venerdì 3 luglio 2020

Vangelo di oggi - Mio Signore e mio Dio

Mercoledì, XIII settimana 
del Tempo Ordinario
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo

Tu sei il mio Dio, a te innalzo la lode;
 tu sei il mio Dio, elevo inni al tuo nome; d gloria a te che mi hai salvato.

Gv 20,24-29

Preghiera
Dio onnipotente, tu sei indicibilmente piu' grande di quanto noi possiamo capire. Tu sei qui. La tua presenza ci circonda e ci anima come la calda luce del sole. Fa' che abbiamo fiducia totale in te e nella parola di tuo Figlio per poter sentire come Tommaso l'amore e la presenza di Gesù


Prima Lettura
Siamo edificati sopra il fondamento degli apostoli.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 2,19-22
Fratelli, voi non siete più stranieri n ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, come pietra d'angolo lo stesso Cristo Ges. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
Parola di Dio.


Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo


(Dal Salmo 116)

R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. 
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre.






Canto al Vangelo (Gv 20,29)

R. Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!
R. Alleluia.


3 luglio: SAN TOMMASO Apostolo | Innamorati di Maria
Siamo edificati sopra il fondamento degli apostoli.


Vangelo (Gv 20,24-29)

Mio Signore e mio Dio!

+ Dal Vangelo secondo Giovanni 

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: Abbiamo visto il Signore!. Ma egli disse loro: Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: Pace a voi!. Poi disse a Tommaso: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!. Gli rispose Tommaso: Mio Signore e mio Dio!. Gesù gli disse: Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!.
Parola del Signore.



Omelia
Vorrei raccontarvi una storia. Parla di un ragazzo. Aveva una decina di anni e non sapeva ancora cosa volesse dire essere malato. Sulla strada aveva improvvisamente notato qualcosa che non andava. Sentiva un dolore acuto, aveva freddo e non sapeva cosa fare. Al dolore si aggiungeva il fatto che nessuno si occupava di lui, che nessuno lo notava. Le persone passavano senza prestargli attenzione. Fin col rientrare a casa. Tremava, e sperava che qualcuno lo sentisse. In quel momento arrivò sua madre e se ne accorse. Gli disse: "Non stai bene. Sei malato". E nello stesso istante, il peggio pass. Il ragazzo pensò: "Qualcuno sa e vede come sto". Certamente  avvenuta la stessa cosa per i discepoli quando improvvisamente  apparso Gesù in mezzo a loro e hanno detto: "Vedete, sono io". Nell'istante stesso in cui si  mostrato a loro, la loro paura si  trasformata. Capisco che Tommaso si sia mostrato tanto riluttante quando gli hanno detto: "Abbiamo visto il Signore". Probabilmente non era cos poco credente come sembra a prima vista. Forse aveva vagato per la strada senza sapere cosa fare, con una grande tristezza in fondo al cuore a causa degli avvenimenti recenti. Ed ecco che gli altri gli dicono: "Abbiamo visto il Signore e mangiato con lui". Sentiamo che Tommaso vorrebbe vedere di persona cose ancora più grandi. Gesù avvicina Tommaso con molta tenerezza. Tommaso può mettere la mano sulle sue ferite. Potrebbe capitare anche a noi, che abbiamo tutti un Tommaso in noi. Perché non siamo forse Tommaso quando diciamo: "Se non vediamo, non crediamo"? Gesù dice a Tommaso: "Vieni, puoi toccarmi". E poiché Gesù è così vicino a Tommaso e gli manifesta una tale tenerezza, egli non può che gridare, sconvolto: "Mio Signore e mio Dio!". Se capitasse a qualcuno tra noi di sentire il tenero amore e la presenza di Gesù, allora anche noi potremmo incontrarlo.
Georg Lokay




Preghiera
Vieni, Signore, al termine di questa giornata, e completa l'opera che hai cominciato fin dall'alba. Ristabilisci le nostre forze perdute, il nostro amore indebolito, la nostra fiducia ferita. Distruggi, Signore, i limiti del vecchio che resiste alla morte. Rompi gli otri del vecchio Adamo, cos terrestre, in modo da far nascere un uomo nuovo, Gesù Cristo, in ogni essere battezzato. Fa' di questa notte, o Padre, un segno della nostra vecchia condizione di peccatori che deve venire annientata, cos che, domani, la luce del nuovo giorno ci rallegri attraverso il trionfo di Gesù Cristo, tuo Figlio, sul peccato e la morte.


Venerdì – 13a Tempo Ordinario – San Tommaso Apostolo – P


Meditazione sul Vangelo di  Gv 20,24-29


Tornare a credere.

Tommaso è uno dei dodici apostoli scelti da Gesù. Il suo nome in ebraico significa “gemello” (in greco: “didimo”). Fu un discepolo pieno di affetto umano per il Maestro, ma ciò non è bastato a fargli conoscere davvero il Salvatore. Lo interroga, infatti, sulla sua origine e sulla sua natura. Tommaso, quando afferma «mio Signore e mio Dio», diventa un provocatore, perché non ha paura di ricominciare. Un’esperienza che ci aiuta a non contare sulle nostre certezze umane, ma a lasciarci coinvolgere dalla persona di Cristo. La grandezza di questo apostolo sta nel sapersi riappropriare del rapporto con Gesù, di non rimanere nel dubbio, di ricominciare, rivelando umanità e fede, doni che ogni credente dovrebbe possedere.
Il nocciolo della fede cristiana sta nella fiducia e nell’abbandono al Dio di Gesù Cristo e trova la sua formulazione nell’espressione: “io credo in te”. Nelle relazioni umane la fiducia in qualcuno comporta anche l’accettazione di ciò che la persona, alla quale ci affidiamo, ci dice e ci comunica. La fede non nasce soltanto dall’ascolto delle opere meravigliose di Dio, dal kerygma che presenta la vicenda di Cristo come espressione dell’amore infinito del Padre. Sono molti i segni con i quali possiamo sperimentare le due componenti della fede cristiana che sono il credere in Dio e il manifestare questa fede con le opere. Ripetere oggi “mio Signore e mio Dio” significa rivitalizzare la fiducia che Dio ha da sempre in ogni creatura. Le prime confessioni di fede della comunità cristiana indicano chiaramente che il contenuto della fede è Gesù: Egli è il Cristo; è il Signore, è il Figlio di Dio. Il teologo Kasper sintetizzava così la sua professione di Fede: “L’agire di Dio attraverso la persona e la storia di Gesù Cristo è il centro della fede cristiana. Ogni predicazione posteriore è rimandata a questo centro, lo deve esplicitare e riattualizzare».


SAN TOMMASO APOSTOLO OGGI 3 LUGLIO/ Scetticismo come seme per l ...

Fratelli, voi non siete più stranieri n ospiti,

ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 

edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, come

 pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù'


Riflessione

Oggi è la festa di San Tommaso e il vangelo ci parla dell'incontro di Gesù risorto con l'apostolo che voleva vedere per credere. Per questo molti lo chiamano Tommaso, l'incredulo. In realtà il messaggio di questo vangelo è ben diverso. E' molto più profondo ed attuale.



Per un confronto personale

Nella società di oggi le divergenze e le tensioni di razza, di classe, di religione, di genere e di cultura sono enormi e crescono ogni giorno. Come svolgere oggi la missione di riconciliazione?
Nella tua comunità e nella tua famiglia c'è qualche granello di senape, segno di una società riconciliata?



Preghiera finale

Lodate il Signore, popoli tutti,
voi tutte, nazioni, dategli gloria.
Forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura in eterno. (Sal 116)





venerdì 26 giugno 2020

Natività di San Giovanni Battista –Ecco: questo è il silenzio che portò la voce a gridare nel deserto

Il Vangelo di Giugno 2020: 
Giovanni aveva preparato la venuta di Cristo.

NATIVITA’ DI S. GIOVANNI BATTISTA (s) – P
Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.

 Giovanni sarà grande davanti al Signore, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre, e per la sua nascita molti gioiranno
Lc 1,57-66.80


Preghiera
Padre, concedi alla tua famiglia di camminare sulla via della salvezza sotto la guida di san Giovanni il precursore per andare con serena fiducia incontro al Messia da lui predetto. Rapportato a Cristo, san Giovanni Battista è la voce che passa, di fronte al Verbo eterno; ma è la voce che grida la fede, non l'integralismo o il permissivismo della cosiddetta.


Prima Lettura
Ti renderò luce delle nazioni.
Dal libro del profeta Isaia 49,1-6
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».
Parola di Dio.



 (Dal Salmo 138)

R: Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda.
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando mi siedo e quando mi alzo.
Intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.


Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Tio ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda.


Meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l'anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.


Seconda Lettura
Giovanni aveva preparato la venuta di Cristo.
Dagli Atti degli Apostoli 13,22-26
In quei giorni, [nella sinagoga di Antiochia di Pisidia,] Paolo diceva: Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: "Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri". Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d'Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: "Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali". Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza.
Parola di Dio.

 

CANTO AL VANGELO (Lc 1,76)
Alleluia, alleluia.
Tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo,
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade.
Alleluia.

«Giovanni è il suo nome». 


Vangelo
Giovanni è il suo nome
+ Dal Vangelo secondo Luca 1,57-66
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Parola del Signore.


Omelia
Per bocca del profeta Dio annunciò: "Per voi... cultori del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla" (Ml 3,20). L'inno di Zaccaria è il mirabile sviluppo di questa profezia. Quando, obbedendo all'ingiunzione dell'angelo, diede a suo figlio il nome di Giovanni (che significa: Dio è misericordioso), avendo fornito la prova di una fede senza indugi e senza riserve, la sua pena finì. E, avendo ritrovato la parola, Zaccaria cantò un inno di riconoscenza contenente tutta la speranza del popolo eletto. La prima parte, in forma di salmo, è una lode a Dio per le opere da lui compiute per la salvezza. La seconda parte è un canto in onore della nascita di Giovanni e una profezia sulla sua futura missione di profeta dell'Altissimo. Giovanni sarà l'annunciatore della misericordia divina, che si manifesta nel perdono concesso da Dio ai peccatori. La prova più meravigliosa di questa pietà divina sarà il Messia che apparirà sulla terra come il sole nascente. Un sole che strapperà alle tenebre i pagani immersi nelle eresie e nella depravazione morale, rivelando loro la vera fede, mentre, al popolo eletto, che conosceva già il vero Dio, concederà la pace. L'inno di Zaccaria sulla misericordia divina può diventare la nostra preghiera quotidiana.





Meditazione
"Volevano chiamarlo Zaccaria. Ma sua madre intervenne: No, si chiamerà Giovanni". Questo è il significato di questo nome: grazia di Dio, cioè colui in cui è la grazia. Poiché questa parola annuncia l'economia del Vangelo. Giovanni significa il Signore stesso che viene, colui attraverso il quale la grazia è concessa al mondo. I parenti volevano che questo bambino si chiamasse Zaccaria piuttosto che Giovanni. Essi rappresentano bene coloro che, di fronte al Signore che propone loro il dono di una nuova economia della grazia, desiderano ricordare piuttosto il sacerdozio dell'antica Legge. Essi si opponevano così a ciò che dichiarava sua madre, a viva voce, e suo padre, per iscritto: "Si chiamerà Giovanni". Quelle persone non erano ancora entrate nella nuova economia della grazia; pretendevano che si dovesse ancora osservare il rito dell'antico sacerdozio, nel momento in cui appariva il Vangelo
del Signore. A quelle persone la Legge stessa dice di aprirsi alla grazia di Cristo: "Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò". No, ormai non si possono più osservare le usanze dell'antico sacerdozio, se non annuncia la grazia del Vangelo. Inoltre, una volta riconosciuto e imposto il nome di Giovanni, Zaccaria ritrova la parola. Si mette a benedire Dio. È la grazia della nuova Alleanza che l'apostolo avrebbe un giorno proclamato pubblicamente. Allora numerosi sacerdoti di Israele si sottometteranno alla fede. E saranno tutti liberati, come Zaccaria oggi, dal loro mutismo; potranno confessare, lodare ed annunciare a tutti, con fervore, il dono della redenzione. È nel giorno della circoncisione di Giovanni che, all'annuncio dell'avvenimento, la paura invade il popolo. Quanto a Zaccaria, egli diventa testimone dello Spirito. Si mette a fare profezie; annuncia il nostro Redentore e la sua opera di liberazione.
SAN BEDA VENERABILE