giovedì 15 agosto 2019

Oggi Vangelo di Giovedì 15 Agosto 2019 Solennità Assunzione della Beata Vergine Maria Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente: ha innalzato gli umili. 

Giovedì 15 Agosto 2019
ASSUNZIONE B.V. MARIA; 
19.a di Tempo Ordinario - Lc 1,39-56
Risplende la Regina, Signore, alla tua destra.




Carissimi, oggi la chiesa festeggia l’Assunzione in Cielo, anima e corpo, della Nostra Mamma Celeste. In questo giorno di grazia, invochiamo l’intercessione della Vergine Maria affinchè anche noi possiamo vivere ogni giorno con gli stessi sentimenti che sono stati Suoi e come Lei anche noi possiamo un giorno essere “assunti” in Cielo e gioire con Lei per l’eternità.



PREGHIERA DEL MATTINO 
Stella del mattino, guida del nostro cammino, Vergine Madre elevata nella gloria: ispiraci l'arte di guardare il cielo e di orientare i nostri passi verso Dio. Il cuore umano ha sete di elevarsi. Sommità della perfezione umana, tu sei stata in tutto "Altissima", Maria: fedele alla terra, in cui sei vissuta; fedele al cielo, solo centro della tua anima. Colma della grazia di Dio, tu la facevi trasparire in effusione d'amore al servizio degli altri. Perché Dio è bontà. Per questo, o madre del Messia, sei salita, rapida e zelante, sulla montagna della Giudea per andare a trovare e assistere in una carità gioiosa la madre del Precursore. Fa' che la nostra vita davanti al mondo, e quella di tutta la Chiesa, sia un riflesso della tua. Testimone della vocazione celeste nell'esercizio della bontà terrestre. Incenso bruciato nel fuoco interiore (silenzioso, discreto, costante) della grazia di Dio. 





PRIMA LETTURA 
Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi. 
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo 11,19a; 12,1a-6a.10ab
Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l'arca della sua alleanza. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte». 
Parola di Dio. 




(Dal Salmo 44) 
R. Risplenda la Regina, Signore, alla tua destra. 
Figlie di re stanno fra le tue predilette; 
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir. R. 
Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio; 
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre. R. 
Il re è invaghito della tua bellezza. 
E' lui il tuo signore: rendigli omaggio. R. 
Dietro a lei le vergini, sue compagne, 
condotte in gioia ed esultanza, 
sono presentate nel palazzo del re. R. 

 
SECONDA LETTURA  
Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 15,20-27a
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza. È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi. 
Parola di Dio. 




CANTO AL VANGELO 
R. Alleluia, alleluia. 
Maria è assunta in cielo; esultano le schiere degli angeli. 
R. Alleluia. 




VANGELO 
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente: ha innalzato gli umili. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne, e 
benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore". Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. 
Parola del Signore. 

 

La festa dell'Assunzione è purtroppo nota ai più solo come "Ferragosto", ma è la più importante tra quelle della Madonna: celebra il mistero della nostra risurrezione che nella persona di Maria (la sola tra tutti!) è già avvenuto. E' come celebrare quindi la nostra pasqua, ciò che in noi deve ancora avvenire e che avverrà, dunque è la nostra festa, la festa di ciò che saremo. Maria è entrata con il corpo nella vita divina, nella gloria; vive già da ora la vita di risorta. Questa festa è antichissima anche se la proclamazione del dogma dell'assunzione risale solo al 1950. Ma perché è stata fissata il 15 Agosto? Basta guardarsi attorno. L'estate è al culmine, i colori sono al massimo della loro densità: le rose, i girasoli, il blu del mare, il verde delle foreste. È tutto molto intenso ... si potrebbe dire che più di così ... si muore. La natura infatti muore, sfiorisce, ma solo perché è arrivata alla sua pienezza; muore sì, ma per consumazione, per pienezza di vita. La vediamo quasi "sfatta", ma solo per il suo eccesso di fioritura. La festa di oggi ci vuole dire anche un po' questo: Maria è colei che ha vissuto appieno la sua vita in Cristo. Sempre e ovunque ci si imbatterà su Maria che tiene in braccio il bambino: è la rappresentazione che prende nome di Theotokos, la madre di Dio. Maria è anzitutto questo: il trono di Gesù, luogo dell'ostensione, un supporto per lui, è il suo corpo e infatti solitamente lei è raffigurata enorme e lui piccinissimo. Lei è la visibilità di Gesù e questo, in fondo, è il ruolo della chiesa. Solo dal XIII secolo in poi Maria viene raffigurata sempre più da sola, senza il bambino. Questo riflette un cambiamento anche della mariologia e della pietà mariana: è infatti da questo momento che inizia la degenerazione di questa figura e del suo messaggio, così importante per ogni cristiano. Solo in riferimento a Cristo, infatti, Maria ha senso. Solo in quanto Madre di Dio, vera credente, arca dell'alleanza, tenda del convegno, immagine del popolo di Dio, sposa, figlia, corpo di Cristo, sua visibilità, luogo visibile dell'ostensione di qualcosa che è sempre tanto piccolo. Solo così si comprende davvero questa maestosa figura. Quando invece la si staccherà da questo mistero, non la si comprenderà più. Quando infatti, e saranno molte le omelie a farlo oggi, si parla delle sue grandi virtù, della sua esperienza, di quello che faceva, di quanto ha gioito o sofferto, semplicemente non si sa cosa si dice, perché il vangelo tace completamente su tutto questo. La sua esperienza è stata la sua, originale e particolarissima quanto può esserlo la mia e la tua, tanto più quella di Maria fu la sua come quella di nessun altro. Se sia stata una donna esemplare o una "madre snaturata" non ne sappiamo poi gran che. Certo ha vissuto in modo quanto mai vicino e inaudito l'esperienza della fede e in questo ci è davvero madre e modello. Ma più ancora: guardando a lei dovremmo vedere cosa accade a noi: impariamo a vederla come sorella. (A cura delle Benedettine del Monastero di San Luca Fabriano) 



MEDITAZIONE 
Oggi la Vergine Maria sale, gloriosa, in cielo. Quale ha dovuto essere l'esaltazione degli angeli e dei santi, quando hanno potuto ascoltare la sua voce, e vedere il suo volto ed esultare, infine, della sua presenza benedetta! E per noi, fratelli amatissimi, quale occasione di solennità nella sua Assunzione gloriosa! Quale causa di gaudio e quale fonte di gioia, oggi! La presenza di Maria illumina il mondo intero, tanto il cielo risplende, irradiato dalla luce della Vergine santissima. È dunque a ragione che risuonano nei cieli il rendimento di grazie e la lode. Perché non abbiamo quaggiù una città permanente, e cerchiamo quella in cui oggi la Vergine Maria è giunta. Se noi siamo già iscritti nel numero degli abitanti di quella città, è bene oggi ricordarcene e condividere quella gioia per la quale oggi esulta la città di Dio. Essa ricade oggi come rugiada gioiosa sulla nostra terra. Sì, ella ci ha preceduti, la nostra Regina, ci ha preceduti ed è stata ricevuta con tanta gloria che con fiducia questi piccoli servi seguono la loro sovrana gridando: "Conducici con te, Maria, noi accorriamo all'odore dei tuoi profumi!". 
SAN BERNARDO



PREGHIERA

O Dio,
che volgendo lo sguardo all’umiltà della Vergine Maria
l’hai innalzata alla sublime dignità di madre
del Tuo unico Figlio fatto uomo
e l’hai coronata di gloria incomparabile,
fa’ che,
inseriti nel mistero di salvezza,
anche noi possiamo per sua intercessione
giungere fino a te
nella gloria del cielo.
Amen.






domenica 11 agosto 2019

Dal Vangelo Agosto di Domenica 11, Agosto 2019 Lc 12,32 Beato il popolo scelto dal Signore.


Vangelo 11 Agosto 2019. Vegliate e tenetevi pronti! Lc 12, 35-40 

 Anche voi tenetevi pronti.


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».


Vegliate e tenetevi pronti!
«Non temere, piccolo gregge»! Le parole di Gesù con cui si apre il vangelo odierno, sono un invito alla fiducia. Oggi nel mondo c’è tanta cattiveria, falsità, egoismo, ipocrisia e, spesso, il vero cristiano è sfiduciato. Però, questa espressione del Signore significa: «State tranquilli, non spaventatevi, non vi amareggiate, fidatevi di Dio e certamente non ve ne pentirete perché lasciando tutto per Dio, facendo la sua volontà e obbedendo ai suoi comandi, riceverete il centuplo e la vita eterna». E allora, anche quando la Chiesa è perseguitata, quando la fede è derisa, restiamo con Cristo e lasciamoci guidare da Lui.
Pensiamo per un momento al martirio di santo Stefano: un giovane circondato dall’odio di un tribunale, non si lascia piegare, intimorire. Egli sa quel che rischia. Egli vede i sassi già pronti per l’esecuzione. Eppure è deciso e resta fedele a Cristo. Per lui la vita conta solo se vissuta per Cristo e quindi non esita a perderla perché sa che il Signore gli darà in premio la vita eterna. Paolo vede, assiste e, certamente, disprezza Stefano. Ma un giorno Paolo scriverà: «Ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo» (cf Fil 3, 8).
Il vero discepolo, dice Gesù, è colui che non accumula tesori su questa terra: «Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove il ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore». La vita è preziosa, si accorcia ogni giorno di più e, perciò, non va sciupata, ma vissuta con la maggiore intensità possibile ricordandoci sempre che se Gesù è il nostro vero tesoro, colui per il quale vale addirittura la pena di perdere la vita (cf Lc 9, 24), saremo anche capaci di orientare tutta l’esistenza verso la sua venuta alla fine dei tempi. La verità più bella del cristianesimo è che la vita non è la festa, ma l’attesa della festa.
Noi cristiani siamo infatti per definizione coloro che vivono «con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo» (cf Tit 2, 13), «coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione» (cf 2Tm 4, 8). Il brano del vangelo ci invita, inoltre, all’attesa vigilante, per non essere impreparati quando il Signore viene a bussare alla nostra porta: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito».



VANGELO  
Anche voi tenetevi pronti. 
+ Dal Vangelo secondo Luca 12,32-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l'amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire" e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più». 
Parola del Signore. 


CANTO AL VANGELO (Mt 24,42.44) 
Alleluia, alleluia. 
Vegliate e tenetevi pronti, 
perché nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo. 
Alleluia. 


Beati quei servi…
A questo mandato egli unisce una promessa: «Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli». Per chi lo attende con perseveranza il Signore ripeterà i gesti compiuti nell’ultima cena, quando si è fatto servo dei suoi discepoli e ha detto loro: «Chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve» (cf Lc 22, 27).
Sì, dobbiamo sempre essere ben desti, perché il Signore Gesù, il Figlio dell’uomo, verrà nell’ora che non pensiamo, come un ladro nella notte; per chi avrà saputo attenderlo – «e se, giungendo nel bel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!» – si compirà allora la sua parola: «Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno» (cf Lc 22 28-30).



(Dal Salmo 32) 
R: Beato il popolo scelto dal Signore. 
Esultate, o giusti, nel Signore; 
per gli uomini retti è bella la lode. 
Beata la nazione che ha il Signore come Dio, 
il popolo che egli ha scelto come sua eredità. R.
Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme, 
su chi spera nel suo amore, 
per liberarlo dalla morte 
e nutrirlo in tempo di fame. R.
L'anima nostra attende il Signore: 
egli è nostro aiuto e nostro scudo. 
Su di noi sia il tuo amore, Signore, 
come da te noi speriamo. R.



Infine, sollecitato da Pietro: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?», Gesù trae alcune conseguenze delle sue parole per quanti nella comunità hanno responsabilità di guida, responsabilità «pastorali». Gesù, infatti, attraverso le sue parole che valgono per tutti, vuol far capire che il favoritismo appartiene alla terra e non al cielo. È vero che tutti siamo invitati a vigilare, però è anche vero che il Signore, il «Pastore supremo» (cf 1Pt 5, 4), ha affidato ad alcuni il compito di essere amministratori fedeli e sapienti, incaricandoli di dare «la razione di cibo a tempo debito» ai con-servi.
Ebbene costoro, cioè i pastori della chiesa, sappiano di essere chiamati a svolgere il loro ministero quali «servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio» (cf 1Cor 4, 1). Se questi servi saranno trovati intenti al loro servizio «beati loro», perché di percosse ne riceveranno poche; se invece, per l’affievolirsi dell’attesa del Signore, cederanno alla tentazione di spadroneggiare sul gregge loro affidato (cf 1Pt 5, 3), saranno puniti con severità poiché non potranno dire di non essere stati avvertiti: «Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse».
Il piccolo gregge della chiesa non deve temere nulla dall’esterno: l’unica minaccia seria può venirgli da se stesso, dalla sua incapacità di amare il Signore Gesù e di tenersi pronto alla sua venuta nella gloria. È questa attesa vigilante che dà senso alla nostra vita e ispira il nostro comportamento quotidiano. Lo aveva ben capito san Basilio, il quale scriveva: «Che cosa è proprio del cristiano? Vigilare costantemente ed essere sempre pronto a compiere ciò che è gradito a Dio, sapendo che nell’ora che non pensiamo il Signore viene».
Chiediamo a Dio Padre che arda nei nostri cuori la stessa fede che spinse Abramo a vivere sulla terra come pellegrino, e che non si spenga la nostra lampada, perché vigilanti nell’attesa della sua ora siamo introdotti da lui nella patria eterna. Amen.

MEDITAZIONE 
La Speranza. Più forte delle tenebre, la speranza. La speranza di coloro che vogliono amare, con opere vere. La speranza, non l'illusione. La speranza che traspare al di là della disillusione, per l'anima che ama, donata senza ripensamenti, senza riserva, completamente coinvolta, con tutta la volontà per quanto sia possibile alla debolezza sempre malsicura di un essere umano. La speranza delle prefigurazioni, a partire dalla terra e dal tempo. La speranza delle realizzazioni portate a termine alla perfezione nell'eternità. La speranza, quella strana gioia e pace che esiste al di là delle profondità da cui scaturiscono le lacrime. La speranza, quella certezza che resta in piedi, solitaria, quando tutto ha vacillato, quel germoglio radicato nelle profondità in cui non può penetrare la morte dei corpi né il tormento più crudele: le sensibilità straziate. La speranza che a volte, improvvisamente, come un'unica stella, brilla un istante nella notte più fonda, sorriso che si insinua nell'anima attraverso le fessure delle nubi più scure, luce piccolissima, appena intravista, sufficiente a che sia distrutto l'inganno tumultuoso delle nubi che vorrebbero far credere che la notte non ha più stelle, che la notte non sarà mai più vinta dal mattino. La speranza che è che un tutt'uno con la vita di chiunque abbia, una volta per tutte, voluto prendere posizione nella scelta essenziale, aggirando la trappola dell'idolatria di se stesso, scegliendo l'adorazione d'amore, rifiutando la propria gioia al di fuori della ricerca e del servizio della gioia di tutti. La speranza, quella speranza, che è invincibile, che è già vittoria per ognuno in cui sia nata, qualsiasi siano i tormenti che lo opprimono e che lo opprimeranno sempre. ABBÉ PIERRE



PREGHIERA 
O Dio altissimo, che nelle acque del Battesimo ci hai fatto tutti figli nel tuo unico Figlio, ascolta il grido dello Spirito che in noi ti chiama Padre, e fa' che obbedendo al comando del Salvatore, diventiamo annunziatori della salvezza offerta a tutti i popoli. Per Cristo il nostro Signore Gesù, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te...

Lode a Te Gesù. Pace & Bene.