sabato 31 agosto 2019

Il Vangelo secondo Matteo - Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle.


Agosto 2019 S. Monica 21.a di Tempo Ordinario
 Mt 23,23-26
Signore, tu mi scruti e mi conosci.


PRIMA LETTURA  
Avremmo desiderato trasmettervi non solo il Vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita. 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 1Ts 2,1-8
Voi stessi, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata inutile. Ma, dopo avere sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come sapete, abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. E il nostro invito alla fede non nasce da menzogna, né da disoneste intenzioni e neppure da inganno; ma, come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. Mai infatti abbiamo usato parole di adulazione, come sapete, né abbiamo avuto intenzioni di cupidigia: Dio ne è testimone. E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari. 
Parola di Dio. 






CANTO DEL VANGELO (Eb 4,12) 
R. Alleluia, alleluia. 
La parola di Dio è viva, efficace: 
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. 
R. Alleluia. 

VANGELO  
Queste erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 23,23-26
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull'anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, ma all'interno sono pieni di avidità e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi pulito!». 
Parola del Signore. 

PERSONALE 
Il discorso sui "guai" è fin troppo commentato per dirne qualcosa di singolare, e poi perché voler guastare la profondità di un simile testo con delle sciatterie? E allora, mi limiterò a ribadire che, sebbene le parole di Gesù risuonino come una condanna del fariseismo, gli strali dell'evangelista sono rivolti a quegli atteggiamenti della prima comunità forse troppo attenta alla rigidità della norma, al proselitismo e ad un rapporto formale, nella ricerca delle verità di fede, oltre che nel culto. Niente di nuovo sotto il sole! Anche perché l'applicazione del brano andrebbe fatta, non con pii sospiri sulla cattiveria dei farisei, che poveretti avevano anche i loro bei pregi, anzi, questi erano di gran lunga più dei difetti, ma si dovrebbero sottolineare le incoerenze di noi singoli, delle nostre comunità cristiane e religiose, delle nostre chiese. I "guai", infatti, vanno visti in una visione "programmatica": in essi si vuole mettere in luce che la scelta cristiana comporta un modo nuovo di porsi nei confronti di Dio, del prossimo, del culto e pure della teologia. Il richiamo forte di Gesù, infatti, si appunta proprio sulle verità di fede che malamente insegnate e infelicemente vissute portano alla propria perdizione oltre che a quella degli altri. Oggi, inizia anche la lettura della prima lettera ai Tessalonicesi. È uno scritto che si avrà modo di gustare nella sua primitiva semplicità, è il più antico del Nuovo Testamento databile intorno all'anno 51 dopo Cristo. Una sola cosa mettiamo in evidenza della parte che ci viene proposta oggi: la fede cioè è una modalità "attiva" e "operante". Nessuna "staticità" è concessa, e meglio sarebbe leggere il testo integralmente per averne ulteriore conferma. Tutto appare in movimento, quasi concitato, e tutto il dinamismo è orientato a Cristo, resuscitato e atteso dai cieli. 
(Padri Silvestrini) 




PREGHIERA
Signore, tu ci metti alla prova, anima e corpo, scruti i nostri cuori e i nostri reni. Io mi offro al tuo sguardo che vede tutta la mia vita con misericordia. Purifica il fondo del mio cuore da ogni cupidigia ed intemperanza, in modo che io ami con misura, giustizia e compassione. Non pronunciare per me le parole con cui hai condannato gli scribi e i farisei ipocriti: "Guai a voi...". Io ti dono il mio cuore, che tu stesso hai plasmato, in un'offerta che vorrei ti fosse gradita. Rendilo puro e pieno di carità, vieni a costruirvi la tua dimora.

MEDITAZIONE
Voi siete figli degli uccisori dei profeti.
La forza d’urto delle accuse che Gesù rivolge agli osservanti religiosi del suo tempo raggiunge con queste parole un punto di non ritorno. La denuncia di ipocrisia mette in discussione non soltanto coloro che lo ascoltano, ma tutta la tradizione a cui essi appartengono. Lungo la storia, in troppi si riempiono la bocca delle lodi dei profeti solo quando essi sono ormai morti da tempo. Anche il nostro giudizio sulla storia, dunque, rivela la nostra ipocrisia, anche la comprensione che abbiamo dell’intervento di Dio nella storia lascia emergere se nascondiamo il nostro putridume interiore dietro parvenze di moderazione e di equilibrio. I profeti trovano i loro avversari soprattutto all’interno della propria gente. E la loro sorte è sempre la morte. Perché? Israele dovrebbe saperlo molto bene dato che ha regalato al mondo la profezia. Non il vaticinio o la lettura del futuro. La profezia è altra cosa. È denuncia. È annuncio. Senza la prima, il secondo non è possibile. Inevitabilmente, uomini religiosi e istituzioni religiose sono condannati alla sclerosi, mentre il Dio di Abramo, lsacco e Giacobbe, il Dio dei vivi e non dei morti è il Dio della continua novità. Per questo ha scelto di rivelarsi nella storia. I profeti guardano alla storia con lungimiranza e denunciano l’immobilismo con cui invece si cerca di conservare uno status quo di privilegi. l profeti sanno che la storia è di Dio, ma sanno anche che Egli non ha mai privato gli uomini della parte di responsabilità storica che compete a ciascuno. Per questo denunciano, finché e possibile fare qualcosa per evitare il disastro e consolano quando si rimane vittime dei propri stessi errori. Il tempo del profeta è il presente. Un presente da cambiare per costruire il futuro. Non si possono ascoltare oggi i profeti di ieri, né si può pensare di prepararsi al domani senza intervenire sul presente.




sabato 24 agosto 2019

Il Vangelo di Oggi: Domenica «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.


Il Vangelo di Oggi:Domenica 25 Agosto 2019 
21.a di Tempo Ordinario -
 Lc 13,22-30
Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore.

PRIMA LETTURA  
Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti. 
Dal libro del profeta Isaia 66,18b-21
Così dice il Signore: "Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti. Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme – dice il Signore –, come i figli d'Israele portano l'offerta in vasi puri nel tempio del Signore. Anche tra loro mi prenderò sacerdoti leviti, dice il Signore. 
Parola di Dio. 





(Dal Salmo 116) 
R: Tutti i popoli vedranno la gloria del Signore. 
Genti tutte, lodate il Signore, 
popoli tutti, cantate la sua lode. R.
Perché forte è il suo amore per noi 
e la fedeltà del Signore dura per sempre. R.


SECONDA LETTURA  
Il Signore corregge colui che egli ama. 
Dalla lettera agli Ebrei 12,5-7.11-13
Fratelli, avete già dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a figli: "Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio". È per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non viene corretto dal padre? Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati. Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire. 
Parola di Dio. 




CANTO AL VANGELO (cf. Gv 14,6) 
Alleluia, alleluia. 
Io sono la via, la verità e a vita, dice il Signore; 
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 
Alleluia. 



VANGELO 
Verranno da oriente e da occidente e siederanno a mensa nel regno di Dio. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 13,22-30
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: "Signore, aprici!". Ma egli vi risponderà: "Non so di dove siete". Allora comincerete a dire: "Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze". Ma egli vi dichiarerà: "Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!". Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi». 
Parola del Signore. 



MEDITAZIONE 
Il nostro Salvatore dice: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta". Ciò deve essere interpretato con molta prudenza. Tutto il contenuto delle Sacre Scritture ci porta a credere che la sua verità non sarà accolta calorosamente da molti uomini, perché va contro l'opinione diffusa e i comuni sentimenti dell'uomo e del mondo; quando anche essa sarà accolta da un uomo, sarà rifiutata da quanto resta in lui della vecchia natura, così come è rifiutata da tutti gli altri che non l'hanno accolta. Simbolo della vera religione è "la luce che brilla nelle tenebre". Anche se, senza dubbio, vi sono periodi in cui scoppia un entusiasmo repentino per la verità..., la popolarità della verità dura poco, appare all'improvviso e scompare subito, non cresce regolarmente e nemmeno costantemente. Solo l'errore cresce ed è accolto calorosamente da molti... La verità ha in sé un potere tale da obbligare l'uomo a proclamarla a parole, ma, quando l'uomo si appresta ad agire, invece di obbedire alla verità, la sostituisce con qualche idolo. Di conseguenza, quando in un paese si parla molto di religione, quando si è contenti che tutti se ne preoccupino, uno spirito saggio si preoccuperà di sapere se non si onora di fatto qualche sostituto al suo posto, se sono davvero le verità della parola di Dio e non le illusioni dell'uomo ad essere divenute popolari, se la forma accolta non ha in sé solo quanto della verità può essere accettato dalla ragione e dalla coscienza, insomma se, ad attirare molti discepoli, è Satana trasformato in angelo di luce invece che la luce stessa. 
Card. JOHN HENRY NEWMAN, 1801-1890.