lunedì 7 marzo 2022

Vangelo di oggi Martedì 8 Marzo 2022 - Voi dunque pregate così.

Martedì 8 Marzo 2022
S. Giovanni di Dio; S. Ponzio; S. Provino
1.a di Quaresima
Il Signore libera i giusti da tutte le loro angosce

Mt 6,7-15




PREGHIERA DEL MATTINO


“Ho offuscato la bellezza della mia anima, o Creatore; l’oscurità ha invaso il mio cuore e il mio desiderio si è legato alla terra, ho fatto a brandelli i vestiti originari che tu mi avevi tessuto. Ho contemplato la bellezza dell’albero del male e il mio spirito ne è stato sedotto. Mi sono trovato nudo e mi sono nascosto. Non ho risposto, Signore, quando mi chiamavi per nome”. Ma oggi nel deserto di questa Quaresima ho di nuovo sentito la tua voce, e non chiuderò più il mio cuore; entra nella tenda della mia carne affinché da questo tempio spirituale si innalzi il sacrificio di una preghiera continua.





PRIMA LETTURA 

La mia parola opera ciò che desidero.
Dal libro del profeta Isaia 55,10-11
Così dice il Signore: «Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

Parola di Dio.






(Dal Salmo 33)


R: Il Signore libera i giusti da tutte le loro angosce.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R.

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo. R.

Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti. R.






CANTO AL VANGELO (Mt 4,4)

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!





VANGELO 

Voi dunque pregate così.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 6,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Parola del Signore.


OMELIA

L’umile, il povero, l’indigente, colui che nutre viva fiducia, spontaneamente implora aiuto. Chi è grato intona inni di lode e di ringraziamento al benefattore. Chi sa entrare nel mondo dello spirito, varca i confini angusti del mondo e della materia per elevarsi in più spirabil aere. Chi è puro di cuore vede Dio e lo riconosce, lo ascolta e l’invoca come Padre. Sono questi i presupposti perché l’essere umano si apra alla preghiera autentica. Non è quindi questione di parole o di formalismi esteriori. Il nostro Dio e Padre sa di quali cose abbiamo bisogno. Essendo egli bontà infinità, non deve essere convinto da noi a piegarsi alla nostra volontà. La prima cosa da chiedere, convinti che il volere divino è ispirato solo ed elusivamente a bontà e sapienza infinite, è che si compia quella volontà in perfetta armonia tra cielo e terra. Così affermiamo il primato di Dio nel mondo e, allo stesso tempo, la mèta finale a cui tutta la nostra esistenza deve tendere. Implicitamente chiediamo anche di conoscere, per quanto ci è possibile quella divina volontà, per poter poi conformare ad essa la nostra vita. Esaudite ed implorate le urgenze primarie dello spirito, chiediamo a Dio Padre il pane quotidiano. Diciamo il «nostro» pane per affermare l’impegno a condividere con i fratelli quel pane, affinché come quello che viene consacrato sugli altari, divenga strumento di carità e di comunione fraterna. È in questo spirito e con questo impegno di fraternità vissuta che chiediamo infine la remissione dei nostri peccati. Manifestiamo così la nostra vera ed estrema povertà e quell’anelito di perdono e di riconciliazione che ci restituisce la vera dignità di figli e ci consente di poter pregare Dio e chiamarlo con il dolce nome di padre. È importante riflettere sugli effetti delle nostre eventuali chiusure nei confronti del prossimo: «Se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». (Padri Silvestrini)






PREGHIERA DELLA SERA

“Il peccato ha cucito per me abiti di pelle, dopo avermi spogliato del vestito tessuto dal Dio stesso; ho sporcato la tunica della mia carne, io, che fui creato a tua immagine. Ho perduto la bellezza originaria, l’impronta della tua gloria, ho sfigurato e seppellito l’opera delle tue mani: cercami e ritrovami come la dracma perduta”. Poiché nella mia miseria, povero come sono, privo di te, ho gridato e tu mi hai ascoltato. Tu vuoi liberarmi da tutte le mie angosce perché io canti senza fine il canto della tua misericordia



Martedi - 1.a Quaresima

8 Marzo 202 / in Meditazioni, Rito Romano

Meditazione sul Vangelo di Mt 6,7 - 15


Abbiamo Dio per padre.Dicono le statistiche che un giovane su cinque prega ogni giorno: un giovane sì e quattro no ogni giorno sente importante rivolgersi a qualcuno che non vede, non tocca, non sente, non è manipolabile come tutto quello che ci circonda e gli affida qualcosa della sua vita: un sogno, una domanda, un grazie, una richiesta, una preghiera insomma.

È per scaramanzia, come portarsi un portafortuna in tasca, è per abitudine, è per bisogno, è per fede o disperazione dopo averle tentate tutte, è per gioia incontenibile…? Sta di fatto che ti affiora alle labbra o alla mente una preghiera, un atto di affidamento, un dialogo semplice, magari fatto di monosillabi o di formule mandate a memoria che vogliono bucare la tua vita spesso piatta per forare il cielo. E’ un bisogno molto umano, ma non sempre si è capaci di tradurlo in qualcosa di bello, di non petulante, di tuo, di gioioso, di vero. Gesù aveva davanti proprio uomini in questa difficoltà quando si sente dire: insegnaci a pregare. Ti vediamo così bello e felice quando preghi, stai ore e ore con un volto così disteso e sereno che ci fai invidia. Noi non siamo capaci di pregare, ci stanchiamo di formule senza senso, quelle che ci hanno insegnato in sinagoga non ci danno la gioia che hai tu sul volto. E Gesù insegna loro: quando pregate dite:  padre nostro. Insegna a chiamare Dio col nome bellissimo di papà, abbà, un nome che da solo cancella tutte le distanze, le paure, le bestemmie che noi senza senso tante volte diciamo. Dio è un papa di quelli veri, di quelli che si spendono per la famiglia, di quelli che sanno perdere tempo e giocare con i figli, di quelli che fanno di tutto per mettere pace, di quelli che danno forza, che ti sostengono anche con un rimprovero, con uno sguardo duro, ma che non ti mollano mai, non ti lasciano solo, sanno aspettarti al ritorno dalle tue stupide avventure e sono disposti a ricominciare. E tu gli dici che vuoi fare quello che vuole lui, perché sai che per te desidera il massimo, che sogni un mondo bello come piace a lui, gli chiedi di avere ogni giorno quello che ti è necessario nella vita ed è tale la stima che hai per lui che vuoi diventare capace di perdono come lo è lui per te. Una preghiera così apre il cuore alla speranza.

Ma questa speranza so dove trovarla?


PAROLA DEL GIORNO


Il ricco che compie uno sbaglio trova chi lo sostiene, ma il povero, se cade, è respinto anche dai suoi amici (Ecl 13,21)


VIVERE LA PAROLA

Non dare in anticipo un cattivo giudizio su una persona.
Dagli l’opportunità di spiegarsi e vedrai che, il più delle volte, 
ci sbagliamo nei nostri pregiudizi.
«Non giudicate se non volete essere giudicati», ha detto il Maestro.
Con la misura che useremo verso gli altri, 
saremo a nostra volta misurati.







mercoledì 6 ottobre 2021

Vangelo di Oggi: 07 Ottobre 2021 - Chiedete e vi sarà dato.

Giovedì 7 Ottobre 2021   
S. Giustina; S. Augusto
Beata V. Maria del Rosario (m)
Beato l’uomo che confida nel Signore


Lc 11,5-13


PREGHIERA DEL MATTINO




O Dio, nostro Creatore, tu ci hai chiamati all'esistenza perché il tuo Figlio unigenito voleva avere molti fratelli. Egli ci ha rivelato che tu sei anche nostro Padre. Tu ci hai mostrato il tuo amore quando l'hai offerto in sacrificio, consegnandolo alla morte per noi e quando ci hai mandato lo Spirito Santo. È lo Spirito Santo che fa di noi il tuo santuario e che prega in noi: "Abbà, Padre amato". La Pentecoste permanga sempre in me e crescano i frutti dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22). Aiutami a riconoscere il tuo Spirito distinguendolo dagli altri spiriti che agiscono nel mondo.





 PRIMA LETTURA


Ecco, sta per venire il giorno rovente come un forno.

Dal libro del profeta Malachia 3,13-20a

Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?». Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall'aver osservato i suoi comandamenti o dall'aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti». Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l'orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve. Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

Parola di Dio.

 


(Dal Salmo 1)


R. Beato l'uomo che confida nel Signore.

Beato l'uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,

non resta nella via dei peccatori

e non siede in compagnia degli arroganti,

ma nella legge del Signore trova la sua gioia,

la sua legge medita giorno e notte. 

È come albero piantato lungo corsi d'acqua,

che dà frutto a suo tempo:

le sue foglie non appassiscono

e tutto quello che fa, riesce bene. 

Non così, non così i malvagi,

ma come pula che il vento disperde;

poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,

mentre la via dei malvagi va in rovina. 






 

CANTO AL VANGELO (cf. At 16,14)


R. Alleluia, alleluia.

Apri, Signore, il nostro cuore

e accoglieremo le parole del Figlio tuo.

R. Alleluia.





 

VANGELO


Chiedete e vi sarà dato.

+ Dal Vangelo secondo Luca 11,5-13

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: "Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli", e se quello dall'interno gli risponde: "Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani", vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Parola del Signore.

 


OMELIA


Molti cristiani, che non hanno un concetto esatto delle finalità della preghiera, finiscono per credere che troppo spesso il nostro Dio è sordo o, come afferma un salmista, "muto e inerte". Alcuni pensatori oggi sono arrivati a proclamare il silenzio e l'assenza di Dio dalle vicende del mondo. Quando poi la nostra storia assume connotati di più intensa tragicità, di particolare violenza e di conclamate ingiustizie, il grido verso Dio giunge fino a diventare orrenda bestemmia: lo si accusa di essere Lui il responsabile delle umane atrocità e ciò perché non ci sarebbero da parte sua quelle risposte, che a noi sembrerebbero così logiche e soprattutto così urgenti. Ancora una volta il processo a cui vorremmo sottoporre il buon Dio è guidato da considerazioni e razionalità solo umane e non dalla luce della fede. È allarmante che tutto ciò accada anche nell'ambito della preghiera cristiana. Dio ascolta, con amore di Padre, le nostre suppliche, interviene nella nostra storia personale e sociale, ma essenzialmente egli si erge a difensore della nostra libertà ed esige giustamente che la nostra preghiera miri prima di tutto a compiere in noi e nel mondo la sua santissima volontà. Richiede la perseveranza nella preghiera perché questa ci mette in sintonia con Lui e ci rende capaci di vedere, alla luce della fede e del mistero della croce, le "verità" su ciò che ci accade e sui misteriosi, ma reali interventi che egli opera, anche e soprattutto, nel trarre il bene migliore anche dalle vicende più assurde e atroci della nostra storia, di cui noi siamo gli unici responsabili. (Padri Silvestrini)

 


PREGHIERA DELLA SERA


Signore Gesù Cristo, tu ci hai rivelato tutto quello che hai udito dal Padre, e ci hai chiamati tuoi amici. Avere in te un amico ed essere tuo amico, è molto di più che chiedere ed essere esauditi. Oggi, io non chiederò nulla, ma, stupito, mediterò su questo pensiero: chi trova un amico trova un tesoro, un vero e proprio sollievo per la vita. Che cosa succede e che cosa ottiene l'uomo che, come Abramo, Mosè e gli apostoli, ha trovato in Dio un amico? Mi ricordo la sola condizione da te posta: voi siete amici di Dio e miei amici, se farete ciò che vi ho comandato.




Giovedì – 27.a Tempo Ordinario – 

-- BEATA VERGINE MARIA DEL ROSARIO

Meditazione sul Vangelo di Lc 11,5-13

Non sempre è bene ciò che desidero.

Il Vangelo di oggi segue direttamente quello di ieri, nel quale Gesù aveva insegnato ai discepoli il Padre nostro. Ora Gesù si sofferma sulla preghiera di domanda. Sono inserite nel testo due parabole – una all’inizio ed una alla fine – che fanno da cornice alle tre affermazioni su quanto ottiene chi prega: “ gli sarà dato”, “troverà” e “gli sarà aperto”. Mentre la parabola iniziale è positiva, quella conclusiva mostra per paradosso il negativo.

Oggi pochi aprirebbero ad un amico che bussasse a notte fonda, chiedendo qualcosa da mangiare per altri suoi amici, rientrati affamati da un viaggio. Magari ci ritroveremmo a considerare se non sia giunto il momento di rompere una tale amicizia! I fatti di cronaca, poi, non sembrano dare ragione a Gesù neanche riguardo alla parabola finale. “Caro Gesù – ci verrebbe da dire -, oggi sentiamo attraverso i giornali delle cose terribili, e non ci sembra così scontato che noi, che siamo cattivi, diamo comunque cose buone ai nostri figli. Anzi…!”. C’è certamente da ridire sulla frase: «Chiedete e vi sarà dato». Caro Gesù, avremmo da dire anche in questo caso, non ci sembra proprio, che tu ci stia a sentire – neanche quando chiediamo cose che, tutto sommato, sono più che ragionevoli. Quante volte, infatti, ci chiediamo perché tu non fai nulla, nonostante tutte le nostre preghiere! Forse, però, dobbiamo comprendere meglio queste parabole. Se il figlio chiede un pesce, non gli daremo una serpe. Ma cosa gli diamo noi? Tutto quello che vuole? No, se siamo genitori ragionevoli, non gli daremo ciò che gli fa male. Anche se ce lo chiede con insistenza. A volte, dietro a un “bene” si cela un pericolo. Ma i figli spesso non riescono a vedere dietro le apparenze. Loro chiedono e i genitori responsabili, che li amano e si preoccupano realmente di loro, si assumono anche l’onere di dire “no”. Ma anche ai genitori fa piacere quando i figli chiedono qualcosa. “Papà, posso prendere la tua macchina?”. E’ bello se chiedono. Mostrano rispetto per il ruolo dei genitori e per le cose che non sono loro. Sanno che il padre, se potrà, dirà “sì”, perché li ama. Forse Gesù vuol dirci che anche a Dio piace se chiediamo. Se ci rendiamo conto che dobbiamo tutto a lui e che è giusto ricordarlo a noi stessi, domandandogli anche le cose quotidiane – perfino il pane necessario per la nostra vita. E quando poi dice “no”, dobbiamo aspettare e cercare di comprendere. Egli ci ama e non fa nulla che sia male per noi. Anche se noi non sempre riusciamo a comprendere cosa è veramente “bene” per noi. I padri “terreni” possono sbagliare, ma il Padre celeste no. E’ bello sapere che abbiamo un Padre che, quando sa che è il caso e noi glielo chiediamo, ci darà tutto, anche se stesso.


VIVERE LA PAROLA DI OGGI

Vivi la tua vita interiore con più intensità, perché Dio sta 
permanentemente dentro di te, nonostante
le imperfezioni e i difetti.
Il Padre abita in tutte le cose create, chiamando tutte le 
creature al cammino della giustizia della virtù
e dell’amore.
Nessuno può distruggere questa verità: Dio sta dentro di te.
Sappi scoprirlo e avrai conquistato la felicità.