domenica 23 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Luca 9,11b-17 Omelia nella solennità del Corpus Domini

« Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli» 
<<< + >>>
« Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna » Gv 6,68
PRIMA LETTURA  
Offrì pane e vino. 
Dal libro della Genesi 14,18-20
In quei giorni, Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: "Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici". E [Abram] diede a lui la decima di tutto. 
Parola di Dio. 
<<< + >>>
SECONDA LETTURA 
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore. 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 11,23-26
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore finché egli venga. 
Parola di Dio. 
<<< + >>>
CANTO AL VANGELO (Gv 6,51) 
Alleluia, alleluia. 
Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore, 
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. 
Alleluia. 

<<< + >>>
VANGELO 
Tutti mangiarono a sazietà. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 9,11b-17
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: "Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorno per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta". Gesù disse loro: "Voi stessi date loro da mangiare". Ma essi risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente". C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: "Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa". Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Allora egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, 
li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. 
Parola del Signore. 
<<< + >>>
MEDITAZIONE 
Tale culto è diretto verso Dio Padre per Gesù Cristo nello Spirito Santo. Innanzi tutto verso il Padre che, come afferma il Vangelo di san Giovanni, "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna". Si rivolge anche nello Spirito Santo a quel Figlio incarnato, nell'economia di salvezza, soprattutto in quel momento di suprema dedizione e di abbandono totale di se stesso, al quale si riferiscono le parole pronunciate nel cenacolo: "Questo è il mio corpo dato per voi"... "Questo è il calice del mio sangue versato per voi...". L'acclamazione liturgica: "Annunciamo la tua morte, Signore!" ci riporta proprio a quel momento: e col proclamare la sua risurrezione abbracciamo nello stesso atto di venerazione il Cristo risorto e glorificato "alla destra del Padre", come anche la prospettiva della sua "venuta nella gloria". Tuttavia è l'annientamento volontario, gradito dal Padre e glorificato con la risurrezione, che, sacramentalmente celebrato insieme con la risurrezione, ci porta all'adorazione di quel Redentore "fattosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. E questa nostra adorazione contiene ancora un'altra particolare caratteristica. Essa è compenetrata dalla grandezza di questa Morte Umana, nella quale il mondo, cioè ciascuno di noi, è stato amato "sino alla fine". Così essa è anche una risposta che vuol ripagare quell'Amore immolato fino alla morte di Croce: è la nostra "Eucaristia", cioè il nostro rendergli grazie, il lodarlo per averci redenti con la sua morte e resi partecipi della vita immortale per mezzo della sua risurrezione. Un tale culto, rivolto dunque alla Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, accompagna e permea innanzi tutto la celebrazione della Liturgia eucaristica. Ma esso deve pure riempire i nostri templi anche al di là dell'orario delle sante Messe. Invero, poiché il Mistero eucaristico è stato istituito dall'amore, e ci rende Cristo sacramentalmente presente, esso è degno di azione di grazie e di culto. E questo culto deve distinguersi in ogni nostro incontro col santissimo Sacramento, sia quando visitiamo le nostre chiese, sia quando le sacre Specie sono portate e amministrate agli infermi. L'adorazione di Cristo in questo Sacramento d'amore deve poi trovare la sua espressione in diverse forme di devozione eucaristica: preghiere personali davanti al Santissimo, ore di adorazione, esposizioni brevi, prolungate, annuali, benedizioni eucaristiche, processioni eucaristiche, congressi eucaristici. Un particolare ricordo merita a questo punto la solennità del "Corpo e Sangue di Cristo" come atto di culto pubblico reso a Cristo presente nell'Eucaristia, voluta dal mio predecessore Urbano IV in memoria dell'istituzione di questo grande Mistero. Tutto ciò corrisponde quindi ai principi generali e alle norme particolari già da tempo esistenti, ma nuovamente formulate durante o dopo il Concilio Vaticano II. 
GIOVANNI PAOLO II
<<< + >>>
Cristo speranza dell'uomo 
Siamo chiamati ad avanzare, a fare avanzare il mondo, come «luce del mondo» e «sale della terra». I cristiani non possono avere, nella storia, un ruolo di retroguardia o di involuzione: il Vangelo che essi hanno tra le mani, le parole e gli esempi di Cristo che in esso sono registrati, devono renderli nonostante tutte le loro umane debolezze, uomini di avanguardia e di speranza. Sappiamo che la storia, pur con i suoi alti e bassi, è avviata verso il definitivo trionfo di Cristo. In nostro potere è di corrispondere, giorno per giorno, a quel continuo aumento di grazia, che Dio, nella sua infinita bontà, vuole donarci, per farci avanzare senza soste né inciampi verso il Regno di Dio.
<<< + >>>
Venite, esultiamo con canti di gioia! Venite, adoriamo! Amen.


martedì 18 giugno 2019

Dal Vangelo secondo Matteo 5,27-32 Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio.


Mt 5,27-32A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento.


PRIMA LETTURA  
Abbiamo un tesoro in vasi di creta
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 2 Cor 4, 7-15
Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. di Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita  Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.
Parola di Dio. 



(Dal Salmo 115) 
R. A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento.
Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Ho detto con sgomento:
«Ogni uomo è bugiardo». R.
Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo. R.


CANTO AL VANGELO (Fil 2,15-16) 
Alleluia, alleluia. 
Risplendete come astri nel mondo, 
tenendo salda la parola di vita. 
Alleluia. 


VANGELO  
Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 5,27-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: "Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto del ripudio". Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all'adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio". 
Parola del Signore. 

OMELIA 
Già guardare una donna con desiderio significa commettere adulterio con lei. Il peccato, come le opere di bene, provengono dalle nostre interiori convinzioni, dall'orientamento che abbiano impresso nel nostro cuore. L'azione che ne segue è solo l'esteriore manifestazione di ciò che prima è maturato dentro di noi. I nostri occhi, definiti la finestra dell'anima, ci trasferiscono immagini e causano sensazioni che, se non filtrate dalla nostra coscienza, che deve operare la selezione, ci spingono all'azione cattiva, non conforme alla risposta di amore divino. Ecco perché il Signore arriva a dirci che se il nostro occhio ci è motivo di scandalo, dobbiamo essere pronti anche a cavarlo pur di entrare nel regno dei cieli. L'inquinamento dell'anima è un fatto molto più debilitante della perdita di un nostro organo fisico come il nostro occhio o la nostra mano. Siamo così sollecitati a considerare con la migliore attenzione i valori del nostro corpo, pur meritevoli di attenzioni e di cure, e quelli dello spirito, che dobbiamo conservare integro per la vita eterna. 
Viene da pensare che ai nostri giorni talvolta sono più affollati gli ambulatori dei medici che non i confessionali e le chiese. Spesso capita di vedere gente che si affanna più per la dimora terrena che non per quelle definitiva e celeste. Soffriamo momenti di confusione e di capovolgimenti di valori. Ciò anche perché il nostro sguardo, non è più assuefatto a svolgere con sapienza la dovuta introspezione dell'anima. C'è troppo chiasso intorno e la fretta morde il nostro incedere nel mondo. Riflettere, meditare, esaminarsi interiormente è virtù di pochi. Forse anche per questo il discorso sulla fedeltà coniugale per molti, come ai tempi di Cristo, non è più un valore.Padri Silvestrini) 


PREGHIERA 
Questa sera si alzano le ombre. 
Io torno a te. Ti ho lasciato? 
Ritorno con il cuore serrato. 
Perché la terra si riempie di crimini, di adulteri di ogni tipo? 
O Padre, com'è bello posare sul tuo seno la colpa del tuo popolo, la mia: "
Non scacciare il tuo servo con collera". Perdona, fremi ancora nel tuo cuore. 
Guarda il sangue di tuo Figlio Gesù Cristo che brucia le nostre colpe. Così mi addormenterò in pace, deponendo nelle tue braccia le sorti del mondo.