. Anche in questo viene anticipata la fede fondante della Chiesa nel Signore crocifisso e risorto. Marta ha già un inizio di fede: crede che Gesù, in quanto uomo di Dio avrebbe potuto allontanare la morte dal fratello Lazzaro, come avevano fatto Elia ed Eliseo nell’Antico Testamento. E credeva, come insegnavano i farisei del tempo, che Lazzaro sarebbe risorto «nell’ultimo giorno». Gesù s’inserisce in questo nucleo di fede e chiede all’amica e discepola di credere prima ancora che il fratello esca dalla tomba, che Lui è già, “al presente”, «la risurrezione e la vita». Di crederlo anche di fronte all’evidenza della morte, in modo da «vedere [in tutto ciò] la gloria di Dio». È quanto chiede anche a noi la Chiesa, quando perdiamo una persona cara. Non dobbiamo trattenere le lacrime, dato che Gesù ha pianto davanti alla tomba dell’amico; abbiamo anche il diritto, come hanno fatto Marta e Maria, di chiedere conto al Signore di quello che ci è accaduto, ma poi dobbiamo credere in Lui e affidargli i nostri cari defunti perché con Lui abbiano «la risurrezione e la vita».
Pace & Bene


Preghiera finale

Signore, chi abiterà nella tua tenda? 
Chi dimorerà sul tuo santo monte? 
Colui che cammina senza colpa, 
agisce con giustizia e parla lealmente. (Sal 14)